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SETTI 2.0

E’ nato il Verona 2.0. Come ogni buon imprenditore Maurizio Setti ha deciso di rischiare. Rompendo con Sogliano, dopo tre anni di successi e promettendo un “Verona ancora migliore”, il presidente si è preso un’enorme responsabilità

Dobbiamo riconoscere che legittimamente nessuno può imporgli scelte o persone. Il Verona è suo, è lui che ripiana i debiti, è lui che si gode (eventuali) onori. Ma il Verona non è un’azienda normale. Non si tratta di vestiti, nè di tortellini, nè di auto. E’ un’azienda che si basa sulla passione della gente, l’espressione di una città, anche se questa città nelle sue forze imprenditoriali non è che abbia mai guardato tanto al Verona e quando lo ha fatto lo ha fatto con fastidio, spesso sparando contro la sua tifoseria.

Che si voglia o no, Setti è per ora l’unica possibile guida della società scaligera. Non è un’ipotesi, ma la realtà. La storia è lì per essere letta e non dimenticata. E la storia ci ha raccontato che Piero Arvedi è stato isolato (anche per colpe sue) e che Martinelli, sano e coraggioso industriale con cui sarebbe stato possibile un dialogo e una collaborazione, non ha trovato uno straccio di socio per andare avanti. L’unico che ha acquistato il Verona è stato Setti ed è per merito suo se l’Hellas è tornato in serie A, e per il secondo anno consecutivo si è salvato. Chi lo critica pretestuosamente secondo me o lo fa per invidia o si è dimenticato di cosa è stato il Verona negli ultimi 20 anni. Questi sono fatti e non opinioni.

Ora arriviamo ai giorni nostri. E’ indubbio che il Verona ha voltato pagina. Credo che Setti abbia guardato al suo portafoglio e si sia accorto di aver speso troppo. Forse ha pensato che solo attraverso una gestione più diretta delle cose si possa resistere ancora in A. Conoscendo Sogliano, forse sapeva che non poteva ledere quell’autonomia che il ds richiede per lavorare. Forse, semplicemente il rapporto umano si era logorato. In questo senso ha vinto la linea Gardini. Toccherà al presidente dimostrare di avere un suo equilibrio e di non essere influenzabile.

Dopo la scelta di non continuare con Sogliano, Setti deve decidere se andare avanti con Mandorlini. L’idea di un biennale è sicuramente nella testa del presidente, che ha apprezzato del suo allenatore alcuni aspetti, ma non tutto. E’  chiaro che dopo aver contattato Guidolin a dicembre, Setti sta pensando anche di cambiare la guida tecnica.

Mandorlini gode del favore della piazza, ma Setti non è uno che si fa condizionare. Semmai pensa di più a quello che sono state queste due stagioni. E’ stato soddisfatto o no? Se si guarda al risultato non si può che essere felici. Ma Setti pensa anche al domani ad un Verona che lanci i giovani e che sfrutti al meglio la rosa a disposizione. Forse quest’anno non è sempre stato così.

Quello che rischia di più è sicuramente Mandorlini. Con l’addio di Sogliano si è chiuso anche per lui un ciclo, e pur con frequenti discussioni, i due hanno trovato un loro equilibrio. Ora Mandorlini deve resettare tutto e ripartire. Lo deve fare con un ds che non conosce e con un Setti più presente. Con una rosa più limitata e minore scelta. Forse lo farà con uomini più adatti al suo modulo, ma su questo non ci giurerei perchè neanche la Juventus acquista giocatori per fare contento un allenatore, figurarsi il Verona. Sicuramente dovrà inserire qualche giovane quando infortuni e squalifiche lo richiederanno.

C’è poi la questione dell’ingaggio che non è secondaria. Se le cifre trapelate sono vere si richiede al tecnico un “sacrificio”. L’amore per il Verona gli farà superare anche questo ostacolo oppure diventerà un macigno nella trattativa? Senza contare l’aspetto dello staff tecnico, altra questione “spinosa” da trattare. Mandorlini è affezionato ai suoi collaboratori, ma in società vorrebbero un ricambio.

Il Setti 2.0 sta per partire e per il presidente sono scelte decisive. Mai come oggi un nuovo ciclo è all’orizzonte. Ma Setti lo deve affrontare senza nuvole e con chiarezza. Continuare con Mandorlini se non è pienamente convinto può diventare il suo errore fatale. Se scegliesse ancora di andare avanti con lui dovrà accettare tutto. Nel bene e nel male. Come marito e moglie.

 

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