IL PAGELLONE DI VERONA-LAZIO

MONTIPO’ 4.5 Va bene che Coppola si dimentica di marcare completamente Gigot, libero di colpire di testa senza contrasti. Ma dovrebbe capire il nostro portiere che si può anche uscire dalla porta, soprattutto quando il pallone è nell’area piccola. Gli manca tremendamente questa cosa. Anche sul raddoppio della Lazio ci prova a pagare, goffamente, coi piedi, ma il risultato è pessimo. Sul terzo gol, obiettivamente, non può nulla.

DAWIDOWICZ 5 Deve marcare una vecchia conoscenza gialloblù, Mattia Zaccagni. Che ogni volta che ha il pallone tra i piedi lo punta senza pietà. E ha ragione a farlo. Fa una fatica tremenda a stare dietro al talento laziale e va sempre in apnea in tutte le situazioni di attacco degli ospiti. Si becca anche un giallo che gli farà saltare la difficilissima trasferta di Venezia.

LIVRAMENTO 5 (dal 1° s.t.) Non pervenuto, ma non è ancora dotato del dono dei miracoli.

COPPOLA 5 In serie A non ci si può permettere di distrarsi nemmeno mezzo secondo e quando la partita inizia, inizia. Sul calcio d’angolo che porta al gol della Lazio, si perde clamorosamente Gigot, che non deve fare altro che appoggiare di testa, dentro l’area di rigore. Poi non che conceda tantissimo a Castellanos, ma rimane davvero su quell’errore. Nervoso, si fa anche ammonire e questo condiziona ulteriormente una partita già compromessa.

GHILARDI 5 L’uomo di competenza è Isaksen, non proprio una passeggiata di salute. Quando può, l’esterno della Lazio lo punta e spesso gli va via. Il giovanotto gialloblù prova a metterci il fisico, ma poche volte gli va bene. Tutte le volte che la squadra di Baroni scende non è esente da attacchi di panico onestamente inspiegabili.

TCHATCHOUA 4 Tavares sembra Giggs al cospetto dell’esterno gialloblù che è totalmente in bambola. Non ha mezzi tecnici e fisici per contrastare l’esterno laziale che fa il bello e il cattivo tempo. Prende un po’ di coraggio quando la partita è di fatto finita. Qualche cross gli riesce, ma un po’ a caso. Quando il Verona aveva una seppur piccola speranza di rientrare in partita si è inventato un retropassaggio osceno per Montipò. Lo intercetta Dia che imbecca Zaccagni per lo 0-3. Disastroso.

FARAONI s.v. (dal 28° s.t.)

DUDA 5 Si fa travolgere senza pietà dal centrocampo della Lazio, che si trova delle vere e proprie praterie per arrivare dalle parti di Montipò. Viene costantemente saltato e quando si ritrova col pallone tra i piedi, complice anche l’immobilismo dei compagni, non sa cosa farsene. Non dirige, non contiene. Insomma, quello che fa lo fa male male. E si prende anche l’ennesimo cartellino rosso.

SERDAR 4.5 Vedi Duda. Con l’aggiunta che si mangia un gol clamoroso a mezzo metro dalla linea di porta di Provedel.

BRADARIC 5 Deve aiutare Ghilardi su Isaksen e vabbè. Poi, seppur timidamente prova anche a spingere. E tutto sommato va spesso sul fondo con la possibilità di crossare anche abbastanza liberamente. Quello che ne esce, però, non è che rimarrà nella storia del calcio, diciamocelo senza timore di smentita.

SUSLOV 5 Un primo tempo da incubo per il talentino gialloblù che paga una condizione fisica non eccellente, dopo l’influenza settimanale. Viene saltato sistematicamente, con una facilità clamorosa. Corre male e con poca lucidità, ma co passare dei minuti sembra trovare leggermente il ritmo. E’ comunque una semplice illusione. Nella ripresa qualche piccola fiammata, spenta con una semplice folata di vento.

KASTANOS s.v. (dal 20° s.t.)

TENGSTEDT 4 Non ne ha imbroccata una giusta. Per quanto sia dentro il gioco, sbaglia tutto quello che è possibile sbagliare e anche l’impossibile. Ha subito una grande occasione per pareggiare il gol della Lazio ma non controlla come saprebbe fare. Giova freneticamente, perché sa, probabilmente, di non essere in giornata. Anche il fraseggio con Sarr è disastroso. Giornata che più storta non si può.

LAZOVIC s.v. (dal 20° s.t.)

SARR 4 Se non altro Tengstedt ha le occasioni, lui nemmeno quello. Totalmente fuori dal gioco, non è mai in grado di impensierire la difesa della Lazio. La cosa migliore la fa con un recupero difensivo. E questo la dice lunga sulla sua partita.

BELAHYANE s.v. (dal 27° s.t.)

ALL. ZANETTI 5 Partita condizionata dai soliti errori individuali, con tre gol presi per sbagli clamorosi dei gialloblù. Però quello che colpisce è la mancanza di reazione o, quantomeno, troppo tardiva, quantomeno nel primo tempo. Perché sullo 0-2 il Verona meriterebbe di rientrare in partita. E invece si becca il terzo gol per una sciagurata cappella di Tchatchoua. Da lì in avanti il nulla più totale e anche i cambi dalla panchina non danno nulla. Ora in successione si andrà a Venezia e Monza. Le parole, ancora una volta, stanno a zero. E anche lui deve recuperare lucidità.

IL PAGELLONE DI NAPOLI-VERONA

MONTIPO’ 6 Anche lui entra, suo malgrado, nella lista dei giocatori del Verona che hanno fatto almeno un gol in questa stagione. Purtroppo se lo fa nella sua porta, complice un palo bastardo. Peccato, perché nonostante la tanta pressione del Napoli, non è chiamato a parate esemplari. Bravo comunque su un bel tiro dal limite di McTominay

MAGNANI 6 Un primo tempo in difficoltà. Accusa non poco gli strappi di Neres, che quando va su di giri fa fatica a tenerlo. Punta tutto sulle scivolate, che non danno grandi risultati. Inoltre, ogni volta, fatica a rialzarsi. Ci si aspetta qualcosa di meglio quando ha il pallone tra i piedi, libero di impostare. E invece è spesso poco preciso. Più a fuoco nella ripresa, chiude bene situazioni potenzialmente esplosive. Migliora non di poco la sua partita e alla fine la sua la dice.

COPPOLA 6.5 Molto difficile giudicare la prestazione di Coppolone. Perché è vero che i due assist gol sono proprio di Lukaku, che è l’uomo che lui deve marcare. Però è altrettanto vero che in quelle situazioni, forse, più di così non poteva fare. Il resto per il belga sono di fatto solo briciole. Mai alla conclusione, mai capace di manovrare. Ai punti la vince il nostro difensore, nonostante le due “disattenzioni” sull’attaccante napoletano.

DAWIDOWICZ 6 – Politano lo conosciamo bene, se ti prende il tempo col primo passo, sei fregato. E capita che gli vada via, sarebbe strano il contrario. Ma gli lascia spesso i soliti ghirigori tanto fumo e poco arrosto. Ecco, un po’ meglio poteva fare in occasione del vantaggio napoletano, ma è un discorso abbastanza generale.

FARAONI 7 Con Duda il migliore del Verona. Avevamo aspettative basse, forse in maniera un po’ ingenerosa. E lui ci ha sbertucciati tutti mettendo insieme una prestazione pazzesca, proprio come ai vecchi tempi. Bene dietro, anche meglio quando attacca. Dai suoi piedi partono cross che fanno male. Passano i minuti e prende le misure anche a Neres, che è un bel diavoletto. Ah, come se non bastasse, salva un gol su linea di porta.

DANILIUC s.v. (dal 76°)

DUDA 7 Per me la miglior partita di questa sua stagione, un po’ condizionata dagli infortuni. Tralasciando la prima parte di gara, col Napoli pronto a prendere l’Hellas alla gola, manco fosse il Conte Orlok, non sfigura di fronte al centrocampo partenopeo, che è tra i migliori d’Europa. Recupera una marea di palloni, riparte, detta i tempi, “parla” la stessa lingua con Belahyane. Anche in fase difensiva un vero leone, mai domo. Anche quando deve andare muso a muso contro gli avversari.

BELAHYANE 6.5 Inizia annaspando, travolto dal centrocampo del Napoli, che sembra più uno tsunami. La differenza fisica con McTominay è devastante e quindi gli serve qualche minuto per capire dove si trovi. Secondo voi si è fatto intimorire? Manco un po’. E infatti alla distanza esce bene, con personalità e anche con “arroganza” fisica, nonostante pesi 50 kg. Ottima l’intesa con Duda. Quando non arriva lo slovacco c’è lui, e viceversa. Non è stato facile, ma lui ha risposto presente.

MOSQUERA s.v. (dall’83°)

LAZOVIC 6 Come tutto il Verona soffre la prima manciata di minuti quando, presto sotto di un gol, la squadra si fa soffocare dai padroni di casa. Ma riesce anche lui, con le giuste chiusure e altrettanto azzeccate ripartenze, a togliere un po’ di certezze al Napoli. Sicuramente più prezioso in fase difensiva che offensiva. Contrariamente a quanto ci si poteva aspettare, finisce prima lui la benzina rispetto a Faraoni.

BRADARIC 6 (dal 68°) Si è visto poco, ma non sempre è una cosa negativa.

SUSLOV 6 + Grande spirito di sacrificio, tutto corsa e temperamento, con enorme voglia di soffrire con tutta la squadra e, quando necessario, ripartire. Il grande impegno nel distruggere il gioco dei padroni di casa gli toglie qualcosa in fase creativa, ma è davvero una furia e non arretra di mezzo centimetro. Nonostante la stanchezza finale, non molla. E’ un altro rispetto a qualche mese fa. Allora chiusure come quelle viste al Maradona non le avrebbe fatte.

TENGSTEDT 6 Si è fatto un mazzo tanto per la squadra, correndo su tutto il fronte dell’attacco e tornando ad aiutare i compagni molto più velocemente rispetto al compagno di reparto Sarr. Vero, un po’ meno lucido sotto porta e nelle decisioni finale. Qualche passaggio sbagliato di poco, ma quando meno era richiesto. Rimane perno fondamentale per il fronte offensivo gialloblù.

KASTANOS 6 (dal 76°) Subito in partita.

SARR 5.5 Contro la difesa del Napoli è dura per i fenomeni, per lui, che comunque fenomeno non è, non ci sono esenzioni. Tenta di non dare riferimento, abbassandosi anche lui come Tengstedt a cercare palloni giocabili. Ma fa fatica. Il primo tempo cerca di stringere i denti. Nella ripresa un paio di sussulti che fanno ben sperare, ma poco più. E infatti Zanetti lo richiama in panchina

LIVRAMENTO 6 (dal 68°) Anche lui come Kastanos prova subito a incidere.

ALL. ZANETTI 6 Difficile criticare questo Verona, che va subito sotto con un gol sfortunatissimo, sembra poter affondare come già fatto nella storia recente, e invece rialza la testa con orgoglio. Un primo tempo in cui Lazovic e compagni hanno giocato a calcio, non a calci. Mai un pallone sprecato, lanciato a caso. Sempre scambi a terra, con qualità. Poi, per carità, la qualità della capolista la senti. Al Pacino diceva che la vittoria è spesso questione di centimetri. Quelli che fanno la differenza tra vivere o morire. E ora siamo certi, che quei centimetri il Verona li vuole fare fino all’ultimo.

IL PAGELLONE DI VERONA-UDINESE

MONTIPO’ 7.5 Parata più scenografica che altro nel primo tempo sulla punizione Thauvin. Nella ripresa nervi saldi e riflessi pronti sul tiro al volo di Lovric. Si supera su Lucca, soprattutto parando a terra un colpo di testa a trenta centimetri dalla linea di porta. Salva il risultato quando con le unghie mette sulla traversa la bomba da fuori di Atta. Azzecca sempre i tempi giusti anche sulle uscite, non sempre il piatto forte della casa.

DAWIDOWICZ 6 Thauvin ha grande talento e lui, lo sappiamo può controbattere più che altro con cuore e grinta. Non è semplice eppure pare concentrato, anche se a volte non si capiscono certi black out clamorosi, soprattutto col pallone tra i piedi. Finisce la partita a centrocampo, tentando di fare muro con le ultime energie che gli rimangono in corpo

COPPOLA 6.5 La sfida con Lucca è d’altri tempi, senza che i due risparmino colpi, anche al limite del proibito. La mettono tutta sul fisico e benché l’attaccante dell’Udinese abbia le sue occasioni, sembrano più frutto del bomber friulano che demerito di Coppolone. Giocare con continuità gli sta dando quell’ultimo pezzo che gli mancava per potersi sentire a tutti gli effetti un gran bel giocatore per la categoria

GHILARDI 6.5 Cresce, cresce il ragazzo, che ha ormai perso ogni tipo di timore della categoria. Come Coppola, che ha un compito ben più arduo nel duello con Lucca, rimane sul pezzo dall’inizio alla fine, senza mai lasciarsi andare a cose inutili. Fa le cose facili, semplici, lasciando perdere fronzoli e vezzi inutili. Non male anche quando provo a lanciare gli attaccanti.

TCHATCHOUA 6 Qualcosina meglio rispetto alle ultime partite. Ancora arruffone, soprattutto quando deve difendere, fa meglio nella metà campo avversaria. Kamara è una bella gatta da pelare e le prova tutte, buone o cattive che siano per avere la meglio. Tutto sommato gli va bene, anche con quel pizzico di astuzia che non manca mai.

DUDA 6.5 Già, anche quando sembra che non sia al 100% si fa fatica a toglierlo e quando non ce l’hai ne senti tremendamente la mancanza. Gioca di qualità e di quantità, con tempi giusti e ottime interazioni con Serdar. Anche quando il Verona si ritrova in dieci è bravo a stringere i denti e a reggere l’impeto dei bianconeri.

SERDAR 6.5 Nel primo tempo va vicino al gol non una ma due volte, diventando il più pericoloso dei gialloblù. Passano i minuti si appropria del centrocampo e la sua è una partita in crescendo, di grande corsa, forza fisica e caparbietà nello spezzare le ripartenze udinesi. Proprio nel suo momento migliore, per eccesso di generosità, dopo un pallone perso, si fa cacciare per doppio gialloblù. Peccato, salterà Napoli.

BRADARIC 6.5 Lo abbiamo tanto bastonato, anche giustamente, ma questa volta è indubbiamente uno dei migliori del Verona. Fa bene tutte e due le fasi e se sappiamo che ha capacità di attaccare, sorprende positivamente per la facilità con la quale copre e aiuta in fase difensiva. Gli riescono anche tanti bei cross, che hanno poca fortuna. Ah, ricordo che aveva Ehizibue, non facilissimo da marcare.

DANILIUC s.v. (dall’81°)

SUSLOV 6.5 Grandissimo lavoro tattico su Lovric. Lo segue davvero come un’ombra. Corre come un disperato e quando ha il pallone tra i piedi suona comanda l’arrembaggio gialloblù, con i suoi zig zag e i continui cambi di velocità. Crea una delle occasioni più ghiotte, con quella bella punizione che impegna Sava in calcio d’angolo. Viene richiamato in panchina quando forse ha ancora qualcosa da dare.

MAGNANI s.v. (dall’81°)

TENGSTEDT 5.5 Un po’ meglio rispetto a Sarr, ma questa volta la sua grande qualità tecnica e di pensiero non ha fatto la differenza. In tutta la partita ha avuto una sola grandissima occasione da gol e, onestamente, poteva fare meglio. Rimane comunque irrinunciabile e Zanetti deve chiamarlo in panca solo perché costretto dall’inferiorità numerica.

BELAHYANE 6 (dal 73°) Lotta insieme ai compagni.

SARR 5.5 Cominciamo dicendo che Bijol è un bell’animale, ma nel senso buono del termine. L’attaccante svedese ha il suo bel da fare per trovarsi un posto al sole e le cose gli si complicano non poco. Partecipa alla manovra, qualche sponda qua e là, ma non tanto altro. Anche il dialogo con Tengstedt, questa volta si inceppa, nonostante diano sempre l’impressione di potersi innescare.

MOSQUERA 5.5 (dal 57°) Non meglio rispetto a Sarr. Ma per lui è ancora più difficile dopo che il Verona rimane in dieci.

ALL. ZANETTI 6 Riconferma la squadra vincente a Bologna, eccezion fatta per Lazovic ancora non al meglio. Il Verona parte forte, meglio rispetto all’Udinese e va vicino al vantaggio. Poi una serie di circostanze gli cambiano un po’ i piani, soprattutto l’espulsione di Serdar che lo costringe a coprirsi. Arriva finalmente il primo pareggio della stagione, tre risultato utile nelle ultime quattro partite. Sembrava Rocky nei primi due match contro Apollo Creed. Incredibile come sia sempre riuscito a rialzarsi.

IL PAGELLONE DI BOLOGNA-VERONA

MONTIPO’ 6 Come talvolta succede, sicuro tra i pali, meno quando è chiamato a uscire. E’ attento sui tiri da lontano, ma quando il Bologna fa spiovere palloni nell’area di rigore della quale lui è titolare dimostra qualche incertezza di troppo. Può nulla sui gol, ma ormai è impossibile finire una partita senza prenderne almeno uno.

DAWIDOWICZ 6 Dopo il disastro contro l’Empoli sembra essere tornato quello dei vecchi tempi. Mai bello da vedere tecnicamente, ma sempre concentrato, disposto a lasciare tutto sul campo per questi colori. Dominguez è un bel peperino e lui è spesso costretto a mettere le toppe ai tanti errori di Tchatchoua, in serata “horror”. Zanetti lo richiama in panchina subito dopo l’ammonizione.

MAGNANI 7 (dal 59°) Entra in campo come Massimo Decimo Meridio al Colosseo, pronto a uccidere tigri, gladiatori e, servisse, anche l’imperatore. E’ indemoniato, non sbaglia un colpo, di testa è impossibile superarlo, ma anche palla a terra non fa prigionieri.

COPPOLA 7 Altra grande prestazione del nostro Coppolone, che sta diventando sempre più sicuro di sé. Castro è forte, ma lui ci mette fisico e astuzia e anche l’ignoranza calcistica che serve nei momenti più difficili. Sul gioco aereo è insuperabile, un veterano, mi verrebbe da dire. Una certezza che aveva solo bisogno di fiducia e continuità.

GHILARDI 6.5 Per lui vale lo stesso discorso fatto per Coppola, solo con qualche piccola sbavatura in più. Effettivamente Odgaard lo impensierisce quando lo punta, ma anche quando pare andare in difficoltà, non si scompone esageratamente. Quando il campo diventa un’arena insanguinata, lui si infila l’elmetto e sfodera la baionetta. Fiducia, fiducia, fiducia.

TCHATCHOUA 4.5 Una delle sue partite peggiori da quando è a Verona, se non la peggiore in assoluto. E’ disastroso sul gol di sul gol di Dominguez. Prova a rinviarla di testa e la mette proprio sui piedi degli avversari. Soffre tremendamente Dominguez, che gli va via nove volte su dieci. E così succede anche nel pareggio del Bologna. Fortunatamente il risultato sorride al Verona, altrimenti avrebbe avuto davvero tante cose da rimproverarsi.

SERDAR 6.5 Fatica tanto nella prima parte di gara, più che altro in fase di copertura. Ha grandi problemi in marcatura su Pobega, che fa letteralmente quello che vuole. Poi cresce, trova le misure e l’apice della sua partita lo raggiunge con quell’assist pizzicato per il gol dell’1-2 di Tengstedt. Corre come un dannato e stringe i denti alla morte fino al 95°. Ricordiamoci che due settimana fa aveva la polmonite, così per dire.

DUDA 6 Una partita di grande sofferenza per lo slovacco, che non riesce a spezzare il fiato e a trovare il ritmo. Arriva sempre un secondo dopo sul pallone e i bolognesi hanno gioco facile nel superarlo. In più è tanto nervoso, perché si rende conto che le cose non gli girano per il verso giusto. Cambia tutta dall’episodio dell’espulsione di Pobega. Paradossalmente si tranquillizza e inizia a giocare il pallone con calma. Quando le cose si fanno serie, tira fuori il temperamento che serve.

SUSLOV 5 Ha il compito di annullare Freuler e tatticamente la consegna gli riesce, per lo svizzero sparisce dal campo. Ma sulla prestazione dello slovacco pesano due errori pesantissimi, che potevano davvero determinare una stagione. Due contropiedi gestiti in maniera scriteriata, soprattutto il primo: si fa ingolosire e tira, sbagliando, senza darla a Tengstedt per il più facile dei gol. Pochi minuti dopo un’altra ripartenza buttata nel cesso. In più si becca un giallo e Zanetti lo cambia.

BELAHYANE 6 (dal 59°) Non ha certamente paura di finire in mezzo a questa tonnare da paura.

LAZOVIC 5.5 Voto condizionato da una forma fisica che fin da subito non sembra ottimale. Cerca lo spunto, ma le gambe non fanno quello che dice la testa. E infatti si blocca ed è costretto a chiedere il cambio.

BRADARIC 6 (dal 30°) Entra in campo freddo e si vede. Una sequela di errori da far venire i brividi, ma quando il motore si scalda prende le misure agli avversari. C’è anche lui, tra l’altro, nel gol del raddoppio del Verona, con quel bel cross di destro che Serdar spizza quanto basta per mandare in porta Tengstedt.

TENGSTEDT 7.5 Il vero fenomeno del Verona è lui. Un’intelligenza calcistica sopraffina. E’ regista d’attacco, con visione alla Pirlo. Grande nel mandare in confusione Lukumì e a rubargli palla. L’assist col contagiri per Sarr è la più semplice conseguenza. Dialoga in maniera impeccabile col compagno di reparto. Nel momento più difficile per l’Hellas spunta lui, imbeccato perfettamente dal capoccione di Serdar e segna la rete del vantaggio gialloblù. Ne aveva ancora, ma Zanetti non era dello stesso parere.

LIVRAMENTO 7 (dal 70°) Un paio di sgasate in barba al nuovo codice della strada. Spaventa i difensori del Bologna che, stanchi, riescono solo a prendergli la targa. L’atteggiamento è quello giusto.

SARR 7 Terzo gol per l’attaccante, che di partite, soprattutto per tanti problemi fisici, ne ha giocate poche. Ma quando ha avuto le occasioni giuste raramente ha sbagliato. Parla la stessa lingua calcistica di Tengstedt e ogni mattoncino del loro gioco è un magico Tetris. Svaria su tutto il fronte d’attacco ed è freddo a segnare un gol per niente banale. Forte forte sto ragazzo. Speriamo che la salute lo assista a lungo.

MOSQUERA 6 (dal 70°) Ci mette il fisico e poco altro. Ma questa volta basta così.

ALL. ZANETTI 7 Quali sono le sue colpe nel primo gol che prende il Verona? E’ un problema di fase difensiva? Non penso proprio. Detto questo, manda in campo la miglior formazione possibile, con una coppia d’attacco meravigliosa. I suoi ragazzi sono aggressivi e compatti, vanno a prendere alto il Bologna, al quale, però regalano un gol. Ma il Verona questa volta non si scioglie, rimane in partita e la ribalta come un calzino. Raggiunto sul 2-2, l’Hellas soffre un po’ troppo, nonostante sia in superiorità numerica. Ma poi San Culo, per una volta guarda dalla parte giusta e regala una vittoria che può cambiare la stagione. Due vittorie nelle ultime tre. Peccato prendere tanti gol, ma finché ne facciamo uno un più degli altri, chi se ne fotte.

IL PAGELLONE DI VERONA-MILAN

MONTIPO’ 6 Chiamato due parate interessanti, una su Terracciano, l’altra, nella ripresa su Jimenez, che lo impegna. Bene nelle uscite, spesso sui limite, anche quando il pallone è a terra. Impossibile fare qualcosa sul gol di Reijnders.

DAWIDOWICZ 6.5 Conferma quanto di buono fatto vedere a Parma. Attento, concentrato e finalmente non più nervoso. Deve prima fare i conti con Leao, che poi si rompe, quindi gli tocca Jimenez. In entrambi i casi il risultato non cambia e per quanto mai appariscente, il suo lo fa bene. Il giallo che si becca, però, condiziona la sua partita, almeno secondo Zanetti, che preferisce non rischiare e cambiarlo dopo l’intervallo.

DANILIUC 6 (dal 1° s.t.) Si perde Reijnders sul gol del Milan, non riuscendo a rimediare alla prima sbavatura di Duda. Si riscatta comunque con un paio di buone giocate arrembanti verso la porta di Maignan. Corre, ci mette il fisico e la giusta dove di coraggio nei constasti con i bestioni rossoneri

COPPOLA 6.5 In fiducia dopo Parma, ingaggia un duello interessante con Abraham, che, a dire il vero, vince in maniera anche più semplice di quanto ci si poteva aspettare. Guida bene la difesa, non lascia profondità e nei duelli uomo a uomo esce sempre a testa alta. Anche nel gioco aereo non perde mai di vista l’obiettivo.

GHILARDI 6 Anche lui è attento, anche se incespica qualche volta spinto forse dalla voglia di strafare. Ma non combina guai e dimostra di poterci stare eccome in questa squadra, con addosso la maglia da titolare. Quando non c’è Coppola su Abraham, arriva in soccorso lui. Prova anche a impostare da dietro, ma c’è da lavorare in questo senso.

TCHATCHOUA 6 Senza infamia e senza lode. Era uno dei sorvegliati speciali, incaricato insieme a Dawidowicz di prendersi cura di Leao. Qualche brivido, ma non preoccupante. Meglio, come sempre, quando gioca una trentina di metri più avanti. Va tante volte sul fondo, ma la qualità è un po’ a corrente alternata.

DUDA 6 Un buon primo tempo, tatticamente azzeccato, nonostante la grande forza del centrocampo milanista. Nella ripresa perde un po’ passo e lucidità, ma cerca di limitare. I rossoneri tornano in campo con più voglia e lui soffre l’onda d’urto. Ma ciò nonostante non sbraca e la porta a casa, pur con qualche affanno.

BELAHYANE 6 Un po’ timidino, e non è da lui. Non è male quando deve contenere, ma nella metà campo avversaria fa un po’ fatica e non è sempre sempre arrivare sul pallone coi giri giusti. Fisicamente fa sempre valere la voglia di arrivare, ma è stato più un “vorrei ma non posso” che altro.

TENGSTEDT s.v. (dal 34° s.t.)

KASTANOS 5.5 Aveva il duro compito di rimpiazzare il miglior Harroui visto finora e le cose non vanno come vorrebbe. Pensa più a contenere che altro e questo sai riflette sulla creatività, questa sconosciuta. Oggi solo comparsa, ma ha colpi per essere protagonista.

SERDAR 5.5 (dal 14° s.t.) Impossibile pensare che potesse essere in condizione dopo la broncopolmonite che lo ha allettato.

LAZOVIC 5.5 Un paio di passi indietro rispetto a Parma ha trasformato tutto in oro. La sua stella polare rimane l’equilibrio, che è bravo a impreziosire con le sue giocate. Proprio quei guizzi che gli sono mancati contro il Milan, perlomeno con la continuità che tutti ci aspettiamo. Tante possibilità di crossare, ma non sempre la ciambella gli riesce col buco. E con quel delizioso zucchero a velo.

MOS QUERA 5 (dal 27° s.t.) Litiga col pallone, inspiegabilmente.

SUSLOV 6.5 E’ il più pericoloso dei gialloblù, l’unico a creare due occasioni degne di questo nome. Bel tiro, infatti, nel primo tempo, che obbliga Maignan a distendersi non senza problemi. Buona occasione anche nella ripresa, sempre col 16 milanisti bravo a parare. Corre come un dannato, con criterio, bravo a infastidire sempre gli avversari. Nonostante i chilometri fatti, rimane lucido, anche se negli ultimi secondo gestisce male l’ultima chance per il Verona.

SARR 5.5 Fa sicuramente più fatica rispetto a Parma, anche perché il Verona controlla e prova a ripartire. Ma di palloni gliene arrivano gran pochi e, non essendo lui un mago, non può tirar fuori il classico coniglio dal cilindro. Qualche discreta sponda e poco più, un po’ pochino.

LIVRAMENTO 5 (dal 1° s.t.) Doveva dare lo sprint. Non ci è riuscito.

ALL. ZANETTI 6 – Verona equilibrato, confermato dopo la vittoria di Parma, eccezion fatta per Kastanos che sostituisce l’infortunato Harroui (in bocca al lupo). I suoi ragazzi giocano tatticamente nel migliore dei modi, facendo innervosire il Milan, che non riesce a trovare ritmo. Il Verona dimostra di essere squadra e, purtroppo, prende il gol proprio nel momento in cui sembra prendere coraggio. L’atteggiamento è finalmente quello giusto. E si è confermato dopo la partita da acqua alla gola di Parma. Le scelte in corsa, però, non hanno pagato.

IL PAGELLONE DI PARMA-VERONA

MONTIPO’ 7 Para bene su Haj, che spara da due passi ma non supera il portiere gialloblù. Attento, di lì a poco, anche su Bonny. Torna a dare sicurezza al reparto, che con i tre difensori, lo tiene un po’ più al riparo. Meglio poteva fare la squadra nel gol del pari dei padroni di casa. Ma sul 2-3 era impotente. Attento nei minuti finali, quando prende coraggio ed esce con precisione.

DAWIDOWICZ 7 Doveva dimostrare più di molti altri, di sentire ancora addosso questa maglia, questi colori. Lo fa, giocando una partita di cuore e massima concentrazione. Lo sappiamo tutti che tipo di giocatore sia, certo stilisticamente non assimilabile a Nesta, ma quando mette l’anima, va oltre qualsiasi cosa. E così, dalle sue parti gli avversari fanno fatica a superarlo. Ma non finisce qui, perché è lunga e solo con questo atteggiamento può riprendersi la fiducia di tutta la piazza.

COPPOLA 7.5 Da lui e da Ghilardi doveva ripartire Zanetti. E ci ha visto bene. Non solo perché Diego lo ripaga con una partita di spessore, ma anche perché segna un gol bellissimo, che in un colpo solo fa sparire la nuvola di Fantozzi dalla testa dei gialloblù. Nell’arrembaggio finale le prende tutte lui di testa, con forza, coraggio e la calma del senatore.

GHILARDI 7 Per troppo tempo, sparito dal campo, in maniera, a mio avviso, inspiegabile. Se togliamo un guizzo di Man, che gli va via con discreta facilità, regala la sua miglior partita da quando veste questa maglia. E’ un ragazzino, ma non accusa la delicatezza di questa sfida, che poteva davvero determinare tanto della stagione del Verona. Anche lui come Coppola è super attento nei minuti di assalto finale dei padroni di casa.

TCHATCHOUA 6.5 Primo tempo, cosi così, ripresa totalmente di altro livello. Cresce in precisione e spinta e c’è anche lui nel terzo gol del Verona. Quando deve difendere gli tocca sempre fare gli straordinari e capita che soffra, ma non si scompone più del dovuto.

BELAYHANE 7.5 Non sa nemmeno lui come riesce a scendere in campo, dopo giorni con un brutto virus intestinale. Ed effettivamente il primo tempo cerca di giocarlo limitandosi al compitino. Il capolavoro si materializza nella ripresa. E’ DE-VA-STAN-TE. Ha una forza fisica che non riesci a spiegarti, va corpo a corpo contro tutti, poco conta la differenza fisica. Recupera centomila palloni e con la stessa forza li issa nella metà campo del Parma. Non contento prova anche a segnare, costringendo Suzuki a distendersi con fatica. Rinato.

DUDA 7 Anche lui in condizioni non eccellenti, va al piccolo trotto, giocando a bassi giri del motore. Non corre tanto, ma cerca di far viaggiare l’unica cosa che conta, il pallone. La cosa incredibile è che, come tanti, fatica a entrare in ritmo, ma poi quando rompe il fiato diventa un fattore. Non è brillante, ma efficace ed emotivamente, per presenza, per leadership, imprescindibile.

HARROUI 7 Cross pazzesco per il gol del vantaggio, ancora più pazzesco, di Coppola. Passano pochi minuti e sbaglia però il raddoppio, a porta vuota. Conferma di essere assist man anche nella ripresa, dando un pallone magico a Sarr che segna il raddoppio gialloblù. Sarebbe da 8 se segnasse il gol del 3-1, facile facile. E invece, provandoci, si infortuna ed esce dal campo sorretto dai medico. Speriamo nulla di serio, perché questo Harroui è oro per il Verona.

MOSQUERA 7 (dal 66°) Segna il terzo gol, alla fine, determinante.

LAZOVIC 7.5 Era la partita nella quale si dovevano vedere prima gli uomini, poi i calciatori. Il capitano ha deciso di giocare la sua miglior gara, nel match più difficile della stagione, quello da dentro o fuori. Una prestazione perfetta lungo tutto il campo del Tardini. E’ il primo a difendere, è il primo ad attaccare. Quando accelera tira inventa sempre qualcosa. Tanti bellissimi cross, non sfruttati a dovere dagli attaccanti gialloblù. Ma che partita, Darko.

DANILIUC 6.5 (dal 66°) Ottimo impatto.

SUSLOV 7 Lo aspettavamo al varco, perché ci dimostrasse di essere l’uomo fondamentale per questa squadra, visto per gran parte della scorsa stagione. Magari non bellissimo tecnicamente, ma determinante nello spezzare il ritmo del Parma, andando in pressione su ogni avversario che gli si palesi davanti agli occhi. Recupera tantissimi palloni ed è bravo a convertirli in azioni offensive. C’è lui nell’azione che dà il via al terzo gol dell’Hellas. Capisci che a ha dato tutto perché finisce massacrato dai crampi.

DANI SILVA s.v. (dall’85°)

SARR 7 Primo tempo di sportellate da manuale. Bravo a prendersi sempre la posizione e a dettare il passaggio ai compagni. Gli manca lo scatto esplosivo dei primi due metri, ma quando li recupera, non lo sposti. Dentro la partita, con grande focus, segna il raddoppio del Verona quando sempre aver finito la benzina. Attaccante d’area, che con Tengstedt potrebbe formare la coppia più bella dai tempi Brad Pitt-Angelina Jolie.

LIVRAMENTO 7 (dal 66°) Entra con una voglia pazzesca. Non sfrutta al meglio due grandi occasioni, ma poco conta, perché su uno dei suoi tiri parati da Suzuki c’è Mosquera in agguato che la chiude.

ALL. ZANETTI 8 Ha vissuto una settimana surreale, una di quelle che fai fatica a digerire. Per qualche giorno è stato un corpo estraneo per il Verona. Non ha parlato in conferenza stampa alla vigilia, concentrandosi solo sul campo. Ha fatto scelte precise, al netto di assenze pesantissime (Serdar e Tengstedt) e le ha azzecca tutte. Quindi, era un asino prima e un fenomeno adesso? Oppure, banalmente, questa volta erano i giocatori che dovevano dimostrare di essere uomini? Ecco, vediamola così ragazzi. Perché è difficile pensare che un allenatore possa stravolgere le cose in due giorni. Forse chi doveva si è preso le sue responsabilità, senza più la scusa dell’allenatore. Lui a Parma ha fatto il suo, bene. Comprese le sostituzioni, decisive. Avanti con le scelte, però, non si torni più indietro.

IL PAGELLONE DI VERONA-EMPOLI

MONTIPO’ 5 Prende il raddoppio sul suo palo, male. Guarda la rete dell’1-4 senza nemmeno muoversi. Capisco che la palla passi in mezzo a qualche gamba, ma com’è possibile prendere un gol del genere in serie A? E’ uno dei senatori, ammesso e non concesso che voglia ancora dire qualcosa in questa squadra che di leader pare non averne più, ma non trasmette la sicurezza della quale proprio adesso ci sarebbe bisogno.

TCHATCHOUA 5 Definirlo incerto in fase difensiva è non voler infierire. Su un paio di gol sta a guardare con occhi persi nel vuoto e volto impaurito. Un piccolo sussulto, ovviamente nella metà campo avversaria, quando tira fuori l’assist per il misero gol dell’Hellas. Mi domando quanto abbia ancora voglia di vestire questa maglia, viste le continue voci di mercato. Ma, amico mio, se giochi così, dura che qualcuno venga a prenderti.

MAGNANI 4 E’ suo il fantozziano assist a Esposito nell’azione del gol dello 0-1. Si perde Cacace sullo 0-3. Nel mezzo e anche dopo una serie di errori che andrebbe analizzata profondamente, ben oltre gli aspetti tecnico tattici. La sensazione è che per Magnani il tempo sia scaduto. E se ci si nasconde dietro il rinnovo del contratto, in scadenza il prossimo giugno, significa non aver capito cosa sia Verona e questi colori.

DAWIDOWICZ 4 L’ennesima sciagura di una stagione disastrosa, sin dal principio. Ho sempre speso parole di ammirazione per questo giocatore che è sempre riuscito ad andare oltre i proprio limiti. Per l’attaccamento alla maglia. Ma la benzina pare finita. Probabilmente è rimasto fermo a vecchie sirene di mercato (Atalanta) che non si sono concretizzate. Arrivati a questo punto, anche a lui farebbe bene cambiare aria. E anche al Verona.

BRADARIC 4 Un errore disastroso spalanca un’autostrada che porta al vantaggio dell’Empoli. Sbaglia anche gli stop più elementari, robe che in serie A non si possono proprio vedere. E’ il primo chiamato all’uscita della “vergogna” da Zanetti, per fare spazio a Ghilardi.

GHILARDI 5 (dal 34° p.t.) Meglio dei suoi più illustri colleghi. Ma ci voleva davvero poco. Ovvio che soffra, entrando in campo a partita praticamente già finita. Nel primo tempo.

DANI SILVA 4 Travolto dai colleghi empolesi, non da Xavi e Iniesta. Non ha passo, non ha piedi, non ha idee, non ha visione. Ha avuto poche occasioni, e ancora meno ne ha sfruttate da quando è a Verona. Contro la squadra di D’Aversa era dura, ma almeno metterci un minimo di cattiveria e agonismo. Niente.

KASTANOS 5 (dal 14° s.t.) Era una missione impossibile, tale è rimasta.

BELAHYANE 4 Certamente non aiutato dal passaggio di Dawidowicz, perde un pallone sanguinoso, che porta al raddoppio dei toscani. Rimane su quel pasticcio, incapace di rialzare la testa. Solo che questa testa mi pare che sia bassa ormai da troppe settimane. Forse gira per i nomi delle squadre che lo cercano, chissà. Ma finché è qui a Verona, si ricordi per che maglia sta giocando. Poi una volta via, se sarà così, in bocca al lupo. Ma occhio, perché può essere facile fare i fenomeni a Verona e perdersi da qualche altra parte…

SUSLOV 4 La campana è suonata anche per lui, tempo scaduto. Uno dei grandi protagonisti della scorsa salvezza è oggi un fantasma che vaga per il campo con indolenza e nervosismo. Mai in partita, non è capace di saltare l’uomo una volta che sia una. Se questo è oggi, la porta è quella, per quanto abbia dimostrato di essere comunque un buon giocatore. Ha mal di pancia perché vorrebbe un adeguamento del contratto. Mi rifiuto di commentare.

MOSQUERA 4.5 (dal 14° s.t.) Si divora il gol del 2-4. Per carità, non sarebbe cambiato nulla, ma santo cielo… Poi si lascia andare a tacchi che io boh!

LIVRAMENTO 4.5 Si accende solo una volta, pochi minuti dopo l’inizio della partita. Mette dentro un bel cross sul quale, però, sciaguratamente, non arriva nessuno. Poi è solo un po’ di corsa, sconclusionata, e decisamente inutile alla causa.

HARROUI 5 (dal 1° s.t.) Vedi Kastanos.

LAZOVIC 5 Come Livramento, uno spunto, pronti e via, ma per il resto una lenta agonia. Con la squadra che si scioglie al primo gol preso, anche lui viene travolto dall’inettitudine e dall’incapacità di dare segni di orgoglio, se non di vita. Tenta qualche accelerata, ma con risultati discutibili. Dal capitano ci si aspetta sempre di più, ecco perché la delusione è ancora più grande.

TENGSTEDT 5.5 Ha un’occasione e la sfrutta nel migliore dei modi. Quando viene messo nelle condizioni di segnare, segna. Bisognerebbe spiegarlo anche ai suoi compagni che troppo spesso lo lasciano là da solo e che si arrangi.

SARR s.v. (dal 34° s.t.)

ALL. ZANETTI 4 Nulla di nuovo rispetto a quanto visto nelle ultime settimane. Pare evidente che i concetti espressi dal mister non vengano recepiti dalla squadra, con la quale c’è uno scollamento irreparabile. Inutile parlare di tattica, non ha più senso. Travolto dalle emozioni, si è dimostrato poco razionale, anche in scelte che avrebbe dovuto fare e non ha avuto il coraggio di portare avanti. Una cosa però la dico. In una situazione di questo tipo, nove volte su dieci paga l’allenatore, giustamente. Ma quanti di questi che vestono oggi la maglia dell’Hellas meritano ancora fiducia? E quanti hanno già la testa da qualche altra parte? Facile sparare sul tecnico, che quando le cose affondano è sempre solo, abbandonato. Come l’orchestrina che suona sul Titanic che sta scivolando verso l’abisso.

IL PAGELLONE DI CAGLIARI-VERONA

MONTIPO’ 7 Parata da gatto su Zappa, che colpisce di testa a due passi dalla porta. E ancora nel secondo tempo tiene il Verona in partita, nella speranza di un pareggio che sarebbe stato decisamente più giusto. In generale dà sicurezza a tutta la difesa e per la prima volta, almeno quest’anno, è padrone dell’area di rigore. Peccato per il gol beffa di Piccoli.

TCHATCHOUA 6.5 Se in fase offensiva non è più una sorpresa, è soprattutto dietro che dimostra di essere in partita. E’ sempre attento, razionale e mai precipitoso nei contrasti. Marca bene, sempre bilanciato tra irruenza e capacità di aspettare l’avversario. Quando riparte fa sempre male e per i giocatori del Cagliari fermarlo è un’impresa. Tanti cross in mezzo, poca fortuna.

MAGNANI 7 Gli attaccanti del Cagliari hanno vita difficile con Jack, che sembra davvero il più motivato lì dietro. Lapadula non tocca un pallone e in generale al Cagliari viene più che altro lasciato lo spazio per tirare da fuori. Vice capitano con tutti gli onori, speriamo leader ritrovato.

COPPOLA 6 Una partita praticamente perfetta, con un paio di recuperi difensivi da applausi, rovinata da un’unica sbavatura in 95 minuti. Si perde Piccoli, che è bravo a liberarsi dalla marcatura e a segnare sotto porta. Peccato perché era riuscito a tirare fuori una delle sue migliori partite stagionali, sempre attento e in fiducia. Un errore pesante, che deve essere bravo comunque a superare.

BRADARIC 6 Uno dei più bastonati in queste ultime settimane, a ragione, aggiungerei. Non pensa a strafare ma a fare le cose più semplicemente possibile. Mantiene la posizione, ma ha anche il brio per spingersi spesso e volentieri nella metà campo del Cagliari, soprattutto nella ripresa, quando cresce l’intesa con Lazovic. Finisce molto stanco, con il motore abbondantemente in riserva

SERDAR 7 Inizio sottotono, poi una crescita impressionante. Padrone incontrastato del centrocampo, ha piedi educati e due palle grandi come tutta la Domus Arena. Perché è anche andando a muso duro contro gli avversari si fa capire che il Verona è vivo. C’è lui nel momento migliore dei gialloblù, quando la squadra sente addirittura il profumo del colpaccio. Non va bene, purtroppo, ma su questo giocatore bisogna ricostruire fiducia e campionato del Verona.

BELAHYANE 6 Viene messo in campo in extremis, dopo l’infortunio in riscaldamento di Dani Silva. E si vede che non era “caldo” al punto giusto. Fatica infatti a trovare il ritmo, ad aiutare Serdar in mezzo al campo. Non ha la brillantezza di qualche tempo fa, ma prova ad arrangiarsi con la qualità, che non gli manca. Piano piano si scrolla di dosso il torpore, ma non abbastanza perché brilli.

LAMBOURDE s.v. (dall’84°)

LAZOVIC 6.5 Il capitano fatica un po’ a entrare in partita. Il primo tempo sembra più un rodaggio che altro. Ma nei minuti finale della prima frazione inizia a far vedere quello che poi confermerà nella ripresa. Più spensieratezza, più voglia di arrivare sul fondo e sempre maggiore intesa con Bradaric. La qualità non gli manca ed è solo la sfortuna a negargli il gol, quando stampa un bel colpo di testa sulla traversa.

HARROUI 5 (dal 73°) Non entra bene

SUSLOV 6 Come altri, ci impiega un po’ per spezzare il fiato. Ha una buona occasione sul suo sinistro, ma la cicca goffamente. Va a fiammate e quando si accende pensi sempre che possa tirare fuori la giocata. Ma rimane una mezza incompiuta, per quanto la voglia di dare tutto non gli manchi.

MOSQUERA s.v. (dall’84°)

LIVRAMENTO 6 Se fosse un film sarebbe “Il Rompiscatole”, blockbuster poco conosciuto con Jim Carrey.  Si fionda su ogni pallone, che sia raggiungibile o no. E’ un tormento per i difensori del Cagliari che se lo trovano sistematicamente tra i piedi. Non incide tanto quando bisogna fare male, però si spende veramente tanto per la squadra e per dare equilibrio all’azione offensiva.

SARR 5 (dal 66°) C’erano grandi aspettative. Purtroppo deluse.

TENGSTEDT 6 Si trova una posizione non vicinissima alla porta, lasciando a Livramento più controllo dell’area. Cerca l’intesa col compagno di reparto, ma va un po’ a singhiozzo. Ha qualità nelle giocate e dai suoi piedi ti aspetti sempre la decisione giusta al momento giusto. Ma non è sempre lucido. Ha un’ottima occasione, imbeccato alla perfezione da Serdar, ma prende solo l’esterno della rete con un destro che doveva sfruttare meglio

KASTANOS 5 (dal 73°) Anche lui non incide.

ALL. ZANETTI 6 Dopo una settimana di ritiro, con ignobili e chirurgiche voci di risse tra giocatori (vere o false a me frega niente), quello che gli serviva era ritrovare la squadra. Cambia qualcosa rispetto all’Inter e, soprattutto, torna alla difesa a quattro. Il Verona è compatto, attento, difende e attacca di gruppo. Deve rammaricarsi anche per una traversa che grida vendetta. L’Hellas perde per l’unico errore individuale, che pesa più sul morale che sulla classifica. Difficile superare anche questa, ma Lazovic e compagni hanno dimostrato di esserci. Alla faccia dei pettegoli.

IL PAGELLONE DI VERONA-INTER

MONTIPO’ 4 Passano pochi minuti e fa capire anche lui di non essere in giornata. Non esce mai, nemmeno quando è comoda comoda. Mai un gesto di sicurezza verso i compagni. Se anche oggi il Verona ne ha presi cinque, cominci anche lui a domandarsi perché.

DANILIUC 4 Paradossalmente parte benino. Va anche vicino al gol con un bel colpo di testa, da calcio d’angolo. Poi anche per lui si spegne la luce e contribuisce al naufragio gialloblù. Sbaglia spesso posizione, vedi uno dei gol di Thuram, tenuto in gioco proprio dal 4 del Verona.

MAGNANI 4 Capitano, vista la panchina di Lazovic, non riesce a diventare leader e a prendere per mano difesa e squadra. L’Inter fa quello che vuole e non ha i mezzi per impedire il disastro. Quando le cose vanno male, almeno un po’ di orgoglio non sarebbe male da tirare fuori, magari anche qualche entrata di un certo tipo sugli avversari, non per fare male, sia chiaro. Manco quello.

DAWIDOWICZ 3 Un carosello di errori e orrori che non sono accettabili per la categoria. Ha dato tanto a questi colori, ma se il livello ormai è questo, avanti il prossimo.

GHILARDI 6 (dal 1° s.t.) Vero, entra a partita finita, ma in campo ci sta, meglio sicuramente di Dawidowicz. Per carità, oggi ci voleva davvero poco, forse bastava un cartonato a grandezza naturale.

TCHATCHOUA 5 Insieme a Tengstedt è almeno uno di quelli che non si arrende. Quando ha il pallone prova ad andare via e nei minuti iniziali gli riesce particolarmente bene. Poi, con l’Inter che dilaga, anche lui si ammoscia, ma ogni tanto ritrova il vigore e si ricorda di avere un V6 al posto delle gambe. La corsa c’è, i piedi insomma.

SERDAR 4 Dopo i segnali fatti vedere a Firenze, con un gol da lustrarsi gli occhi, sprofonda nell’anonimato, soverchiato dal centrocampo nerazzurro. Mai in partita, mai un’idea degna di questo nome. Fisicamente paga dazio e di certo non trova sponda in Belahyane, anche lui da mani nei capelli.

BELAHYANE 4 Il franco-marocchino sembra essere un po’ perso. Dopo averci fatto innamorare, sta deludendo. L’espulsione di Lecce ha lasciato il segno, perché da allora non è più tornato al suo livello. Non so se c’entrino le tante voci di mercato. E’ giovane, va tutelato, ma anche lui deve pensare solo al campo, perché giocando così di sicuro di mercato ne avrà poco.

BRADARIC 3 Ha una cosa discreta, la corsa. Ma non è capace di usarla perché va sistematicamente a sbattere contro il nerazzurro di turno che gli passa davanti. Difensivamente è incommentabile.

DANI SILVA 5 (dal 1° s.t.) Era un missione impossibile anche per Tom Cruise, figuriamoci per lui.

HARROUI 3 Forse nemmeno lui sa perché è in campo, perché a guardarlo sembra che sia stato preso per la strada e buttato dentro per arrivare a undici uomini. Mah.

LAZOVIC 5 (dal 1° s.t.) Un tiro in porta in 45 minuti. Pochino.

TENGSTEDT 5 Nel disastro più totale, è il meno peggio. E’ sfortunato, sullo 0-0, a stampare un bel destro sul palo. Ha poi un’altra buona occasione, a punteggio ampiamente compromesso, ma non la gestisce bene. Solo contro tutti, praticamente. Non basta, purtroppo.

SUSLOV 5 (dal 25° s.t.) Non pervenuto.

MOSQUERA 3 Non prende un pallone che sia uno, non aiuta la squadra, isola Tengstedt, va a due all’ora e non è nemmeno in grado di fare un minimo di pressing. Inoltre, è lui a perdersi De Vrij nell’azione che porterà al vantaggio dell’Inter. Per favore, pietà.

SARR 5 (dal 1° s.t.) Vedi Dani Silva.

ALL. ZANETTI 4 E’ assurdo, arrivati a questo punto del campionato, che si vada ancora avanti sperimentando. Si fa finta di non vedere il gigantesco elefante nel salotto. E’ palese che i difensori abbiano evidenti problemi tecnici e quindi perché continuare a cambiare modulo proprio là dietro. Perché tornare a tre dopo i disastri già visti in epoca recente? Basta, si scelga e si vada avanti in un modo, succeda quel che succeda. Poi, al di là dell’imbarcata, quello che preoccupa è stata la totale mancanza di reazione della squadra, senza leader, senza idee.

IL PAGELLONE DI FIORENTINA-VERONA

MONTIPO’ 6 E’ colpevole sul primo gol di Kean. L’attaccante può calciare solo lì e solo lì calcia, mettendola sotto le gambe del portiere gialloblù. Si riscatta nel secondo tempo con una bella parata su Colpani che tenta lo scavino, e con altri interventi che non rendono il divario ancora più ampio.

TCHATCHOUA 5.5 Mmmm, non mi ha convinto. Al rientro dopo il turno di squalifica deve riprendere le misure e gli costa più fatica del prvisto. Anche perché il duello con Sottil è tutt’altro che una passeggiata. Spesso fuori posizione, tenta di rimediare, non senza affanni. In avanti meglio, ma questo lo sappiamo. Serve equilibrio tra le due fasi.

MAGNANI 7 A dispetto di un risultato che non meriterebbe appello, gioca un’ottima partita, sempre sul pezzo, che si tratti di giocare di fioretto o di sciabola. Kean segna una tripletta, ma se analizziamo i gol, soprattutto il primo, non ha colpe. A me è piaciuto per la personalità, anche se serve randellare gli avbersarsi. Zanetti lo ha chiamato a rapporto una decina di giorni fa e lui sta rispondendo coi fatti, senza chiacchiere.

COPPOLA 5.5 Anche lui non gioca una brutta partita, per lunghi tratti è attento e non si lascia andare a fronzoli inutili. Bada al sodo e la mette soprattutto sul fisico. Nel gol del raddoppio della Fiorentina, però, non mi convince. Perché è vero che Kean si inventa un colpo da maestro, ma se un gol così lo prende un qualsiasi altro difensore di qualsiasi altra squadra, lo mettiamo dietro la lavagna, in punizione. E lui non è immune da colpe.

BRADARIC 5.5 Dodo e Colpani sono davvero due scomodi da marcare, soprattutto se non sei un giocatore di spiccate doti difensive. E infatti soffre le qualità tecniche dei giocatori viola. Ci prova a contrastarli ma con fortune alterne. Viceversa quando è nella metà campo dei padroni di casa si sente sicuramente più a suo agio. Ma deve davvero tanto cresce dietro.

DANILIUC s.v. (dall’81°)

DUDA 5.5 Nella prima parte di gara fa un eccellente lavoro di recupero di palloni. Ne porta a casa tantissimi ed è bravo a far subito ripartire l’azione. Bravo a strappare il pallone che poi Serdar metterà sotto il sette della porta di Terracciano. Ma nella ripresa ha un calo preoccupante, fisico ma anche di attenzione. Ha delle pause che non si possono giustificare e perde palloni in maniera davvero molto leggera, che non ti aspetti da un giocatore della sua esperienza.

SERDAR 7 Parte al piccolo trotto, faticando a trovare il passo. Ma di colpo si accende con un gol clamoroso, che toglie la classica ragnatela dal sette della porta di De Gea. Sale di ritmo e comincia a padroneggiare il centrocampo gialloblù con grande corsa e visione. Guida spesso e volentieri le ripartenze del Verona, spende tantissimo e nella ripresa ha un calo che ci sta. Se ne accorge Zanetti che lo richiama in panchina, sperando di rimettere la partita in pari.

KASTANOS 5 (dal 74°) Questa volta non entra come dovrebbe.

SUSLOV 5.5 Una partita da incompiuto. Altra cosa buone ad altre meno. Il problema è che è proprio quello che poteva essere che pesa di più sulla sua prestazione. Perché se l’impegno c’è, è la concretezza che manca. Quest’anno fatica a tornare al livello che ci aveva spesso fatto vedere lo scorso campionato.

BELAHYANE 5.5 (dal 65°) Paga pegno perché entra in campo quando Duda fa fatica anche a camminare e lui, da solo, non può certamente reggere il peso del centrocampo.

HARROUI 5 Sono deluso. Deluso perché non fa quello che dovrebbe, ossia essere la spalla di Tengstedt. E soprattutto non riesce mai a trovare la zolla giusta sulla quale giocare. Delude perché ha, secondo me, grande qualità, ma non si prende mai la briga di provare almeno a saltare l’uomo. Ha qualche sprazzo, qualche sussulto, ma così non inciderà mai. Deve farlo, invece, perché ha tutto per riuscirci.

LAZOVIC 6 – Ottima partenza per il capitano che fa un grandissimo lavoro soprattutto in fase difensiva. Attento su Dodo, che devi anche mettere che ti vada via qualche volta in velocità. Ma regge il passo. Quando gli riesce non rinuncia ad attaccare e in una delle sue discese verso l’area viola, con un tiro cross beffardo costringe De Gea a una parata per niente facile. Nella ripresa Dodo cresce e lui stringe in denti finché riesce. Poi la benzina finisce.

SARR 5 (dal 74°) Niente da fare.

TENGSTEDT 5 Zanetti lo vorrebbe più vicino alla porta, ma lui, ancora una volta, si intestardisce nel tentativo di manovrare l’attacco. Ne consegue che quando serve in area di rigore non si fa trovare, ma magari è quello che crossa. Ha solo un’occasione per fare male e quasi si inventa il gol. Ma non basta davvero per salvarlo questa volta.

MOSQUERA 5 (dal 65°) Vedi Sarr.

ALL. ZANETTI 5.5 Il Verona parte bene ma nonostante questo parte a handicap con un gol evitabilissimo. La squadra però non si scompone e a testa bassa si rimette in marcia. Trova il pari con una magia di Serdar. Ma quando va sotto ancora una volta ti aspetti una reazione che non arriva. Perché i suoi non riescono mai nemmeno a spaventarla la Fiorentina, che rimane in controllo. Questa volta nemmeno i cambi lo aiutano. Il risultato è sicuramente un po’ troppo pesante, ma il terzo gol della Viola conta fino a un certo punto, visto che arriva con il Verona che generosamente, nei minuti finali, tenta l’assalto per il pari.