Il momento è durissimo. C’è poco da fare. Quando stacchi la spina come ha fatto il Verona con l’Inter, riaccendersi non è semplice. A Cagliari si cercavano risposte e molte sono arrivate. La prestazione c’è stata, certo non spettacolare, ma nessuna di queste gare in cui ci si gioca la vita e la morte, lo è. Sono gare tiratissime, in cui un episodio sposta l’equilibrio. La bravura è proprio quella: spostare l’episodio dalla tua parte, cosa che al Verona non è riuscita, purtroppo. E così resta l’amarezza di aver raccolto zero punti, nonostante tanta attenzione, tanta concentrazione, tanta voglia di reagire. Ci potevamo aspettare le peggio cose viste le premesse. Anche un’altra batosta, un crollo verticale, un chiaro segnale che la squadra aveva mollato il proprio tecnico, dopo gli abomini che avevamo visto e sentito contro l’Inter. Invece abbiamo visto ragazzi che si davano il cinque in campo dopo una chiusura, gente che si incitava nella difficoltà, gente che ci ha provato e persino qualche lacrima alla fine. Il Verona è parsa una squadra ancora viva, ancora in grado di giocarsi la salvezza e un campionato che non è compromesso.
Ecco questo è un concetto che va ribadito con grande chiarezza. Se qualcuno si era illuso che quest’anno si potesse giocare una stagione senza soffrire si è sbagliato di grosso. Il compito del Verona è cercare di salvarsi, in un modo o nell’altro, all’ultimo secondo dell’ultima giornata. E finché la matematica non lo condannerà, bisognerà lottare per questo. Non ci sentivamo condannati due anni fa dopo dieci sconfitte consecutive, non lo eravamo l’anno scorso con due punti in meno rispetto ad oggi e quindi non lo siamo nemmeno in questo momento. Attenzione però: questo non vuol dire essere incoscienti o non essere preoccupati. Lo dobbiamo essere ma senza quella frenesia di voler distruggere tutto buttando il bambino e l’acqua.
Ed arrivo alla questione: l’allenatore. Cambiare oggi Zanetti, dopo aver perso a Cagliari in questa maniera, può essere una soluzione ma può anche condannare definitivamente il Verona. Il cambio a mio avviso è necessario solo quando non ci sono alternative, fosse arrivata un’altra disfatta come contro l’Inter, vi dico la verità: non avrei avuto dubbi e pur con dispiacere avrei detto che la sostituzione del tecnico era l’unica strada percorribile. Ora però dopo questa gara va usata lucidità e razionalità. All’orizzonte ci sono due gare delicatissime e molto importanti. Credo sia giusto concedere a Zanetti la possibilità di giocarsele per tirare fuori il Verona da questa crisi. Solo dopo Empoli e Parma, e alla vigilia del mercato di gennaio,Sogliano avrà completamente chiara la situazione per prendere le decisioni migliori per il Verona.