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DIECI FRECCE

“Una singola freccia si rompe facilmente, ma non dieci frecce tenute assieme” (Proverbio giapponese)

Avvertito un bizzarro commento nel pieno della trasferta a Imola. Un attempato tifoso, seduto dietro di me, accompagnando il ragionamento con una colorita espressione in romagnolo ha ripetutamente esclamato: “Mo’ se perdiamo con questi, che l’hanno presa in quel posto in casa con Piacenza, non esiste proprio!”. Peccato che la Tezenis fosse già avanti di 13 e che la partita al Palaruggi poi sia stata messa in ghiaccio con largo anticipo, al di là della velleitaria rimonta dell’Andrea Costa.

Questa vittoria ci consegna un’altra prestazione da manuale del collettivo. Un gioco proteso a cercare sempre il compagno meglio piazzato, con il giusto equilibrio dentro-fuori. Una difesa che ha offerto buone letture, anche nel momento di massima spinta degli avversari. E una buona solidità mentale.

Il contropiede “coast to coast” di Rosselli sta diventando ormai un “must” e 5 giocatori in doppia cifra (con meno di 80 punti segnati) certificano le potenzialità della Verona dei canestri. Tante armi a disposizione: le triple di Severini, la versatilità di Udom, la doppia dimensione di Candussi e Poletti, le brucianti accelerazioni di Love, la capacità di essere pronti di Tomassini e Prandin. In buona sostanza, tanti possibili leader. Andando oltre gli acciacchi, gli allenamenti in emergenza, i fischi contestati.

Primato solitario ritrovato e avanti con il vento in poppa, ma il porto finale è ancora troppo lontano.

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