IL PAGELLONE DI LECCE-VERONA

PERILLI 5 E’ la più grande sorpresa della formazione scelta da mister Zanetti, per la grande gioia di tutti quelli che volevano Montipò in panchina. Regala il calcio d’angolo che porterebbe al vantaggio del Lecce, ma il Var annulla. Sul gol che decide la partita mi pare un po’ addormentato e in generale non pare mai sicuro, soprattutto nelle uscite. Siamo sicuri che fosse giusto cambiare??? 

DANILIUC 5 Solitamente centrale, si ritrova a destra in una difesa a quattro. Nel momento in cui il Verona sembra poter controllare trova il coraggio di spingere, ma sempre con poca precisione. Anche dietro pare andare in difficoltà ogni qualvolta i leccesi accelerano. E, se avete visto la partita, sapete bene che il verbo “accelerano” è un equiparabile alla moviola.

MAGNANI s.v. (dall’84°)

COPPOLA 6 In marcatura su Krstovic non gioca sicuramente la partita della vita, ma concede poco e niente all’attaccante, che prova soprattutto da fuori. Si vede, in ogni caso, che gioca cn un peso sul cuore, evidente strascico del disastro visto a Bergamo. Ma la presenza al suo fianco di Ghilardi, suo compagno anche in Nazionale, lo tranquillizza quel tanto che basta.

GHILARDI 6 Anche per lui non era affatto facile, dopo l’imbarcata di Bergamo. Reagisce però sufficientemente, senza strafare, ma badando a fare le cose più semplici possibili. Attento nel gioco aereo, coi piedi non è proprio la cosa più bella da vedere, ma tutto sommato ci sta.

TCHATCHOUA 5 Zanetti gli cambia fascia e lo sposta a sinistra. Parte bene, pimpante e con determinazione, soprattutto quando deve attaccare. Fa valere la sua forza fisica e si trova spesso in posizione comoda per crossare. Insomma, non male. Rovina tutto facendosi cacciare per fallo da ultimo uomo su Dorgu. Perché è proprio lui a perdersi il giocatore del Lecce che parte dalla propria metà campo, con un’autostrada spalancata.

DUDA 5 Ma davvero questo è il leader del quale ha bisogno il Verona? Sulla carta sì, ma poi lo vedi in campo e non capisci. Corricchia, porta avanti il pallone a due allora e lo tiene sempre un secondo di troppo in più tra i piedi. Ma quando le cose non gli girano, solitamente ci mette almeno il temperamento. A Lecce nemmeno quello ci fa vedere. Male anche nei calci piazzati e non è possibile accettarlo da uno con le sue qualità tecniche.

BELAHYANE 5 Sicuramente meglio rispetto a Bergamo, più dentro la partita, più propositivo e anche più tonico, fisicamente. Dimostra di stare bene soprattutto quando è costretto a rincorrere gli avversari in fase difensiva, arrivando sempre prima degli avversari. Rovina tutto con un cartellino rosso per proteste che è figlio dei suoi vent’anni. Gli si tappa la vena e lascia la squadra in nove, quando già le speranze erano di fatto nulle.

SERDAR 4.5 Gioca nei tre dietro la punta, in posizione centrale. Idealmente dovrebbe essere il rifinitore ma rimane solo un’idea e nulla più. E’ in evidente ritardo di condizione e questo gli rende dannatamente difficile trovare il ritmo partita e, soprattutto, la miglior posizione in campo. Inoltre, cerca sempre la giocata più difficile, quella risolutiva, quando dovrebbe solo ed esclusivamente semplificare le cose.

LAMBOURDE 5 (dal 64°) Non pervenuto.

SUSLOV 5 + Vale lo stesso discorso fatto per Duda. Nonostante sia ancora giovane, è un leader morale di questa squadra. O almeno dovrebbe esserlo. Eppure anche lui da un po’ di tempo a questa parte si sta nascondendo. Perché? Non sta bene fisicamente? Non ha la testa a Verona? Si chiarisca le idee, perché il tempo è finito. Il suo solo merito della partita è l’unico tiro in porta dell’Hellas in 95 minuti. Comunque troppo poco.

DANI SILVA s.v. (dall’84°)

LAZOVIC 5 Un primo tempo non male, di buona sostanza e di idee chiare. Spinge tanto e si ritrova spesso col passo giusto per il cross in mezzo. Pecca un po’ in precisione, quando non sono gli avversari a chiuderlo con energia. Con l’espulsione di Tchatchoua è costretto a fare il terzino sinistro, e paga pegno perdendo sciaguratamente Dorgu nell’azione del vantaggio. Va bene la poca abitudine a quel ruolo, ma da uno con la sua esperienza non ti aspetti una svista del genere.

BRADARIC 5 (dal 64°) E’ entrato in campo?

TENGSTEDT 5 Per sua stessa ammissione gioca meglio quando ha una punta di riferimento con la quale dialogare. Zanetti, invece, preferisce schierarlo con due mezze punte a sostegno. E lui non è mai a suo agio. Si abbassa per andare incontro al pallone ma, inevitabilmente, si perde in area. Gioca pochi palloni, mai semplici e non riesce a lasciare il segno.

MOSQUERA 5.5 (dal 53°) Nessuna differenza rispetto a Tengstedt. Si fa notare solo per il 2-0 del Lecce salvato sulla linea di porta.

ALL. ZANETTI 5 Fa scelte importanti lasciando in panchina Montipò e Magnani e torna ancora una volta alla difesa a quattro. Il Verona non parte male, ma va al piccolo troppo, non sembra affamato, forse dominato dalla paura. Passano i minuti e le cose non migliorano. A complicare le cose l’espulsione di Tchatchoua. E però poi le sue scelte non convincono, con cambi poco logici, soprattutto Mosquera per Tengstedt, quando il Verona deve comunque provare di tutto per pareggiare. Non sta gestendo bene la situazione, pare poco lucido. Non vorrei che l’emotività della quale parlava Sogliano dopo Bergamo gli stia giocando contro.

IL PAGELLONE DI ATALANTA-VERONA

MONTIPO’ 5.5 Chissà il partito “No Montipò” come si sta sfregando le mani, dando la colpa di ogni gol al portiere gialloblù. Mi spiace deludervi ma le cose sono andate diversamente. Certo, uno che ne prende sei non può certo essere al riparo da critiche, ma fa in modo che il passivo sia ben peggiore. E giù con gli insulti…

MAGNANI 3 La fascia da capitano non poteva fare fine peggiore. Quello che deve essere leader della difesa è il primo che alza bandiera bianca e marca visita. Ciondola per il campo senza temperamento, senza orgoglio. Sul 5-0 scambia il campo del Gewiss Stadium per le piscine di via Galliano, si butta non una ma due volte, ma non c’è acqua. In compenso lui va a fondo, scherzato da Ederson che la mette in mezzo per il più facile dei gol di Lookman. Sul 6-1 si dimentica di marcare Retegui. Ma cosa volete che sia, è solo il capocannoniere del campionato.

COPPOLA 3 Una sciagura su tutti i fronti. Non vince un contrasto, non recupera un pallone, non anticipa un avversario che sia uno. Non voglio usare parole pesanti, ma nel quarto gol dell’Atalanta è sconcertante. Non è ammissibile che un giocatore di serie A affronti così certi contrasti. Totalmente in confusione, paga per tutta la difesa e Zanetti lo tiene nello spogliatoio dopo l’intervallo.

DANILIUC 5 (dal 46°) Sul 6-1 non mi pare un fulmine, in generale confuso anche lui.

GHILARDI 4.5 In enorme difficoltà anche il ragazzino col codino, che comunque alla fine è il meno peggio della difesa. Ma passa una serata davvero impegnativa, con Retegui che sbuca da ogni zolla del campo. Non ha ovviamente la malizia e l’esperienza, ma tiene comunque la testa alta. Non gli basta per evitarsi una serata da dimenticare. O forse da ricordare, per evitare di ripeterla.

TCHATCHOUA 4 Penso che si ricorderà a lungo di Lookman, che dalle sue parti fa quello che vuole, quando vuole. Non ha i mezzi per fermarlo. Non ci riesce con le buone, con le cattive nemmeno ci prova. Sbaglia praticamente ogni pallone gli capiti tra i piedi. Azzecca solo un cross, nella ripresa, che però i compagni non sfruttano come dovrebbero. Quando il livello dell’avversario sale, emergono tutti i suoi limiti tecnici e tattici.

BELAHYANE 5 + Pronti e via e si perde De Roon sul gol dell’1-0. Rimane su quell’errore e nel primo tempo guarda la partita quasi esclusivamente da spettatore privilegiato. Ogni tanto nella ripresa gli scatta l’orgoglio e si sente di provare la giocata, con risultati comunque non all’altezza di quello che ci ha fatto vedere finora. Certo, difficile pensare che sia una ragazzino di vent’anni a doversi prendere la squadra sulle spalle, ecco perché mi pare uno dei meno colpevoli.

SERDAR 4 Torna in campo dal primo minuto dopo mese e sarebbe una notizia della quale essere felici. Ma il giudizio del campo è impietoso. Viene travolto dallo tsunami Atalanta, da un centrocampo che non gli lascia scampo per forza fisica, tecnica e tattica. Non trova feeling con Belahyane e non si capisce chi debba fare cosa. Gira a vuoto, come un bullone spanato. Fisicamente resiste anche più di quello che mi sarei aspettato, ma esce dal campo con la lingua fuori.

SUSLOV 5 + (dal 67°) Non ci mette gran tecnica, ma un po’ di temperamento sì. Gioca per far capire che c’è un limite a tutto. Tira un paio di scarpate e ogni tanto si accende. Non abbastanza, ahimè

BRADARIC 3 Salvate il soldato Bradaric, talmente in difficoltà da fare tenerezza. Sembra sia stato presto stamattina dai dilettanti e mandato in campo per mancanza di alternative. Che è una mezza verità, perché effettivamente lì a sinistra di scelte Zanetti non ne ha tantissime. Non difende, non attacca. E’ il nulla. La marcatura su De Keteleare, nell’azione del gol, dovrebbe essere fatta vedere ai pulcini, per far capire loro come non affrontare un avversario.

LAZOVIC 5.5 (dal 46°) La sua presenza in campo è garanzia se non altro di attaccamento ai colori. Non basta, però, per risollevare una partita abbondantemente persa nel primo tempo. Nei cinque minuti in cui il Verona gioca un po’ di più rispetto all’Atalanta c’è lui tra i protagonisti. Ha una bella intuizione per Sarr, ma l’attaccante non coglie.

KASTANOS 4 Mi aspettavo che avesse lo stesso piglio che ha dimostrato finora entrando in campo a partita iniziata. Mi ha fregato, bellamente. Non ci capisce nulla, non ha forza e qualità per vincere contrasti e provare a ripartire. Vagabonda per il campo senza trovare la posizione. E’ uno di carattere, teoricamente. A Bergamo è parso più un gattino che un leone.

DANI SILVA 6 (dal 46°) Sembra non rendersi conto del fatto che la partita sia praticamente finita nel primo tempo. Gioca infatti con grande intensità e ce la mette tutta pur di dare una scossa. Prova anche a segnare, ma di là c’è Carnesecchi.

LIVRAMENTO 4 Altro fantasma, così come l’altra mezza punta, Kastanos. Gioca (?) una partita impalpabile, evanescente, di zero sostanza. Anche nel momento in cui l’Atalanta alza un pelo il piede dall’acceleratore non gli riesce mai di accendersi. Non becca palla, balla la rumba, altroché sesso e samba.

ALIDOU s.v. (dall’80°)

SARR 6.5 Un’oasi nel deserto, un bicchiere di acqua ghiacciata nel caldo di agosto. Prende un palo, che è solo il riscaldamento per un grandissimo gol, creato in un fazzoletto d’erba. Gran fisico, gran senso della posizione e, pare, buona tecnica. L’unica vera nota negativa è che esce azzoppato, speriamo solo per crampi.

ALL. ZANETTI 4 Alla vigilia della partita dice di voler dare continuità alla squadra. E invece ci sorprende, cambiando ancora una volta il modulo, scegliendo la difesa a tre, dopo averci fatto vedere più di una volta quella a quattro. E così bastano pochi minuti per prendere un’imbarcata, con i gialloblù che non hanno alcun punto di riferimento. L’Atalanta è fortissima, per carità, ma gioca contro il nulla ed è questa la cosa che preoccupa di più, la totale mancanza di reazione, di orgoglio. Ci sta perdere, così fa male. E deve cominciare a farsi due domande. Ventuno gol in nove partite non si possono vedere. Decida come far giocare la difesa e da lì non torni più indietro. Basta equivoci. Ora testa a Lecce.

IL PAGELLONE DI VERONA-MONZA

MONTIPO’ 5.5 Benché sui gol non abbia responsabilità, e mi fanno ridere quelli che lo insultano soprattutto per il primo segnato da Mota, non mi pare sicuro nelle piccole giocate. Il dialogo coi compagni di reparto è in stile “Non guardarmi, non ti sento”, e gli amanti del cinema capiranno.

TCHATCHOUA 5 Partenza sonnecchiante, con poca voglia di spingere, ma anche poca lucidità nel difendere. I brianzoli dalla sua parte entrano facile facile, senza grandi problemi. Prova ad aggiustare il tiro ma sembra sempre in affanno. Anche in avanti ci impiega un po’ ad accendersi. Lo fa una volta sì e altre cinque no. Insomma, se la squadra pare confusa lui non fa niente per distinguersi.

MAGNANI 5.5 Non so, non riesce a trovare continuità di prestazioni. Ma pare un po’ sbadato, pur non commettendo errori clamorosi. Di sicuro non aiuta Bradaric in occasione del secondo gol. C’è Ghilardi che gli copre le spalle e la cosa fa sorridere pensando che sia solo un ragazzino alla seconda da titolare in serie A.

GHILARDI 6 Perde un contrasto di testa con Djuric, ma è fatale per il raddoppio del Verona. Ma il duello non lo perde affatto, anzi, è il migliore della difesa gialloblù. E non si limita a difendere. Va infatti vicino alla rete con due bei colpi di testa da calcio d’angolo, ma Turati, in entrambe le occasioni, para in tuffo. Salva anche un gol praticamente fatto su Pablo Marì. Buona anche la seconda, seppur con tante cose ancora da imparare, com’è giusto che sia.

BRADARIC 4 Forte della buona prestazione contro il Venezia, si riprende la maglia da titolare, anche perché, comunque, con Frese fuori, le alternative scarseggiano. Vive una serata da incubo, a cominciare dalla marcatura soporifera su Mota che segna il gol del vantaggio e poi quello del raddoppio, col difensore del Verona che si fa fregare ancora una volta. Anche quando c’è da attaccare le idee sono parecchio confuse.

FARAONI 4 (dal 32° s.t.) In tempo per regalare il gol dello 0-3. Bianco ringrazia.

LAZOVIC 5 Il capitano parte sulla destra, suo ruolo storico. Eppure non trova mai le distanze giuste, non è mai in grado di creare la giocata in grado di svegliare la squadra da un torpore inspiegabile. Visti i risultati impietosi a destra, anche lui viene dirottato sulla fascia opposta, ma rimane tutto come prima, non all’altezza di una serata importante come questa.

LIVRAMENTO 5 (dal 24° s.t.) Passa inosservato.

DUDA 5 Andamento lento, che più lento non si può. Non ha il passo, le gambe sono pesanti e anche la testa non gira come dovrebbe. Tiene sempre troppo il pallone tra i piedi, rallentando sistematicamente l’azione del Verona. Probabilmente affaticato dall’impegno con la nazionale, non entra mai in partita. Si fa notare per l’ennesimo cartellino giallo che gli farà saltare la trasferta contro l’Atalanta.

SERDAR 6 (dal 16° s.t.) Ha un bella occasione per riaprire la partita, con un bel tiro da fuori, ma la fortuna non lo assiste. Meglio di Duda, di sicuro. E’ già una buona notizia riaverlo in campo, quindi la sufficienza la giustifico così.

BELAHYANE 5.5 Primo tempo di grande sofferenza ed è inevitabile che per un giovane di poca esperienza come lui l’impegno con la nazionale abbia pesato. Mettici anche che più passano le partite e più gli avversari gli prendono le misure. Nella ripresa un po’ meglio, sembra più determinato e ritrova la voglia di metterci sempre la gamba. Si prende comunque la responsabilità di far partire sempre l’azione da dietro.

SUSLOV 5 Come Duda, anche lui particolarmente non in giornata, stanco e nervoso. Vero che lui fa della tensione emotiva uno dei suoi punti di forza, ma questa volta la cosa è controproducente. Non trova mai lo spunto, non salta l’uomo, non accende la luce in questa serata buia. Zanetti prova a cambiargli fascia, ma i risultati restano gli stessi.

KASTANOS 6 (dal 16° s.t.) Entra in campo e scalda subito le mani a Turati con un bel sinistro da fuori. E’ bello dinamico e va a cercarsi il pallone ben al di là della propria zona di competenza. Non so se in questo momento si possa prescindere da uno come lui.

TENGSTEDT 5 C’è attesa per l’attaccante danese, ma le aspettative rimangono deluse. A parte una grande azione con tunnel su Pereira, botta a giro, e Turati che manda in angolo (ma l’arbitro non vede) si vede poco. Prova come sempre a venire a prendersi il pallone fuori dall’area, ma ne becca pochi. Sciupa poi un’occasione clamorosa, sbagliando il passaggio a Sarr, solo davanti a Turati. Sarebbe stato il momento giusto per rimettere le cose al loro posto.

MOSQUERA 5 Questa volta il tandem con Tengstedt fa cilecca. Prova a fare qualche sponda, tenta di dialogare con l’attaccante danese, ma il più delle volte sbaglia cose semplici. Gioca tanto spalle alla porta e di conseguenza non riesce mai a rendersi pericoloso. La sosta non gli ha fatto granché bene.

SARR 5 (dal 16°s.t.) Entra con la partita ancora in bilico, ma di lì a poco le cose precipitano e non riesce a dare una mano per riemergere da questo risultato pesantissimo.

ALL. ZANETTI 5.5 L’approccio alla partita è sbagliato, troppo compassato e il Verona non può permettersi di concedere da un punto di vista emotivo. Per carità, ancora una volta si perde per tre errori individuali. E però lui deve lavorare ancora più duro su una fase difensiva che si sta rivelando molto, ma molto complicata. In otto partite quindici gol presi sono decisamente troppi. La colpa non ricada solo sulla difesa, per carità, ma bisogna alzare la qualità. Era una grande occasione per prendere ancora un po’ di ossigeno, sprecata malamente. Serve a tornare coi piedi per terra, quindi.

IL PAGELLONE DI VERONA-VENEZIA

MONTIPO’ 6 Dopo due minuti un errore di valutazione, diciamo così, che rischia di costare caro. Non esce nel suo territorio di competenza, l’area piccola, e per Oristanio è fin troppo facile gelare il Bentegodi. Ma la sufficienza se la merita con quella parata d’istinto sull’occasione più pericolosa del Venezia, che in realtà è un rinvio svirgolato, e fortunato, di Magnani.

TCHATCHOUA 7 Ma quanto corre sto qua? Sembra lo Shinkansen Nozomi, il treno super veloce giapponese, senza stazioni di sosta. Ha una forza fisica mostruosa. La fascia destra la distrugge, con buona pace dei giardinieri del Bentegodi. I giocatori del Venezia non hanno mezzi per fermarlo e infatti non ci riescono. Ecco, se avesse anche i piedi di Cafù non giocherebbe nel Verona. Ma noi ce lo teniamo stretto sto trenino camerunese.

MAGNANI 7 Si riscatta con classe e qualità dallo scampolo di partita sciagurato di Como. Tempi e precisione nelle uscite perfetti, in gioco aereo non ha nessuno che riesce a stargli dietro. Oristanio riesce a segnare nell’unica occasione in cui non è lui, marcatore ufficiale, a controllarlo. Non gli bastasse sbagliare nulla dietro, va anche vicino al gol con un gran bel colpo di testa.

GHILARDI 7 Marca Pohjanpalo, idolo dei veneziani e uno che i gol li fa con una certa facilità. Eppure nessuno direbbe che questa sia la sua prima partita in serie A. Che tranquillità, che personalità, anche quando magari lascia scoperto il posto e torna subito a riprenderselo. Intesa impeccabile con Magnani. Bravo sto ragazzino, ma guai a montarsi la testa.

OKOU s.v. (dal 43° s.t.)

BRADARIC 6.5 Con Frese fermato dai soliti problemi al ginocchio, la scelta di mandarlo in campo è quasi obbligata. E lui ripaga alla grande la fiducia di mister Zanetti. Molto propositivo, gli piace attaccare, un po’ meno difendere. Ma anche nella metà campo di casa è attento. Piedi educati, visione di gioco, tanta corsa. Mi è piaciuto. Non il suo elastico reggi capelli, brutto forte. Si scherza dai.

LAZOVIC 6.5 Che primo tempo per il capitano, come quelli che ci facevano venire gli occhi a cuore non tanto tempo fa. Gli anni sulla carta d’identità non se li ricorda lui e ce li scordiamo anche noi, perché corre con la voglia di un ragazzino. Quando il Verona va sotto, non si spaventa e prende per mano i compagni, per una rimonta fondamentale. Cala nella ripresa, è stanco, ma non esce dalla partita, anzi, stringe i denti e la porta a casa. Peccato per quel gol sbagliato da solo davanti a Joronen.

DUDA 6.5 Non è al meglio della condizione, eppure tira fuori una partita tutta ordine e disciplina. Spreca davvero poco e quando lo fa è più per stanchezza che altro. Protegge Belahyane, che con lui in campo è molto più libero e meno costretto a fare gli straordinari. Primo tempo di livello, secondo in calo, per quello che dicevo prima. Ma prima di lasciare il campo, va anche vicino al gol con un bel destro da fuori.

DANI SILVA 6 (dal 33°s.t.) Lotta nel momento più delicato.

BELAHYANE 6.5 Ormai siamo abituati a partite stratosferiche di sto ragazzino, che appena fa mezzo passo indietro, ma neanche, sembra uno normale. Per niente, invece. Perché lo vedi davvero dappertutto, sempre dentro il vivo del gioco, sempre pronto a metterci la gamba, anche quando sembra arrivare un secondo dopo l’avversario. Duda lo protegge quando serve tirare qualche scarpata.

LIVRAMENTO 7 Partita di grande sacrificio, generosità da vendere. Ma non solo è il primo difensore, è anche quello che appena può si infiamma e infiamma squadra e anche pubblico. Una bella occasione con un tiro a giro che non gira abbastanza. Ma il suo lo porta a casa, eccome, facendo ammattire il marcatore di turno, con sgommate, derapate e qualche colpo di super boost.

SARR s.v. (dal 33° s.t.)

TENGSTEDT 7.5 Una furia, letteralmente una furia. E’ il primo a non accettare il vantaggio del Venezia e si vede palesemente. Va a prendersi ogni pallone possibile, persino i falli laterali. E’ lui a far partire l’azione del pareggio, che è proprio lui a segnare, imbeccato al bacio da Mosquera. Ha fiuto e senso della posizione, un attaccante forte, fortissimo, che sta entrando sempre di più nei meccanismi della squadra. E che non ha la puzza sotto il naso, ma anzi accetta di sporcarsi la maglia aiutando la squadra anche quando deve difendere. Super.

COPPOLA s.v. (dal 43° s.t.)

MOSQUERA 6.5 Bellissimo primo tempo per l’attaccante colombiano, a livello di prestazione forse il migliore da quando veste gialloblù. Se i piedi non sono propriamente montati nel verso giusto, il cuore è al suo posto, così come coraggio e voglia di andare oltre. Lotta come un leone, anche se non sembra protegge il pallone come dovrebbe. Ma i suoi movimenti preoccupano la difesa lagunare che qualche rischio di troppo lo corro. Super l’assist per il gol di Tengstedt. Cala nella ripresa, logicamente.

KASTANOS 7 (dal 19°s.t.) Eh vabbè, segna il gol della vittoria, con l’aiuto di Joronen. Basta e avanza.

ALL. ZANETTI 7 Cambia tanto e butta nella mischia il giovane Ghilardi. Se la gioca col 4-4-2 e la squadra sembra beneficiarne. I suoi hanno una reazione strepitosa dopo il vantaggio a freddo del Venezia e questo vuol dire che il gruppo è compatto e sa cosa fare. L’unico rimprovero, non certo a lui, è che si va al riposo ancora sull’1-1. Il Verona infatti crea, ma fatica a segnare. Poi i cambi giusti, al momento giusto gli danno ancora una volta ragione. Va alla sosta con 9 punti che fanno respirare. Il respiro lo trattiene solo nella speranza che le nazionali non gli restituiscano ancora giocatori azzoppati.

IL PAGELLONE DI COMO-VERONA

MONTIPO’ 7.5 Assoluto superstar della partita. Se nel primo tempo il Verona va sotto solo di un gol il merito è tutto suo. Subito attento sul tiro da lontano di Alberto Moreno. Poi un autentico miracolo sul colpo di testa ravvicinato di Paz e altra grande parata, ancora una volta su Moreno. Il duello con Paz si replica ancora su un colpo di testa del talento lariano, che un po’ la spreca, ma lui c’è. Prenderebbe anche il vantaggio di Cutrone, se solo Coppola non la deviasse di quel poco per metterlo fuori tempo. Nella ripresa meno impegnato, ma quando serve lui c’è. Mezzo voto in meno per l’errore sul tiro da lontano di Mazzitelli che spalanca la strada al 3-1 del Como.

TCHATCHOUA 5 + In senso assoluto, finché c’è da attaccare il suo lo fa, onestamente. Ma quando il Verona è chiamato a un primo tempo come contro quello col Como, mette in mostra tutte le sue lacune. Soffre a fare il difensore puro, gli avversari ci prendono gusto a puntarlo e spesso hanno ragione loro. La sensazione è che sia sempre in affanno. Un po’ meglio quando può spingere nella metà campo avversaria.

DANILIUC 5.5 Fisicamente non male, e anche quando ha il pallone non spaventa nelle scelte. Però l’atteggiamento nei momenti chiave fa la differenza. Troppo mollo in marcatura in occasione del primo gol. Non puoi dare un metro all’avversario, soprattutto quando hai davanti gente di qualità come i giocatori del Como. I padroni di casa riescono a entrare in area troppo facilmente e, ovviamente, la colpa va condivisa soprattutto con Coppola.

LAMBOURDE 6.5 (dall’88°) Gli basta poco il gol che riaccende solo per pochi istanti la speranza del Verona. E che gol.

COPPOLA 5.5  A parte la sfortuna di deviare il tiro di Cutrone, che diventa il primo gol del Como, sembra sempre un po’ incerto. Nessun errore gravissimo, per carità, ma non è sereno e si vede. Un po’ troppo passivo, lascia troppo spazio agli avversari che entrano facile facile in area.

FRESE 5.5 In condizioni non eccellenti, per Zanetti rimane il vero ago della bilancia, quello che gli fa decidere se difendere a tre o a qua

DANI SILVA 5 Eccessivamente frenetico nella gestione della palla. Sbaglia tante ripartenze che dovevano essere sviluppate con più intelligenza tattica e più calma. Mentre il suo compagno di reparto ragione col pallone tra i piedi, lui non vede l’ora di sbarazzarsene, con risultati pessimi. Travolto dal centrocampo supersonico del Como.

DUDA 6 (dal 46°) Va vicino al gol con una bella punizione che sorprende la barriera del Como, ma non Audero che respinge a terra

BELAHYANE 7 Ormai sembra scontato che questo ragazzino sia sempre il migliore in campo. Ma ci dimentichiamo che ha solo vent’anni. Non perde mai la testa, gestisce il pressing avversario con una lucidità da senatore. E quando deve gestire il pallone non si fa mai prendere dal panico. Piuttosto che darla al primo che passa, magari posizionato male, lo tiene e lo porta fuori dalle acque più agitate. Personalità pazzesca, anche quando, col sangue al naso, non vuole abbandonare la squadra. Pazzesco.

SUSLOV 6 Vederlo in campo è una notizia che scalda il cuore, ma si vede che non ha il brio dei giorni migliori. Cosa più che logica, visto l’infortunio appena smaltito. Nonostante non sia scintillante, c’è e lotta. E a un primo tempo di sofferenza fa seguire un inizio di ripresa più brillante. Quando sembra finalmente in partita al 100%, ci pensa l’arbitro a spezzargli le gambe, inventandosi il secondo cartellino giallo che lo fa imbestialire.

KASTANOS 5 Non riesce a trovare la posizione e i suoi 45 minuti di partita sono come un bullone che gira a vuoto. Per uno che ha qualità tecniche come le sue è addirittura snervante perché non trova il modo per inventarsi qualcosa di diverso. Va detto che grande merito va agli avversari che riescono sempre a tagliarlo fuori. Stanco, rimane negli spogliatoi dopo l’intervallo.

MOSQUERA 6 (dal 46°) I movimenti del colombiano creano le giuste difficoltà alla difesa del Como. Anche lui si guadagna la pagnotta con generosità. Anche troppa, a volte, visto il cartellino che si fa dare per il fallo su Audero, evitabile.

LAZOVIC 6.5 Vince il ballottaggio con Livramento e a conti fatti, se non altro dall’inizio, la scelta è giusta. Soffre come tutta la squadra nella prima parte di gara, ma non molla. Quando il Verona torna in campo nel secondo tempo, si libera mentalmente e dalla sua parte i gialloblù spingono. Si procura il calcio di rigore, che arriva per il pestone di Sergi Roberto. Freddo a trasformarlo, c’è sempre lui, pochi minuti dopo nell’azione che potrebbe dare il vantaggio gialloblù: tenta il tiro al volo, ma gli va male.

LIVRAMENTO 5.5 (dal 76°) Non riesce a dare la scossa che ci vuole. Ma l’impresa, sotto di un uomo, era ardua.

TENGSTEDT 6 In un primo tempo di enorme sofferenza per il Verona, lui è davvero uno dei pochi che si danna l’anima per alleggerire la pressione dei padroni di casa. Inoltre, nell’unica occasione potenziale del Verona (poi vanificata da un fuorigioco di pochi centimetri) segna. Nella ripresa quando i gialloblù cominciano a manovrare, lui diventa prezioso. La scelta sciagurata di Giua, che caccia Suslov inspiegabilmente, gli rovina la partita visto che Zanetti è costretto a richiamarlo in panchina.

MAGNANI 4 (dal 66°) Nemmeno il tempo di accorgersi di essere in campo e Cutrone lo lascia sul posto con una fiammata, con una facilità impressionante, e segna il secondo gol del Como.

ALL. ZANETTI 6 Anche stavolta, cosa possiamo dire al mister? Nel primo tempo il Verona soffre, e potrebbe crollare. Ma non lo fa e limita il passivo. Vero, forse un po’ troppo passivo, ma dimentichiamo anche che davanti ci sono gli avversari e il Como della prima parte è impressionate. Poi con due mosse, Duda e Mosquera, riaccende la partita. E quando i suoi sembrano sul punto addirittura di passare in vantaggio, ci pensa l’arbitro a scombinare i piani. Poi, sugli errori individuali, cosa può fare? C’è poco altro da aggiungere…

IL PAGELLONE DI VERONA-TORINO

MONTIPO’ 5.5 Se sul vantaggio del Torino ha poco da rimproverarsi, forse un pochino meglio poteva fare sul raddoppio di Zapata. Sembra poco reattivo, quasi non aspettarsi che il colombiano riesca a colpire così facilmente. Eppure era stata una partita dove era sembrato più sicuro del solito sulle uscite

MAGNANI 4.5 Sul primo gol si fa sorprendere dal tacco (pur bellissimo) di Zapata, che manda in porta Sanabria. E sul raddoppio è sempre Zapata a fargli vedere i sorci verdi. Il colombiano rimane in aria un secondo in più, la colpisce perfettamente di testa e il tentativo goffo di Jack rimane tale. Non si capisce perché si fermi improvvisamente sul contropiede di Adams. Rallenta quel tanto che basta per essere complice del gol che chiude la partita.

COPPOLA 4 Forse troppi complimenti non gli hanno fatto così bene. Perché è da due partite che non ne azzecca una, sbaglia tutto quello che si può sbagliare. Si fa prendere in contro tempo da Sanabria sul gol dello 0-1. Ma è Zapata a farlo soffrire dannatamente. Non ha i mezzi per fermarli, siano essi tecnici o fisici. Aggiungiamoci il retropassaggio scellerato che porterà al gol dell’1-3 e che di certo non aiuta Magnani. Si dimentichi prima di subiti i complimenti e torni a lavorare sodo e con umiltà.

DAWIDOWICZ 2 Rifila una gomitata assurda a Sanabria, con pallone saldamente tra le braccia di Montipò, in uscita su calcio d’angolo. Un gesto assurdo, inspiegabile per uno dei capitani “in pectore”, che lascia in enorme difficoltà i compagni,

TCHATCHOUA 5 Né carne né pesce. Non si capisce cosa faccia e forse non lo capisce nemmeno lui. Perché rimane a metà del guado, non difende a dovere e non attacca quando sarebbe richiesto. Non aiuta Magnani nella marcatura su Zapata, che segna un 1-2 facile facile. Questa volta nemmeno la forza fisica riesce a nascondere le sue carenze tecnico-tattiche.

LAMBOURDE s.v. (dal 41° s.t.)

BELAHYANE 7 In assoluto il migliore in campo e di questi tempi non è che sia una novità. Corre come un dannato e anche nel primo tempo, con un Verona visibilmente in balia dell’avversario, lui limita i danni. Nella ripresa cresce, paradossalmente, e si prende davvero sulle spalle la squadra. Un paio di recuperi difensivi sono da stropicciarsi gli occhi. E in men che non si dica lo ritrovi in attacco, a incazzarsi perché i compagni non sfruttano al meglio le poche occasioni che capitano. E’ lui a portare via il pallone a Masina e a dare il pallone a Mosquera per il 2-3. Tanta roba.

DANI SILVA 5 La partita contro la Lazio aveva fatto sperare, ma contro il Toro siamo un po’ tornati alla realtà. Non riesce a trovare ritmo e lascia solo e sconsolato Belahyane che deve fare gli straordinari e oltre. Non riesce a rompere il gioco dei ragazzi di Vanoli, e lo stesso discorso vale per la costruzione gialloblù, che di certo non passa dai suoi piedi.

LAZOVIC 5.5 Finché il Verona rimane in partita riesce a dire la sua. E l’intuizione sul calcio d’angolo, che trasforma in assist per il bel gol del pareggio di Kastanos, non è da poco. Ma quando i gialloblù rimangono in dieci, le cose si complicano terribilmente. Non riesce più a innescarsi e anche quando timidamente ci prova il fiato non lo aiuta. Sacrificato da Zanetti, che lo lascia negli spogliatoi dopo il primo tempo.

DANILIUC 6 (dal 1° s.t.) Partita rispettabilissima. Fisicamente un bel fattore, bravo a crederci fino all’ultimo.

KASTANOS 6 + Gran gol nato da un intelligente schema da calcio d’angolo. Lascia partire un sinistro sul quale Milinkovic-Savic può solo guardare, complice anche una leggera deviazione. Ci prova ancora con un bel tiro da fuori e non sbaglia di tantissimo. Si prende i gradi da leader e striglia i compagni, che non riescono a scuotersi dopo il raddoppio del Toro. Esce toccandosi la coscia, sperando non sia l’ennesimo ad aggiungersi all’infermeria già stipata all’inverosimile.

LIVRAMENTO 6 (dal 22° s.t.) Anche lui entra bene, corre e aizza la folla. Prova il tiro a giro, ma la gioia per il gol gli si strozza in gola.

SARR s.v. Troppi pochi minuti in campo per giudicarlo, ma sembrava essere in partita. Peccato.

FRESE 5.5 (dal 26° p.t.) Troppo mollo su Lazaro in occasione del cross per il raddoppio granata. Non puoi lasciare tutto quello spazio sperando che ti vada bene. Per il resto è già un miracolo che sia in campo, viste le sue condizioni fisiche

TENGSTEDT 5 Cosa gli si può dire, onestamente? Certo, non ne prende praticamente una, ma dal momento in cui il Verona va sotto di un uomo, per lui diventa impossibile, o quasi. Ci mette volontà, corre e si sbatte, ma nulla che possa salvare la sua partita, che diventa uno strazio inesorabile. Inevitabile per Zanetti toglierlo a venti dalla fine.

MOSQUERA 6.5 (dal 22° s.t.) Fa poco, ma quel poco che fa non è male, visto che segna. Peccato che arrivi troppo tardi questo gol che non fa altro che aumentare il rammarico.

ALL. ZANETTI 6 Allora, non mi pare certo uno che cerchi alibi, però i fatti sono fatti: deve rinunciare a quattro titolarissimi, e Frese lo manda in campo imbottito di farmaci. Non bastasse questo, ci pensano i suoi difensori a rovinargli la serata, a cominciare da Dawidowicz che lascia la squadra in dieci per settanta e passa minuti. Ma poi Coppola e Magnani aggiungono il carico pesante e completano l’opera. Io non me la sento di bocciarlo, mi dispiace. Ma non sempre il risultato dipende dalle scelte del mister e contro il Toro la prova è incontrovertibile.

IL PAGELLONE DI LAZIO-VERONA

MONTIPO’ 6.5 E’ bravo soprattutto sulle conclusioni che partono da lontano. Ma è in un incontro ravvicinato, anzi doppio, che si esalta: prima bene su Dia, un secondo dopo ancora meglio su Nuno Tavares. Ci prova anche Tchaouna, di nuovo da lontano e lui la mette in angolo, ed era tutto tranne che semplice. Un pizzico di incertezza sul secondo gol, ma su questa cosa si può discutere, perché se Coppola non fa quell’errore, parliamo di altro.

DANILIUC 5.5 Inizio shock, con Zaccagni che lo scherza senza nemmeno sudare la maglia. Il passo del fantasista laziale è decisamente diverso e lui può solo rincorrere. Capisce che deve essere più attendista e meno arrembante e da lì in poi prende le misure. Ciò non toglie che non sembra mai troppo sicuro e in area di rigore un paio di brividi ce li ha fatti vivere.

SARR s.v. (dall’89°)

COPPOLA 5 Il peggiore, ahimè, del Verona. Non aiuta Dawidowicz in occasione del vantaggio della Lazio. I gialloblù si rimettono in partita con Tengstedt, ma basta poco per rompere di nuovo il giocattolo. Difende male, troppo male, su Castellanos che subisce un evidente fallo da rigore, ma ciò nonostante segna. Grave errore di posizionamento. Rimane un po’ su quegli episodi, ma prenda questa partita come una lezione. E’ giovane, imparerà senza dubbi.

DAWIDOWICZ 6 Il meno peggio della difesa gialloblù. Anche lui non esaltante sul vantaggio della Lazio, ma mi sembra il meno responsabile. Il suo copione, poi, è tutto sommato sempre lo stesso, grande forza e grande volontà, che devono essere al 200% per andare a riempire i vuoti tecnici.

TCHATCHOUA 6.5 Ho sentito qualche giudizio un po’ troppo severe sul Jackson. Non sono per niente d’accordo, perché è vero che nel primo tempo non può nemmeno prendersi il tempo per grattarsi la testa, tanto vanno veloci Zaccagni e Tavares, ma nella ripresa fa bene. Soprattutto quando Zanetti lo sposta a sinistra. Da lì in avanti la forza fisica fa la differenza e i laziali faticano a capirci qualcosa. Purtroppo non trova in Alidou un supporto adeguato e tante sue giocate evaporano tristemente, non per colpa sua.

BELAHYANE 7.5  Nessuna sorpresa, ormai, per questo furetto che, partita dopo partita, si conferma sempre più pilastro del centrocampo. Tocca un numero sconfinato di palloni e ne perde una cifra irrisoria. Che bravo a impostare, con un paio di imbeccate deliziose, ma che garra quando deve difendere e aiutare i compagni. Si prende anche la soddisfazione di giocate di classe, in uno stadio che non può non averlo notato. Piccolo fenomeno, grande cuore.

DANI SILVA 7 E’ la sua grande occasione e poco importa se arriva per l’infortunio di Duda. Poteva essere l’incognita e invece si dai primi minuti da vedere di meritarla la maglia, eccome. Ottima la coppia in mezzo con Belahyane. E’ bravo a far viaggiare il pallone alla giusta velocità, massimo due tocchi e anche quando il centrocampo della Lazio ci mette i muscoli lui è bravo a sgusciare tra le maglie biancocelesti. Non una riserva, ma un titolare a sua insaputa.

CISSE’ s.v. (dall’89°)

LAZOVIC 6 + Il Verona gioca tanto sulla sua fascia, anche perché a destra le cose per Tchatchoua non sempre così comode. Fisicamente dimostra di stare bene e si vede perché le giocate le ha. Di cross in mezzo ne mette, ma gli attaccanti mancano l’appuntamento col pallone. Non esce così volentieri e la sua faccia non fa nulla per nasconderla sta cosa. Per me aveva ancora qualcosa da spendere.

FARAONI 6 (dal 67°) Guarda un po’ chi si rivede. Forse troppo frettolosamente abbiamo pensato che fosse finito ai margini. Si impegna per far capire che non è così ed entra bene.

HARROUI 6 – Dà sempre la sensazione di poter esplodere da un momento all’altro. E’ carico, si vede, ma la miccia è un po’ bagnata perché è in partita ma non riesce a mettere in mostra tutta la sua qualità. E ne ha tanta. L’intesa con Kastanos non è malvagia, ma hai sempre la sensazione che manchi qualcosa. Forse sono un po’ severo con lui, ma solo perché ha mezzi per fare la differenza.

ALIDOU 5 (dal 67°) Nessun guizzo, tanti errori, pure banali, e un retro passaggio da brividi.

KASTANOS 6 + Un buon primo tempo, di battaglia ma anche di qualità. Quando il Verona riesce a ripartire è sempre bravo a proporsi e fa vedere di avere i tempi giusti per la giocata. La prova del nove ce l’abbiamo col bellissimo assist per Tengstedt che si ritrova da solo davanti a Provedel e non sbaglia. Nella ripresa non riparte con lo stesso piglio, complice anche una botta, ma si vede che è stanco. E infatti Zanetti lo richiama in panchina.

MOSQUERA 5 (dal 53°) Entra con grande voglia di fare, ma le intenzioni rimangono tali. Non ne imbrocca una e anche fisicamente non riesce a fare la differenza.

TENGSTEDT 6.5 Sangue freddo ce n’è? Questo primo tempo è il suo migliore da quando è a Verona e il gol, paradossalmente, è solo un dettaglio. Perché c’è tutto il resto che è bello da vedere: lotta su ogni pallone, fa a sportellate, non tira mai indietro la gamba. Poi la bravura di segnare un gol tutt’altro che facile e che troppe volte in passato abbiamo visto sbagliare. Ma nella ripresa va in difficoltà, ma qui bisogna chiamare in causa Zanetti che lo abbassa troppo, rovinando le sue caratteristiche. Ci prova, ma non gli riesce.

ALL. ZANETTI 5.5 Mica facile fare a meno contemporaneamente di Suslov, Duda, Serdar e Frese. Ma conoscendolo non ne fa un alibi e manda in campo una formazione che ha voglia di fare punti pesanti. Il Verona va sotto, ma si rialza subito ed è tutt’altro che frutto di una casualità. Ma quando le cose sembrano essere in massimo equilibrio, un errore individuale costa la partita. Partita che però lui non gestisce bene coi cambi, anche se anche qui un po’ di sfortuna c’è, visto che Harroui si fa male e anche Kastanos pare acciaccato. Ma la scelta di Mosquera e l’abbassamento di Tengstedt non pagano. Così come Alidou. Ora recuperare le energie (e i giocatori) è fondamentale e il tempo per farlo è poco. Forza.

IL PAGELLONE DI GENOA-VERONA

MONTIPO’ 6.5 Si spaventa con la traversa di Vasquez e anche Messias lo fa tremare, sbagliando ottime occasioni solo per una questione di centimetri. Ma quando deve incidere, lo fa. Sicuro anche nelle uscite e nel gioco coi piedi. Bravo in un paio di situazioni potenzialmente pericolose.

TCHATCHOUA 7.5 Inizia col motore ingolfato, si fa sorprendere in un paio di situazioni difensive e tanto gli basta per prendere paura. Da quei due errori in poi impone la sua legge e non ce n’è per nessuno. Nel secondo tempo è devastante, nessun giocatore del Genoa è in grado di tenerlo. Si preoccupa meno di difendere e sposta l’equilibrio verso la metà campo del Genoa, con forza impressionante. Segna un gol per niente facile e da lì in avanti vola con le ali ai piedi. Anche nei secondi finali. Solo il triplice fischio di Ayroldi lo ferma.

DAWIDOWICZ 7 Vitinha chi? Sparito dal campo l’attaccante del Genoa, disperato e incapace di vedere palla. Lui ha sempre il solito stile, non elegantissimo, per carità, ma efficace. Randella come un matto, forse anche troppo, e infatti si becca il giallo. Ma incute timore quanto basta tra gli attaccanti di casa. Solito indomito leader “brutto” ma efficace.

COPPOLA 7.5 Pinamonti chi? Vale lo stesso discorso fatto per Dawidowicz, con una qualità nettamente migliore. Sembra quasi non sudare per annullare l’attaccante del Genoa che, come Vitinha, brancola nel buio. Strepitoso nel gioco aereo, ma la stessa confidenza ce l’ha anche quando il pallone gli arriva tra i piedi. La cura Zanetti continua a fargli bene, nonostante il passo falso contro la Juve.

FRESE 6.5 A vederlo in formazione mi è venuto qualche dubbio. A fine partita posso dire di essere stato esageratamente prevenuto. Inizia facendo il compitino, preoccupato soprattutto a non sbagliare, come aveva fatto contro il Napoli. Ma passano i minuti e crescono autostima e giocate di valore. Sicuro del suo lavoro dietro, prende coraggio e si spinge oltre. Tanti bei cross, di qualità.

DUDA 5.5 Lo sappiamo che è un ragazzo che gioca tanto sul nervosismo, è la sua benzina. Ma a volte questa benzina rischia di prendere fuoco. Anche oggi si prende il giallo (un po’ tirato) per una sbracciata che comunque poteva risparmiarsi. Fa un po’ fatica a trovare il ritmo, ma è fortunato ad avere al suo fianco Belahyane. Alla fine se la cava con l’esperienza, senza mai arrendersi. Ma io da lui mi aspetto tanto di più.

MAGNANI s.v. (dall’87°)

BELAHYANE 8 Pesa cinquanta chili vestito ma ha la forza di un peso massimo e, soprattutto, non sa cosa sia la paura. Va oltre un fisico che in un calcio così muscolare potrebbe limitarlo. Ma i piedi sono sublimi. Non perde un pallone che sia uno e quando subisce il ritorno degli avversari non ne vuole sapere di farselo soffiare quel pallone. E’ dappertutto, sempre e comunque con la stessa qualità. Diventato titolare quasi per caso (infortunio di Serdar), in tre partite è diventato un pilastro del centrocampo gialloblù, ma in generale di tutta la squadra. Altro miracolo di Sogliano.

SUSLOV 6 – Ci impiega tanto, troppo a entrare in partita. Probabilmente partire largo a destra non è in cima alla sua lista dei desideri, però per le qualità che ha deve andare oltre una banale posizione di campo. Riesce a ingranare quando i minuti del primo tempo si assottigliano. Bellissimo l’assist per Harroui che mette in grande difficoltà Gollini. Deve crescere tanto.

KASTANOS 6 (dal 61°) Subito in partita.

HARROUI 5.5 Sulla qualità mi pare che ci sia poco da dire. Gioca il pallone con facilità usando entrambi i piedi, con la stessa disinvoltura. Ecco, se imparasse a tenerlo meno sto pallone, farebbe un favore prima a se stesso, ma soprattutto alla squadra. Perde troppo spesso il tempo della giocata e rallenta esageratamente il fluire della manovra gialloblù. Ha però un bellissimo spunto e col sinistro scalda i guantoni di Gollini.

DANILIUC 6 (dal 61°) Come Kastanos, pronto alla battaglia.

LAZOVIC 7 Praticamente per il capitano è come se lo scorso campionato non fosse mai finito. Aveva concluso quella stagione alla grande e sta dando la stessa continuità e la stessa qualità. Dove c’è lui c’è magia nella partita del Verona. Bellissimo il cross che Tchatchoua ottimizza nel migliore dei modi segnando il gol del vantaggio. Ha anche lui una grande occasione per segnare, di testa. Non il piatto della casa. Ma chi se ne frega, a conti fatti.

BRADARIC 6 (dall’87°) Nessuna paura, si lancia sulla sinistra.

TENGSTEDT 6.5Vive un primo tempo di difficoltà, ma c’è da dire che i compagni fanno poco per aiutarlo e per metterlo nelle migliori condizioni. Ha una buona occasione, ma quel pallone che gli arriva da sinistra lo accarezza solo col ciuffo biondo. Tante gomitate e tanta volontà, non si discutono, ma concretezza poco. Ma è quando si presenta sul dischetto del rigore per il potenziale 0-2 che la sua partita cambia volto. Perché i rigori bisogna segnarli e lui lo calcia perfettamente, bomba sotto la porta. Freddezza.

MOSQUERA 6 + (dal 73°) Deve fare la guerra, gli riesce alla grande. Fa valere il fisico tutto muscoli e arroganza. Preziosissimo

ALL. ZANETTI 8 Il Verona non vinceva a Genova, contro il Genoa, dal 1989, 0-1 gol di Bertozzi. Ha spezzato un incantesimo durato davvero troppo a lungo. Manda in campo una squadra che sa soffrire, che contiene il Genoa anche se nel primo tempo rischia qualcosina. Ma il capolavoro lo mette insieme nella ripresa. Sorprende Gilardino andando subito a prendere i suoi altissimi. Sposta Tchatchoua quasi a ridosso degli attaccanti e lì la partita si spacca. Bravissimo a gestire la sfida anche coi cambi dalla panchina. Come contro il Napoli, l’Hellas non subisce gol. E dalla difesa, sono convinto, si costruisce la salvezza.

IL PAGELLONE DI VERONA-JUVENTUS

MONTIPO’ 5.5 Nei primi minuti parata anni ’80, quelle che piacciono ai fotografi, per intenderci, su Locatelli, che prova il tiro a giro. Poco reattivo sul gol di Savona, vuoi perché si aspettava che il bianconero la rimettesse in mezzo, vuoi perché c’è Vlahovic che gli sta davanti. Fatto nell’area piccola il pallone deve essere del portiere.

DAWIDOWICZ 5.5 Il meno peggio della difesa gialloblù. Gioca semplice, come è solito fare, senza troppi fronzoli. Deve controllare Yildiz, che è un gran bel talento, ma tutto sommato non rimedia una figuraccia, anche se le difficoltà non mancano. Quando la squadra è ormai sotto terra, tira qualche scarpata agli avversari, per far capire a tutti, compagni in primis, che non ci si arrende mai.

COPPOLA 5 Così come Magnani, si fa sorprendere dall’imbucata di Yildiz per Vlahovic. E come Jack è inspiegabilmente goffo sul timido colpo di testa di Savona, che segna quasi a sua insaputa. Pesante passo indietro rispetto alla partita contro il Napoli, a due giorni dalle parole al miele di Zanetti. Forse deve tapparsi le orecchie e fare poco caso ai complimenti.

MAGNANI 5 Lento e sorpreso, come il suo più vicino compagno di reparto Coppola, sul gol di Vlahovic. Non salta abbastanza sul cross di Mbangula che trova Savona e segna. In generale un po’ impacciato e i due errori lo condizionano non poco.

FRESE 5.5 (dall’11° s.t.) Non spinge. E non è che debba fare chissà cosa per contenere una Juve, che quando entra lui in campo ha già smesso di giocare.

THATCHOUA 5.5 Sarà che sente addosso gli occhi di quale “grande”, fatto sta che parte col turbo. Potente fisicamente, e si sa, bravo anche tatticamente. Ma l’ingenuità su Mbangula, col rigore che di fatto chiude la partita è troppo pesante e non ammette appello. Prova a rialzare la testa, ma è sembra di ghisa da quanto è pesante. Rimanga un outsider e non si senta arrivato dopo una grande partita come quella contro il Napoli.

DUDA 5.5 Nei primi venti minuti mi domando se non sia questo il suo momento migliore della carriera. Va a duecento all’ora, ma non tanto con le gambe, che comunque girano bene, quanto con la testa. E’ dappertutto. Ma poi, quando meno te lo aspetti, si addormenta su Locatelli. Sottovaluta l’aggressione del centrocampista bianconero, che lo manda per terra legalmente. Mi sembra che rimanga un po’ su quella topica, faticando a riprendere il filo del discorso.

BELAHYANE 5.5 Parte bene, con grande piglio e la voglia di andare a rompere le scatole a un centrocampo che ha sicuramente più qualità. Ci mette la grinta, ma quando il Verona inizia a subire si esaurisce abbastanza rapidamente. Fatica a ragionare e quando anche Duda perde lo verve dei primi minuti perde le misure. Sbaglia cose semplici, ed è un prezzo che si paga alto contro una squadra spregiudicata come quella di Motta.

LAZOVIC 5 Più impegnato in fase difensiva che altro, ha il suo bel da fare con Savona che prima segna in fuorigioco (e Darko manco lo aveva visto) e poi il gol lo fa per davvero. Manca lo spunto di fantasia nella metà campo della Juventus, non ci sono nemmeno le gambe di una settimana fa, che sembrano due colonne di marmo. Non riesce a prendersi la squadra sulle spalle.

HARROUI 6 (dal 19° s.t.) Entra davvero bene, con qualità. L’unico che prova a ridare morale alla squadra. Ha qualità che deve essere sfruttata meglio.

SUSLOV 6 Di quelli partiti dal primo minuto, è l’ultimo ad arrendersi e a credere in un miracolo irrealizzabile. Ma lui a testa bassa rincorre tutti e quando ha il pallone tra i piedi ci prova a inventarsi qualcosa. La grande generosità a volte viene appannata dalla fretta di rimediare un risultato pesantissimo e questo gli va concesso. Ma rimane comunque una prestazione di buon livello rispetto all’andazzo generale.

LIVRAMENTO 5 Qualcosa più di Mosquera la fa, ma non abbastanza. Cerca fortuna largo a sinistra, ma gli juventini sono bravi a raddoppiarlo e a mandarlo in confusione. Leggerino, nei piedi ha qualche numero da spendere, ma non riesce a incantare i bianconeri. Esce dalla partita ancora prima che dal campo.

ALIDOU 5.5 (dall’11° s.t.) Difficile giudicare, a risultato già abbondantemente acquisito dalla Juve. Certo è che non trova mai lo spunto. Ma, ripeto, è un voto difficile da dare.

MOSQUERA 4.5 Dopo il volo in alto alla Icaro, un tonfo che fa male. Non tiene un pallone che sia uno e finisce schiacciato senza pietà dalla difesa della Juventus. Macchinoso e con piedi non proprio delicati, ha una buona occasione, ma anche lì si fa contrastare troppo banalmente dai bianconeri. Non era un fenomeno dopo i due gol col Napoli, non cominci ora la gogna dei tifosi occasionali. Calma.

TENGSTEDT 5.5 (dall’11° s.t.) Una buona occasione, tagliando sul primo palo, ma Di Gregorio c’è. Poco altro.

ALL. ZANETTI 5 Sceglie di mandare in campo gli eroi della vittoria sul Napoli, Livramento e Mosquera, ma il risultato non paga dividendi. I suoi ragazzi partono bene, tengono il campo con personalità, ma bastano due sbavature per mandare tutto all’aria. La Juve si trova sullo 0-2 quasi a sua insaputa. Il terzo gol è la sentenza definitiva. Qualcosa avrei cambiato al rientro dopo l’intervallo, invece questa volta secondo me ha tardato troppo. Pesa il fatto che il Verona non sia mai stato pericoloso, forse perché davanti si è presentato con poca qualità. Qualità che però in panchina c’era. Siamo tornati con i piedi a terra e questo può solo essere un bene.

IL PAGELLONE DI FINE STAGIONE

MONTIPO’ 6.5 Era difficile ripetere la stagione strepitosa vissuta lo scorso campionato. Ma, probabilmente, c’è anche da dire che nel 22/23 gli arrivavano molti più tiri dai quali difendersi. Quest’anno le cose sono andate decisamente in altra maniera, visto che ha chiuso con ben 8 “clean sheets”, ossia partite senza subire gol. Non sono mancate alcune incertezze, ma mai così clamorose da comprometterne, in ogni caso, una buona stagione. Forse la sua ultima con l’Hellas

PERILLI 7 Una sola presenza, contro l’Inter campione d’Italia. Al netto della poca reattività sul primo gol di Arnautovic, ha parato bene e in un paio di occasioni si è decisamente superato. Come Montipò sembra essere a suo agio soprattutto tra i pali, un pochino meno nelle uscite. Ma ha dimostrato di essere un’ottima alternativa.

CENTONZE 6 Dieci presenze per il difensore francese arrivato durante la sessione invernale del calcio mercato. Ci ha impiegato un po’ a capire il calcio italiano e le idee di Baroni. Giocatore di palleggio, dotato di buon piede, più che di buona corsa, è stato utile quando il Verona doveva costruire gioco. Un po’ meno quando la partita richiedeva il coltello tra i denti. Qualche gol preso ce l’ha sulla coscienza, ma credo che lavorandoci potrebbe avere buoni margini di miglioramento.

VINAGRE 5.5 C’era grande attesa sul portoghese, non fosse altro per il suo curriculum che faceva presagire ottime cose. E invece Baroni gli ha sempre preferito Cabal, facendo storcere il naso a più di un tifoso. Probabilmente lui stesso si aspettava di giocare di più, ma non è mai riuscito a trovare continuità. E se giochi una partita ogni cinque, per giunta solo pochi minuti, anche il più grande dei fenomeni faticherebbe a mettersi in mostra. Più offensivo che altro, dietro ha inciso pochino.

MAGNANI 7.5 Che stagione per Jack! Indubbiamente la migliore da quando veste la maglia del Verona. Ha raggiunto la maturazione da un punto di vista tecnico ma anche fisico. Trentatré, infatti, le presenze, a riprova del fatto che i muscoli non lo hanno mai tradito. E nemmeno la testa. Ha trovato la giusta motivazione e, soprattutto, ha capito di essere fondamentale per la squadra. Un leader che non è appariscente, ma senza il quale i meccanismo la dietro vanno un po’ a farsi benedire. Ha tenuto spesso e volentieri testa agli attaccanti avversari. Si è preso tutto ciò che gli spettava, con grande determinazione.

DAWIDOWICZ 6.5 Mi viene sempre difficile dare contro a Pawel, perché ogni squadra dovrebbe avere un giocatore come lui. Per dedizione, passione e attaccamento alla maglia, occorrerebbe fargli una statua. Dà sempre tutto quello che ha in corpo. Vero, a volte non basta per evitargli scivoloni, ma gli si perdona qualche svarione. A gennaio, durante lo smantellamento (migliorativo) anche lui sembrava essere in partenza. Forse pensava di poter andar a lottare per qualcosa in più. Ma una volta chiusi i discorsi, ha resettato tutto ed è tornato a essere il solito combattente. Con qualche macchia, per carità. Ma non riesco a fargliene tutta sta gran colpa.

CABAL 6 Potessi dargli un soprannome sarebbe “Ottovolante”. Una stagione di alti e bassi per il difensore colombiano, che se nelle movenze ricorda Fabio Grosso, nella resa sul campo, dice qualche maligno, rimanda un po’ di più a Souprayen, uno dei più grossi flop gialloblù. Paragone troppo ingeneroso, mi sento di dire io. La forza fisica e la corsa di certo non gli mancano. Meglio deve fare e può fare a livello tattico. Ma è anche giusto dire che ha giocato sempre da adattato, ossia da terzino sinistro, lui che è un centrale puro. Magari non piace tantissimo, però io ci vedo ancora la possibilità di lavorarci su.

TCHATCHOUA 6.5 Arrivato imbullonato, letteralmente, viste le viti al collo per un brutto incidente, nel corso del campionato si è sciolto alla grande. E’ un’intuizione di Baroni che decide, soprattutto per esigenze, di abbassarlo a fare il terzino destro, ruolo a lui fino a quest’anno sconosciuto. Ebbene, magari ci ha messo un attimino ad adeguarsi, ma alla fine ne è venuto fuori bene. Anche lui come Cabal ha grande forza fisica e capacità di corsa. Quella fascia l’ha bruciata. Anche i piedi si sono fatti via via più educati. La società ha deciso di premiarlo, riscattandolo dal Charleroi.

COPPOLA 7.5 Magari per qualcuno il voto è fin troppo alto, ma ci arrivo. E’ uno di quei giocatori che mi ha dato più di tutti la sensazione di grande crescita. Parola che dai tempi di Pecchia se ti permetti di pronunciare rischi di passare per eretico. Non è stato un inizio facile, anche perché ha faticato a guadagnarsi una maglia. Ma quando ha trovato continuità è diventato un punto fermo. Ha pure segnato due gol e qui si spiega il mezzo voto in più. Perché se quello contro il Napoli è stato inutile, la capocciata contro l’Udinese, all’ultimo secondo dell’ultimo minuto di recupero, è valso mezza salvezza dell’Hellas. E provate a dire di no.

BELAHYANE 6 Sufficienza di incoraggiamento per il giovanissimo francese che si è messo in mostra soprattutto nella partita finale al Bentegodi contro l’Inter. Ha quell’ignoranza calcistica che non guasta mai. Probabilmente pesa 50 chili vestito, ma di paura non mi pare che ne abbia.

LAZOVIC 7 Io a Lazovic non rinuncerei mai, nemmeno quando dico che ci rinuncerei, nemmeno quando mi incazzo con lui. Perché se per lunghi tratti ci interroghiamo sulla fine che abbia fatto, lontano parente di quel fenomeno che per anni ha fatto ammattire gli avversari, è quando le cose si fanno serie che lui c’è. Nel momento più caldo della stagione, il serbo non si è tirato indietro, tutt’altro. Si è preso i compagni sulle spalle, magari non squisitamente da un punto di vista tecnico, ma sicuramente nello spogliatoio. Le ultime partite della stagione sono state un crescendo. Ecco perché sono contento se rinnova. Ecco perché io a Lazovic non rinuncerei mai, nemmeno quando dico che ci rinuncerei.

DANI SILVA 6 Di quelli arrivati a gennaio, uno dei più pronti per essere gettato nella mischia. È entrato sin da subito nelle rotazioni di Baroni, a buon titolo, tutto sommato. Non certo un giocatore appariscente, ma sempre nel vivo del gioco. Magari non ha toccato picchi indimenticabili, ma nemmeno sprofondi preoccupanti. Il suo lo ha fatto per questa squadra.

SERDAR 8 Fino a gennaio sembrava la peggior scommessa di Sean Sogliano. Completamente fuori dal progetto, sempre spaesato quando messo in campo, Suat aveva le valige in mano, pronto a cambiare aria. Poi qualcosa è cambiato. Nella sua testa, soprattutto. E quando ha capito che il mister e la società credevano in lui, si è sbloccato. Regalando al Verona un giocatore spaziale, che ha reso omaggio a una carriera, fin qui, di livello europeo. Per certi versi, per chilometri macinati e per costante presenza in ogni centimetro quadrato del campo mi ha ricordato Amrabat. Ma per qualità non ci sono invece paragoni. Setti ha deciso di riscattarlo. Per lui contratto fino al 2028. Difficilmente con la maglia del Verona, però. Anche se spero di sbagliare.

SUSLOV 7.5 Ahhh, come gioca Tommasino. Un altro che si sarebbe gettato nel fuoco pur di arrivare alla salvezza. 174 centimetri di dinamite, un coraggio non comune e quella voglia di arrivare sul pallone sempre prima degli altri. Rompe la maledizione dei calci di rigore, mettendoci lui le palle. Quando torna dalla nazionale con la caviglia malconcia tutti noi pensiamo che la strada per la salvezza sarà un Everest. Ma poi, ci sorprende, torna in campo e pur soffrendo rimette le cose a posto. Fare a meno di lui, non si può, è vietato per legge. Conclude con tre gol, uno su tutti quello che spiana la strada nella trasfera di Salerno.

DUDA 7 Altra intuizione di Sogliano (ma ditemi quale non lo sia stato tra i giocatori presi) che già lo scorso anno si è rivelato fondamentale per la salvezza. Quando è in giornata, cosa che succede con discreta continuità, è bello da vedere. Mai lezioso, ma eccellente nel gioco a uno, massimo due tocchi. Ha visione e temperamento. Ecco, a volte anche un po’ troppo. Si becca troppi cartellini e spesso inguaia la squadra. Però dobbiamo metterci d’accordo, perché spesso cerchiamo giocatori con le palle e poi quando li abbiamo, non accettiamo qualche effetto collaterale. Anche lui torna malconcio da una delle spedizioni con la nazionale. Ci impiega un po’ a riprendersi. Lo fa quando serve.

FOLORUNSHO 6.5 Prima parte di stagione davvero notevole, poi un calo durato un po’ troppo, a parer mio. Su una cosa penso che molti di voi saranno d’accordo, pur giocando non sempre come all’inizio, non ha mai smesso di crederci e di lottare per l’obiettivo. Se in più aggiungiamo il fatto che ha segnato cinque gol, di cui uno stupendo all’Olimpico contro la Roma e un altro, di ben altro peso specifico in trasferta a Lecce. E’ stato comunque un anno positivo a Verona, da prestito secco. Talmente positivo che Spalletti lo ha pre convocato per gli Europei.

HENRY 5 Con tutte le attenuanti del caso, visto che rientrava da un brutto infortunio al ginocchio, il francese ha fatto tanta fatica, troppa fatica. Un’unica vera grande gioia, il gol all’ultimo secondo a Udine, per il più funambolico dei 3-3. Ma sempre ben oltre il 90° c’è stata anche la più grande delusione, quel rigore sbagliato a Milano contro l’Inter, che, forse, avrebbe evitato qualche sofferenza in più al Verona. Poi anche qualche rosso di troppo, inevitabile conseguenza di una stagione ben sotto le sue aspettative. E anche le nostre.

MITROVIC 6 Non so, per me è forte. Ma non è riuscito a farlo vedere completamente. E può essere un vantaggio pensando alla prossima stagione. Dieci presenze nelle quali comunque si è visto che ha delle qualità interessanti. Anche per lui un incoraggiamento come per Belahyane.

SWIDERSKI 6.5 L’unica vera prima punta di ruolo, una volta andato via Djuric. Riferimento là davanti, si è sacrificato con grande dedizione. Ha segnato due gol. Direi che quello contro il Sassuolo, al Bentegodi, in una partita orrenda, ce lo ricorderemo a lungo. Non bellissimo da vedere quando gioca, ma ho visto pochi giocatori come lui, quest’anno, mettere a rischio le proprie caviglie per il Verona. Quante botte che ha preso…

NOSLIN 8.5 Mamma mia che forte sto ragazzo. Che una volta faceva il rider e consegnava le pizze in Olanda e ora se lo contenderanno le grandi a suon di milioni. Falso 9, punta esterna, rifinitore, sta bene dappertutto. Sempre dentro al gioco, sembra a fare sportellate, nonostante non sia di certo un colosso. Ha tempismo in tutto quello che fa, anche di testa. Fateci caso, ma le spizzate sono quasi sempre tutte sue. Diciassette presenze, cinque gol. Tanta ma tanta roba. Sogliano ha trovato un altro fenomeno, che rischia di fruttare un’altra bella plusvalenza. Anche se sarebbe tanto bello avercelo per un altro anno.

BONAZZOLI 6 E’ un’incompiuta. Perché ha doti e qualità per stare in una squadra come il Verona, ma la testa non sempre lo ha aiutato. Forse il suo peggior nemico è proprio lui e se non sente la fiducia totale di mister e società si perde. Ha trovato poca continuità. Quando ci è riuscito ha trovato anche modo di sbloccarsi. Ha chiuso la stagione con 24 presenze e 3 gol. Uno determinante la prima di campionato nella vittoria di Empoli.

BARONI 9 Ha inseguito forse per troppo tempo il calcio di Juric. Ma poi, con lo smantellamento di gennaio ha capito che non ci avrebbe guadagnato nulla. E’ tornato alla sua amata difesa a quattro e ha sistemato le cose. Onestamente il Verona non è mai stato in balia del campionato, né ha rimediato figuracce clamorose. Al netto di qualche decisione discutibile e della gestione non eccellente di alcune partite, mister Baroni ha fatto un miracolo. Perché nella tempesta ha tappato tutti i buchi della sua piccola barchetta, conducendola in un porto calmo e baciato dal sole. Ha compattato un gruppo in maniera esemplare e tutti lo hanno seguito senza batter ciglio. Ha scelto di andarsene, una volta raggiunta la salvezza. Per onestà intellettuale dovrebbe dire se lo ha fatto perché non ha ricevuto adeguate rassicurazioni tecniche, o perché lusingato da contratti più ricchi, cosa peraltro legittima. Ma lasciare il dubbio non è cosa carina. Detto questo, sempre grati Mister.

VENDUTI A GENNAIO:

HIEN 4 Venderlo è stata la cosa migliore che potesse fare Setti, perché onestamente quello visto a Verona, sino a gennaio, è stato francamente imbarazzante. Svogliato, impacciato, ne ha fatta una più di Bertoldo. Cambiare aria è servito a lui e anche all’Hellas.

TERRACCIANO 6.5 Finché è rimasto ha fatto vedere tanto. E mi è dispiaciuta anche la sua cessione, perché forse si poteva fare uno sforzo e tenerlo sino alla fine. Per me ha grandi qualità e le potenzialità per fare una buona carriera. Mi domando se il Milan sia stata la scelta giusta. Economicamente di sicuro.

FARAONI 5.5 Anche per lui era giusta cambiare aria. Dopo l’infortunio della scorsa stagione ha fatto una gran fatica a tornare ai suoi livelli. E lui per prima sa di non esserci più tornato. Ma l’amore per il Verona non è una cosa che si discute, mai. Dopo l’esperienza con la Fiorentina, tornerà a casa, probabilmente non per restare.

HONGLA 5 Lo abbiamo aspettato lo scorso campionato. Lo abbiamo aspettato quest’anno. Stiamo ancora aspettando. Ma ormai per niente.

NGONGE 9 Che dolore vederlo andare via. Anche perché lui a Verona sarebbe rimasto fino alla fine. Un piccolo fenomeno, ciondolante, a volte indolente, ma capace di infiammare la più noiosa delle partite, con un suo colpo da genio. Mai banale, anche nelle difficoltà. Per alcuni tratti sparisce e sa che Baroni fa bene a tenerlo in panca. Perché quando rientra, non fa pentire della scelta. Il gol in rovesciata a Udine è una Gioconda. Grazie di tutto, Cirillo.

DOIG 4 C’è poco da dire. Ha fatto due partite buone con la maglia gialloblù. Il resto solo fuffa. Poi uno che dice che Modena è forse più bella di Verona…

SAPONARA 5 Acquisto sbagliato, giocatore alla fine di una discreta carriera. Non credo verrà ricordato.

MBOULA 5 Poche occasioni per farsi vedere, ha fatto meglio in pre campionato che in stagione.

AMIONE 5 A Verona gli è andata male, diciamo così. Non era destino, evidentemente.

CRUZ, TAVSAN, JOSELITO, CHARLYS, KALLON: s.v.