Caro Maurizio Setti,
intanto volevamo darle il benvenuto nella nostra famiglia. L’Hellas Verona, come lei saprà è una gloriosa squadra che nella sua centodecennale vita (l’anniversario scade nel 2013 e ci sarà una gran festa in Arena…) ne ha viste e passate di tutti i colori. Grandi vittorie, grandi trionfi, incredibili sconfitte, rocambolesche vicende. Negli ultimi anni abbiamo visto la Lega Pro, la C1, quasi la C2. Abbiamo navigato attraverso i procellosi mari degli spareggi, abbiamo visto arbitraggi deliranti, campi infami, monsignori finti e truffatori, gente che si presentava con un “progetto” e in cantina aveva la salsa di pomodoro marcia da riciclare e valigie piene di soldi falsi.
Abbiamo toccato il fondo ma mai, mai mai, siamo mancati. Il Verona è veramente la squadra che rappresenta una città e una tifoseria. E se non ci fossero stati i tifosi, questo è bene che lei lo sappia, oggi non ci sarebbe stato un Verona. Non si faccia per questo mai plagiare da chi ritiene il tifoso dell’Hellas un nemico. Non è vero. E non lo dico per piaggeria ma per pura conoscenza. Razzisti, beceri, cattivi: il male del mondo viene dipinto come se trovasse spazio e dimora nella Curva Sud e sugli spalti del Bentegodi. Ma non è vero: qui c’è gente capace di slanci eccezionali, gente che è capace di amare sinceramente un presidente (chieda a Martinelli) ma che non vuole essere presa in giro, che sa essere solidale verso chi se lo merita. E che non è falsa. Certo: c’è anche qualche testa bacata: ma non sufficiente a rovinare l’amore e la passione che ci sono attorno a questi colori.
Lei non ha comprato una squadra normale. Il Verona è l’unica provinciale che ha una scudetto (vero, non come le stelline della Juventus…) appuntato sul petto. Uno scudetto vinto quando gli arbitri erano scelti per sorteggio e quando in Italia giocavano tutti i più grandi. Non siamo normali, altrimenti non saremmo stati in ventimila ad applaudire una squadraccia retrocessa in C. Non siamo normali quando in cinquemila siamo andati a Busto Arsizio (capisce? Busto Arsizio…) per non sprofondare in C2. E non siamo normali quando abbiamo fatto oltre diecimila abbonamenti in C1, mentre nella stessa città, a prezzi stracciati c’era chi offriva la lussuosa vetrina della serie A.
Questo vuol dire essere veronesi. Lei lo ha già capito, ne sono certo, in questo frangente in cui ha assaporato l’urlo del Bentegodi e ha visto la massa che segue l’Hellas in ogni campo. Sappia che noi la giudicheremo solo ed esclusivamente per le sue azioni. Senza pregiudizi. Non c’è piaciuto il suo “esternare” pre-play-off e l’abbiamo detto. Ci è piaciuto, invece, quello che ha fatto dopo. L’ingaggio di un ds giovane, bravo ed ambizioso come Sean Sogliano, l’arrivo di un uomo prezioso per il nostro organigramma come Massimiliano Dibrogni. Sono due ottime mosse. Ora attendiamo fiduciosi il mercato, convinti che darà a Mandorlini una squadra competitiva che possa riportare il Verona molto in alto. In bocca al lupo e… forza Hellas.