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CIAO GERMAN

Eravamo in quattro verso la fine degli anni ’80 alla redazione sportiva di Telenuovo. Germano Mosconi, Lorenzo Roata, Gianluca Vighini ed io. Nume tutelare il direttore, Luigi Vinco. Poi Roata se ne andò ed in futuro avrebbe preso la prestigiosa strada della Rai. Arrivò Luca Fioravanti. Un altro giovane di belle speranze lanciato da Germano, che aveva un fiuto speciale per scoprire talenti. Gli devo tanto.
Professionista esemplare e instancabile, uomo buono. Non l’ho mai sentito parlare con cattiveria di qualcuno e non credo che abbia mai provato invidia. Ricordo quando prese le difese di un’atleta che conosceva a malapena. Noi ragazzi in redazione stavamo mettendo seriamente in dubbio le sue “virtù” e Germano ci fulminò dicendo “Ghe sito sta ti?”.
Ricordo anche una telecronaca fatta in studio per la vittoria della Glaxo a Salonicco. In Grecia ci era andato lui e a me rodeva, Germano volle fare solo la “spalla”, lasciando a me il commento della partita.
Lo trovavi in redazione a tutte le ore del giorno e della notte, sigaretta in bocca e piedi stesi sulla scrivania, calzati dai mitici stivaletti.
E il suo intercalare, diventato celeberrimo a Telenuovo, al punto da far parte ancora adesso del nostro slang quotidiano: “Anca ti te ghe meti? L’è passà, l’è andà!”.
Ha sofferto (e con lui la sua famiglia) per la celebrità causata, suo malgrado, dalle dirompenti incazzature quando sbagliava o quando qualcuno faceva rumore mentre leggeva il Tg;  scatti d’ira diventati un tormentone con i fuori onda diffusi sul web. Una popolarità che Germano non voleva e non avrebbe mai cercato.
E’ così entrata nell’immaginario collettivo la figura di un giornalista che ha passato la vita ad imprecare, invece il mio ricordo è di un maestro bonario e prodigo di consigli. Poi ci ha certamente fatto ridere a crepapelle. Ma questa è un’altra storia. E l’ondata di messaggi di affetto in queste ore sono la testimonianza più bella per la moglie Elsa e la figlia Margherita, cui va il mio pensiero.
Mi hai fatto un brutto tiro, German. Te ne sei andato nel giorno del mio compleanno. Ti sia lieve la terra. Sei stato un grande. E dovunque tu sia, non ci sarà nessuno a darti fastidio sbattendo la porta e urlando.

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