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GARDINI, MANDORLINI E QUEL PARADOSSO…

Era il Verona di Sogliano, sarà il Verona di Gardini. “Richelieu”, che sarebbe pronto a firmare un ottimo triennale, si è confermato abile tessitore della sua tela. Ora ha il diesse che desidera (Bigon) e si consacra regista del nuovo corso. Anche nel biennale a Mandorlini c’è molto del dg, che in questi anni con il tecnico di Ravenna ha costruito un feeling particolare, salvo tuttavia tergiversare sul futuro dello stesso allenatore dopo la pesante sconfitta di Genova. Ricordate la famosa conferenza stampa? Vighini chiese conto a Gardini del futuro del tecnico in caso di sconfitta con la Roma e il Cardinale sorvolò, senza esprimersi.

Sogliano non ha mai amato Mandorlini (“non è il mio allenatore ideale in assoluto, ma per me contano i risultati” ti diceva in privato), ma l’ha sempre difeso e protetto nei momenti di crisi. Confido che Gardini, a maggior ragione perché “mandorliniano”, sì comporti nella stessa maniera, senza quei “balbettii” pre-Roma.

Non vorrei mai che il “nuovo” Mandorlini – quello legittimato dal nuovo contratto – si ritrovasse (apparentemente) più potente, ma in realtà più solo. Bordin, il suo vice storico, l’uomo della fase difensiva, è stato “silurato” (dunque il tecnico ci dà ragione e ammette che esisteva un problema tattico sui tanti gol presi). E Sogliano, colui che ci metteva la faccia, non c’è più. Sarebbe un paradosso.

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