A Salò è finita 2-2. Alla vigilia molti di noi avrebbero messo la firma sul pareggio e per diversi motivi: l’avversario forte (una diretta concorrente nella corsa alla serie cadetta), il campo pesante, la pioggia che è caduta incessante e abbondante per tutti e 90 i minuti, la voglia pazzesca degli ex di mettersi in mostra di fronte al Biancoscudo, il fatto che mercoledì c’è il derby col Mestre dunque ci saranno anche questa settimana 3 partite in 7 giorni…
Il punto conquistato in fin dei conti permette al Padova, anche se non è più primo, di tornarsene a casa con un secondo posto in solitaria a una sola lunghezza dalla neo capolista Renate. Il Pordenone ha perso in casa con la Triestina ed è rimasto sotto. Insomma, ragioni per sorridere oggi ne abbiamo, anche perché la squadra, come sempre, ha dato il massimo, ha corso come una pazza, ha rimesso in piedi la partita con volontà e impegno dopo che la Feralpi aveva rovesciato a proprio favore il risultato, non si è risparmiata in una giornata in cui a farla da padrone è stato soprattutto il tempo da lupi, con conseguente campo pesante.
E però un risvolto della medaglia c’è. O meglio, l’altro lato della medaglia, che bisogna, per dovere di cronaca, guardare e analizzare. Quel che fa inserire questo pareggio nell’elenco dei “pari con rammarico” è il fatto che il Padova la poteva vincere questa gara. Eccome se la poteva vincere. Aldilà delle 4 reti realizzate, infatti, le palle gol più nitide sono state dei ragazzi di Bisoli e se la traversa dello strepitoso Pulzetti nei primissimi minuti, quando si era ancora sullo 0-0, sa di episodio sfortunato (non preoccuparti, Nico, se vai avanti così la cacci dentro molto presto!), quella colpita da Chinellato nella ripresa ha il sapore della beffa. Dell’occasione clamorosamente mancata. Della squadra ancora incompiuta. Se ambisci al primo posto occasioni come queste le devi sfruttare, con cinismo e lucidità. Se le perdi per strada, probabilmente sei molto forte lo stesso (altrimenti non saresti nemmeno arrivato a liberarti così bene di fronte al portiere avversario) ma ti manca ancora qualcosa. Devi lavorare ancora molto. Devi crescere. Devi maturare.
Sottolineato questo, però, dico chiara e tonda una cosa e cioè che, finché i fatti su cui ci ritroviamo a ragionare sono questi, io continuo a sposare la teoria di Bisoli: cioè che sarà importante essere primi da marzo in poi per tirare davvero una volata importante verso la promozione diretta in B. Oggi sto contenta del pareggio che male non fa e rappresenta pur sempre una strada per dare continuità ai risultati. Ho fiducia nel lavoro che l’allenatore continuerà da qui in avanti a svolgere per riempire quei piccoli vuoti, per far crescere le qualità dei suoi ragazzi, per tirare fuori quel che è ancora rimasto inespresso. Quindi, avanti scudati e sotto col Mestre!