Fine. The end. Il calcio italiano dopo quanto abbiamo visto oggi al Meazza non ha più speranza. Vincere uno scudetto con regali di questo tipo non so se possa provocare piacere a quei tifosi che vengono chiamati dalle loro società “fanbase” idioma anglosassone che sta a significare polli da spennare.
Meno male che esistono ancora persone come Enrico Mentana , uno dei più bravi e onesti giornalisti italiani, che sebbene interista sfegatato ha avuto un piccolo sussulto di vomito davanti al gol annullato a Faraoni.
Ma non è che il tweet di Mentana ci regali una speranza sul calcio italiano e se volete europeo. La gara del Verona con l’Inter arrivava dopo il vergognoso golpe architettato da 12 società a cui partecipavano anche tre italiane: Juventus, Milan e appunto Inter. Un golpe finito come certi colpi di stato nelle Repubblica delle banane, in una farsa quasi tragicomica. Ma non per questo meno grave. Questi signori hanno dimostrato in brevissimo tempo tutta la loro arroganza, la loro incapacità di stare dentro le regole, l’incapacità di accettare la logica dello sport. Hanno tentato non tanto di cambiare il calcio, ma di portarlo proprio su un altro terreno, al di sopra di tutto e di tutti. Meno male che a capire la gravità di quanto stava succedendo è stato il premier britannico Boris Johnson, un conservatore illuminato che con quella capacità operativa e lungimirante di altri suoi predecessori, ha fatto tornare le cose come stanno. La ribellione delle tre italiane andrebbe punita severamente e non sono d’accordo con chi invoca la mano di velluto come il presidente del Verona Setti.
Il perché lo si è visto proprio oggi a San Siro. Quel gol annullato a Faraoni è uno sfregio, l’ennesimo, ad uno sport che ha sempre meno credibilità. Agnelli ha indicato in Fortnite, giochetto da lobotomizzati, il concorrente che ruberebbe al calcio la passione dei millenials. In realtà sono proprio le squadre come La Juventus, l’Inter e il Milan a togliere passione. La loro dopata forza, costruita su bilanci fallimentari, ha portato a non avere concorrenza e quindi ad una noiosa ripetizione di vittorie. Non solo: ripensando al passato a Moggi, a calciopoli, a quanto emerso da carte frettolosamente archiviate, non solo le grandi aumentavano la loro forza imbrogliando con i bilanci, ma al tempo stesso complottavano e malversavano indirizzando i campionati a loro piacimento.
Ora, lo so che il golletto annullato a Faraoni in questa marea di putridume è solo un piccolo moscerino nell’occhio. Un moscerino che la possente macchina mediatica interista sta già cercando di piegare a proprio favore, facendo emergere dubbi anche davanti a immagini chiarissime, suggerendo a moviolisti e a quinte colonne stanziate nei giornaloni la linea da tenere. Nel nostro piccolo, molto piccolo, ci ribelliamo. Con la speranza che queste squadre facciano veramente la Superlega, liberandoci per sempre da spettacoli indegni come quelli di oggi.