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12 ORE

“Non c’è tirannia peggiore di quella esercitata all’ombra della legge e sotto il calore della giustizia” (Montesquieu)

Tramonto sul Conero. Lo stesso mare che, più a Sud, sarà stato agitato dalla furia del presidente Gianluigi Pedrollo, in una vacanza funestata dalla penalizzazione di 3 punti. Questa sanzione, comminata per un ritardo di 12 ore nel pagamento della 1ª rata alla FIP, spropositata rispetto alla tenuità del mancato rispetto della scadenza (sebbene prevista ogni anno in sede di riaffiliazione e versamento della 1ª rata), mi fa correre il pensiero al presidente e al figlio Giorgio, vicepresidente della Scaligera Basket. Al verosimile sentimento misto fra delusione, irritazione, rabbia e sconcerto per una punizione legittima nei regolamenti, ma che punisce una Società ed una proprietà che hanno sempre puntualmente rispettato tutti gli impegni nei confronti dei tesserati, della Federazione e di LNP. La cifra di 13.300 euro, per capirci, ammonta a meno del 10% dei contributi che la Scaligera versa annualmente alla FIP. Per capirci ancora meglio, i ritardi nel pagamento delle successive rate vengono sanzionati con una multa per i primi 7 giorni e con la penalizzazione solo per ritardi più gravi.
E penso al responsabile amministrativo, collaboratore preciso e affidabile, mortificato da questo “disservizio nella procedura di iscrizione”, come è stato definito in via Crisfofoli. Un “pasticcio” che nessuno in casa Scaligera Basket meritava, né lo meritava la Verona dei canestri.
Le scuse della Società a tifosi e sponsor sono lodevoli, ora rimane solo la speranza che questa partenza ad handicap possa dare ulteriori stimoli e motivazioni ai giganti di Ramagli.
Nota a margine, ma non tanto a margine. In questi anni ne abbiamo viste di ogni. Una squadra di una città appena salita in serie A fallita in precedenza un paio di volte a campionato in corso. Un’altra squadra di capoluogo di regione cancellata dalla serie A e rientrata dalla finestra in A2 l’estate dopo, arrivata quest’anno due volte ad un secondo dalla serie A ma restando ancora sotto il controllo del proprietario di un’altra franchigia del massimo campionato: tutto permesso, ma non è certamente il massimo. Sempre quest’anno l’amministratore delegato di un’altra squadra promossa in A, che nonostante l’inibizione era a bordo campo durante i playoff ed ha ripetutamente insultato un arbitro donna, venendo squalificato per 6 mesi. Società che faticavano ad arrivare a pagare gli stipendi fino a gennaio. Altre che lo hanno fatto a singhiozzo sistemando le cose a stagione abbondantemente conclusa. Non vorrei essere tacciato di benaltrismo, semplicemente in Italia è noto che la giustizia stavolta ha due pesi e due misure, chi ruba una mela va in galera e fior di truffatori restano bellamente in libertà.
Per non parlare del calcio (dai decreti spalmadebiti per Lazio&C. alla farsa Salernitana fino all’agonia del Chievo) o della pallavolo, dove proprio a Verona il titolo sportivo è passato di mano tre volte in due anni. Tutto regolare, per carità, ma qualche perplessità è legittima. Così sarebbe bello se tornasse d’attualità Miguel De Cervantes con la bilancia della giustizia che dovrebbe inclinarsi non sotto il peso dei doni, ma per un impulso di misercordia. Quella che non è di casa alla FIP. Dura lex, sed lex.
Buone vacanze a chi le sta facendo e a chi le farà.

2 commenti - 1.450 visite Commenta

Armix66

Dura lex sed lex.
Confidiamo nella giustizia terrena e mal che vada in quella divina.
Ci sta sbagliare, l’importante è rimediare.
Aspettiamo notizie dal basket mercato, possibilmente prima che (almeno in questo caso) scadano i termini per gli acquisti

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Alberto Tortella

non conosco i regolamenti, ma per fare un bonifico importante bisogna proprio aspettare l’ultimo giorno?

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