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ANDIAMO A COMANDARE

Ha fatto bene Pecchia a mettere in risalto le cose buone che si sono viste contro il Foggia. Il mister sa meglio di tutti che il cammino è lunghissimo e che la mentalità di una squadra non si cambia in un mese di ritiro. Ci sono mesi di lavoro, di adattamento, di conoscenza.

Il vero Verona lo vedremo a ottobre, statene certi. Ora si può solo intravvedere cosa potrà essere, che creatura sta nascendo. Come se fossimo andati a fare l’ecografia di nostro figlio che sta per nascere e ci avessero consegnato quella piccola lastra in cui si possono percepire i tratti del viso.

Iniziamo col dire che questo sarà un Verona completamente diverso da quello degli ultimi anni. Non dico migliore nè peggiore, ma dico diverso, perchè avrà una filosofia diversa alla base. La conquista del pallone nella trequarti avversaria e la conseguente verticalizzazione del pallone con fraseggi che investono centrocampisti e anche difensori. Perchè funzioni tutto ciò è necessario che si verifichino due cose: la prima che lo stato fisico della squadra sia molto elevato. La seconda che tutto funzioni alla perfezione. Se un solo anello di questa catena non va in una delle due fasi ne esce un prodotto che ha molti problemi. Qualcuno s’è evidenziato con il Foggia e l’avevamo già visto nelle precedenti tre amichevoli. Con una squadra che gioca con un baricentro molto alto, saranno molto importanti quelle che il mio amico Gigi Purgato chiama “le coperture preventive”. Significa che quando si perde il pallone la squadra deve essere posizionata così bene da trovarsi sulle traiettorie di passaggio degli avversari per “assorbire” il contropiede. Le squadre di Guardiola sono fenomenali in questo e, sempre Purgato, mi fa notare che questo e non il fraseggio sia il vero segreto dell’allenatore catalano. Se non sei posizionato bene e quindi ti fa difetto la tattica, come succede al Verona in questo momento, deve soccorrerti la tecnica dei difensori. Mai come ora il Verona ha bisogno di giocatori veloci là dietro, che sappiano rinculare e affrontare l’emergenza. Non è questione di bravura, ma di caratteristiche che in questo momento nè Bianchetti nè Helander possiedono. Non c’è dubbio che Fusco abbia preso appunti, ma sono certo scambiando spesso con lui impressioni, che già lo sapesse e che sicuramente stia lavorando per far arrivare a Verona il rinforzo/rinforzi giusti.

C’è poi una piccola annotazione che pongo alla vostra attenzione: contro il Foggia a convincere di più sono stati tutti i giocatori nuovi. Parlo di Luppi, forse il migliore in campo, di Fossati che fa un po’ di confusione ma che credo sia tornato in hotel correndo come ha fatto per tutto il match, di Zuculini che quando è entrato ha subito infiammato per la “garra” sudamericana, di Nicolas che ha fatto una parata sorprendente e miracolosa,  e naturalmente di Ganz che reputo il miglior acquisto della serie B, di cui ho il solo rammarico che sia a Verona in prestito.

I vecchi hanno giocato un po’ “frenati”. Come se la cappa per quello scempio sportivo della scorsa stagione continuasse ad aleggiare nelle loro teste. Viviani, Siligardi, Greco e Pazzini non hanno convinto. Devono, possono fare molto di più. Soprattutto Pazzini. Il quale mi pare che abbia un carico eccessivo nella testa. Capisco che abbia voglia di spaccare il mondo, di fare gol, che senta il peso della responsabilità. Ma in realtà lui deve solo stare calmo perché gode della piena fiducia di tutti. I gol arriveranno e quei pali e quelle traverse saranno solo un ricordo.

Il mio giudizio è positivo in sintesi. Mi è piaciuto questa voglia di  fare la partita, di catturare il pallone, di alzare i ritmi. Se abbiamo un po’ di pazienza… andiamo a comandare.

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