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CIAO BEPI

Ragazzi attenzione…”. I giocatori interrompono per un secondo i festeggiamenti per la promozione in Lega Pro, avvenuta pochi minuti prima sul campo di Legnago. Sono in spogliatoio e saltano, cantando cori di ogni tipo, ma di fronte all’invito del loro presidente si fermano. Lui, Bepi Bergamin, li guarda un attimo con fare serio. Poi sorride improvvisamente ed esclama: “Io sono ancora asciutto, cosa aspettate a buttarmi sotto la doccia?”.

Voglio ricordarti così, caro Bepi, in quell’indimenticabile 19 aprile del 2015. Voglio ricordare il tuo sguardo di gioia mentre i tuoi ragazzi ti trascinano sotto la doccia e ti bagnano dalla testa ai piedi al grido di “C’è solo un presidente” e “Portaci in Europa”. Avevi appena vinto il tuo campionato più bello. Avevi appena realizzato il tuo sogno, quello di riportare il tuo amato Biancoscudo tra i professionisti. Eri stato tu a raccoglierne le ceneri un anno prima, insieme a Roberto Bonetto, prendendolo per mano mentre si trovava sull’orlo del baratro per colpa della scellerata gestione Penocchio. Eri stato tu, un anno prima, a ridare speranza a un popolo, quello dei tifosi del Padova, che rischiava di trovarsi orfano della sua squadra del cuore. Un popolo deluso, ferito, pieno di rabbia. Un popolo che, grazie a te, ha potuto nuovamente sorridere, esultare, cantare, essere felice di seguire una squadra nella quale era tornato ad identificarsi. 

Eri acuto, Bepi. Genuino, vero, diretto, passionale. Io non so come tu ci riuscissi, ma avevi sempre la battuta pronta. E mai banale. Eri capace di stemperare le situazioni più difficili. Raramente lasciavi trasparire le tue vere emozioni ma si capiva dalla luce dei tuoi occhi quando una cosa, una persona o una situazione ti piacevano. E quel giorno a Legnago per la prima volta quello che provavi dentro si è visto in tutta la sua intensità anche fuori. Una felicità che finalmente hai deciso di condividere con tutti, dopo aver passato l’intero campionato a guardare le partite da un angolo della gradinata. Da solo. Quasi a non voler scaricare sugli altri la tensione che provavi. Fumando una sigaretta dietro l’altra. Non volevi nessuno vicino. Nel giorno in cui hai tagliato il traguardo invece hai voluto fare il bagno nell’amore della piazza che ti sei saputo conquistare essendo semplicemente te stesso, ovvero una persona meravigliosa.

Non ti sei perso una festa organizzata dai tifosi. Che fossero gli ultras o i supporters dei club. Chiunque organizzasse una cena a base di calcio Padova ti invitava e tu dicevi sempre di sì. Se avevi impegni di lavoro o altro ti presentavi comunque. Magari dopo cena per un caffè, una chiacchierata e una stretta di mano. Ma c’eri sempre. E i tifosi questo l’hanno sempre apprezzato tantissimo. In quasi tutte le occasioni ti sei presentato con la tua dolce metà. La Giovanna. “Sono costretto a portarmi dietro la moglie alle feste del Padova”, mi dicesti una volta. Sembravi serio e invece, un secondo dopo, capii subito che stavi scherzando. “So costretto se no ea me dise su de tutto!”, aggiungesti in dialetto, che era il tuo linguaggio preferito perché il più diretto. Sorridemmo tutti e tre. Io, te e anche la Giovanna che ovviamente era lì accanto a te e aveva sentito la battuta. Ti guardò con amore e fece solo finta di arrabbiarsi, aggiuntandosi la sciarpa biancoscudata che teneva sempre al collo anche lei. Ti prese sotto braccio e vi dirigeste assieme verso i tifosi che vi chiamavano a gran voce. Belli come il sole. 

Ciao Bepi, grazie per tutto quello che ci hai dato. E’ stato un onore per il Padova averti come presidente. Per me un piacere intervistarti e parlare con te di calcio e di vita. So per certo che l'”attaccamento alla maglia” che noi abbiamo potuto apprezzare nel pallone lo hai dimostrato anche in famiglia, al lavoro e con gli amici, mettendo sempre tutto quello che avevi. Non si spiegherebbe altrimenti questo oceano di messaggi che ti stanno arrivando da ogni parte della città e della provincia. Ci mancherai infinitamente.

Un abbraccio fortissimo a Giovanna, Marco e Maddalena.

5 commenti - 4,400 visite Commenta

tifoso ignoto

Bepi Bergamin, il primo dopo il disastro a credere nel Padova
Da ammirare!
Riposa in pace

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fabio.pd

Una persona straordinaria, un grande ! ha avuto il grande merito di mettersi in gioco, riuscendo a salvare il Padova e a creare i presupposti per una sua risalita veloce dalle sabbie mobili. L’esempio che ha dato possa servire agli imprenditori ad uscire dal proprio guscio di benessere…..

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Enrico M.

Un Presidente vero, un tifoso vero capace di esserci nel momento più difficile e di farsi da parte (a malincuore) quando ha capito di non poter più sostenere le legittime ambizioni della piazza. Insieme a Bonetto ci ha permesso di esistere quando eravamo spariti, non ci ha frenato con calcoli personali quando c’erano opportunità di crescita migliori (almeno in apparenza). Lontano km dalla megalomania di Cestaro ma anche dal freddo calcolo da ragionieri della gestione attuale. Nemmeno da paragonare a altri loschi figuri passati da queste parti. Un uomo fatto di passione vera, di sostanza e di integrità. Il tipo di Presidente che vorrei sempre alla guida dei nostri colori
Grazie di cuore

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