“La stampa è al servizio di chi è governato, non di chi governa” (Corte Suprema Usa, sentenza Presidente Nixon vs Washington Post)
La perfezione non esiste, ma la Tezenis nel derby con Treviso ha sfoderato una partita al limite della perfezione. Coach LDM, inguaribile incontentabile, ovviamente non sarà d’accordo, ma la prova a doppia dimensione fornita dai giganti gialloblù, è stata davvero sontuosa. Attenzione e intensità difensiva straordinarie: dieci giorni dopo aver concesso 62 punti a Imola in 20’, la Scaligera ha tenuto Treviso a 70 nell’intera gara. Scelte offensive equilibrate e ben selezionate, anche se non è mancata qualche inevitabile passaggio a vuoto. Quelle “onde” che l’allenatore gialloblù cita ripetutamente nelle sue analisti post partita. E poi, last but not least, l’energia mentale; quel coraggio invocato da Dalmonte alla vigilia del derby, che ha permesso di scacciare la depressione delle 5 sconfitte consecutive.
La voglia di riscatto gialloblù ha un doppio emblema: Iris Ikangi, che dopo 57 partite è andato per la prima volta in doppia cifra facendo un grande lavoro anche in difesa, e Andrea Quarisa, con 8 rimbalzi e 6 punti in 13’ e la forza di trascinare il popolo dell’Agsm Forum.
Che cos’è cambiato rispetto al patatrac con Imola e alla trasferta inconsistente di Piacenza? La voglia di superare un momento molto critico. La consapevolezza che il gruppo ha la forza di reagire e di rialzare la testa. Insomma, la squadra. Coach compreso, che ha incassato la fiducia della proprietà, ovvero il vicepresidente Giorgio Pedrollo. Per chiudere con i tifosi che la vigilia della partita hanno tributato una magnifica attestazione di sostegno. Intanto e bello godere, e avanti così.
Nota off topic – Poche ore dopo l’impresa della Verona dei canestri, l’Hellas prima è inciampato sul campo del Bentegodi contro il Crotone (in 10), poi in sala stampa con la volgare sclerata del d.s. che qualifica in modo inequivocabile i toni (in minuscolo e senza y) che ha raggiunto il modus operandi della dirigenza. Nella Nba piovono multe da decine di migliaia di dollari se un allenatore non si presenta ai giornalisti a fine partita. Nessuno verrebbe mai sfiorato dall’idea di mandare un altro al suo posto, nemmeno se fosse l’owner della franchigia. E qualsiasi giocatore richiesto dai media è tenuto a farsi intervistare. Figuriamoci se si dovesse arrivare alle offese e ai toni (sempre tutto minuscolo) minacciosi. Così dai nemici ci guardiamo noi e dai d’amico (sempre minuscolo) ci guardi Dio. E magari anche da qualche collega stile Bugs Bunny.
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