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I PLAYOFF E TAFAZZI

 “Ofelè fa el to mesté” (vecchio detto milanese).

Quarto posto con 38 punti, il terzo miglior risultato nei 9 anni della nuova era della Scaligera Basket, dopo i 44 nella disgraziata stagione 2015 e i 40 punti l’anno precedente.  Meglio ancora, anzi praticamente doveroso, migliorare anche il cammino nei playoff: dopo due eliminazioni consecutive ai quarti di finale, la Tezenis può provare a inseguire la semifinale, ma prima di puntare alla sfida con la vincente fra Treviglio e Roseto (e, nel caso, i precedenti con la baby-band abruzzese invitano alla massima allerta), prima bisogna superare l’ostacolo superare l’ostacolo Casale, pratica tutt’altro che semplice.

La squadra monferrina è ben allenata da Mattia Ferrari (che l’anno scorso ha già incrociato la strada di Verona alla guida di Legnano) e prima del derby perso d’un soffio a Biella aveva infilato una striscia di 6 vittorie di fila.  L’innesto di Dalton Pepper (seguito anche dalla Tezenis) è stato un valore aggiunto, Kruize Pinkins timbra una doppia doppia per partita, Niccolò Martinoni assicura solidità ed esperienza assieme all’argentino Bernardo Musso, ex Treviso; viaggia in doppia cifra anche Davide Denegri, uno dell’annata d’oro del ’98. Cesana e Valentini garantiscono qualità nelle rotazioni.

Quelle rotazioni che coach Dalmonte ha cercato di aumentare contro Cento nell’ultima partita di regular season, che la Tezenis ha chiuso a testa alta, senza fare sconti. E chissà a chi si riferiva Sasha Vujačić, quando, durante la rimonta finale della Tezenis, si è rivolto al vicepresidente Giorgio Pedrollo ruotando la mano, come dire “siamo cambiati da così a così”…

Da LDM e DDF. Nelle ultime ore si sono rinnovate le voci, rimbalzate da Bologna, su un possibile approdo Verona di Marco Martelli, già responsabile dell’area tecnica della Virtus, come direttore sportivo.  Ma anche dell’ex gialloblu Ale Frosini, in uscita da Reggio Emilia. Premesso che una doppia figura manageriale avrebbe senso solo in serie A, il presidente Pedrollo ha subito chiarito di non avere parlato con nessuno e invece di essere stato contattato da procuratori che offrono figure dirigenziali.

E’ bene anche precisare che le voci di un ritorno di Daniele Della Fiori a Cantù sono prive di fondamento. Queste indiscrezioni nel momento-clou della stagione possono rivelarsi pericolose e la sindrome da Tafazzi rischia di portare solo guai.

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