PADOVA BIFRONTE: UNA BOMBA DAVANTI, UNA FRANA DIETRO, COME QUELLO DI FROSIO

E’ incredibile. Tutto mi sarei aspettata, in questo avvio di campionato, fuorchè di ritrovarmi dinanzi un Padova bifronte, come il dio Giano che aveva due teste: un carrarmato implacabile davanti, grazie alle immense qualità del tridente composto da Andrea Rabito, Massimiliano Varricchio ed Eder Baù, tenero come il tonno che si taglia con un grissino dietro. In effetti, a volerle vedere, certe avvisaglie c’erano anche in precampionato, solo che i fumi dell’entusiasmo per le vittorie contro Piacenza e Chievo le avevano un pochino fatte passare in secondo piano. 

Comunque sia, è arrivato il momento di affrontare la situazione: a Legnano si poteva anche invocare il fatto che era la prima partita, che era caldo e che il portiere Facchin ne aveva combinata una peggio dell’altra. Stavolta non ci si può attaccare agli episodi, innanzitutto perchè Davide Facchin ha riscattato ampiamente la prova opaca della prima giornata con un paio di uscite davvero provvidenziali sugli attaccanti del Lumezzane e, in secondo luogo, perchè è evidente che non ci troviamo di fronte ad errori dei singoli. Come seguitano a dire i biancoscudati, e insieme a loro l’allenatore Sabatini, è la fase difensiva nel suo complesso che presenta più di una pecca. Bisogna adottare assolutamente le adeguate contromisure e garantire più copertura dietro, altrimenti non si andrà da nessuna parte.

Questo Padova mi ricorda tanto la squadra di Pierluigi Frosio, l’ultima, peraltro, che è riuscita ad agguantare i playoff, nella stagione 2002-2003, arrivando quinta e perdendoli poi in semifinale con l’AlbinoLeffe. Allora il trio delle meraviglie era composto da Mariano Sotgia, Ciro Ginestra e Davidone Succi: segnarono una caterva di gol, portando in alto il Padova, ma anche allora l’inizio del campionato fu pessimo (sconfitta in casa per 3-2 col Cesena alla prima, pareggio per 2-2 a Carrara nella seconda e via così) e, alla fine, a fare la differenza, in negativo, furono proprio le mancanze della fase difensiva, che non riuscì mai a compensare la forza dell’attacco (ci ricordiamo tutti, purtroppo, nella semifinale di andata dei playoff contro l’AlbinoLeffe, che razza di gol abbiamo preso….). 

Quel che oggi mi conforta, rispetto ad allora, è che Carlo Sabatini ha già ammesso che esiste un problema e lo ha individuato, assicurando che rivedrà quanto prima le sue decisioni circa gli assetti tattici. E che poi siamo alla seconda di andata, non già alla semifinale playoff… C’è davvero tutto il tempo, basta, stavolta, sfruttarlo a dovere e non perderne altro.     

BIGLIETTERIE CHIUSE ALLE 12: “MOTIVI DI ORDINE PUBBLICO”

Le biglietterie dello stadio Euganeo devono chiudere con tre ore di anticipo, rispetto all’orario di inizio della partita, per motivi di "ordine pubblico". "Abbiamo trovato questo tipo di accordo con Questura e Prefettura – ha detto il consigliere delegato del Padova, Gianluca Sottovia – perchè, con l’introduzione dei tornelli, i tempi di ingresso allo stadio si allungano notevolmente e le forze dell’ordine vogliono che si evitino situazioni di tensione e code troppo lunghe. La chiusura anticipata delle biglietterie è regola già attuata nelle altre piazze che hanno introdotto l’uso dei tornelli". Sottovia ha promesso, proprio per andare incontro ai tifosi che in queste ore hanno sommerso di telefonate la sede, che la società biancoscudata cercherà di portare da tre a due le ore di chiusura anticipata delle biglietterie. Contemporaneamente ha però invitato i tifosi a cambiare le proprie abitudini. "Bisogna abituarsi ad arrivare per tempo e ad acquistare i biglietti in prevendita. Distribuiremo in queste ore un vademecum con tutte le istruzioni per l’uso".  

ANDREA RABITO: LA PRIMA TRIPLETTA, LA VOGLIA DI TORNARE IN B E… DINTORNI

A Legnano non è andata come tutti speravano (anzi, come tutti speravamo!). Avevamo in pugno una vittoria, è arrivato solo un pari. La prima di campionato ha però regalato, insieme alla consapevolezza che c’è ancora molto da lavorare soprattutto sulla fase difensiva, anche la certezza che lì davanti siamo una vera e propria corazzata. E che, all’interno di questa corazzata, un ruolo da protagonista indiscusso se lo ritaglierà senz’altro Andrea Rabito: il "Roger Rabbit" biancoscudato, già autore l’anno scorso di 13 gol, a Legnano ha lasciato tutti a bocca aperta esordendo addirittura con la prima tripletta della sua carriera.

Ecco un piccolo ritratto inedito dell’esterno d’attacco di Cavazzale.

I primi tre gol dell’anno li ha dedicati allo zio Leopoldo, che l’anno scorso ha avuto un brutto incidente sul lavoro cadendo da una impalcatura e che, dopo tanta sofferenza, ha intrapreso fortunatamente la strada della guarigione definitiva. Non solo: il suo pensiero si rivolge anche a chi, quando lui era in B, non ha creduto in lui costringendolo a tornare in serie C per dimostrare nuovamente il suo valore. "Mi riferisco, ad esempio, a Mondonico che ho avuto all’AlbinoLeffe – spiega Rabito – e che proprio non mi vedeva. Ora la B spero di riconquistarla col Padova". Delle esperienze vissute tra i cadetti (Modena, Sampdoria, Terni, Livorno, Rimini e, appunto, AlbinoLeffe) è quella modenese che gli è rimasta più nel cuore perchè è stata la prima e si è conclusa con una straordinaria promozione in A che non si aspettava. Proprio a Modena, dove torna spesso a trovare gli amici, Rabito ha trovato un anno e mezzo fa la "morosa": Francesca, 21 anni, che definisce "semplice, spensierata, allegra e profana di calcio: tutte cose che me la fanno amare tantissimo". 

Hobby particolari non ne ha: a Rabito piace molto la musica di Vasco Rossi, di cui spera di assistere presto ad un concerto dal vivo. Il nostro eroe ama inoltre viaggiare: prossimi obiettivi Londra, Barcellona, Berlino e gli States. Ma l’obiettivo più immediato rimane "vincere con il Lumezzane domenica all’Euganeo perchè Cittadella e Sassuolo ci hanno insegnato l’anno scorso che, per arrivare in fondo, bisogna partire forte e avere continuità di rendimento, anche fuori casa. Bisogna fare lo stesso".

FACCHIN CHIEDE SCUSA, MA E’ DA RIVEDERE TUTTA LA FASE DIFENSIVA

"Chiedo scusa ai tifosi che erano presenti a Legnano. So di avere molte responsabilità e me le prendo tutte". Il giorno dopo l’amaro debutto con la maglia del Padova, il portiere Davide Facchin non accampa giustificazioni: i brutti voti sui quotidiani lo hanno ferito, ma è pronto a guardare avanti. "Chi gioca a calcio sa che certe giornate possono capitare. Purtroppo è andata così e accetto tutto quello che si è detto perchè è giusto così. Andrà meglio la prossima volta". 

Onesto e sincero Davide Facchin il giorno dopo la domenica più nera della sua carriera si scusa per essere andato in "pappa" e aver provocato due dei quattro gol. A mente fredda e rivedendo le immagini però non credo che bisogna fare di questo ragazzone di 20 anni l’unico capro espiatorio del pari rocambolesco di Legnano. E’ la fase difensiva che ieri ha fatto acqua da tutte le parti, da un certo momento in poi, e si confermano purtroppo fondati i dubbi di chi diceva che la retroguardia del Padova ha bisogno di una sonora registrata.

 

LA COLONNINA DI MERCURIO DEL TIFO SALE ALL’IMPAZZATA

"Dopo cinque anni di vacche magre, arriveranno altrettanti anni di vacche grasse. Faremo un campionato scoppiettante". Parole e musica di Claudio Sinigaglia, vicesindaco di Padova, nonchè assessore con delega allo sport. Non è l’unico il numero due della giunta Zanonato a pensare che, quello che sta per iniziare, sarà l’anno buono per i biancoscudati, dopo tanto tribolare. Sinigaglia è in buona compagnia: insieme a lui, sono dell’idea che il Padova vincerà di gran carriera questo campionato anche la maggior parte dei giornalisti e addetti ai lavori padovani (tra cui anche il nostro Andrea Moretto, estimatore numero uno, come ben sapete, dell’airone Varricchio!) e un nutrito gruppo di ex allenatori, tra cui l’artefice della promozione in A, oggi osservatore della Juventus, Mauro Sandreani, nonchè Renzo Ulivieri da San Miniato che si è complimentato in queste ore con la società per la scelta di non stravolgere l’organico, decisione che "porterà a raccogliere finalmente i frutti di quel che si è seminato senza dover ricominciare un’altra volta da capo", ha precisato il tecnico toscano. In molti altri ritengono che aver rinnovato la fiducia al gruppo dello scorso anno pagherà proprio come è stato per Cittadella e Sassuolo l’anno scorso (una serie di ex biancoscudati la pensa così: tra questi Angelo Montrone, Damiano Longhi, Ciro Ginestra, il tanto odiato ex presidente Cesarino Viganò e il tanto amato numero uno dell’ultima serie A Sergio Giordani e l’ex allenatore Gianfranco Bellotto). C’è di più: la maggior parte di coloro che sognano, a maggio, la tanto sospirata promozione in serie B, indicano nella riconferma di Carlo Sabatini in panchina la scelta più giusta che Cestaro potesse compiere per dare continuità al lavoro fin qui svolto. Molti gli attestati di stima nei confronti del tecnico perugino, considerato bravo tatticamente e contemporaneamente profondo conoscitore dell’ambiente padovano, "ormai maturo al punto giusto per fare lui stesso il salto di qualità e farlo fare alla squadra". Lo stima per Sabatini viene espressa non solo da chi lo conosce bene perchè ci ha lavorato insieme (gli stessi Giordani e Sandreani, ad esempio, e, insieme a loro, il nostro ex collega a Telenuovo, oggi giornalista di Sky, Gianluca Di Marzio), ma anche da chi semplicemente ha visto all’opera il Padova nelle tre partite di Coppa vinte contro Pontedera, Piacenza e Chievo Verona e gli è piaciuto un sacco (tra questi anche il giornalista Germano Mosconi, presente sabato scorso al Bentegodi, che ha definito il Padova "la Juventus della serie C"). In un momento così positivo, la gioia è talmente contagiosa che perfino chi il Padova non l’ha mai visto giocare ma comunque ce l’ha nel cuore per questioni di nascita (vedi l’ex miss Italia Eleonora Pedron e l’inviato di "Striscia la Notizia" Moreno Morello) ci credono (eccome se ci credono!) e rivolgono alla squadra un sentito "in bocca al lupo". 

Gli unici a tirare, comprensibilmente, il freno a mano sono i tifosi, che più che crederci ci sperano, ma evitano di lasciarsi ancora troppo andare per non rimanere per l’ennesima volta scottati da una delusione finale che stavolta sarebbe davvero insuperabile.

A questo punto la mia domanda è: ma secondo voi è meglio essere prudenti e aspettare almeno le prime giornate prima di sbilanciarsi in un pronostico così "rosa", oppure si può pensare positivo fin da ora, visto il precampionato davvero esaltante?

E soprattutto: è o non è l’anno buono per il Padova per tornare in serie B, visti i felici presupposti ammirati finora?  

IL GOL DI VARRICCHIO AL TG5: CHE EMOZIONE!

Edizione delle 13 del Tg5, pagina sportiva.

Sono seduta a tavola con il mio ragazzo: mentre pranziamo, parliamo dell’impresa del Padova di ieri sera al Bentegodi (c’era anche lui), della straordinaria prestazione di tutta la squadra, del carattere, del bel gioco, della stupenda puntualità sotto porta di Varricchio quand’ecco che parte il servizio dedicato alla Coppa Italia. Il giornalista dice: "sono tre le formazioni di serie A che escono al primo turno, sconfitte da realtà di categoria inferiore". Interrompiamo il discorso e fissiamo il tubo catodico che, dopo aver mostrato l’impresa del Ravenna in quel di Palermo, ci fa vedere il 2-1 di Varricchio al Bentegodi, su assist d’oro del prossimo prodotto del settore giovanile biancoscudato che farà parlare tanto di sè in futuro, Baccolo. 

Il giornalista, nel suo commento, afferma: "Il Chievo si deve arrendere 2-1 all’ambizioso Padova…". Mamma mia, ragazzi, mi si stringe il cuore: il Padova di nuovo sui tg nazionali, meritatamente, dopo non so nemmeno io quanto tempo! 

Sarà anche solo l’inizio, le partite che contano devono ancora arrivare e, come giustamente ha sottolineato Rabito a fine gara, riserveranno al Padova squadre che si chiudono e fanno dell’agonismo la loro arma. Sì, torniamo pure con i piedi per terra e prepariamoci ad affrontare il Legnano: possiamo però farlo con la consapevolezza di avere tutte le armi stavolta, di poter contare su un gruppo forte e molto molto molto motivato. 

Sono convinta che da domani chi ancora non si è abbonato correrà a farlo! 

 

P.S.: ho scoperto, dopo aver postato questo intervento, che con i cinque gol realizzati tra la sfida col Pontedera e quella di ieri sera al Bentegodi, Varricchio è pure il capocannoniere della Tim Cup. A maggior ragione, onore al merito! 

 

 

 

INIZIO SOLO APPARENTEMENTE SOFT, POI QUEI DERBY…

 

Sono usciti i calendari. Il mio primo istinto è stato quello di pensare che, tutto sommato, ci è andata bene. Iniziamo a Legnano, dove sicuramente avremo voglia di dimostrare che siamo tutt’altra cosa rispetto alla squadraccia che l’anno scorso perse 1-0 subito dopo Natale senza lottare, e poi in casa esordiamo contro il Lumezzane che è una neo promossa. 

Poi telefono all’allenatore del Padova, Carlo Sabatini, è giustamente mi riporta alla realtà. "Le neopromosse puntano molto su un buon inizio e sul conseguente effetto sorpresa – mi dice – Di solito fanno una preparazione più leggera e sicuramente avranno più brillantezza sulle gambe". "Comunque – conclude – Fa poca differenza il prima o il dopo: tanto bisogna incontrarle tutte", dispiacendosi per non avere la possibilità di incontrare la famigerata Pro Sesto, che l’anno scorso ci ha scippato i playoff venendo a vincere all’Euganeo, sul finire del campionato. "Mi sarebbe piaciuto magari che avessero bisogno di punti per salvarsi quando ci giocavamo contro – sorride – Eh, sono un po’ vendicativo io….". E ride.   

Poi, se guardiamo dalla terza in avanti, non è così facile: il Novara ha costruito una buona squadra e c’è inoltre quella fila di derby, dal 28 settembre in poi, che comincia con un Verona-Padova che, onestamente, un po’ mi spaventa, visto che anche i "cugini", avendo incassato dai biancoscudati sei "susine" tra partita di andata e partita di ritorno l’anno scorso, avranno voglia di rivalsa. Il Portosummaga sta dimostrando a tutti, in questo precampionato, di non aver voglia di fare la semplice comparsa e il Venezia, si sa, quando gioca col Padova si da sempre particolarmente da fare, anche quando non ha nulla da guadagnarci…

Che mi dite voi di questo calendario? Prevede un inizio facile, così come sembra sulla carta, o nutrite gli stessi dubbi del tecnico biancoscudato?  

CAMPIONATO NUOVO, MACALLI VECCHIO

Finalmente il buon Mario Macalli è tornato all’antico e alla cara vecchia suddivisione NORD – SUD. 

Era dal 2004 che il presidente della Lega Pro si imbarcava ogni estate in suddivisioni tanto variopinte quanto assurde, costringendo le nostre squadre a trasferte improponibili. Quattro anni fa iniziò gli esperimenti dividendo l’Italia in due verticalmente e creando il girone tirrenico e quello adriatico. Poi proseguì con una suddivisione mista nel 2005 e nel 2006 (un anno con le toscane escluse dal girone A e un anno con le stesse reintegrate, un anno con le pugliesi e un anno senza… boh!) e nel 2007 pensò bene di mescolare ancor di più le carte mettendo nel girone A anche Cavese e Paganese, oltre a Ternana e Foligno. 

Ora finalmente (probabilmente costretto dalle squadre da suddividere che si è ritrovato in mano)  ha ripristinato il criterio più semplice e ha messo Padova e Verona nel raggruppamento A con Cesena, Cremonese, Legnano, Lecco (ripescato), Lumezzane, Monza, Novara, Pergocrema, Portosummaga, Pro Patria, Pro Sesto, Ravenna, Reggiana, Sambenedettese, Spal e Venezia. 

La trasferta più lontana per i tifosi biancoscudati sarà, appunto, quella in casa della Samb, allo stadio Riviera delle Palme di San Benedetto del Tronto, nelle Marche. Per il resto le gare fuori casa saranno tutte abbastanza vicine.

Alla luce di questa ripartizione, che elimina dalla corsa alla vetta della classifica e alla serie B concorrenti pericolose quali l’Arezzo, il Foggia, il Crotone, la Cavese e la Ternana, qual è la squadra che più fa paura adesso?

A voi la parola.         

 

SI COMINCIA? NO, SCIOPERO

Alzi la mano chi non aveva già iniziato a segnare i giorni sul calendario, in trepidante attesa del 31 agosto, data di inizio del campionato 2008-2009. Sognando un esordio di quelli indimenticabili, magari all’insegna dei gol dell’airone Varricchio e dei numeri di Rabito e Baù sulle fasce, oppure dell’esplosione di qualche nuovo, che ne so Pederzoli a centrocampo piuttosto che Carbone in difesa. E invece nisba: la Prima e la Seconda divisione (mamma mia, che difficile che è chiamarle così le care vecchie serie C1 e C2…) hanno annunciato uno sciopero nella prima giornata di campionato per protestare contro le rose troppo verdi. Ovvero contro la decisione della Lega Pro di fissare a 18 il tetto massimo di giocatori di età libera, obbligando le società a tesserare, dal diciannovesimo giocatore in su, solo under 21. E’ stato il Consiglio Direttivo dell’Associazione Italiana Calciatori a sancire la domenica a braccia conserte, perchè ritiene che una rivoluzione del genere, che, nel nome della valorizzazione dei settori giovanili, di fatto taglia fuori dai giochi centinaia di giocatori "over 21", andava attuata dopo essersi seduti attorno ad un tavolo con tutte le parti in causa e soprattutto in tempi più lunghi, non così, da un campionato all’altro.

In attesa di consolarsi con le sfide della Tim Cup (si comincia questo sabato all’Euganeo contro il Pontedera, alle 20,30) e soprattutto di sapere la composizione dei due gironi della Prima divisione (non è un po’ tardi? Che aspettano?), che ve ne pare di questo sciopero? Hanno ragione i calciatori oppure è giusto, in questo particolare momento del calcio, chiedere un sacrificio di questa portata per tentare, almeno in terza serie, di dare spazio e far crescere i più giovani?   

LA MALEDIZIONE DEL PADOVA

E’ ufficiale: se la fortuna è cieca, la sfiga ci vede benissimo. E si trova talmente bene a Padova che ha deciso di prendere casa dalle parti di viale Nereo Rocco. Con un contratto d’affitto che si sta purtroppo rivelando sempre di più a tempo indeterminato.

Non voglio nè piangermi addosso nè attaccarmi sugli specchi nè sottrarre ai biancoscudati alcuna delle responsabilità del mancato raggiungimento dei playoff per la B nell’ultimo quinquiennio, ci mancherebbe. Solo che, arrivati appunto al quinto campionato di fila, in cui, a ridosso del "pronti, via", a "pronti, via" da poco passato o nel cuore della stagione, casca sulla testa della squadra una grossa tegola o addirittura più di una comincio davvero a pensare che esista una sorta di "maledizione".

Ecco un veloce riassunto delle puntate precedenti:

CAMPIONATO 2003-2004: arrivato dal Palermo con il "karma" del fuoriclasse che dovrà fare la differenza e in mano un succoso contratto triennale, l’argentino Cristian La Grotteria, su cui l’allenatore Glerean e il ds Vignoni costruiscono tutto il resto della squadra, è costretto a dare forfait a causa di un tendine che sfrega sul malleolo procurandogli dolore. Operato, resterà fuori quattro mesi, riprendendo solo a fine campionato un buono stato di forma.

CAMPIONATO 2004-2005: il precampionato va benissimo, La Grotteria è in condizione ottimale e in Coppa Italia segna anche due gol. Il campionato comincia male (due sconfitte e un pareggio nelle prime tre giornate) ma finalmente, alla quarta, il Padova batte 3-1 il Giulianova (gol di Antonaccio, La Grotteria e Matteini) e prende il volo sconfiggendo poi il Foggia del "principe" Giannini in casa 1-0 (Zecchin), pareggiando fuori con la Vis Pesaro 1-1 (rigore di Cecchini) e dilagando poi 4-2 con il Sora all’Euganeo (doppietta di Matteini e gol di Maniero e Zecchin). Nella trasferta al "Mazza" di Ferrara del 1 novembre però ecco un nuovo grave voltafaccia della dea bendata: il Padova sta vincendo con la Spal (e vincerà 3-1) quando La Grotteria, mentre sta amministrando un pallone, spalle alla porta, all’altezza del centrocampo, viene letteralmente steso da un calcione sulla gamba del difensore (peraltro ex biancoscudato) Mirco Sadotti, che gli frattura tibia e perone insieme. Anche qui sono 4 i mesi di sosta e al suo rientro non c’è più tempo per pensare ai playoff. Nel frattempo, peraltro, si infortuna e sta fuori due mesi anche Cecchini (altro punto di forza di quel Padova). A gennaio arrivano Ivone De Franceschi e Ciro Ginestra, ma non basta.

CAMPIONATO 2005-2006: comincia (con Maurizio Pellegrino in panchina) che di meglio nessuno poteva aspettarsi. La Grotteria gioca come mai lo si era visto giocare, è il vero punto di riferimento e porta anche la fascia di capitano. Il suo consueto infortunio è però solo rimandato di qualche mese: si farà infatti male nella seconda parte della stagione (problema muscolare) e il Padova lo perderà proprio nel momento più importante. In compenso, però, nelle prime partite il Padova perde a lungo il difensore centrale Mariniello (lussazione della spalla) e l’attaccante Nassi (rottura del crociato). Nelle ultime partite peraltro, quando i punti contavano più dell’aria che si respirava, il portiere Cano, in un’uscita di piede, si procura una lesione al legamento della caviglia e rimane fuori fino alla fine, lasciando in porta il baby Tomasig.

CAMPIONATO 2006-2007: anche qui l’infortunio di La Grotteria torna a materializzarsi all’inizio. Anzi proprio in ritiro: alla prima amichevole a Enego, contro la locale rappresentativa di calcio dilettanti, La Grotteria subisce un banalissimo fallo di gioco e cadendo mette male il ginocchio. Sembra solo una botta invece la risonanza evidenzia la lesione del legamento. Out tre mesi anche questo giro. Per di più è costretto a fermarsi a lungo, nella seconda parte del torneo, per un problema alla caviglia anche uno dei perni della difesa, Paolo Cotroneo, che deve a sua volta ricorrere all’intervento chirurgico. 

CAMPIONATO 2007-2008: per la verità, il campionato concluso lo scorso 5 maggio non ha riservato infortuni particolarmente gravi, a parte quello di Muzzi (ginocchio infiammato): sul fronte dell’attaccante romano, ha pesato di più il pessimo rapporto con l’allenatore, poi esonerato, Ezio Rossi. Ce ne sono però stati alcuni che hanno rotto le uova nel paniere al Padova in occasione di partite importanti: vedi la lesione al ginocchio di Bovo all’inizio del girone di ritorno e la pubalgia di Rabito e Baù sul finire della stagione regolare.

CAMPIONATO 2008-2009: Andrea Cano si è fratturato l’altro ieri il quarto metacarpo della mano destra e dovrà star fuori un mese e mezzo. Il Padova tornerà con ogni probabilità sul mercato (anche se per ora ha preso tempo) e forse potrebbe tornare Luca Mondini. 

A questo punto la domanda nasce spontanea: si può ancora parlare di fatalità oppure cominciamo ad organizzare un pullman in direzione di Lourdes?