E’ mancato il guizzo vincente, è vero. Con tutte le volte che i biancoscudati si sono presentati a tu per tu con Aprea, almeno un pallone doveva finire alle sue spalle e gonfiare la rete. Però la notte del derby con gli arancioneroverdi ha offerto al palato dei tifosi padovani un Padova in salute, capace di reagire alla velocità della luce alla partenza sprint del Venezia e di procurarsi almeno cinque-sei nitide occasioni da rete. In una sola parola, una squadra matura, brava a resistere agli attacchi quando gli avversari hanno tentato di metterla in difficoltà e altrettanto irrefrenabile quando è stato il momento di attaccare per vincere la partita. Il Padova ha inoltre regalato a tutti la consapevolezza che il gruppo, oltre ad essere dotato di undici titolari di grande calibro, ha al suo interno anche giovani che definire semplicemente "interessanti" è dire poco. Alberto Filippini e Marc Lewandowski, chiamati a sostituire all’ultimo momento l’acciaccato Baù e il febbricitante Gentile, hanno esibito una personalità da big e giocate di categoria. Pure Pietro Baccolo, entrato a partita in corso, non ha assolutamente tirato indietro la gamba, anzi. Tutto questo mi fa ben sperare per il prosieguo del campionato perchè i segnali sono quelli di una crescita progressiva. Forse davvero la dirigenza ha indovinato la ricetta giusta per fare del Padova un impasto vincente. E’ questa la squadra che il tifoso vuol sempre vedere in campo: la speranza è che dalle prossime partite arrivino solo conferme e ulteriori miglioramenti.
P.S.: ho scoperto perchè Ire ha adottato per una settimana la linea del "silenzio": voleva farmi una bella sorpresa e ci è riuscita, portandomi ieri sera allo stadio un bellissimo mazzo di fiori, insieme alla sorella Elena. "Vince chi ha la volontà di vincere" era scritto nel biglietto. Grazie davvero, dolcissima Ire e grazie anche a te Elena. Auguro anche a voi di raggiungere traguardi ambiziosi perchè ve li meritate tutti.