CERTE COSE CAPITANO SOLO A NOI

Quanta carne al fuoco in questa 28esima giornata del campionato di Lega Pro del Padova. Ma soprattutto quanta rabbia e quanta impotenza di fronte ad un torto subìto che grida vendetta. E che non può che far incazzare chiunque in questo momento abbia veramente a cuore le sorti della società e della squadra, dirigenti in primis.

Il Padova ha pareggiato a Reggio Emilia 1-1, è scivolato a meno 8 dal Venezia e, visto che mancano solo 10 partite al termine della stagione regolare, con ogni probabilità non potrà più nemmeno sognare di raggiungere la vetta della classifica da qui alla fine. Purtroppo, però, non è questa la notizia della giornata.

La vera (brutta) notizia della giornata è che, a distanza di 26 anni dall’altra volta in cui era capitato, al Padova, sul risultato di 1-1, prima è stato concesso un rigore nettissimo per tocco di mano di Contessa in area di rigore e poi lo stesso penalty gli è stato tolto. Motivo? Il direttore di gara, Camplone di Pescara, attorniato da almeno 8 giocatori della Reggiana che protestavano vivacemente, si è consultato con il guardalinee e, dopo aver detto che il rigore c’era indicando il dischetto, ha cambiato la propria decisione. Colpisce la modalità di questa inversione di opinione, innanzitutto perché il rigore c’era, ma anche perché l’arbitro era messo molto meglio del guardalinee, trovandosi a pochi metri dal fallo incriminato (a differenza dell’assistente che era lontano e aveva davanti, tra biancoscudati e reggiani, almeno una decina di giocatori a oscurargli la visuale). Colpisce, dicevo, perché questo episodio mi fa dire che certe cose capitano davvero solo a noi.

La mente mia, e quella dei tifosi più di vecchia data, è immediatamente volata a quel Lucchese-Padova del 1991. Sì, quella maledetta giornata della prima “fatal Lucca”. Anche lì l’arbitro, che era Longhi di Roma, diede un rigore al Padova e poi, consultandosi col guardalinee, lo trasformò in una punizione a favore della formazione toscana. Incredibile. Un quarto di secolo dopo lo stesso destino, in una partita che anche oggi, pur se un po’ meno di allora, era decisiva per le sorti del campionato del Padova.

Sono senza parole. Di gare di pallone ne ho viste migliaia in vita mia in tutte le categorie. Mai ho assistito ad un rigore dato e poi tolto, se non due volte in una sfida con protagonista il Padova. Pazzesco. Se poi ci aggiungiamo che il rigore dato alla Reggiana al 7′ del primo tempo (concesso e fatto tirare!) non c’era perché il tocco di Mandorlini era di spalla-viso e non di braccio, la rabbia cresce. A dismisura.

Sul sito tgpadova.it e sulla nostra pagina facebook del tgbiancoscudato trovate tutti gli episodi incriminati. Anche a voi che leggete, ovviamente, l’ardua sentenza.

 

SEMPRE PIU’ DURA MA SEMPRE PIU’ POSSIBILE

Quindicesima vittoria per il Padova. Diciassettesima per il Venezia. Sedicesima per il Parma.

I numeri continuano a dire che i biancoscudati, che oggi hanno battuto il Teramo in una di quelle classiche partite che in altri tempi sarebbe finita 0-0 o peggio ancora 1-0 per il Teramo nell’unica ripartenza in 90 minuti, possono continuare ad ambire al primo posto. Certo più passano le settimane più si fa dura, perché Venezia e Parma non accennano minimamente a mollare la presa, continuano a vincere e a farlo convincendo, ma la distanza da loro non è ancora di quelle che ti spingono a deporre le armi. Anzi, tutt’altro: è colmabilissima.

Continuo per di più a credere che il gruppo biancoscudato abbia qualcosa che le altre due non hanno. Spirito di sacrificio, voglia di lottare l’un per l’altro, quel pizzico di sana ignoranza calcistica che ti fa saltare con successo i diversi ostacoli che ti si parano davanti ogni domenica, quell’istinto che ti spinge sempre oltre, non sai nemmeno tu come e perché. Quindi non si deve mollare di un centimetro questa folle corsa. Non ora perlomeno. Avanti con la Reggiana e poi quel che sarà sarà.

P.S.: mi ha molto colpito l’utilizzo di Alfageme dal primo minuto: si era parlato di stiramento al flessore per lui ad inizio settimana e dunque non di un infortunio muscolare di poco conto. Brevi a fine gara lo ha pubblicamente ringraziato e questo mi ha fatto capire che, a precisa richiesta di disponibilità da parte dell’allenatore, in difficoltà perché gli mancavano 3 attaccanti su 4, il giocatore ha risposto: “Sì, ci sono se avete bisogno di me”, a prescindere dal quadro medico. Il gesto del giocatore è stato dunque di quelli importanti, di quelli che arricchiscono le qualità del gruppo di cui parlavo prima. Ma mi viene il dubbio che forse la lesione muscolare (che pur c’era, questo va precisato) non era forse così grave come era stata fatta passare in un primo momento. Un po’ più di attenzione nel comunicare le condizioni dei giocatori, se fosse giusta quest’ultima ipotesi, non guasterebbe.

 

SARA’ DURISSIMA MA VAL LA PENA CREDERCI

Prendo in prestito la frase che ha pronunciato a fine gara oggi Andrea Sbraga, tornato titolare dopo un po’ di tempo nella sfida vinta dal Padova a Mantova. “Quello che la fortuna ti toglie magari ti ridà”. Vero, verissimo. La scorsa settimana col Gubbio Alfageme aveva avuto la palla del possibile 2-1 subito dopo che gli umbri avevano trovato il pareggio, ma il portiere avversario Volpe gli aveva fatto un miracolo e ci si era dovuti accontentare di un punto. Stavolta è andata meglio: dopo una deviazione in corner e un palo, l’argentino, subentrato a inizio ripresa ad Altinier, è riuscito a trovare il varco giusto tra il palo e Tonti e ha infilato il pallone della vittoria al 92′. Crederci sempre, insomma, e mollare mai.

Purtroppo Venezia e Parma corrono. Eccome se corrono. Il Venezia con qualche colpo di fortuna al suo arco (ma magari, come ha detto Sbraga, prima o poi la Dea Bendata chiederà il conto anche ai lagunari), il Parma rimontando due gol di svantaggio con la Sambenedettese, campo non proprio facile. E’ così, per ora. Fare la corsa sul primo posto è dura, anzi durissima, ma, specie dopo la vittoria di oggi, voluta con tutte le forze a disposizione e ottenuta al fotofinish, credo che il sogno possa ancora avverarsi. Succederà che prima o poi Venezia e Parma perderanno qualche colpo. Succederà pure che ci saranno gli scontri diretti. Tecnicamente e qualitativamente sono superiori a tutte le altre, ma dalle nostre parti siamo abituati a sopperire alle qualità con la mentalità vincente, con il gruppo e con la voglia di sacrificarsi l’un per l’altro.

Proviamoci ancora per un po’, non costa nulla. Anzi, magari va a finire che questa rincorsa, se proprio proprio non finisce come desideriamo, ci carica ancora di più per i playoff…

QUANTO POCO BASTA…

Pochi secondi e la partita cambia. Anzi cambia l’intera giornata.

Oggi il Padova è passato, in un nanosecondo, dalla possibile quattordicesima vittoria al settimo pareggio in campionato. E’ bastato sbagliare le consuete due-tre palle gol che potevano chiudere il match definitivamente per vedersi segnare il gol da Romano in pieno recupero. Il veleno nella coda che il Padova aveva messo in chiusura di primo tempo segnando con Altinier la rete del vantaggio forse nel miglior momento del Gubbio è tornato indietro negli ultimi istanti della ripresa con il pari degli avversari.

Pari strameritato, va detto a scanso di equivoci. Davvero una bella squadra il neopromosso Gubbio. Ordinata, concreta, ben messa in campo dall’allenatore (che farà strada) e determinata. Ma se il Padova ha l’ambizione di voler insidiare il Venezia in vetta certe occasioni, anche se non si merita completamente la vittoria, non può lasciarsele sfuggire. Non nel modo in cui l’ha fatto oggi, quando, anche in assenza del 2-0 della tranquillità, bastava gestire meglio la palla e non far avvicinare il Gubbio alla propria area.

Dicevamo: son bastati pochi istanti a cambiare la giornata con il Venezia che ora è volato a +6.

Allora io dico: almeno impariamo la lezione e facciamo in modo che questi pochi istanti non siano in grado di cambiare anche il destino dell’intero campionato.

UNA DISTANZA CHE SI PUO’ ANNULLARE

Vittoria numero 13. Distanza dal Venezia che rimane a 4 punti. Un Padova sempre più consapevole e forte, solido dietro e cinico davanti (anche se bisogna smetterla di divorarsi tutte quelle palle gol…).

Condivido oggi il pensiero del nostro portierone Jack Bindi, provvidenziale nelle uniche due azioni pericolose della Maceratese: la corsa sul Venezia si può e si deve fare. La distanza dai lagunari si può accorciare prima e annullare poi.

Bindi ci crede. Io ci credo. Crediamoci tutti. E trasciniamo finalmente questa squadra dove merita di arrivare.

SON SINCERA, ERO UN PO’ PREOCCUPATA

Non ho problemi né remore a dire, con immensa sincerità, che prima del fischio d’inizio di questa partita ero un po’ preoccupata. A Forlì, domenica scorsa, avevo visto qualche brutto segnale, qualche scricchiolio di troppo, qualche muso lungo che mi aveva colpito. Avevo visto un Padova poco lucido e troppo nervoso. Sapendo poi quanto storicamente il Biancoscudo è bravo, specialmente nei giorni in cui si dovrebbe solo far festa, a complicarsi la vita, trasformando in periodo no anche una normalissima giornata storta, temevo che il Fano, ultimo in classifica, potesse essere l’avversario giusto per rendere le cose ancor più difficili. Quante volte, sempre storicamente parlando, abbiamo perso in casa partite sulla carta già vinte contro squadre già retrocesse? Troppe purtroppo.

Per fortuna le mie preoccupazioni si sono volatilizzate sulle ali dell’entusiasmo portato dai gol di Neto Pereira, Altinier e Cappelletti: partita chiusa tutto sommato agevolmente (anche se all’inizio sembrava un po’ stregata, con quelle tre traverse…), altri 3 punti in classifica, cammino diretto ad insidiare il primato del Venezia ripreso alla grande e festa per il 107esimo compleanno del Padova riuscita alla grandissima!

Sono contenta in particolar modo che a segnare sia stato Altinier: nell’ultimo periodo Cristian ha sofferto molto ed è stato attaccato a mio avviso ingenerosamente da diversi tifosi che lo definiscono “inconcludente”. E’ vero, sembrava aver smarrito la via del gol e si è divorato qualche occasione che non è da un bomber come lui divorarsi, ma onestamente, visto il curriculum (16 gol l’anno scorso, 17 gol due anni fa con l’Ascoli e via… risalendo!), credo sia quantomeno fuori luogo dire che è “inconcludente”. Magari era solo un po’ appannato e sarebbe stato meglio stargli vicino sostenendolo piuttosto che attaccarlo al primo sbaglio. Mi auguro che oggi l’iniezione di fiducia che gli è arrivata dal ritorno al gol (e sono otto) possa rimetterlo, come il Padova, sulla retta via. E farlo arrivare prima possibile in doppia cifra.

RESETTARE… SUBITO!

Metti un giorno di fine gennaio in cui, dopo una lunga sosta natalizia, ti presenti a giocare la tua prima partita del nuovo anno. Il calendario ti riserva il Forlì, squadra impelagata nei bassifondi della classifica ma in netta ripresa dopo qualche successo contro le prime della classe.

Parti bene, piglio giusto, sfiori il gol un paio di volte (di cui una particolarmente clamorosa) e un gol, regolare, lo fai, solo che il guardalinee e l’arbitro non se ne accorgono e dunque non te lo danno. In seguito a quest’ultimo episodio il direttore di gara ti espelle per proteste l’allenatore, ma tu continui comunque a pedalare a testa alta, cercando di riprenderti quel che ti è stato tolto.

Ti procuri un sacco di altre palle gol, batti 10 calci d’angolo (a zero) e ad un certo punto ti ritrovi a giocare con 4 punte contemporaneamente. Niente da fare. Nell’unica ripartenza felice (nata da una palla persa ingenuamente da un tuo attaccante) prendi gol e ti condanni alla sconfitta.

Ecco il racconto della giornata odierna del Padova. Tutto questo fa sperare si sia trattato della classica giornata storta, in cui puoi stare in campo anche due ore ma non riesci a segnare neanche se te la mettono davanti alla porta vuota la palla. Per questo motivo dico: resettiamo tutto, cancelliamo l’amarezza del passo falso e voltiamo pagina affinché col Fano domenica prossima la storia non si ripeta e il finale sia decisamente diverso.

Lo speriamo tutti che domenica prossima il Padova si rialzi subito: non vorremmo mai che le tantissime palle gol sbagliate e la scarsa vena di alcuni elementi della squadra in questo 22 gennaio 2017 fossero il sintomo di un malessere improvviso, destinato a protrarsi. Non dopo aver visto le prestazioni e i risultati appassionanti dell’ultima parte di 2016…

ARRIVEDERCI CAPITANO

Due anni e sei mesi che resteranno indelebili nel suo cuore, ma anche in quello dei tifosi. Perché sono stati i primi due anni e mezzo di vita del Padova rinato dopo i disastri di Penocchio. Quel Padova che ha saputo riprendere la forma di una società di calcio vincente anche grazie all’apporto umano e tecnico di gente come Marco Cunico.

Arrivederci capitano. In bocca al lupo per la tua nuova avventura da direttore sportivo del Lumezzane.

E dico arrivederci perché senz’altro il tempo porterà la tua strada e quella del Padova a ricongiungersi prima o poi.

Lasci un’eredità bellissima. Fatta di grandi valori. Quelli veri, non la fuffa di cui la gente si riempie la bocca fin troppo facilmente. Da queste parti i tifosi non dimenticano. E oggi ti dicono in coro: GRAZIE MARCO.

Ad maiora.

 

CHE BEL CAPODANNO!

Non si può che ribadire il concetto dell’ultimo post. Arricchito da un 3-0 senza storia strappato in trasferta allo stadio “Atleti Azzurri d’Italia”. Questa squadra piace sempre di più e, dopo aver fatto passare ai suoi tifosi un grandissimo Natale, ha provveduto a regalare loro anche un Capodanno coi fiocchi. 39 punti, undicesima vittoria: numeri che dicono che il Padova può, nel girone di ritorno, puntare al primo posto e dunque alla promozione diretta. Attenzione: puntare non vuol dire riuscirci per forza. Ma già avere questa consapevolezza aiuta a ragionare da vincenti.

Oggi è arrivata anche la notizia dell’addio di Filipe. Sinceramente apprezzo molto l’umanità e la professionalità di un ragazzo che ha deciso di tacere e di mettersi a disposizione del mister fino all’ultimo minuto dell’ultima partita dell’anno prima di dare l’addio ufficiale. Ma come giocatore, per fattori legati alle sue condizioni non buone, non è riuscito a rendere come sperava e doveva. Dunque ora attendiamo quel rinforzo di cui questa squadra ha bisogno per fare un grande salto di qualità.

Intanto buon anno a tutti e che il 2017 sia all’insegna di tante gioie, anche biancoscudate!

CHE BEL NATALE!

Il Padova ha vinto la sua decima partita in campionato.

Il Padova ha battuto la Sambenedettese che all’andata, sconfiggendoci, aveva provocato uno scossone tale da provocare il quasi esonero di Oscar Brevi.

Il Venezia ha perso a Forlì.

Il Pordenone ha perso a Gubbio.

Il Padova è terzo a 36 punti, a sole tre lunghezze dalla vetta.

Serve altro per passare un ottimo Natale? Direi di no.

E allora buon Natale a tutti! Gaudeamus igitur…