Continuano a ripetere che davano tutto anche quando le cose andavano male, anzi malissimo. E si usciva dal campo con sconfitte assurde sul groppone, scivolando sempre più in basso in classifica. Probabilmente è vero. Nel senso che ciascun giocatore del Padova era davvero convinto di dare il massimo e di impegnarsi a fondo, a dispetto del risultato finale negativo della partita.
Mancava qualcosa di fondamentale però: la forza del gruppo. Quella che ho rivisto sabato scorso e oggi prima, durante e dopo i novanta minuti di partita e che, esattamente come l’anno scorso all’indomani della sconfitta interna contro il Ravenna in campionato, sta ricominciando a fare la differenza. In positivo.
Sabato scorso, a fine partita, tutti fanno a gara per fare i complimenti a Cano per la parata decisiva su Della Penna che ha evitato il 2-2 del Gallipoli. Tra i primi che si complimentano con il portierone c’è proprio il suo rivale numero uno, Federico Agliardi. E Cano lo stringe forte a sè per ringraziarlo, dandogli una pacca sulla schiena col guantone.
Faisca oggi, prima del fischio d’inizio, abbraccia i compagni e urla: "E’ nostra, deve essere nostra". Ha il fuoco negli occhi mentre pronuncia quelle parole.
Sempre oggi, quando Soncin segna il 2-0, vanno ad esultare verso di lui Vantaggiato, Rabito, Renzetti e Cuffa. L’abbraccio tra tutti loro dura lunghi, interminabili, secondi. E’ caloroso e autentico, tanto quanto quello che in difesa si fanno tra di loro Faisca, Cesar e Cano senza allontanarsi dall’area. Perchè non la si deve lasciare sguarnita nemmeno pochi secondi.
Ecco, questo è lo spirito giusto per conquistare la salvezza.
Mutuando una straordinaria canzone di Giorgio Gaber, ciascun biancoscudato ha capito che poteva tornare ad essere "vivo e felice" solo se accanto a lui lo erano anche tutti gli altri compagni di squadra. Sì, anche quelli che magari caratterialmente fa fatica a sopportare. Ognuno, in questo momento, "è più di sè stesso". Ed è disposto a superare i propri limiti, le proprie debolezze e i propri difetti perchè sa che anche tutti gli altri faranno lo stesso. Per una causa comune. La permanenza in una categoria che Padova si merita.