Non ho mai tollerato l’insana abitudine del calcio di far pagare agli allenatori colpe non loro.
Dopo aver visto il Padova di questa sera a Trapani, però, mi son convinta che, colpe o non colpe, a mali estremi (e la squadra mandata in campo stasera è un male estremo!) ci vogliono estremi rimedi.
La società ha provato in qualche modo a blindare l’allenatore, a far capire alla squadra che deve seguirlo, che episodi come quello della delegazione di giocatori andata dal presidente a chiedere di allontanare Mutti non devono più succedere. Ha provato ad instaurare il silenzio stampa, come se, peraltro, il problema fosse quello che i giocatori dicono in intervista e non invece, come succede, quello che trapela sotto banco dallo spogliatoio di Bresseo con una disarmante facilità! Penocchio e Valentini hanno tentato di risolvere i problemi con una sorta di rivoluzione sul mercato (stasera i nuovissimi acquisti Improta, Moretti e Almici sono stati tutti e tre titolari) ma la mossa non ha sortito l’effetto sperato. Anche tenere fuori i cosiddetti “dissidenti” (su tutti il capitano, Cuffa) non ha prodotto risultati positivi.
Niente da fare, tutto inutile. Abbiamo iniziato il girone di ritorno peggio di come abbiamo terminato quello d’andata, da non credere che fosse possibile!
La classifica dice però che non siamo ancora il Grosseto dell’anno scorso, retrocesso in Lega Pro già a Natale. Nonostante la situazione disastrosa e le vittorie ormai illustri sconosciute, abbiamo ancora due formazioni sotto di noi (Juve Stabia e Reggina) e quelle sopra di noi non sono troppo lontane.
Proprio perché non siamo assolutamente ancora spacciati, la società non può lasciare nulla di intentato e deve, a mio avviso, provare anche l’ultima carta che le resta, giusta o sbagliata che sia. Si è visto chiaramente stasera che questa squadra l’allenatore non lo segue più ed è finito il tempo di aggrapparsi alle questioni di principio. A mio avviso, bisogna cambiare. E farlo anche in fretta. Perché così non abbiamo nè capo nè coda e non andiamo da nessuna parte.
Poi se la società decide di prendersi altro tempo e la squadra sabato contro il Carpi all’Euganeo mi fa capire che mi sono sbagliata io e che vuole proseguire il suo cammino verso la salvezza con Mutti sono pronta a rimangiarmi le mie parole e a chiedere scusa per averle anche solo pensate. Mi deve però dare un segnale bello forte. E non solo a me: anche e anzi soprattutto ai tifosi. In particolare a quei 50 eroi che si sono avventurati fino a Trapani per assistere, sotto una pioggia battente e un vento gelido, ad uno spettacolo a dir poco indecoroso.