MONTIPO’ 6.5 Bene, attento, gioca tanto con i compagni della difesa. Accorcia spesso e volentieri e questo è uno degli step che sta migliorando. Anche sulle uscite, questa volta poco da dire.
NUNEZ 7 Parte subito forte, come spesso ci ha fatto vedere in questa stagione. Sempre a fuoco, con il pallone che rimane la sua stella polare. Non si fa infinocchiare dai giochini di Lookaman, che giocoliere lo è eccome. Ma lui va dritto per dritto, e porta a casa la pagnotta più croccante e profumata della stagione.
NELSSON 7 Personalità ed eleganza da vendere per l’Ammiraglio. Anche lui, come tanti compagni, fa tutto nel migliore dei modi. La fotografia della sua partita è quel meraviglioso salvataggio su Lookman che tenta il dribbling in area e che gli avrebbe spalancato la porta. Leader silenzioso da legittimato dalla squadra.
BELLA KOTCHAP 7 Io lo dico con estrema convinzione: questo è davvero tanto forte. Perché davvero non ci si aspetterebbe da un giocatore della sua mole, capacità tecniche di questo livello. Tanti interventi, sempre puliti. E quando serve, fa a spallate con sti qua dell’Atalanta che sono tutto tranne che mingherlini.
BELGHALI 7 Torna in bolla dopo un paio di prestazione deludenti, forse figlie dei tantissimi (meritati, per carità) complimenti. Spinge che è una bellezza, se solo fosse un po’ più preciso, giocherebbe nel Manchester City. Ma la sua personale Giocanda la dipinge con quel gol, quel dribbling che mette a sedere la difesa dell’Atalanta. Delizia per gli occhi e per la classifica.
KASTANOS s.v. (dal 46° s.t.)
NIASSE 7 In una partita di enorme emergenza a centrocampo, in molti si preoccupavano di cosa sarebbe potuto venire fuori da questa partita. Ebbene lui ha messo tutti a tacere giocando forse la sua miglior gara da quando veste la maglia del Verona. Dinamico oltre ogni immaginazione, recupera una marea di palloni sporchi, una delle lacune dell’ultimo Hellas. Grande forza fisica e senza della posizione.
HARROUI s.v. (dal 43° s.t.)
AL MUSRATI 6.5 Un altro sul quale potevano starci dei dubbi. Spazzati via con serenità. Si sa, non è un fulmine di guerra, ma questa volta dove non arrivano le gambe, rimedia il pensiero, l’intelligenza tattica. Davanti alla difesa è un muro di fronte al quale vanno sistematicamente a sbattere gli atalantini.
BERNEDE 7 Oh la, torna a giocare una partita di qualità dal primo all’ultimo secondo. Subito in gran palla, questa volta non dà la sensazione di calpestare le uova quando corre. Delizia lo stadio con giocate di qualità, sublimate dal gol del 3-0 che mette (quasi) al sicuro la vittoria. Questa è la qualità della quale ha bisogno il Verona.
FRESE 6.5 Una sentenza, il danese, che anche quando non fa cose da far stropicciare gli occhi, rimane una garanzia. Dalle sue parti c’è Bellanova che ha una velocità, soprattutto vista dal vivo, impressionante. E’ bravissimo a reggere e vincere il duello. Come se non gli bastasse, cerca addirittura il gol di tacco, alla Mancini, per intenderci, sfiorando un capolavoro.
VALENTINI s.v. (dal 46°)
GIOVANE 8 Tutto giusto, non c’è decisione o giocata che sbagli. Ha ritrovato il genio, scacciando dalla testa le nuvole nere dopo il clamoroso errore contro il Parma. Segna un gol micidiale, con quel sinistro che è poesia in movimento. Non basta perché è lui a rifinire per il gol del 3-0 di Bernede. Gioca a tutto campo sempre con la stessa lucidità nelle scelte da mettere in pratica.
OYEGOKE s.v. (dal 43° s.t.)
MOSQUERA 7 L’anno scorso segnava quasi a sua insaputa, quest’anno è diventato uomo squadra e rifinitore. Lotta come una bestia, su ogni pallone gli capiti a tiro. E’ grandissimo l’assist di tacco per il gol di Belghali. Va anche vicino al gol, ma è poco fortunato. Ci riprova con il tunnel in area di rigore, sfiorando ancora una volta la rete. Un lottatore indomito.
SARR 6 (dal 36° s.t.) Aiuta nel momento più difficile.
ALL ZANETTI 8 Il suo Verona entra in campo dimostrando di voler giocare la partita della vita, al contrario di un’Atalanta spocchiosa e forse convinta di averla già vinta. Ma i suoi non giocano all’arma bianca, lo fanno con intelligenza, passando per l’unica strada che all’inizio del campionato sembrava essere percorribile, quella della qualità. In settimana qualcosa è scattato, nel momento di maggior crisi emotiva e tecnica (e di infermeria, aggiungerei). La chiave Mosquera è quella in grado di scardinare tutte le convinzioni acquisite fino a qualche settimana fa. Imprescindibile. Il Verona non muore mai, come il suo mister.

