“La tua vita è il prodotto residuo non compensato del bilanciamento delle equazioni inerenti alla programmazione di Matrix. Tu sei il risultato finale di una anomalia che nonostante i miei sforzi sono stato incapace di eliminare da quella che altrimenti è una armonia di precisione matematica. Sebbene resti un problema costantemente arginato essa non è imprevedibile pertanto non sfugge a quelle misure di controllo che ti hanno condotto inesorabilmente qui”.
(l’architetto di Matrix nel dialogo con Neo)
Non so se siete appassionati di fantascienza e se avete visto la trilogia di Matrix. Il senso dei tre film dei geniali fratelli Andy e Larry Wachosky è che il protagonista (Neo) è una splendida ed eccezionale anomalia voluta dal sistema delle macchine per ricreare un nuovo ordine all’interno della realtà da loro costruita per far vivere gli esseri umani.
Ecco oggi ripensando a Juric e alla possibilità (sempre più concreta anche se non definitiva) che lasci il Verona mi pare di rivivere quei bellissimi film.
Juric è stato una grande, meravigliosa anomalia per l’Hellas. Un uomo romantico nel senso più puro del termine, sturm und drang, tempesta e passione. E’ arrivato dopo lo schifo promulgato a piene mani da Grosso, quando la passione dei tifosi era stata logorata come raramente, forse mai, era accaduto in precedenza.
Con Juric è finito il tempo delle conferenze stampa di plastica, delle domande suggerite, dei silenzi, della squadra in crescita. Juric ha sempre detto tutto, per qualcuno anche troppo. Ha detto che il re è nudo, scandalizzando una platea ormai abituata allo stereotipo e al conformismo. A Napoli ha costruito l’ennesimo capolavoro e poi ha sbattuto in faccia ai dietrologi le loro domande artefatte, lasciandoli lì a blaterare nel vuoto dei loro studi televisivi di plastica.
Ma soprattutto Juric ha vinto. Tanto, tantissimo. Ha creato ricchissime plusvalenze, facendo guadagnare tutti. Se stesso, il presidente, e la società.
Improvvisamente questa anomalia vincente è diventata scomoda. Il tambureggiante insistere su concetti che coinvolgono la vita societaria, fino agli aspetti finanziari ha impattato con la dura legge di Matrix.
Juric voleva un mondo migliore ma per ora ha perso. Il Sistema che prima lo ha creato, scelto e usato, alla fine lo ha rifiutato. E’ tempo forse di tornare alla normalità, alla dimensione del Verona (quale?), all’essere una società la cui permanenza in serie A è il massimo possibile. Quante volte li abbiamo sentiti questi discorsi negli ultimi giorni? Compralo ti el Verona…
Tutto tornerà ora, forse, nella confortevole realtà che non mette pressione nè sotto pressione. A meno che l’imprevedibilità dell’anomalia Juric non scelga di continuare la sua battaglia nell’utopico tentativo di costruire un nuovo mondo. O almeno più vero. Che Matrix ce la mandi buona…