Il problema del Verona è che è condannato a fare cose straordinarie per rimediare al disastro combinato in precedenza. Appena fa cose “normali” pare essere la fine del mondo. In realtà in altri tempi e con un’altra classifica questo pareggio col Monza non ci sembrerebbe nemmeno così disastroso e sarebbe un punto da mettere in cassaforte. Invece oggi è solo un’occasione buttata. Colpa anche dello Spezia che ha battuto la sciagurata Inter di Inzaghi, ma questa è un’altra storia.
Quello che però preoccupa è una squadra che si sta attorcigliando su stessa, stanca soprattutto, con la luce della riserva accesa. Per recuperare il gap accumulato il Verona ha buttato via energie fisiche e mentali. E ora che servirebbe lo scatto di reni, il colpo di coda non ne ha più. Da gennaio in poi il Verona ha messo assieme 14 punti con una proiezione finale che sarebbe stata sufficiente a garantire una salvezza super tranquilla. Purtroppo ha giocato con la cappa di dieci sconfitte consecutive, un fardello enorme come abbiamo ripetuto mille volte.
Essere preoccupati è lecito. Non tanto per i cinque punti dallo Spezia ma per quello che il Verona ha manifestato contro il Monza. La squadra è in apnea e le scelte di Bocchetti e Zaffaroni molto opinabili. La sensazione di non essertela giocata al meglio rimane. Forse non sarebbe cambiato niente, ma se proprio dobbiamo inventarci qualcosa di nuovo perchè Kallon dall’inizio, perchè Doig fuori, perchè Lazovic di nuovo a sinistra a farsi tutta la fascia, perchè non rafforzare il centrocampo con Abildgaard, perchè non spostare Duda sulla trequarti?
Bisogna adesso scavallare la gara insidiosa contro la Sampdoria e poi inventarsi qualcosa, approfittando della sosta per ricaricare le batterie fisiche e mentali.
Questa è una terribile e difficile lotta di nervi. Una battaglia che si gioca sulle emozioni che cambiano velocemente di settimana in settimana, di partita in partita. L’esercizio dell’equilibrio è da praticare fino alla fine, perchè ora non serve a nulla il disfattismo e il nichilismo teso a demolire ogni certezza. La tentazione è forte, spesso cadiamo anche noi nel trappolone. Ma è proprio con la lucidità e con il totale appoggio alla squadra (non certo ad una discutibile proprietà con cui a fine campionato bisognerà aprire un serio discorso…) che possiamo ancora coltivare un po’ di speranza.