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TORNIAMO VELOCEMENTE ALLA REALTA’

E’ stato bello. Anzi bellissimo. Cullare per diverse settimane il sogno di soffiare al Venezia il primo posto e la promozione diretta in B, specie dopo che i punti di distacco erano diventati solo 6 con lo scontro diretto in casa, ci ha fatto provare un bella emozione, anche se sotto sotto ognuno di noi sapeva che l’impresa sarebbe stata durissima se non impossibile.

“Finché la matematica non ci dice che dobbiamo arrenderci non ci arrenderemo” sono state le parole pronunciate dai giocatori soprattutto in quest’ultima settimana. Peccato che invece a Salò, nella vera partita spartiacque di questo rush finale, quella che bisognava per forza vincere per non uccidere il sogno in anticipo, il Padova abbia cannato in pieno l’approccio alla gara andando sotto di due reti nel primo tempo e riuscendo solo a riaprirla senza riequilibrarla.

L’allenatore Oscar Brevi ha deciso di lasciar fuori Dettori (diffidato) e De Risio (probabilmente sulla base di un turnover nell’ottica dei due prossimi scontri che vedranno sbarcare all’Euganeo Parma e Venezia) e la scelta, a posteriori, si è rivelata sbagliata. Non tanto per le motivazioni che l’hanno determinata, che possono anche starci, quanto perché l’incontro di oggi ha dimostrato ancora una volta una cosa che molti hanno detto e sottolineato più volte dall’inizio della stagione, ovvero che la squadra biancoscudata, se scende in campo con i suoi 11 titolari può giocarsela davvero con tutti Venezia compreso, ma se invece comincia ad avere qualche seconda scelta in formazione, vacilla e di brutto.

Dispiace dirlo ma è così: Berardocco non è De Risio (e probabilmente non era il giusto sostituto di Filipe nel mercato di gennaio), di Dettori (specie in questo momento di forma smagliante del centrocampista) la squadra non può privarsi, De Cenco non ha le caratteristiche di Neto Pereira. Punto e stop.

Constatato ciò, il Padova ora è davanti ad un’unica scelta: mettere da parte al più presto il sogno di arrivare primo e le scorie che inevitabilmente porterà con sé e tornare altrettanto rapidamente alla realtà. C’è un secondo posto da tenere stretto e salvaguardare in chiave playoff e soprattutto bisogna fare in modo che il Venezia lunedì 10 aprile non arrivi all’Euganeo con la prospettiva di poter chiudere qui la sua marcia trionfale verso la cadetteria. Questo sì sarebbe troppo!

 

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