I DAZI E L’EVASIONE DEI SUDDITI

Partiamo dal problema storico: la larga maggioranza degli italiani non pagano le tasse. Quindi i nuovi dazi gli fanno un baffo.

Che arrivassero era scontato. L’hanno smenata per settimane quando era ovvio che sarebbero arrivati, al 15%, e avrebbe deciso Trump.

Siamo sdegnati perché ha deciso lui? Ma scusate da quando, dalla liberazione in poi, non è un presidente Usa (non dico il vituperato Trump, ma un presidente Usa d qualsiasi colore politico a comandare su un governo italiano di qualsiasi colore? Chiamiamoli col giusto nome: i nostri sono i governi dei sudditi.

TRUMP, ESEMPIO DA SEGUIRE?

Trump è uscito da tutto: dall’Unesco, dall’Oms, dall’associazione internazionale per la giustizia. Che sia da imitarlo? Pochi dubbi che, se facessimo un referendum sull’uscita dall’Unione Europea, i favorevoli travolgerebbero i contrari.

Poi qualunque premier arrivi alla Casa Bianca, Trump gli apre la porta e lo fa entrare. Da noi invece e la banda che suona e i militari schierati e i rituali insulsi prima di farli entrare a Palazzo Chigi.

Altro esempio di come gli Usa sono efficienti e noi invece schiavi della burocrazia anche nei rituali di accoglienza degli ospiti internazionali.

VIETARE CONCERTI E…MINISTRO

Niente concerto alla Reggia di Caserta per il direttore d’orchestra russo Gergiev. Vietato perché lui è apertamente schierato con Putin. (Anche se non ha partecipato alla guerra né ucciso qualcuno)

Si fosse schierato con Zelensky il concerto si faceva e in prima fila doveva esserci anche Mattarella.

Questo è il punto: divieto o no a seconda di dove si schiera politicamente l’artista.

Artisti che, per altro, sono soliti inneggiare al dittatore. Nel Ventennio trovarne uno di artista italiano che non fosse entusiasta del Duce e inneggiasse all’Anpi.

Nel Paese della democrazia, dove la libertà di opinioni anche sgradite dovrebbe essere garantita, vige la censura verso chi è appunto sgradito, mentre fioccano gli appalusi a chi ha idee politiche condivise.

Se non sbaglio diversi cantanti italiani hanno criticato Giorgia Meloni (con l’accusa inedita di essere fascista) e sono stati applauditi non certo sanzionati.

Non bastasse Caserta censurato anche a Bologna il concerto del pianista ucraino che, pur essendo appunto ucraino, sta con Putin e non con Zelensky.

E poi abbiamo un ministro della Cultura(?), Giuli, che ha condiviso in pieno il divieto a Gergiev.

Direi che, oltre ai concerti, andrebbe abolito anche un cosiddetto ministro della Cultura che ignora perfino la libertà d’opinione.

Sarei curioso di sentire cosa ne pensa Giorgia Meloni.

QUEI BARBARI DI ISRAELIANI

Da persone civili gli anglo-americani, in tutti i bombardamenti fatti per liberarci dai nazi-fascisti, non distrussero una chiesa che fosse una, non uccisero un solo civile: né bambini né donne e meno che mai sacerdoti.

Quei barbari di israeliani invece hanno colpito la chiesa di Gaza facendo 3 morti e ferendo anche un sacerdote.

Sul piano generale i palestinesi hanno scelto di farsi governare da Hamas ed erano entusiasti, più o meno come noi italiani con Mussolini.

Poi arrivò la sciagura della guerra a fianco di Hitler e calò l’entusiasmo degli italiani per il Duce. Così oggi anche diversi palestinesi, dopo la scelta del conflitto del 7 Ottobre di cui stanno patendo le tragiche conseguenze, sono meno entusiasti di Hamas.

FUORI CONTROLLO E’ LA GIUSTIZIA

Inutile entrare nei dettagli dell’inchiesta di Milano, basta ricordare che a Padova il sindaco Sergio Giordani finì sotto inchiesta perché aveva osato dire di muovere il sederino all’impresa che faceva i lavori allo stadio Euganeo. Vietato al sindaco anche sollecitare le opere.

Come scrive giustamente il Giornale “Fuori controllo è questa giustizia”. Anche il Foglio spiega quanto sia farlocca l’inchiesta milanese. Ma non se ne esce. Per colpa della politica.

A Milano i Fratelli d’Italia chiedono le dimissioni della giunta Sala. Loro che vorrebbero riformare la giustIzia in nome del garantismo. Se però c’è di mezzo un avversario politico diventano giustizialisti. Giorgia Meloni dovrebbe espellere i fratellini milanesi per il semplice motivo che fanno il gioco dei magistrati. Come direbbe Trump si mettono “a cuo busòn” davanti alle toghe… Chiaro che non ne usciremo mai. L’inchiesta di Milano è solo l’ultima di tante conferme: comandano i magistrati. La giustizia giusta non esiste. Domina, e continuerà a dominare in Italia, l’ingiustizia.

I DAZI COME GARLASCO

Oramai i dazi sono diventati una telenovela come l’inchiesta Garlasco. Se vuoi avere la certezza che calino gli ascolti nei tg e nella lettura dei quotidiani è semplice: continua ad occuparti della morte di Chiara Poggi.

Telenovela infinita anche coi dazi. Manca solo che Trump li annunci a mille per cento, per poi fare l’abituale marcia indietro.

Moriremo di dazi? Ovvio che andranno ad incidere sull’economia e sulla spesa.

Ma prendiamo atto che il vero, drammatico, problema di noi italiani in particolare non è l’economia ma la recessione culturale. Questa sì al mille per cento; e irrecuperabile.

IL PREDELLINO DI PIER SILVIO

Giustamente il Foglio ricorda che fu dal predellino che papà Berlusconi scese in politica. Così oggi il figlio Pier Silvio.

Interessante che Pier Silvio la prima critica l’ha fatta al leader del suo partito il ministro Tajani, definendo una stupidaggine lo Ius Scholae che Tajani insiste a portare avanti. La cittadinanza ai migranti non piace a tutti gli elettori di centrodestra, ma anche a tanti di sinistra come dimostra l’esito del referendum.

Comunque lo si giudichi, interessante che Forza Italia possa avere un nuovo leader politico che potrebbe riportarla a quel vertice di consensi che, piaccia o anche no, ebbe Silvio Berlusconi.

Con Tajani di fatto Forza Italia sta sguazzando in fondo al centrodestra.

Penso che Flavio Tosi per primo gradirebbe il cambio al timone del suo partito. Anche in vista delle prossime regionali in Veneto…

TANTO VALE CHIUDERE LE SCUOLE

Siamo passati dal sacrosanto diritto allo studio al vergognoso diritto al titolo di studio: tutti promossi alla maturità. Anche i tanti che non sanno né grammatica né sintassi, per i quali la matematica è un perfetto sconosciuto.

Quando feci la maturità, mezzo secolo fa, diversi miei compagni furono bocciati. Allora la scuola, la pubblica istruzione, era una cosa seria.

Il tema è cruciale per il Paese: dal crollo della pubblica istruzione deriva il crollo delle competenze in tutte le professioni: medici, avvocati, magistrati, anche giornalisti e via dicendo.

In questo quadro cosa le teniamo a fare le scuole? Primo taglio delle tasse, chiuderle tutte e risparmiare una valanga di miliardi.

O le teniamo a perdere per garantire un posto di lavoro ai tanti insegnanti, mica tutti sia chiaro, andati in cattedra dopo concorsi farlocchi?

SALDI A RAFFICA SEMPRE

Grande annuncio: da sabato partono i saldi. Ma la vera notizia sarebbe quella di un giorno all’anno, un giorno su 365, senza i saldi. Basta guardare tutte le reti televisive: strapiene di spot che garantiscono sconti stratosferici. E allora che senso ha annunciare che sabato si aprono i saldi? Altro che saldi bisogna stare attentissimi alle offerte in azione tutto l’anno…Senza dire che la tragica realtà è quella dei prezzi che aumentano ogni giorno.

Abbiamo le bollette più care d’Europa, il doppio della Francia che produce energia col nucleare. Per non parlare del carrello della spesa. E poi mancano i saldi sugli stipendi che restano i più bassi d’Europa. Niente saldi sul caffè sui tanti generi alimentari che consumiamo, che vorremmo consumare quotidianamente.

In saldo finiscono tante famiglie, purtroppo.

Direi che i saldi vanno aboliti, vanno aboliti quelli di fatto in vigore tutto l’anno su abbigliamento, elettrodomestici, materassi.

Sapremo mai qual è il prezzo vero di un prodotto? Mai: tutto rimane celato da questa procedura minimo discutibile dei saldi perenni che, se non ricordo male, hanno subito anche delle denunce perché celavano il prezzo reale.

TAGLIARE LE TASSE E’ UN MITO

Non c’è governo che non faccia questa solenne promessa. Poi all’atto pratico nessuno può farlo.
Perché abbiamo il debito pubblico più alto d’Europa. Perché ogni governo per conquistare il consenso fa delle promessi agli elettori che comportano un aumento della spesa pubblica, non certo un taglio con conseguenti meno tasse.
Anche ora, di fronte all’ultima promessa della Meloni, il ministro Giorgetti, al solito molto serio, ha detto che ci vorranno almeno due anni…

Di fatto la pressione fiscale continua ad aumentare, ora è arrivata al 42,6% che comporta il terzo posto tra i Paesi Ocse.

Ultima cosa, tutt’altro che secondaria: la premier Giorgia Meloni, prima di promettere al ceto medio il taglio delle tasse, dovrebbe riuscire nell’ardua impresa di fargli pagare le imposte…
Per non parlare infine del forte aumento della spesa militare che ci viene imposto e non possiamo rifiutare. Come ottemperarlo se non con un ulteriore forte aumento delle imposte?