IERI ADEL SMITH OGGI SALVINI

Adel Smith fu il fondatore dell’Unione musulmani d’Italia, protagonista di una ferocissima polemica contro il Crocefisso ( lo definì un “cadaverino” che andava tolto dal muro dov’era appeso).
Ogni volta che vedo e sento gli antagonisti che vanno all’assalto di Matteo Salvini – con insulti, sputi, lancio di uova e pomodori – mi torna in mente Adel Smith.
Come ora il leader della Lega ai no global, così Smith era inviso agli estremisti di destra di Forza Nuova. Come Salvini non deve parlare, così Adel non aveva diritto ad esprimere le sue opinioni; ed era vergognoso che Telenuovo lo ospitasse per un dibattito.
Era il Gennaio del 2003. Un branco di forzanovisti danno l’assalto alla sede di Telenuovo a Verona, interrompono la trasmissione e pestano a sangue il fondatore dell’Unione mussulmani d’Italia.
Risultato di quella violenta contestazione: Adel Smith, fino alla morte avvenuta l’agosto scorso, resta un personaggio conosciuto e ricordato. E l’odiata Telenuovo che gli ha dato spazio ne ricava una pubblicità straordinaria; perchè il filmato di un’irruzione in uno studio televisivo, che non aveva precedenti, fa il giro del mondo.
Allora alcuni nostri maliziosi concorrenti insinuarono che avevamo pagato quelli di Forza Nuova perchè facessero l’irruzione. O che li aveva pagati Adel Smith…Ovviamente non era così nel 2003 e non è così nel 2015. Ma vien da pensare che gli antagonisti siano pagati da Salvini. Perchè il risultato è identico oggi come allora: una grande pubblicità gratuita fatta a chi detesti e contesti.
Non bastasse l’aiutone elettorale, che a Salvini e alla Lega arriva dal modo disastroso in cui viene gestita l’immigrazione, i no gobal garantiscono anche il loro aiutino…

NASCONDERE LO SPORCO SOTTO IL TAPPETO

Spazzare la polvere, lo sporco, sotto il tappeto è la prassi del nostro Paese: nascondere i problemi, invece che provare a risolverli.
Il test Invalsi certifica (con tutti i limiti che vogliamo, ma certifica) il livello di apprendimento degli studenti. Subito gli insegnanti lo spazzano sotto il tappeto. Il motivo è evidente: se tutti gli alunni di una classe risultano scarsi, non è che siano tutti asini, è che hanno insegnanti incapaci di insegnare e che, nell’interesse degli studenti, andrebbero mandati a casa.
Ma gli esempi si possono moltiplicare all’infinito. C’è un pil in crescita dello 0,3% nell’ultimo trimestre? Mettere subito sotto il tappeto che la Francia è cresciuta dello 0,6% e la Spagna dello 0,9! Che altrimenti capiamo che il governo Renzi non ha alcun merito, che siamo solo l’ultimo vagone di un treno europeo e occidentale che si è rimesso in moto…
Resti dieci anni (quando va bene) in attesa di una sentenza definitiva. Dieci anni sulla graticola. Basta spostare l’attenzione sui due Marò e denunciare la lentezza della giustizia indiana! Che così la strepitosa “celerità” della nostra giustizia finisce sotto il tappeto…
Stiamo a blaterare che le forze dell’ordine sono senza benzina e con mezzi vetusti. Nascondere subito sotto il tappeto che ne abbiamo un numero spropositato: percentualmente agli abitanti molte più di Germania, Francia e Spagna.
La soluzione ovvia sarebbe fondere polizia di stato e carabinieri, dimezzare gli ufficiali. Guai al mondo: i vertici ti rispondono che sono già così ben coordinate tra loro le nostre forze dell’ordine!
Quanto lo siano lo constatiamo in questi giorni di campagna elettorale. Ogni volta che un candidato (uno qualunque, mica il Salvini nel mirino degli antagonisti) organizza un incontro arriva una pattuglia di poliziotti, una di carabinieri e una di vigili urbani; oltre a qualche Digos in borghese. Di pattuglie, ovviamente, ne basterebbe una. Non si coordinano nemmeno per gli eventi elettorali, figurarsi per il contrasto alla criminalità…
Ma anche solo parlarne è inutile. Meglio alzare il tappeto e scopare sotto tutto. Senza illudersi che qualcosa cambi.

EUROPA SALVACI TU

Europa salvaci tu. Salvaci ora dall’immigrazione selvaggia come ci hai già salvato dal default.
E’ l’altra faccia della medaglia anti-Ue e anti-Euro. Chi non crede alla barzelletta che i debiti non si pagano, non può ignorare il precedente: l’Europa ci ha salvato dal fallimento. La spesa pubblica incontrollata, il welfare alla Landini, ci avrebbe portati dritti alla catastrofe che oggi si spalanca di fronte alla Grecia.
Adesso l’Europa prova ad insegnarci a gestire l’immigrazione.
Per derogare dal trattato di Dublino, e accettare di distribuire i migranti anche negli altri Stati della comunità, la Ue ci ha posto due precise condizioni: allestire dei grandi campi di accoglienza, rigidamente controllati, da dove nessuno possa scappare; e procedere all’identificazione, cioè alla distinzione tra profughi veri e clandestini, identificazione che sarà a carico delle commissioni internazionali inviate nel nostro Paese.
I tecnici del nostro Viminale (ministero degli Interni) dicono che è una “sorta di commissariamento”. Nessuna sorta: è un commissariamento vero e proprio, unica alternativa al nostro completo fallimento.
Come ci hanno commissariato perchè eravamo incapaci di tener sotto controllo la nostra spesa pubblica, così l’Europa ora ci commissaria per l’incapacità di gestire in modo decente il flusso di migranti.
Vi pare possibile avere attivato 1.861 “strutture temporanee di accoglienza” sparse in tutta Italia? C’è qualcosa che va ben al di là dell’incapacità. C’è il dolo consapevole: perchè la micro-accoglienza così diffusa è la garanzia della totale assenza di controlli.
Assenza totale di controlli su chi sono e cosa fanno e dove vanno i migranti. Ma anche (e soprattutto) su come vengono gestiti i fondi pubblici trasferiti a queste strutture private.
Chiunque riceva finanziamenti pubblici deve rendicontare con bilanci pubblici. C’è una sola coop che l’abbia fatto?
Per anni abbiamo invocato l’aiuto dell’Europa. Tutti a gridare che l’Italia da sola non può affrontare un evento biblico come la migrazione. Adesso l’Europa è pronta a darci una mano ma a condizioni precise: smetterla di fare i furbetti, per non dire i farabutti…
E’ un prendere o lasciare. O l’Europa ci salva dai migranti commissariandoci, oppure il barcone Italia è destinato ad affondare.

BED & BREAKFAST PER FINTI PROFUGHI

Fermo restando che è ormai dimostrato (vedi commissioni regionali del Veneto) che solo due su dieci di quelli che arrivano sono veri profughi, tutti i finti profughi vengono adesso accolti anche in case private prese in affitto dalle cooperative.
Il sindaco di Padova Massimo Bitonci sta per varare un’ordinanza che vieti questa prassi. Lo fa sulla base di argomentazioni che mi sembrano difficili da controbattere.
Bitonci ricorda cioè che, se un privato vuole aprire un bed & breakfast, deve prima ottenere il permesso dalla Regione, osservare le norme igienico sanitarie e pagare le tasse. E trovarsi i clienti.
Queste coop invece hanno i clienti garantiti e pagati dallo Stato, non devono chiedere alcun premesso e non sono sottoposte ad alcun controllo. Svolgono inoltre un attività che va al di là del b&b (colazione e pernottamento), garantiscono infatti ai “profughi” la pensione completa, una vera e propria attività alberghiera svolta fuori da ogni regola e controllo.
C’è poi un ulteriore, piccolo, dettaglio. Le inchieste romane hanno dimostrato che si lucra a piene mani. “Aoh, coll’accoglienza ai migranti se guadagna più che col traffico de droga!”. Ricordate l’intercettazione del capo, laico, della coop capitolina?…
Nel nostro Veneto operano quasi tutte coop riconducibili al mondo cattolico, con sacerdoti in prima fila, don Favarin, e il beneplacito dei vescovi: “la micro-accoglienza è la soluzione” ha affermato mons. Mattiazzo. (Sto parlando sempre di Padova).
A questo punto i vescovi per primi, nell’interesse della loro Chiesa, dovrebbero fornire un pubblico rendiconto che dimostri ai cittadini come non ci sono né speculazioni né guadagni illeciti.
Nell’interesse della loro Chiesa perchè, se prende piede anche il semplice sospetto delle ruberie per…ragioni umanitarie, gli effetti sarebbero devastanti. Già quella dei fedeli non è propriamente una folla. Rischia di ridursi a prefisso telefonico.

SIAM PRONTI…AL NAUFRAGIO

Non bastasse la Milano devastata, mancava la stronzata dell’Inno di Mameli riveduto e corretto: non siam più pronti alla morte, l’Italia chiamò, adesso siamo pronti alla vita…
C’è chi dice che la variante è stata introdotta perchè cantavano i bambini, e guai evocare loro la morte, chi dice che, essendo la nutrizione del pianeta il tema dell’Expò, andava evocata la vita e non la morte. Comunque sia, resta una stronzata tipica di un Paese che, oltre al resto, ha perso pure l’identità e la sua storia
Lo slogan delle Olimpiadi è “l’importante è partecipare” quindi, dovessimo mai ospitarne una prossima edizione, prepariamoci a cantare: “Siam pronti a partecipare, l’Italia chiamò!”. Premio Nobel al genio che ha ideato la variante valida per ogni evento ospitato in Italia
Siam pronti alla vita e, naturalmente, all’accoglienza. Dato che i devastatori sono “teppistelli figli di papà”, come li ha definiti Renzi, non sono abituati alle intemperie. Mica possiamo lasciarli per sei mesi all’addiaccio, che si prendono il raffreddore e ci accusano di averli torturati…Bisogna che le nostre cooperative – così caritatevoli e disinteressate – trovino subito appartamenti privati dove alloggiarli.
Se anche sporcano e imbrattano, no problem: i milanesi sono già abituati a dover fare le pulizie per gli altri…Tutti a lodare il loro gran senso civico, all’indomani della devastazione. Nessuno a sottolineare la vergogna che, ancora una volta, devono essere i cittadini a porre rimedio alle inadempienze dello Stato.
Un Paese serio, a calci in culo (cioè con condanna ai servizi sociali), avrebbe mandato i devastatori a ripulire e riparare i danni. Il nostro Paese li ha invece subito liberati perchè – così ha stabilito il giudice – sono solo dei “writer”, degli scrittori…magari anche degli artisti con la libertà di espressione! E, se servono pure auto bruciate e vetrine infrante, le esigenze dell’artista vanno comunque assecondate…
Quanto alla polizia la regola d’ingaggio è una, semplice e chiara: prenderle senza reagire.
Inno di Mameli quanto mai attuale: siam pronti alla morte, l’Italia naufragò…

EXPO’ MONDIALE DEI TEPPISTI

E’ cominciata ieri a Milano l’Expò mondiale dei teppisti. I puntuali protagonisti della guerriglia urbana, arrivati da tutta Europa, il sindaco Pisapia li ha definiti “imbecilli”, il ministro Alfano “farabutti”, il presidente Mattarella “teppisti”.
Stiamo col Presidente della Repubblica. Qualunque altra connotazione politica – “anarchici”, “black bloc”, “no global” – per loro sarebbe solo un regalo aggiuntivo. Tema dell’Expò è “nutrire il pianeta” ma se, per ipotesi, fosse “fine della globalizzazione!”, i no-global diventerebbero subito sì-global e, a colpi di cubetti di porfido e città devastate, ci spiegherebbero che la globalizzazione è assolutamente necessaria per non restare al medioevo…
Per i teppisti tutto è un pretesto. Tra i due preferisco quelli del calcio che almeno non si travestono da idealisti: fanno casino e basta. Mentre gli ipocriti giunti a Milano il piacere di far casino lo camuffano con ideali politici.
Il problema del nostro Paese è uno solo: guardarsi allo specchio. Se ci vedi un paralitico non puoi sognarti di fargli correre i cento metri come fosse Bolt.
L’Italia paralitica non ha saputo gestire nemmeno qualche centinaio di tifosi ubriachi del Feyenoord giunti a Roma per una partita di calcio. Città devastata. Italia paralitica perchè la polizia – già tacciata di essere fascista – se reagisse come indispensabile, diventerebbe nazista…Quindi resta ferma a prenderle
Pensiamo di saper gestire migliaia di teppisti, giunti dai nostri centri sociali e da tutta Europa, e decisi a restare in vacanza a Milano per i prossimi sei mesi? Ci siamo già dimenticati cosa hanno comportato i pochi giorni (non sei mesi…) di G8 a Genova nel 2001?
Un Paese impotente, ma quantomeno serio, dovrebbe far tesoro dell’esperienza e dei suoi limiti, e capire che non è in grado di ospitare, non dico l’Expò, ma nemmeno una partita di calcio internazionale. Figuriamoci il Giubileo o le Olimpiadi…
Tutti a preoccuparsi se i padiglioni erano finiti. Nessuno a preoccuparsi che sono finiti i milanesi: per sei mesi in balia dei teppisti che distruggono auto, spaccano vetrine, devastano la città.
A Milano Esposizione mondiale dei teppisti. Qui in Veneto e altrove, Expò mondiale dei predoni: più che mai liberi di agire indisturbati, con le forze dell’ordine dislocate all’impossibile presidio della metropoli meneghina.

L’EUROPA CI HA DATO L’OBOLO

Avete presente quei poveracci fermi ai semafori col cappello in mano? Prima o poi qualcuno gli fa la carità. Così l’Europa ha messo l’obolo nel cappello di Matteo Renzi: aumento dei finanziamenti per i salvataggi in mare. Tutto il resto erano e restano cazzi nostri.
Se è sacrosanto fare il possibile per evitare le stragi, è chiaro che non basta. Perchè più metti in sicurezza la traversata, più saranno quelli che partono anche stipati in imbarcazioni sgangherate.
Sul resto l’Europa è stata perentoria: la Merkel ha ricordato che le normative Ue prevedono l’obbligo per il Paese in cui arrivano di accogliere i migranti registrarli e tenerseli, Cameron ha escluso di spalmarli in altri Paesi. Tutti nemmeno hanno preso in considerazione un intervento militare congiunto per distruggere i barconi in Libia.
L’accoglienza e la registrazione avverrà con l’efficienza che tutti abbiamo visto in quel bordello del Cara di Mineo. Azioni militari unilaterali sono da escludere dato che siamo quelli delle “missioni di pace”. Quindi tutti cazzi nostri, e sempre più duri.
La tragedia diventa farsa quando pensi sia un film di Totò ed invece non è De Curtis ma il prefetto di Venezia, incaricato dello smistamento in Veneto, a dire che possiamo accogliere i profughi anche nelle nostre case, che lui ci paga l’affitto! Basterebbe che il signor prefetto, abituato a stare nel sontuoso palazzo governativo, si trasferisse per una settimana in un condominio Ater: verificherebbe subito quanto sia piacevole la convivenza inter-etnica tra le stesse mura. Un vero arricchimento…
Eppure le parole del prefetto di Venezia sono emblematiche del dilettantismo, dell’impreparazione con cui sempre abbiamo affrontato gli eventi grandi e tragici. Siamo mai entrati una volta in guerra preparati o ci hanno sempre salvato il culo gli altri?
Magari dipendesse, fosse tutta colpa del governo Renzi. L’impreparazione, le chiacchiere vuote, la retorica a costo zero, sono le caratteristiche secolari di noi italiani.
Così oggi pensare che noi da soli sapremo fronteggiare e governare la biblica migrazione di popoli in arrivo dall’Africa e non solo, è una pura barzelletta.
La stessa barzelletta che ci ripeteranno domani (25 Aprile): non sono state le armate anglo-americane a liberare l’Italia dai nazifascisti (scherziamo?) sono stati i nostri partigiani!
A crederci la soluzione è servita. Basta affidare il tutto all’Anpi,
Associazione nazionale dei partigiani d’Italia. Ci hanno liberato dai nazifascisti, hanno sconfitto da soli le Panzer Divisionen, cosa volete che sia ora per loro liberare l’Italia anche dai clandestini?…

NEMMENO LA MORTE LI REDIME TUTTI

Dai commenti di Silvestro e Diogene sulla strage in mare traspariva una certa esultanza. Diogene l’ha esplicitata scrivendo: “Questa gente non vuole sottometterci ad Allah, vuole solo vivere in modo appena più decente”. Come dire che le migliaia di morti in mare dimostrerebbero che tutti i migranti sono persone per bene, tutti santi desiderosi solo di vivere in modo appena più decente. Tutti razzisti invece quelli che dicevano e dicono che ci sono anche i delinquenti.
Non intendono sottometterci ad Allah nemmeno quei musulmani che hanno annegato 12 cristiani, solo perchè cristiani, solo perchè nel barcone “si deve pregare solo Allah”? Fossero morti pure loro resterebbero degli assassini fanatici religiosi. I delinquenti restano delinquenti, anche da morti.
Se è vero che nemmeno la morte li ferma. E’ altrettanto vero che nemmeno la morte li redime tutti.
Immaginiamo che faccia naufragio una nave da crociera dove, assieme ai vacanzieri, donne e bambini compresi, ci sia un gruppo di mafiosi. Annegano tutti. I mafiosi morti sono diventati santi o restano mafiosi?
Gli scafisti-schiavisti, arrivati coi barconi e che abbiamo assistito e elargito loro il permesso di soggiorno, restano delinquenti o no? Così come i tanti africani venuti a spacciare droga o gestire il racket della prostituzione nelle nostre città. O aspiravano a vivere in modo appena più decente?
Ovviamente abbiamo il dovere di cercare di impedire che anche i delinquenti muoiano in mare. Ma delinquenti restano.
Per fermare le stragi bisogna fermare i barconi. Distruggendoli in loco o col blocco navale: decida il governo, ma decida e agisca o le stragi continueranno.
C’è poi l’altro problema. Le due commissioni insediate in Veneto, a Venezia e Verona, hanno certificato (vedi Corriere del Veneto di oggi) che 8 su 10 di quelli smistati nella nostra regione non sono profughi. Saranno disperati e affamati, ma profughi no.
Anche a prescindere dai criminali, possiamo accogliere e assistere tutti gli affamati del mondo? Il milione di persone che – secondo i pm siciliani – sono in arrivo dall’Africa? Non mi sembra.
Allora sarebbero indispensabili dei campi di accoglienza vigilati militarmente da dove, pur trattati in modo civile e umano, nessuno possa scappare prima di essere stato identificato o come profugo, da accogliere, o come clandestino da respingere.
Soluzione assai difficilmente praticabile, perchè par già di sentire Boldrini & C accusarci di essere diventati nazisti, di aver allestito dei campi di concentramento!

NEMMENO LA MORTE LI FERMA

Se ce ne fosse bisogno l’ennesima, immane, tragedia in mare una cosa la dimostra e la conferma: nemmeno la morte li ferma. Ne prenda atto chi evoca misure spagnole, trucide soluzioni. Neppure sparare servirebbe, muoiono già da soli, le notizie arrivano anche in Africa, eppure le partenze continuano. Centinaia, migliaia di morti non interrompono il flusso dei barconi.
Quindi la soluzione (forse) è provare a bloccare le partenze.
Magari tardi, ma il premier Renzi ha preso atto che “è finito il tempo delle sole operazione umanitarie”. Chiaro, sono irrinunciabili, ma diventano anche una sorta di aiuto non voluto per gli schiavisti che convincono i migranti ad imbarcarsi nei modi più precari e pericolosi prospettando loro il salvataggio. Salvataggio che non può arrivare sempre ed ovunque.
A quanto pare il governo avrebbe ora un piano preciso: intervenire in Libia, per controllare le coste ed i porti, ed organizzare in loco dei campi profughi, per distinguere i profughi veri (che hanno diritto all’accoglienza) dai tanti clandestini che non possiamo accogliere. Dato che accogliere mezzo mondo è semplicemente impossibile.
Resta l’equivoco dell’Europa. Che non ha né un esercito né una marina (o pensiamo di schierare gli eurodeputati?…). Quindi potrà darci un aiuto economico, un avvallo internazionale, ma sul campo dobbiamo andarci noi e al più presto. Emblematico il fatto che ieri i siti dei giornali tedeschi e francesi nemmeno riportavano la notizia della strage. Unico lo spagnolo El Paìs…
Chiamiamola pure “operazione di polizia internazionale”, se suona meglio, ma il grosso delle truppe dobbiamo mettercele noi. Se aspettiamo l’Onu, aspettiamo e basta.
Salvini propone, in alternativa, un blocco navale internazionale. Proposta che mi sembra meno praticabile rispetto all’intervento diretto in Libia, più che essere scandalosa.
Fa scandalo, in molti denunciano, la strumentalizzazione a fini elettorali che la Lega sta facendo (più sbarchi=più voti). Vero. Ma non dimentichiamoci che tutte le tragedie sono sempre state strumentalizzate da tutti: dalle alluvioni, ai terremoti, ai morti sul lavoro.
L’unica cosa seria è impegnarsi, nel modo più efficace possibile, per cercare di evitarle le tragedie.

PROFUGHI, VENITE E MOLTIPLICATEVI!

Tanto vale lanciare un appello, attraverso enormi tabelloni luminosi installati lungo le nostre coste: profughi, venite e moltiplicatevi!
Tutti capiscono che siamo di fronte a un’invasione continua a progressiva. Ma nessuno – al di là dei proclami – sa come fermarla. Perché fermarla non si può.
Per fermare l’invasione dovremmo infatti usare metodi ripugnanti per la coscienza civile nostra e di tutta Europa. Detto brutalmente: per fermare i profughi (cosiddetti) dovremmo cominciare ad ammazzarli, direttamente o indirettamente. Quindi è escluso.
Se non li soccorriamo in mare muoiono (ammazzati indirettamente). Se li respingiamo sulle nostre coste restano in mare e là muoiono. Impraticabile anche un intervento “alla australiana”: soccorrerli, rifocillarli e riportarli alle spiagge di partenza. Già molto complesso da attuare, con i banditi libici che ci sparano addosso e noi che non possiamo rispondere (se un poliziotto, che usa il manganello, è accusato di tortura; cosa accadrebbe ad un marinaio che rispondesse a fuoco?…); ma, in ogni caso, morirebbero di stenti sulle coste libiche e noi ci autoaccuseremmo di provocata strage.
Quindi non resta che continuare così: venite e moltiplicatevi, diffondetevi in Italia e nel resto d’Europa. La società più diventa multietnica più si rende bella e stimolante! Convinciamoci che, tanto, alternative non ce ne sono.
Piccola considerazione finale sulle ricadute elettorali. Al di là che siano poco praticabili, i proclami della Lega interpretano un sempre più vasto comune sentire di tanti cittadini esasperati e preoccupati. Ecco quindi l’effetto collaterale: più sbarchi uguale più voti alla Lega. In tutta Italia.
E qui in Veneto, se c’era un dubbio sulla riconferma di Zaia, grazie ai “profughi” il dubbio si dissolve. Più ne sbarcano più si riempiranno di voti a lui le urne. Paradossi della politica e del consenso…