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IL CICCIO E IL PELO

Premessa: sono un grande estimatore di Sergio Pellissier. L’attaccante del Chievo, come ho avuto modo di ripetere, è uno che vorrei sempre nella mia squadra. Serio come pochi, bravo come forse neanche lui sa di esserlo.

Fatta questa premessa e dato a Pellissier quel che è di Pellissier, mi sfugge un particolare. Ma cosa c’entra Pellissier bandiera del Chievo (48  gol in serie A) con Ciccio Mascetti bandiera del Verona (35 gol in serie A)? Perchè è necessario fare questo paragone? Cosa c’entra la storia del Verona con quella del Chievo?

Non c’entra nulla come Rocchi non c’entra nulla con Totti, come Zarate non c’entra nulla con Vucinic o come Pato non c’entra nulla con Ibra.

Su questo non si può discutere. E fa rabbia vedere che si continua a insistere nel creare confusione su questi temi sovrapponendo la storia delle due società veronesi.

Io credo che anche Campedelli, se vuole uscirne, deve prendere una decisione: secca e decisa. Il North side (a cui, detto per inciso, andrebbe riconosciuta come collocazione quella della Curva nord) ha fatto un’ottima e sensata proposta. Riprendersi i colori originali, il bianco-azzurro e magari (questo lo aggiungo io) anche nuovi simboli che non siano riconducibili alla storia dell’altra società di cui il Chievo, francamente, rischia di essere solo una copia.

Invece il Chievo deve essere orgoglioso di quello che ha fatto e deve essere orgoglioso di avere Pellissier tra i suoi attaccanti e lo deve paragonare con Federico Cossato, con Gori, con Tamagnini o con Corradi.

Noi da parte nostra siamo orgogliosi di avere Ciccio Mascetti come bandiera. E nessuno si può permettere di rubarci anche questo simbolo.

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