NIENTE ALLARMISMI, MA C’E’ TANTO DA FARE

Penso che nessun tifoso del Padova, neanche il più pessimista, abbia nemmeno lontanamente messo in preventivo che potesse finire così stasera contro il Trapani. Quel che preoccupa non è tanto il risultato finale, seppur pesante: è piuttosto la totale “mancanza di lucidità”, come l’ha definita Marcolin, dimostrata nel secondo tempo, è la stanchezza sulle gambe, è la serie impressionante di passaggi sbagliati, è la fase difensiva che purtroppo trasmette sempre tanta insicurezza. Per tutta la durata del precampionato Marcolin ha sempre premuto sul tasto dell’impegno e della cattiveria, proponendoli come suoi irrinunciabili cavalli di battaglia. Dunque potevo anche pensare di perderla questa partita, ma non con l’atteggiamento che ho visto nei biancoscudati nel secondo tempo.

Le attenuanti ci sono: Trevisan è stato fermo un po’ per il problema al soleo e non è in condizione, Cionek si è allenato poco a causa di un trauma distorsivo al ginocchio, Vantaggiato c’ha un alone di sfortuna addosso che forse sarebbe il caso di andare ad accendere un cero al Santo.

Però mai come questa sera ci siamo resi conto tutti che c’è tanto tanto tanto tanto da fare. Lo sa anche Marcolin che, nelle interviste del dopo partita, ha ripetuto più volte la parola “lavorare”. Bisogna che stavolta il passaggio dalle parole ai fatti sia particolarmente veloce ed efficace. Perché la preoccupazione dei tifosi sta già dilagando…

DIAMANTE LEI, LUCE LUI

Diamante lei, la squadra biancoscudata, luce lui, Christian Pasquato. Che ha illuminato la notte dell’Euganeo, nella prima di Coppa contro la Virtus Entella, con il gol che ha dato il la alla rimonta, andandosi a costruire l’azione che ha poi lui stesso finalizzato mettendo il pallone dietro le spalle del portiere chiavarese.

“Mi sento una responsabilità in più per il fatto di essere padovano e me la voglio prendere tutta”, ha poi detto l’attaccante di Vigonza al microfono di Gigi Primon durante la flash interview di fine gara a bordo campo. Credo proprio che questa responsabilità per Pasquato non sarà un peso, sarà piuttosto uno stimolo fondamentale per dare ancora di più, per portare in alto questo Padova. Dirò di più: mi piacerebbe che questa “responsabilità particolare” la sentissero tutti quest’anno, anche chi non è nato qui e “si limita” (si fa per dire) a vestire questa maglia.

Devo dire la verità, la prima sfida ufficiale mi è proprio piaciuta. Non tanto per il gioco, che pure a tratti c’è stato, ma per l’interpretazione da parte dei giocatori. Marcolin sta imprimendo col fuoco la mentalità giusta e questo non può che essere un ottimo punto di partenza, anche se evidentemente c’è qualcosa da sistemare ancora, soprattutto in difesa.

E’ stato bellissimo inoltre per me poter tornare allo stadio a vedere il Padova, commentando la partita in diretta proprio come facevo fino a tre anni fa, prima che mi costringessero a chiudermi in uno studio. Purtroppo la seconda sfida di Coppa Italia il Padova la gioca a Trapani e non potremo ripetere la fantastica esperienza con la perfetta regia mobile (sì, perfetta: non mi stancherò mai di ringraziare i preziosissimi supporti tecnici della serata che tanto successo ha riscosso: Tobia Schiavon, Beppe Zwirner, Nicola Rigoni, Sandro Zamboni, Vittorio Vinco e Nicolò Gennari, sono stati grandiosi, tutti!).

Pazienza. Basta che ci sia il Padova a regalarci emozioni forti. Noi un modo per raccontarvele e trasmettervele lo troveremo sempre. A cominciare dal 24 agosto, prima di campionato.

 

L’ANNO DI TRANSIZIONE

Sogno per il mio Padova lo stesso cammino fatto dall’Hellas negli ultimi due campionati. Quando è risalito dall’inferno della Lega Pro, infatti, il Verona si è reso protagonista, da neopromosso, di una stagione culminata con la conquista dei playoff (poi persi) e poi di un’annata che lo ha visto, con pochi cambi e lo stesso allenatore, salire in serie A diretto, al termine di una corsa straordinaria.

Ecco, per me sarebbe bellissimo se, nel giro di due anni, succedesse, vittoria più pareggio meno, la stessa cosa anche dalle nostre parti. C’è chi sogna che già quello che inizierà il prossimo 24 agosto possa essere il campionato del ritorno nella massima serie. Io rispondo: “Magari”. Sarò la prima a fare i salti di gioia se andrà così.

Ma il Padova ha vissuto un radicale cambio alla guida, dobbiamo dunque prepararci ad un anno di transizione. Senza fare voli pindarici o sognare troppo in grande. Questo, a mio avviso, sarà un anno di assestamento. Viviamolo senza assilli da risultato e senza particolari pretese. Poi, se qualcosa di veramente speciale passerà di qui…

Per un giudizio sulla squadra, continuo a ribadire quel che ho scritto nel precedente post, ovvero che aspetto la fine di agosto. I colpi grossi si faranno alle 18.55 dell’ultimo giorno di mercato, solo allora sapremo davvero con che pasta affronteremo il torneo 2013-2014.

Intanto vado in ferie due settimane. Purtroppo non ci sarò all’amichevole contro il Sydney di Del Piero, ma col cuore sarò all’Euganeo. In una serata che si preannuncia davvero emozionante.

Buona permanenza a tutti e buone discussioni sul blog!

ASPETTIAMO LA FINE DI AGOSTO…

La scorsa settimana è venuta a trovarci a Telenuovo Barbara Carron.

Con un magone grandissimo nel cuore e gli occhi velati di malinconia, la ex vicepresidente ci ha raccontato come sta vivendo il distacco dal Padova, che ha rappresentato per lei, in 8 anni, praticamente un fidanzato (l’intervista la trovate tra i video di questo sito, www.tgbiancoscudato.it). Alla fine le ho chiesto se conosce Diego Penocchio e lei mi ha risposto sinceramente di no. Però ha aggiunto subito dopo una frase che mi fa rimanere molto serena. “Guarda – mi ha detto Barbara – io non ci ho mai avuto a che fare ma se Cestaro ha deciso che lui poteva essere il nuovo proprietario del Padova vuol dire che la società è in buone mani. Marcello non avrebbe mai lasciato la sua squadra nelle mani sbagliate, penso che i tifosi debbano sostenere la nuova proprietà e portare pazienza se qualcosa all’inizio non andrà per il verso giusto. In fin dei conti, si tratta di persone nuove che hanno bisogno di tempo per imparare a sapere cos’è Padova e cos’è la piazza di Padova”.

Ebbene, ci siamo. L’era Penocchio è ufficialmente iniziata ieri sera con il raduno all’hotel Bristol Buja e stamattina con il primo allenamento a Bresseo. Il presidente ha usato toni molto sereni nel parlare di questo nuovo progetto, ma allo stesso tempo ambiziosi. Ribadisco quel che ho detto nel post precedente: aspettiamo il completamento della rosa e poi giudichiamo, con un po’ di pazienza. L’altra cosa importante che ha detto Barbara Carron nell’intervista è che le dispiace non essere riuscita, in tutti questi anni, a convincere Cestaro che sarebbero bastati molti meno soldi per gestire il Padova e portarlo in alto. Di sicuro con Penocchio le spese non saranno folli, ma se più oculate potranno comunque far arrivare a buoni risultati.

Per ora, quindi, mantengo il mio atteggiamento di fiducia. Poi, a fine agosto, si vedrà cos’avremo per le mani…

 

UN BUON APPROCCIO, ORA ASPETTIAMO LA SQUADRA

Vedere Cestaro con gli occhi lucidi stamattina mi ha profondamente commosso. Lui non voleva lasciare il Padova, voleva festeggiare la serie A portato in trionfo da un’intera città che lo adorava e gli vorrà sempre un bene fuor di misura. Purtroppo la famiglia, i problemi di lavoro e altri motivi strettamente personali lo hanno costretto a mollare prima di portare a termine il suo progetto e le redini del Padova sono passate di mano in anticipo rispetto ai tempi che lo stesso cavaliere si era prefissato tempo fa.

L’era Cestaro è dunque finita. Mi ha però confortato, e pure parecchio, l’approccio che ha avuto il nuovo numero uno biancoscudato Diego Penocchio. Avesse fatto proclami a destra e a sinistra, come sciaguratamente fece l’altro presidente lombardo nel 1996 (e sappiamo tutti com’è andata a finire…), mi sarebbe subito saltata la mosca al naso, così come mi era saltata quando i fratelli Vecchiato, protagonisti di una trattativa per l’acquisizione del calcio Padova precedente a quella che ha portato all’acquisto da parte di Penocchio, avevano parlato della volontà di “portare il Padova in Europa League” e del desiderio di riportare la squadra a giocare all’Appiani.

Penocchio si è presentato con idee chiare e piedi ben piantati per terra. Aspetterò che costruisca la società e la squadra prima di esprimere giudizi sul suo operato, ma l’inizio non mi è sembrato per niente male. Struttura snella, due tre figure esperte nei ruoli chiave e tanti giovani collaboratori motivati: mi sembrano tutte ottime premesse per l’allestimento di una rosa che poi sul campo porti a casa qualche buon risultato.

Penocchio ha detto oggi che è riuscito a comprare il Padova in pochi giorni perché la trattativa si è subito incanalata sui giusti binari, grazie alla serietà e professionalità di entrambe le parti. Ecco speriamo che questa serietà e questa professionalità facciano parte integrante del nuovo Padova. E che questo “colpo di fulmine” si trasformi ben presto in una solida storia d’amore.

GRAZIE CESTARO

Ebbene sì. Dopo 10 anni è arrivato il momento dei saluti. 

Marcello Cestaro esce di scena. Penso che il cavaliere ci abbia voluto un gran bene e che per questo gli si debba dire in coro un sentito “grazie”. Col cuore. Anche se qualche volta con la sua impulsività ha combinato qualche pasticcio. In fin dei conti, gli si voleva bene anche per questo suo carattere esuberante e sanguigno.

Mi sento di aggiungere un grazie di cuore a Barbara Carron: anche lei ci ha sempre messo il cuore ed è stata la vice fedelissima di Cestaro per 8 anni.

Concludo con un benvenuto a Diego Penocchio, nuovo presidente del Padova. Che si prenda a cuore i nostri colori. Per tenerli sempre in alto. Per ora non gli chiedo altro.

SVOLTA EPOCALE

Dico la verità. Non ho mai pensato che Cestaro potesse davvero un giorno vendere il Padova.

Nè quando, nel 2004, ha trattato con Osti e Bigi, nè quando, qualche anno dopo, pareva dovesse subentrare Bertani. Nemmeno ai Vecchiato ho creduto molto, per i motivi che ho spiegato qualche post fa.

Eppure ora ci siamo. Cestaro, per la prima volta da quando è azionista di maggioranza, dal 2003,  ha detto chiaro e tondo che vende. Perché non ce la fa più. Perchè di soldi, anche per colpe sue, ne ha spesi troppi.

Siamo alla svolta epocale. Ora non ci resta che sperare di finire in buone mani.

Solo questo.

CENA DEL BLOG

Devo a tutti voi delle scuse.

Ho difatti prima lanciato il sassolino e poi nascosto la mano, fissando come data per una cena del blog questo venerdì, 14 giugno. Purtroppo non riesco a tenere fede a questa promessa perché venerdì sera mi è impossibile liberarmi.

Ma sono qui a fissare un’altra data, stavolta definita e improrogabile (a meno che la maggior parte di voi sia impossibilitata e allora spostiamo).

VENERDI’ 21 GIUGNO

Luogo di ritrovo il parcheggio sotto Telenuovo, alle 20.

La sede di Telenuovo è in via Po 62, a due passi dall’Euganeo e dal casello autostradale di Padova ovest.

Se venite da corso Australia, in direzione Cittadella per intenderci, dovete prendere l’ultima uscita prima del casello, quella piccola con i cartelli che indicano VIA PO, VIA RONCHI BASSI, VIA TEVERE, VIA DUE PALAZZI. Allo stop andate dritti (mi raccomando dritti e non a sinistra se no finite ad Altichiero) e dopo 200 metri vi trovate la sede di Telenuovo sulla sinistra (è il portone di fianco al supermercato DICO).

Se venite dal centro, non dovete fare altro che percorrere il cavalcavia Camerini. Alla rotonda girate a destra per via Sacro Cuore, dopo un chilometro a sinistra c’è via Due Palazzi. La prendete, appena la strada va in discesa, a destra c’è via Po. Prima del sottopasso, imboccate via Po e dopo duecento metri c’è la sede di Telenuovo, a destra.

Se venite dall’autostrada uscite a Padova ovest, prendete per Padova. Appena entrate in tangenziale prendete la prima uscita. L’uscita si biforca: a sinistra si va verso Venezia-Castelfranco, a destra si va verso via Po e c’è il cartello giallo con scritto Telenuovo. Imboccate quest’ultima, fate tutto il cavalcavia e, appena scesi, prendete la prima a destra che è via Po. Duecento metri e Telenuovo è alla vostra sinistra.

Se venite col navigatore, impostate via Ronchi Bassi 62, perché se scrivete via Po 62 non so per quale arcano motivo vi porta da tutt’altra parte.

Per ogni altra richiesta o dubbio, scrivetemi qui che vi rispondo.

Cercherò di trovare una pizzeria che non sia troppo lontana dalla sede di Telenuovo così facciamo presto a raggiungerla e non moriamo di fame!

Ciao a tutti, attendo qui le adesioni, Martina

QUALCHE CERTEZZA OGNI TANTO… PARE BRUTTO?

Si riapre la trattativa tra Cestaro e i Vecchiato per la cessione del 40 per cento del pacchetto azionario biancoscudato. E io rimango una volta ancora senza parole. Non sono nemmeno l’unica peraltro, leggendo qua e là i commenti che si sono scatenati dopo l’uscita in edicola dell’edizione odierna del “Mattino di Padova” con lo scoop firmato Stefano Edel.

Capisco che per Cestaro la gestione del Padova sia stata e continui ad essere pesante e che sia tanta la voglia di dividersi oneri e onori con un’altra forza imprenditoriale. Quel che invece è Cestaro a non capire (e non solo quest’anno) è che il calcio ha dei tempi tecnici fondamentali da rispettare che, in questo momento, consistono nella scelta del direttore sportivo e dell’allenatore. Non possiamo ancora aspettare settimane prima di sapere se il ds sarà Angelozzi oppure De Franceschi e se l’allenatore sarà Iachini, Di Carlo o chi per loro.

Per cui mi auguro che la riapertura dei contatti tra le due parti non provochi ulteriori ritardi e che, per la fine di questa settimana al massimo, si appoggino nello scacchiere le prime due fondamentali pedine. Per me possono anche portare avanti la trattativa sotto traccia (come ci ha fatto capire stamattina Vecchiato scrivendoci in un sms che “c’è bisogno che le luci si affievoliscano per il bene del Padova”) arrivando al dunque nei tempi che considerano più consoni alle reciproche esigenze, ma dicano cosa vogliono fare della squadra. Prima possibile.

COME VOLEVASI DIMOSTRARE

Come volevasi dimostrare, la trattativa con i Vecchiato è saltata. Niente di nuovo, me l’aspettavo e mi aspettavo proprio questo triste epilogo, con Cestaro e Vecchiato che si accusano a vicenda di non aver risposto l’uno alla proposta dell’altro.

Dico la verità, sono tanto triste. Perché, per fare un esempio, a Verona, una settimana dalla promozione in A, hanno già confermato lo staff tecnico e sono partiti con iniziative e sponsorizzazioni nuove. Noi invece siamo qua a parlarci attraverso le conferenze stampa e non sappiamo ancora chi saranno direttore sportivo e allenatore della prossima stagione. Questo è il problema a Padova: che si parla tanto di progetto e programmazione, ma purtroppo non conosciamo il significato di nessuna di queste due parole.

Cosa aggiungere…