Vi ricordate quando dicevo che bastava un piccolo sussulto per far saltare la trattativa di cessione del Verona? Non è che lo dicevo così per dire… E perchè in realtà sapevo cose e dettagli su questa delicatissima trattativa e sapevo che sarebbe stato sufficiente un sospiro per far saltare tutto.
Ecco perchè avevo scelto il basso profilo. In ballo non c’erano solo soldi, denaro, milioni e ricapitalizzazioni. C’era in ballo anche l’onore e l’orgoglio di Piero Arvedi, un alpino tenace che non voleva andarsene da sconfitto. Questo era il maggiore ostacolo alla cessione del Verona. Ed infatti il conte Piero mandò qualche settimana fa a carte quarantotto la trattativa proprio dopo aver sentito che lui era "costretto" a cedere e che era "rimasto senza soldi". "Ah i dise così? Allora che fao vedar che cosa son bon de far" mi aveva detto il giorno dopo al telefono.
Con pazienza certosina però i suoi professionisti, Giampaolo Fogliardi e Luca Giacopuzzi hanno ricucito quello strappo. Cercando di portare il conte Arvedi (impresa durissima) nel campo della razionalità. Dopo aver gettato dalla finestra montagne di denaro ed essersi fidato di personaggi della peggior risma, Arvedi aveva capito di essere arrivato al capolinea.
E sabato sera, prima del drammatico incidente, ha firmato una lettera d’intenti in cui aveva stabilito di cedere il Verona a Martinelli. Immediatamente aveva capito di aver fatto la cosa giusta. "Me son tolto un peso dal stomego" aveva confidato. Era felice a Cesena. Primo perchè lasciava in eredità una squadra con un futuro. Secondo perchè la controparte si stava comportando bene. Terzo perchè davvero non ce la faceva più. Sì certo c’era sempre chi gli tirava la giacchetta. "Resta Piero puoi ancora farcela", forse qualcuno in malafede che aveva trovato a Cavalcaselle un piatto caldo con cui rifocillarsi abbondantemente ogni giorno.
Il contratto doveva essere firmato il 29 dicembre, l’incidente drammatico capitato a Piero rimanda la conclusione dell’affare. Sicuramente però i professionisti di Arvedi sono al lavoro per sistemare i dettagli anche dal punto di vista tecnico. A gennaio (forse prima) dovrebbe essere possibile sistemare le cose. E per la nuova società agire sul mercato con adeguata campagna di rafforzamento.
Come vedete ho lasciato per ultimo il nome dell’acquirente (nome scrupolosamente celato anche dai professionisti di Arvedi). Come detto è Giovanni Martinelli, l’imprenditore di Castelnuovo del Garda che è stato il più serio interlocutore di Arvedi sino ad oggi. L’unico che non ha cercato pubblicità gratuita, l’unico che non ha mai fatto conferenze stampa, l’unico che non ha mai rilasciato interviste a vanvera. Mi pare un bell’inizio. O no?