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IL MODULO IDEALE

So di innescare un vespaio. Perchè quando si parla di moduli siamo tutti allenatori. Dirò subito allora che io sono assolutamente e pienamente d’accordo con Remondina di adottare il 4-3-3 per il nuovo Verona.
 E’ questo infatti lo schema di gioco più "adattabile" ad una squadra di calcio moderna, quello che offre più soluzioni ed anche il meno statico durante l’andamento di una partita. Iniziamo dalla difesa.
Ormai tutti sono concordi nel dire che la linea a quattro è quella più semplice da insegnare e da applicare. E’ quella che offre il maggiore equilibrio. Dire linea a quattro può voler dire però tutto o nulla. Le interpretazioni sono infinite. Alta o bassa? E i laterali? Spingono o si fermano? Va avanti solo il destro o solo il sinistro? Si stacca il centrale nelle azioni da fermo (angoli o punizioni)? Sono tutti dettagli che fanno la differenza. Come la lettura del fuorigioco. Qui è necessario parlare di coralità a maggior ragione rispetto ad altre fasi di gioco. Se scatta il pressing e con palla "coperta" la difesa si deve alzare, ma fino a che punto? E’ chiaro che nel Verona questo grande lavoro di lettura delle varie situazioni lo dovrà fare Sibilano. Già nella partita con la Fiorentina  i compagni cercavano Lorenzo, anche semplicemente con lo sguardo proprio per trovare un punto di riferimento.
Ed è vero anche che proprio ricoprendo un ruolo così delicato, Sibilano dovrà crescere moltissimo e in fretta, sia dal punto di vista della condizione fisica, sia da quello fisico. Oggi infatti appare ancora un po’ troppo lontano dall’essere un leader del reparto arretrato. E’ piaciuto invece Campagna che ha accompagnato spesso l’azione con veloci sovrapposizioni e lo stesso hanno fatto a sinistra prima Moracci e poi Loseto.
L’impressione è che vedremo un’Hellas meno ingessato rispetto a quello che abbiamo visto nell’ultima stagione, con i terzini (massì, chiamiamoli ancora così…) che spingeranno di più anche se non in maniera dissenata.
E siamo al centrocampo, il vero nodo di tutta la squadra. Qui sono subito chiaro: a mio avviso per essere perfetto il 4-3-3 deve avere un centrocampista in grado di dare i tempi a tutta la squadra, un regista dal lancio profondo e avrete capito che il mio prototipo personale di giocatore di questo tipo porta direttamente a Vincenzo Italiano. La miglior interpretazione del modulo è stato non a caso il primo Verona di Ficcadenti che aveva Bogdani a dare tempi in attacco, Italiano che lanciava Dossena, Cassani e Behrami negli spazi, e Cossu e Adailton a fare i folletti sulle fasce da dove in realtà partivano sempre per convergere al centro e creare infinite varianti con i vari inserimenti.
Senza un giocatore come Italiano, a mio avviso è più difficile fare questo tipo di gioco. Ma si può comunque ovviare con alcuni escamotage. Remondina si affiderà a tre “mastini”, grandi conquistatori di palloni, come Garzon, Bellavista e Corrent. Da quello che sono riuscito a capire nella gara con la Fiorentina l’obiettivo è andare costantemente alla caccia del pallone, per poi fare giocate semplici ma efficaci. Una delle migliori palle gol è arrivata proprio con uno schema di questo tipo. Palla conquistata da Bellavista a centrocampo, lancio per Garzon che da destra ha messo in mezzo per Girardi che poi ha girato di testa verso la porta di Avramov. Non avendo un giocatore che può sorprendere con il lancio lungo, sarà decisivo che il Verona si muova con perfetti “tempi” di gioco. Rivediamo l’azione descritta precedentemente: qui è Garzon con il suo perfetto inserimento a permettere la giocata “facile” a Bellavista, mettendolo in condizione di fare una cosa bella ma &ldq

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