Un Giubileo in teleconferenza. E’ la proposta provocatoria che fa Marco Travaglio a Papa Francesco e, anzitutto, al nostro governo cui compete (dovrebbe competere) l’ultima decisione.
Papa Francesco non dovrebbe aver problemi ad accogliere la proposta di Travaglio: è così ansioso di portare la Chiesa nella modernità. E allora usiamo le moderne tecnologie. Mica siamo arretrati come i musulmani che alla Mecca devono andarci fisicamente… Noi cattolici, molto più moderni e aperti alla scienza, non abbiamo bisogno di andare a Roma in pellegrinaggio dal sapore medievale: l’apertura della Porta Santa, e tutti i riti del Giubileo, ce li guardiamo in tivvù, in diretta streaming, con l’iPad o il telefonino. E ognuno resta dov’è.
L’esempio profano l’abbiamo avuto sabato scorso. Centinaia e centinaia e centinaia di milioni di persone (direi più di quelli interessati al Giubileo) ansiosi di vedere “El Clasico”. Sono forse andati tutti al Bernabeu mettendo in crisi gli apparati di sicurezza spagnoli? Ovviamente no: se lo son guardato dai maxischermi installati in tutte le città del mondo. Facciamo altrettanto con l’Anno Santo.
Marco Travaglio spiega che non siamo assolutamente in grado di garantire la sicurezza né agli italiani né ai dieci milioni di pellegrini previsti. Mica serviva Fbi – ha spiegato – per avvertirci che piazza San Pietro, il Colosseo, il Duomo di Milano (anche San Marco e il Santo, aggiungo io) sono obiettivi perfetti per i terroristi islamici.
E noi abbiamo le forze di sicurezza, con le risorse tagliate, che hanno – spiegava sempre Travaglio – perfino i giubbetti antiproiettile scaduti (come lo yogurt): perchè dopo dieci anni dovevano essere cambiati e non c’erano i soldi per farlo…
Non parliamo dei servizi segreti decapitati. Non parliamo (oso sempre aggiungere io) che la prima emergenza per i cittadino comune resta quella dei furti e, con tutti gli apparati impegnati a cercare di contrastare i terroristi, i predoni saranno liberi di agire ancor più indisturbati.
Tornando al direttore del Fatto Quotidiano, Travaglio sottolinea che è vuota retorica dire che non dobbiamo avere paura, che le nostre abitudini di vita non devono cambiare. Servono i fatti, non le parole. Servirebbero cioè degli apparati di sicurezza efficienti e in grado di rassicurare i cittadini. Esattamente ciò che non abbiamo.
E la sicurezza dei milioni che arriveranno a Roma invitati dal Papa– conclude Travaglio – non la garantiscono le Guardia Svizzere. Dovrebbe garantirla lo Stato italiano. Non può farlo e quindi il governo – per onestà – dovrebbe imporre a Francesco di fare pure il Giubileo, ma in teleconferenza. Cioè senza mettere a rischio Roma e l’intero Paese.
ALI’ SCEK NUR, SALVINI E BIFFI
Alì Scek Nur, musulmano somalo che abita e lavora a Padova da una vita, che ha sposato un’italiana cristiana e battezzato le due figlie, ha espresso alla nostra trasmissione Prima Serata un’opinione: ha detto che, se dovesse vincere la Lega di Salvini, l’Isis colpirebbe anche in Italia.
Non ha incitato alla jiahd, non ha detto massacrate gli infedeli. Ha espresso un’opinione, magari sbagliata, ma condivisa dai tanti che pensano che, con la vittoria dei partiti che invocano la chiusura completa verso gli stranieri e gli islamici in particolare, lo scontro rischia di inasprirsi e aumenta il pericolo attentati.
Questa sua frase ha scatenato il finimondo e indotto l’eurodeputato della Lega Lorenzo Fontana, braccio destro di Salvini, a chiedere l’immediata espulsione dall’Italia di Alì Scek Nur.
Credo che, più che soffermarci sulle dichiarazioni di questo o quell’islamico più o meno moderato, dovrebbe preoccuparci un fenomeno più generale. Ad esempio i quattro gatti che sabato hanno manifestato a Roma e Milano “not in my name”.
Il quotidiano Il Tempo ha osservato che, su 100 mila islamici che vivono a Roma, sono scesi in piazza in 500. Contando anche gli “islamici moderati” Landini, Camusso e Fassina che hanno sfilato al loro fianco…
Questo non significa, ovviamente, che tutti gli altri siano terroristi o stiano con i terroristi. Ma evidenzia quanto sia insormontabile il solco culturale che divide l’Occidente dal mondo islamico. E quindi quanto sia ardua la convivenza, anche a prescindere dal rischio degli attentati.
Non ha senso parlare di civiltà superiore (anche perchè la storia insegna che la civiltà superiore è quella che vince, e non mi pare questo il destino dell’Occidente). Ma sono civiltà diverse, inconciliabili. La nostra ha archiviato la religione e il peccato in nome della libertà di fare tutto ciò che vogliamo e che non è vietato dalle leggi civili. La loro è regredita al Medioevo con la religione al centro della vita delle persone; con il peccato=reato.
Oggi tutta Europa parla di chiudere le frontiere e selezionare gli ingressi. Esattamente quello che predicava vent’anni fa il cardinal Biffi invitando ad accogliere gli immigrati di origine cristiana coi quali sarebbe stata più semplice l’integrazione.
Giacomo Biffi predicò inascoltato. Indietro non si torna. Quindi non resta che piangere sul latte che noi abbiamo versato. Altro che scandalizzarci per Alì Scek Nur.
TERRORISMO: SERVONO I DELATORI
Come si individuano e si eliminano i terroristi islamici che colpiscono nei Paesi europei? Abbiamo un preciso precedente storico che riguarda i nostri terroristi.
Per i servizi doveva essere relativamente semplice infiltrarsi nelle cellule dei terroristi nostrani, certo molto più semplice che con le cellule islamiche. Ma non ci riuscirono. Fu risolutiva la legge sul pentitismo che spinse alcuni nostri terroristi alla delazione nei confronti dei loro compagni.
Anche i colpi più duri alla mafia sono stati inferti grazie alla “collaborazione” dei mafiosi pentiti.
Quindi la soluzione – sulla carta – è evidente: la delazione è fondamentale anche per individuare e arrestare i terroristi islamici, le cui cellule risultano impenetrabili (o quasi) ai servizi segreti occidentali.
Sempre sulla carta è evidente anche chi sono i delatori “perfetti”: sono i cosiddetti islamici moderati. Chi meglio di loro infatti sa chi è il conoscente, l’amico, il congiunto che ha deciso di arruolarsi con l’Isis? Nessuno lo sa né può saperlo meglio di loro.
Quindi dimostrino di essere sul serio moderati. Si dissocino nei fatti – e non nel blateramento scontato – dalle azioni terroristiche.
Dimostrino, nei fratti, che l’Islam è una religione di pace e non di guerra. Cioè collaborino con le forze dell’ordine denunciando loro per primi gli assassini che distorcono e oltraggiano i pacifici insegnamenti del Corano.
Se non lo fanno più che islamici moderati, sono islamici omertosi, complici passivi dei terroristi. I quali come dimostra e conferma quanto accaduto in Turchia – con i tifosi che gridano “Allah è grande” durante il minuto di silenzio per le vittime di Parigi – godono di un radicamento sociale che i nostri brigatisti se lo sognavano…
Ovvio che non tutti gli islamici sono terroristi. Chiaro anche che oggi tutti i terroristi sono islamici. Quelli che proclamano di non esserlo, che prendono le distanze a parole, lo dimostrino con i fatti se vogliono essere creduti. Con i fatti cioè con la delazione.
COME DIVENTARE ISLAMICI MODERATI
Dopo la strage del terrorismo islamico a Parigi, lo speciale Virus di ieri sera su Rai 2 ha ospitato due interventi che, in particolare, hanno fornito la dimensione di quanto enorme sia il pericolo.
Un giornalista di Liberatiòn, quotidiano della sinistra francese, sottolineava come fin’ora i terroristi avevano colpito obiettivi precisi – Charlie Hebdo, il negozio ebraico – mentre ora hanno ammazzato a caso, chiunque capitava in strada, al bar, al ristorante, al Bataclan, allo stadio. Quindi siamo tutti a rischio.
Il giornalista Rai Antonio Di Bella spiegava inoltre che oggi il primo traffico in Turchia è quello dei passaporti falsi. Particolarmente ricercato il falso documento siriano che ti garantisce l’immagine immacolata del profugo autentico, che è un dovere accogliere. E così in Europa entra chiunque; i controlli alle frontiere sono un’utopia.
Non so se esistano o no gli islamici moderati. La storia insegna però come – in ogni caso – si diventa tutti moderati: quando ti hanno sconfitto definitivamente. Dopo la distruzione completa del nazismo, con Dresda e altre città letteralmente rase al suolo, tutti i tedeschi sono diventati moderati. Più che moderati anche i giapponesi, dopo le bombe atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaki. Per non parlare di noi italiani diventati tutti improvvisamente antifascisti da fascisti che eravamo…
Quindi la cosa certa è che, per difenderci, dobbiamo mettere in campo una violenza militare pari ed anzi superiore (come fortunatamente consente la tecnologia occidentale) a quella dei terroristi islamici. Il Califfato va raso al suolo. Hollande è partito col piede giusto andando a bombardare Raqqa, la capitale dell’Isis in Siria. Deve essere solo l’inizio.
Se invece pensiamo che bastino le magliette con scritto “je suis Paris”, se pensiamo che basti spegnere per cinque minuti le luci del Colosseo ed esprimere tutto il dolore per le vittime, allora siamo finiti. Destinati a diventare ciò che profetizzò la Fallaci.
E per distruggere l’Isis serve un alleato indispensabile: la Russia di Putin che, come dimostrato in Cecenia, può usare i metodi più brutali senza avere un’opinione pubblica “umanitaria” che insorge…
Speriamo che Obama l’abbia capito.
HALLOWEEN PER LADRI E VANDALI
Mai come quest’anno Halloween è stata anzitutto la festa di ladri e vandali. Ladri che approfittano per depredare indisturbati le case quando chi ci abita esce a festeggiare. Vandali che lordano le città. Altroché dolcetto o scherzetto…
Coi ladri cosa facciamo? Non usciamo più? Restiamo chiusi in casa a vigilare h24? O è preferibile non esserci quando arrivano i predoni?
Potessimo almeno scegliere: meglio i nomadi che rubano e basta, piuttosto dei predoni dell’Est che magari aggiungono il pestaggio se non trovano abbastanza, se neghi di avere la cassaforte che non hai…
Stiamo a blaterare su una legittima difesa da rivedere; quando nulla è più illegittimo di uno Stato che non ti difende, che lascia vagare indisturbati per il Paese, ed entrare nelle nostre case, sia i predoni che i nomadi.
C’è poi l’altro aspetto. Vandalismo e bullismo dilaganti. Ragazzi ubriachi e/o fatti di droga che devastano vetrine, auto, facciate delle case. Ogni occasione è buona: da Halloween ai sabato sera in discoteca.
Perduto qualunque senso civico, non si capisce come riprendere un percorso educativo. Anche perchè la parola d’ordine è “vietato vietare!” Vista la loro maturità manca solo di dargli il voto a 16 anni.
Dopo il caso bestiale della figlia diciassettenne che ammazza la madre perchè, a fronte dei suoi disastri scolastici, le aveva tolto computer e telefonino, ho sentito uno di questi pseudopsicologi affermare, in un talk nazionale del pomeriggio, che non si può più vietare qualcosa ai ragazzi, che bisogna dialogare con loro e convincerli…
Quindi colpa della madre calabrese che non ha studiato la nuova psicologia d’accatto: per questo la figlia l’ha ammazzata!
Nemmeno i nostri padri, i nostri nonni, avevano studiato psicologia. Ma usavano il bastone e quasi sempre funzionava. Insegnava il rispetto per i genitori e le regole del vivere civile.
Adesso ai figli diamo sempre carota e solo carota. E, se osi toglierla, si ribellano. Arrivano ad ammazzarti se provi ad educarli, se vieti loro qualcosa.
Scusate la banalità dell’analisi, ma nemmeno io ho studiato psicologia.
VISIBILITA’ CON PROFUGHI E ANZIANI
Se accogli i profughi (da protagonista) hai una grande visibilità mediatica; se invece assisti i nostri anziani – per dirlo brutalmente – nessuno dei media ti caga.
La conferma viene da don Luca Favarin, giovane prete 2.0. E’ in prima linea nell’accoglienza; grande, infaticabile organizzatore: a Padova e provincia ha promosso centinaia di accordi con i privati per “l’accoglienza diffusa” che sostiene essere la vera soluzione rispetto alla concentrazione di centinaia di profughi ad Avesa, alla Prandina o a Cona.
Lo sostiene con straordinartia abilità dialettica anche nei confronti televisivi. Lo ha fatto a Telenuovo con un avversario che non è “farina da far ostie”: il leghista Roberto Marcato. Sono rimasto ammirato per come don Luca l’ha – non dico messo nell’angolo – ma contenuto alla grande.
Un amico che ha visto la sua performance televisiva mi ha chiesto, maliziosamente, come mai don Luca non profonda lo stesso impegno e la stessa passione per assistere i nostri anziani.
Risposta ovvia: perchè nemmeno lontanamente avrebbe la visibilità (e la conseguente soddisfazione) che gli garantisce dedicarsi all’accoglienza ai profughi.
Che lo ha reso una star. Per averlo ospite a Telenuovo l’abbiamo rincorso per oltre un mese. I talk nazionali se lo contendono. I quotidiani lo intervistano quotidianamente.
Data l’età guardo con più attenzione ed interesse alle case di riposo, mia destinazione prossima ventura. Dove c’è una situazione incomparabilmente più drammatica dei centri di accoglienza.
Nei centri vedi giovani che possono avere un futuro incerto. Ma vivi e vitali: vanno in giro, telefonano, mangiano e bevono senza bisogno di badanti.
Nelle case di riposo il futuro semplicemente non c’è. Donne e uomini a fine corsa; dopo una vita di lavoro e di impegni famigliari hanno bisogno di un’assistenza a 360 gradi: per vestirsi, per muoversi, per mangiare, per cambiare il pannolone. Non ce n’è uno che sia autosufficiente.
Abbiamo chiuso le geriatrie. Chiuso le lungodegenze. Trasformato le case di riposo in cronicari senza trasferire i mezzi, le risorse, il personale sanitario presenti negli ospedali per gli anziani.
Eppure qui, nelle residenze, lavorano persone serie e impegnate. Ci sono anche animatori professionali che organizzano giochi e piccole competizioni, fondamentali per mantenere vigile l’anziano, per contrastare il degrado psichico più insidioso ancora di quello fisico.
Ma nessuno, fuori dalle case, li conosce. Non esiste che vengano invitati ad un talk nazionale. Se vuoi diventare una star mediatica devi operare nell’accoglienza ai profughi.
Cosa volete farci: quando è moda è moda. I profughi son di moda, i nostri anziani sono dimenticati. Punto.
VIVERE PRIMA CAUSA DI MORTE
Come ha ricordato Filippo Facci, vivere è la prima causa di morte. Puoi fare tutte le diete, la palestra e lo jogging, ma comunque alla fine tiri le cuoia.
Paradossalmente la prima causa di diffusione dei tumori sono proprio queste pratiche salutiste che (forse) allungano la vita: infatti più a lungo vivi più è probabile che il tumore ti colpisca.
Se la vita media è di 40 anni, come tutt’ora è in alcuni Paesi sottosviluppati, la possibilità di contrarre questa malattia è molto inferiore rispetto a Paesi come il nostro dove (fortunatamente) la vita media si aggira sugli 80 anni.
Fin’ora si diceva che l’Onu, di cui l’Organizzazione mondiale della sanità è emanazione, è un ente inutile. Adesso bisogna aggiungere che è un ente delinquenziale. Adesso che l’Oms ha lanciato questo allarme delirante contro carni rosse, insaccati e wurstel che provocherebbero il cancro.
Allarme delirante perchè non supportato da alcuna prova scientifica. Ente delinquenziale perchè mette a rischio migliaia e migliaia di posti di lavoro: pensiamo ai nostri ottimi prosciutti, ai salumifici, ad aziende come l’Aia. Con l’ansia salutista che pervade la nostra società è scontato un crollo nella vendita di questi prodotti.
Senza aggiungere che una delle poche cose dimostrate è il rapporto tra diffusione dei tumori e ansia per il posto di lavoro a rischio. Quindi l’Oms, mettendo a rischio posti di lavoro, provoca il cancro.
Da anni uso le pastigliette di aspartame nel caffè. L’Aspartame causa il cancro! Ho sentito anche questa. Peccato che la relazione esista se ne assumi un chilo al giorno, non mezzo grammo con 5 o 6 pilloline…
Parlo di relazione, perchè è l’unico dato appurato. Nessuno infatti è ancora riuscito a comprendere cosa di preciso scateni la riproduzione anomala delle cellule che causa il tumore. Ma è provata una relazione: ad esempio la maggiore incidenza di tumore ai polmoni e alla laringe tra i fumatori.
Il buon senso suggerisce che il problema sia la quantità: magari vale per le carni, come per le pizze, come per le verdure trattate con gli anticrittogamici. D’altra parte anche se fai jogging 20 ore al giorno, invece che guadagnarci in salute, rischi l’infarto.
E’ demenziale, è criminale che l’Oms abbia lanciato questo allarme sulle carni e i salumi senza nemmeno soffermarsi sulle quantità, come se un etto alla settimana equivalesse a un chilo al giorno. Come se un bicchiere di vino producesse lo stesso effetto di una damigiana.
Interfacciata alla follia dell’Oms c’è poi l’ansia salutista che prende per buono qualunque allarme. Ignorando che l’unico dato inconfutabile è la vita media che continua ad allungarsi. Fermo restando che alla morte non si sfugge.
RENZI, LA CASA E TOTO’ BERSANI
Si può discutere sul fatto che Renzi sappia governare, ma pochi dubbi che sappia comunicare. Ultima dimostrazione la definizione che ha dato della minoranza dem guidata da Bersani: “Sono come Totò, contestano a prescindere…”
Contestano anche l’abolizione dell’Imu sulla prima casa. Se essere di sinistra vuol dire essere popolari, questa misura è infatti estremamente popolare: non solo oltre l’80% degli italiani ha la casa di proprietà, ma il 90% di questi proprietari appartengono al ceto operaio e impiegatizio. Più popolare di così.
Autenticamente da Totò è poi l’argomento con cui Bersani contesta l’abolizione dell’Imu dicendo che sarebbe “incostituzionale” (in quanto non legata al reddito del proprietario). Argomento da azzeccagarbugli e/o da pseudointellettuali alla Rodotàtà; del tutto estraneo al comune sentire per cui il cittadino si domanda se la ricaduta di una certa misura sia positiva o meno rispetto alle sue esigenze e aspettative; non certo se è costituzionale o incostituzionale (diciamo che non gliene può fregar di meno).
A prescindere dal fatto che la nostra Costituzione prevede sì la tassazione progressiva, ma solo per il reddito delle persone fisiche, per l’Irpef (dove si continuano a pagare anche i redditi dei fabbricati in base alla loro rendita catastale), non per tutte le altre imposte.
Altrimenti, come ha spiegato sul Corriere Michele Ainis, ognuno dovrebbe presentarsi al distributore o a fare acquisti accompagnato dal commercialista, per modulare accise o Iva in base al proprio reddito!…
Prescindendo da questo “dettaglio” da fiscalista, è la pochezza delle argomentazioni di Bersani ad ispirare una certa tenerezza.
Non che non si possano contestare le politiche di Renzi. Ma bisognerebbe saperlo fare con altri argomenti che facciano ben altra presa sull’opinione pubblica, sui cittadini elettori.
Totò quantomeno faceva ridere, Bersani fa una certa tenerezza più vicina al pianto che al riso.
Per carità: è un dramma per chiunque venir rottamato e spedito tra i pensionati della politica. A volte però, forse, bisognerebbe riuscire a guardasi allo specchio; e rassegnarsi.
MAIALINO IMPURO A ROVERETO
Rovereto è qui, a due passi dal nostro Veneto, col vantaggio di essere nella provincia autonoma del Trentino; con tante risorse in più, da destinare anche alle scuole materne e ai loro giardinetti.
E così, in una materna di Rovereto, nel parco giochi c’è anche un bel maialino a dondolo, di plastica rosa, che piace tanto ai bimbi entusiasti della Peppa Pig.
Ma, di plastica o di carne che sia, resta il fatto che è un animale impuro per gli islamici come stabilisce una Sura del Corano. E così i genitori maomettani – numerosi anche a Rovereto, specie alle materne, i bimbi stranieri spesso di religione islamica – i genitori, dicevo, ne hanno chiesto la rimozione.
Al momento il maialino rosa non è finito nella discarica della plastica, ma è stato collocato in un angolo nascosto del giardinetto per non urtare la sensibilità dei “diversamente religiosi”.
Sia chiaro: nessuno obbligava i bimbi islamici a salire in groppa al maialino a dondolo. Ma, solo vederlo, pare fosse intollerabile.
E qui nasce un vasto problema, che riguarda tutte le sagre di paese e di quartiere, dove il maiale non è di plastica ma di carne: parliamo delle costine ai ferri, protagonista di tutti i menù.
Anche in questo caso non si tratta di farle ingurgitare agli islamici ma, se il solo vedere questa carne impura, risulta loro disgustoso e intollerabile. Un insulto ai dettami della loro fede. Che facciamo? Si adeguano loro o ci adeguiamo noi?
Cambiamo radicalmente il menù di tutte le sagre? Mettiamo al bando le costine di maiale? O proviamo a convicerli che, in una società libera e tollerante, ognuno pratica le proprie usanze.
Nessuno si sogna di dire che nelle abitazioni dei musulmani deve esserci il crocefisso o il presepe. Ma possiamo o no continuare ad averli nelle nostre scuole che loro (liberamente) frequentano?
Possiamo tenere il maialino a dondolo nel parco giochi?
In questa vicenda, apparentemente banale, della materna di Roverto è riassunto il nodo centrale dell’integrazione, della società multietnica e multireligiosa: è l’ospite che si adegua o è il padrone di casa che deve farlo? (Calando le braghe della propria cultura e civiltà…)
METICCI SERVI O PADRONI
Noi italiani: o meticci o scomparsi. Il tutto nel giro di 50 anni.
Lo sostiene uno studio sull’andamento demografico pubblicato sull’ultimo numero dell’Espresso. Il tasso di natalità è ai minimi storici (1,39 figli per donna. Quando, per mantenere costante il livello della popolazione, ce ne vorrebbero almeno 2 per donna).
Quindi fermare i migranti – da noi sono e saranno anzitutto africani – oltre che difficilissimo, sarebbe un danno enorme; non solo per l’economia ma anche per la demografia.
Questi studi vanno presi con le pinze. Difficile calcolare tutti i fattori e gli andamenti dei prossimi 50 anni. Ma nessun dubbio che la tendenza sia questa: magari gli stranieri non arriveranno al 50% della popolazione italiana, ma saranno moltissimi più di adesso.
Anche perchè fermarli è impossibile. Non c’è solo Viktor Orbàn in Ungheria che costruisce il muro. Stanno facendolo in Tunisia, in Arabia Saudita, in Kenya, in Estonia. Uno studio ha calcolato che di muri nel mondo ce ne siano ben 65. Servono a catturare voti più che a fermare migranti. Nel senso che sembrano dare una risposta alle popolazioni che, comprensibilmente, non vorrebbero subire invasioni. Ma i migranti passano ugualmente: la risposta, al tratto di muro costruito dagli Usa alla frontiera col Messico, sono stati 150 tunnel…Nemmeno il muro storico, quello di Berlino dove si sparava a raffica, fermò la migrazione dalla Germania dell’Est.
Ma il problema vero non è diventare meticci. Inevitabile. La mescolanza con altre razze non ci spaventa, anzi ci attrae: “Faccetta nera, bell’abissina”…
Il problema vero è di capire se diventeremo meticci da servi o da padroni. Resteremo padroni a casa nostra, cioè saremmo capaci di imporre a chi arriva le nostre regole di vita, di civiltà, di democrazia? O ce le faremo imporre, o finiremo sottomessi?
La società multietnica è il futuro. Inevitabile, La società multiculturale è il disastro, il caos, il ritorno alla legge della giungla.
A guardare i precedenti non c’è da essere ottimisti. Non tanto e non solo per come abbiamo “governato” negli ultimi decenni l’immigrazione, all’insegna del buonismo più sbracato e irresponsabile.
C’è un dato storico nei secoli desolante. Tutti gli stranieri che sono arrivati in Italia – spagnoli, francesi, austriaci, americani – ci hanno dominato e sottomesso. Ed erano occidentali; mentre i prossimi venturi sono africani e musulmani.
Quindi meticci di sicuro, servi pressoché scontato.