UN GRANDE PRESIDENTE

E’ morto a 58 anni Giampaolo Lonardi.

Era una brava persona, ma soprattutto un grande presidente di una società di calcio. Giampaolo l’ho conosciuto almeno 25 anni fa. Ero solo un ragazzino con in testa l’idea di fare il giornalista e qualcuno mi mise in mano un microfono per seguire il calcio dilettanti. La carriera s’inizia anche così. Anzi: s’inizia proprio così. A domeniche alterne mi recavo al "mitico" campo del Lonardi San Floriano, adiacente al "mitico" campo di tamburello dove si erano vinti un paio di scudetti (qualcuno mi correggerà su questo dato, sicuramente errato…). Il Lonardi San Floriano era una squadra aziendale.

All’epoca ce n’erano tre o quattro in provincia di Verona. Il Lonardi, il Pollo Miglioranza a Villafranca, le Officine Bra che "ondivaghe" si spostarono in un paio di paesi.

La Lonardi era una gigantesca fabbrica che costruiva travi d’acciaio nel cuore della Vapolicella. Se non sbaglio anche la stella che sbuca dall’Arena ogni anno a Natale fu costruita lì. Ora la fabbrica ha chiuso, fine d’ un’epoca industriale che ha lasciato il posto alla nostra economia di servizi.

La squadra del Lonardi era una bella squadra. Tanti amici, prima di tutto. Mi ricordo di Eros Talibov, talentuoso regista, del portierone Lonardi che sembrava la fotocopia di Garella, del fratello di Pippo Fiorio che faceva l’attaccante. In tanti passarono da quella squadra che militava allora in Promozione.

Su tutto e su tutti c’era la cortesia, la gentilezza, la simpatia, la bravura di Giampaolo. Il Lonardi era la sua creatura, credo vivesse la giornata pensando solo ed esclusivamente alla sua squadra. Quando si parla della passione per il calcio personalmente associo il mio pensiero proprio a gente come lui.

Gente che non ama la ribalta ma è impegnata in un’oscuro lavoro anche sociale che spesso viene dimenticato.

Giampaolo è stato per anni il "mio" presidente con uno stile che oggi mi piacerebbe ritrovare nel nostro Verona. Cose autentiche, passioni vere.

Ciao Giampaolo

BOCCIATI

Il Verona sbaglia l’ennesimo esame di maturità. Una prova sconcertante quella con il Pergocrema. Non tanto per gli errori, quanto per l’incapacità di reagire alle avversità, l’incapacità di scrollarsi di dosso la propria mediocrità tecnica, compensando con la vigoria fisica, con la grinta, con la determinazione, con la rabbia.

Alla fine cambia poco, ma in realtà cambia tanto. Perchè per l’ennesima volta in questa stagione il Verona deve ripartire da zero, vanificando quanto di buono costruito fino ad oggi, quasi condannato ad essere solo una discreta squadra da mezza classifica.

Non me la sento oggi di parlare di Remondina e di suoi eventuali errori. Mi pare che la sconfitta sia maturata da un altro aspetto.

 Mi pare che le parole di Ceccarelli siano le migliori per spiegare la debacle. "Loro arrivavano sempre prima sul pallone…".

E di questo martedì si dovrà discutere nel chiuso dello spogliatoio perchè va bene sbagliare una diagonale, va bene sbagliare un passaggio, può andare persino bene sbagliare un rigore, ma mai va sbagliato l’atteggiamento. Il Verona è uscito dal match dopo l’erroraccio di Tybon dagli undici metri. E questo è assurdo.

C’era ancora mezz’ora di partita da giocare, c’era la possibilità di prendere i tre punti ed invece l’Hellas non è più stato in campo fino al harahiri sul gol di Le Noci.

Quel che serve adesso alla squadra è un nuovo confronto, un nuovo equilibrio anche nello spogliatoio, per finire alla grande e con onore questo campionato che può volgere dalla parte giusta ma che può sempre cambiare in negativo, prendendo pieghe che qui non vogliamo prendere nemmeno in considerazione. Resto ottimista, comunque. Confidando sulle doti morali di questa squadra che può aver tradito sotto l’aspetto del gioco e del risultato ma mai ha tradito dal punto di vista della serietà e della professionalità.

LA PROSSIMA PARTITA

 Non sottovalutiamo il Pergocrema. Questa è la prima banalissima cosa che mi sento di scrivere stamattina. La gara di domenica prossima, ancora una volta, è di importanza vitale per il Verona. Ed è la seconda cosa banale che scrivo. Ma è proprio così. Dopo il colpaccio a Padova, conquistare i tre punti al Bentegodi avrebbe un significato fondamentale. 

Io credo che l’ambiguità tenuta da Martinelli e soprattutto dal consigliere Bovo sull’argomento "fusione-acquisizione-porcheria", abbia creato l’effetto di distogliere l’attenzione dal campo, dove in realtà il Verona è padrone del proprio destino. 

Bovo, da neofita del calcio ha completamente ignorato "il danno collaterale" che la sua condotta ha avuto sul popolo scaligero. Spero, per lui, che ciò non abbia effetti sulla squadra perchè questo sarebbe veramente un danno, il più grave, al di là di cifre, costi, ricavi e guadagni sulle bibite dello stadio.

Un consiglio: finiamola qui, finchè siamo in tempo. Tre parole, bastano, tre parole: no alla fusione. Questo vogliamo sentire e non frasi "gianiche" (conoscete Giano bifronte?) che vanno bene da qualsiasi parte le prendi.

Senza spazio ad ambiguità di sorta. Se la confusione mediatica creata da questa sciagurata condotta avrà effetti sul campo, lo vedremo proprio domenica. Ma di certo stavolta non è colpa dei tifosi, troppo spesso usati come capro espiatorio in questi anni per celare malefatte di ogni tipo ai danni dell’Hellas Verona.

Prendiamoci ‘sti tre punti, puntiamo alla serie B con le nostre forze. E smettiamola con le manovre: ne abbiamo già viste, ahinoi, tante, troppe in questi anni. 

MILANINTER

 

M: “Piacere Moratti”.

B: “Piacere Berlusconi”.

M: “Io sono imprenditore nel campo del petrolio”.

B: “E io ho tre televisioni, ho fondato Mediaset, sono editore. Quindi anch’io sono un imprenditore”.

M: “Io ho l’Inter”.

B: “E io il Milan”.

B: “E siamo due imprenditori”.

B: “Senti Massimo, visto che siamo due imprenditori ho avuto una grande idea…”

M: “Dimmi Silvio…”. “Due imprenditori devono guadagnare no?”

B: “Certo…”. E tu quanto guadagni ogni anno nell’Inter?”

M: “Perdo quasi 200 milioni di euro. E tu per il Milan?”

B: “Più o meno la stessa cifra… Una follia, francamente…”.

B: “E siamo imprenditori, vero?”.

M: “Certo”.

B: “Allora senti la mia proposta…”

M: “Dimmi Silvio”

B: “Che ne diresti di unire Inter e Milan?”

M: “Ma stai scherzando?”

B: “Per niente…”

B: “Guarda, ho già parlato io con la Moratti che è anche tua cognata ma è il sindaco del Pdl. Possiamo costruire un nuovo stadio alla Bovisa da mezzo milione di spettatori. Potenzialmente, pieno tutte le domeniche, raddoppiamo i ricavi e i costi vengono dimezzati perchè invece di pagare due squadre ne facciamo solo una con la metà dei giocatori”.

M: “E poi?”

B: “E poi pensa ai ricavi pubblicitari. Anche qui il doppio. E i diritti televisivi… Stavolta Murdoch lo facciamo saltare. E comunque se non li prende lui c’è sempre Mediaset…”.

M: “Vero, un affarone…”.

M: “Potrei anche starci. Ma scusa Silvio e chi mettiamo come presidente?”

B: “Beh, il Galliani una volta ha visto una partita dell’Inter…”

M: “Noooo dai Galliani no. Semmai si potrebbe mettere Suarez”.

B: “Ma stai scherzando? Suarez… Mi viene l’orticaria solo a pensarci. Perchè no Ruud Gullit?”

M: “Gullit? Mammamia, che brutta cosa che ha detto Silvio… Gullit? Proprio lui, non se ne parla nemmeno. Io pensavo a Mazzola”.

B: “Con quel baffetto? Mazzola? Non è televisivo, non è adatto. E poi è interista…”.

M: “E allora? Qualcosa contro gli interisti?”

B: “Certo. Sapete vincere nei derby solo segnando con la mano…”

M: “Intanto io ho vinto. E sono in testa al campionato…”

B: “Bella forza, io ho altro da fare, adesso che pensare al Milan… Ma il prossimo anno…”

M: “Il prossimo anno? Ah ah ah, mi vien da ridere. Già mi immagino Ibra sotto la curva dei Boys… 3-0 per noi, piglia e porta a casa”.

B: “Altro che Ibra, il futuro è nostro con Pato… Ho tenuto anche Ka

STURM UND DRANG

 Dicono: il calcio è cambiato. Bella scoperta. L’avete cambiato voi che l’avete ridotto a fenomeno da play-station, tenuto a galla non dalla passione della gente, non dagli stadi colmi di tifosi, ma dai diritti televisivi "gonfiati". La domanda da farsi non è "è giusta la fusione?". La domanda vera da fare è "esiste ancora la parola sport?". Se esiste, pur scritta in caratteri sempre più piccoli, allora la parola fusione è solo un purgante.

Se invece diciamo che quello è il "circo Orfei" e che andiamo allo stadio così come si va a vedere il cinema alla domenica allora possiamo parlarne. Ma di sicuro quello non è il mio calcio. E’ il calcio di qualche imprenditore che non avendo di meglio da fare nella vita s’è messo a fare di professione il presidente di una squadra di calcio.

Il fenomeno pallone se non ha la base della gente, del pubblico, dei tifosi è nulla. La fusione è nulla. Stiamo discutendo sul nulla. Non si dovrebbe nemmeno star qui a parlarne, perchè nel momento stesso in cui lo facciamo stiamo facendo un piacere a qualcuno che vuole che ne parliamo. E’ aberrante e francamente non so nemmeno perchè sto sprecando tempo a scrivere queste righe. Esiste la parola "sport"? No se pensiamo a Moggi e agli arbitri con i cellulari esteri, se pensiamo a Zamparini che un giorno fa calcio a Venezia e il giorno dopo va a Palermo. Sì se pensiamo che due domeniche fa eravamo in quindicimila ad assistere a Verona-Cremonese e pensiamo alle emozioni provate per una vittoria nel derby.

Ci chiamano romantici solo perchè abbiamo fede, passione e crediamo nei valori di uno sport. Solo perchè accettiamo le sconfitte e applaudiamo quando veniamo retrocessi. Ci chiamano romantici perchè seguiamo la nostra squadra in cinquemila in uno spareggio per la salvezza dalla C2. Ci chiamano romantici perchè siamo dell’Hellas e vogliono cambiare questo nome e questa storia. Non ci riusciranno. Perchè rinasceremo. Mille volte. E non ci ammazzeranno mai con il loro calcio finto da play-station e i loro maledetti diritti televisivi. Scusate la retorica, ma sapete: sono un romantico. Sturm Und Drang.

IL MIRACOLO DI SANT’ANTONIO

 Non aveva la faccia di un "imprenditore abile negli affari" e quindi "cinico" oggi Giovanni Martinelli. Entrato negli spogliatoi dell’Hellas Verona, Martinelli si è sciolto. Ha abbracciato i suoi ragazzi e poi i suoi collaboratori. Martinelli ha conquistato i primi tre punti da presidente del Verona e la sua faccia era quella di un qualsiasi appassionato, di un tifoso, che corona il sogno della sua vita. Questi sono i miracoli del calcio o se volete, il miracolo di Sant’Antonio. Perchè solo oggi è partita veramente l’avventura di Martinelli nel Verona. Un’avventura che lo porterà sicuramente a tanti successi, che lo "ferirà" per le delusioni, che lo farà soffrire e gioire. Scrivo queste righe perchè è proprio di fronte a questa passione che si fermerà qualsiasi discorso sulla fusione-acquisizione-inciucio-porcheria ed è su questa passione che noi tifosi facciamo leva. A mio avviso Martinelli se n’è già reso conto e vorrei proprio chiedergli stasera se in cuor suo sarebbe ancora così vago davanti alla domanda. Perchè una cosa è sicura. Da oggi pomeriggio il Verona ha nuovamente un presidente-tifoso alla sua guida. Un presidente che è anche imprenditore ma che sa benissimo che un tifoso dell’Hellas non può accettare assolutamente nessuna fusione-acquisizione-inciucio-porcheria. Un presidente che ha capito quanto bello sia vincere un derby. Anche se in Prima Divisione… Come diceva quella pubblicità? Ah sì… Certe soddisfazioni non hanno prezzo. Vuoi mettere andare in A da soli senza aiuti e senza porcherie che con la parola sport nulla hanno a che vedere?

SALVIAMO IL SOLDATO TIBONI

 Christian Tiboni è stata una delle cose belle della prima parte di campionato del Verona. Ha segnato sette gol e fatto palpitare i cuori. Il cucchiaio sul calcio di rigore è stata una "mattata" degna di Zigoni. Il Tibo-gol si è affezionato ai colori dell’Hellas come pochi giocatori ho visto fare negli ultimi anni. Dopo l’ultima gara del 2008, Tiboni si è infortunato. E da allora non ha trovato posto nell’Hellas. Spezzone di partita a San Benedetto, spezzone domenica scorsa.

Nel frattempo abbiamo ritrovato Girardi. Due doppiette, cinque gol in totale. Vuol dire che Girardi e Tiboni, insieme hanno già segnato dodici gol. Un patrimonio per l’Hellas che però non si riesce a sfruttare contemporaneamente. E questo francamente è incredibile anche perchè i due non hanno caratteristiche simili. 

Guardate la tipologia delle reti. Tiboni segna sempre (quasi) lanciato con la faccia rivolta alla porta, aggredendo lo spazio, andando in profondità. 

Girardi ha segnato tutte le reti alla Paolo Rossi, dentro l’area di rigore, spesso quella piccola, magari dopo una spizzata di testa. Possibile, mi chiedo, che Tiboni e Girardi, cioè il meglio del nostro attacco (in attesa del rientro di Rantier) non possano giocare assieme? Possibile che ora che funziona Girardi, Tiboni sia costretto a restare in panca per giocare mezz’ora alla fine, lui che non è un giocatore da mezz’ora finale? Boh… Fosse per me, salverei il soldato Tiboni e a Padova affiderei a lui e a Girardi le chiavi dell’attacco. E senza nemmeno grandi riflessioni.

GUARDIAMOCI ALLE SPALLE

 

Potrei essere arrabbiato ma non lo sono. Ho scoperto poco fa che Riganò pesa più di me… 107 chili mi hanno appena detto. Così mi consolo… Anzi no… Porca vacca abbiamo preso gol da Riganò? Da uno di 107 chili? Mi sembra incredibile. E abbiamo perso. Mi sembrano evidenti gli errori di Remondina.

Insomma, se hai uno come Rantier in serie C, non ci sono discorsi… Lo devi far giocare. Tanto è stato evidente il cambio di passo che Rantier ha dato nel secondo tempo che non averlo inserito dall’inizio è stata una bestemmia. Gomez con Girardi non ha mai dato profondità, la squadra era piatta, i tiri in porta, gol a parte, sono stati zero.

Rantier ha fatto espellere Bianchi, ha dato vivacità, ha creato quella superiorità numerica che nel calcio moderno è merce rara. La sua espulsione è stata ingiusta, quasi che l’arbitro a compensare quelle della Cremonese, avesse voluto togliere all’Hellas il migliore per mettersi l’anima in pace.

C’è poco da dire e da fare se non l’essere realisti. L’aggancio ai play-off ormai viene rimandato da troppe domeniche, la squadra deve mettere fieno in cascina per non cadere troppo indietro, poi se avanza tempo e partite si può anche provare a fare il salto di qualità che ora non appare ancora possibile.

La Cremonese non è squadra di fenomeni. A parte Riganò, Morfeo ha toccato tre palloni e fatto fare due gol. Il Verona come all’andata ha preso tre reti. Questo vuol dire qualcosa. Siamo nella parte destra della classifica. Guardiamoci le spalle. Così, giusto per evitare l’uccello padulo.

CHE LA FESTA COMINCI

 

Penso che sia giusto togliere il cancro del razzismo. Mi rifiuto però di dire che le tristezze di questi anni siano colpa dei tifosi. I tifosi dell’Hellas sono stati in questo periodo l’unico baluardo contro porcherie di ogni tipo. E sono convinto che continueranno ad esserlo. Senza i tifosi il Verona sarebbe sparito da tempo.

E’ importante capire che questi sono due piani ben distinti. I delinquenti sono una cosa, i tifosi dell’Hellas sono un’altra. E quando parlo di delinquenti lo faccio a 360 gradi. Non è meno delinquente chi rovina una storia centenaria per affari personali rispetto a chi compie una rapina o picchia una ragazza una sera d’inverno vicino ad una delle piazze più belle del mondo. Magari in guanti bianchi e con una faccia presentabile ma sempre un ladro rimane.

Questo per essere chiari. A prescindere dai vari "gestori" dell’Hellas Verona, i tifosi restano il patrimonio più grande e per certi versi "sono" l’Hellas Verona. Come detto: un baluardo, un ostacolo magari, per qualcuno. 

Domenica Giovanni Martinelli andrà sotto la curva dell’Hellas Verona, così come ha fatto Piero Arvedi. Martinelli se la guardi bene quella Curva e quello stadio tutto, cerchi di assorbire ogni vibrazione che percepirà, ogni emozione, ogni sentimento.

E quando farà delle scelte, mi auguro, che immetta quelle vibrazioni, quei sentimenti, quelle vibrazioni. E si ricordi: con quei sentimenti, con quelle emozioni, con quell’amore non si può giocare, nè scherzare. L’Hellas è questo, gente orgogliosa che sa cos’è la sofferenza, che non ama "scorciatoie". Sportivi veri, forse gli ultimi "romantici" rimasti in Italia.

E adesso che la festa cominci. E che sia una grande festa!

 

 

TUTTO IL BLOG INVITATO STASERA ALLA PUNTATA SPECIALE DI TGGIALLOBLU CON MARTINELLI

 

E’ la prima volta in assoluto che un avvenimento televisivo si intersecherà così strettamente con il mezzo Internet.

Come annunciato stasera, dalle 21 alle 23.15, Giovanni Martinelli nuovo presidente del Verona sarà negli studi di Telenuovo per una puntata speciale di Tggialloblu.

Due ore in diretta con il presidente ad altri importanti ospiti che interverranno anche telefonicamente.

Naturalmente la trasmissione sarà aperta alle telefonate in diretta ma sarà soprattutto aperta a tutti gli amici del blog Vighini che vorranno intervenire con le loro considerazioni.

Postate, fate domande al presidente, discutete. Stasera siete tutti ospiti di Tggialloblu.