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POVERA NAZIONALE, POVERA FEDERAZIONE

Mi telefona Sandro Bordato, presidente del Buster Basket (anzi, adesso dell’Atletico, ma è la stessa cosa) e mi rimprovera: “Mario, il tuo blog è fermo. Scrivi qualcosa di nuovo”. Chiedo venia e prometto: non succederà più. L’avvio del nuovo portale di Telenuovo mi ha impegnato un po’, ma il tempo per una riflessione non posso non trovarlo.
Nel prossimo post parlerò della Tezenis, preferisco vederla ancora all’opera prima di dare i primi giudizi. Così oggi voglio parlare della nostra Nazionale, che sta toccando il punto più basso della sua storia. Non solo rischiamo di vedere con il binocolo la fase finale degli Europei (mai successo che gli azzurri siano rimasti fuori), ma corriamo il pericolo di retrocedere in serie B. E’ il degno epilogo di una gestione della Federazione Italiana Pallacanestro che sta facendo venire sempre più il mal di pancia alla base.

La FIP incassa una parte dei parametri su tutti i giocatori svincolati che vengono nuovamente tesserati ("chapeau "al consigliere Mattioli, inventore di questa "rapina legalizzata" che porta un sacco di soldi nella casse federali), per destinare poi queste entrate al finanziamento dell’attività giovanile. Ma quale? E di chi? Nessuna società ha mai visto il becco di un quattrino!

Vogliamo parlare di tecnica? Io sono sempre stato abituato a ritenere che in una squadra (intesa come nazionale) debbano essere selezionati i play, le guardie, le ali ed i centri più forti che si sono a disposizione. Invece i geni del nostro “Settore Squadre Nazionali” si sono intestarditi a puntare sui giocatori futuribili; con il risultato di lasciare a casa buoni atleti, preferendo i “prospetti”. Con risultati spesso imbarazzanti. Ai campionati europei “Cadetti” fu selezionato un attuale giocatore di C2, preferito ad un certo Andrea Bargnani: peraltro fu determinante in difesa annullando il miglior giocatore avversario nell’unica vittoria degli azzurri. Poi però…anche perchè la società, in quel caso, ebbe a mio avviso pesanti responsabilità scaricando, di fatto, il ragazzo (educato come pochi) pr puntare su altri senza tener conto che se non c’è lo sbocco in serie A si possono comunque valorizzare giocatori importanti anche in serie B. 

Del resto ci sono allenatori di club che guardano ai ragazzi del vivaio ragionando solo con una futuribilità a senso unico (serie A, altrimenti sei da buttare, o quasi); mentre parecchi tenici delle nazionali giovanili che da molto tempo hanno rinunciato a mettersi in discussione lavorando nei club, per restare nella nicchia della Federazione dove allenano, spesso male, i giocatori messi a disposizione dalle società.

Povera Federazione…guidata da un preside “sior Tentenna” che vive nel terrore di prendere qualsiasi decisione. “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi!” diceva il “Gattopardo”. La Federbasket continua a cambiare le carte in tavola, perché nulla cambi; anzi, perché la vita delle società sia sempre più complicata.
Per prendere la tessera di Allenatore di base (squadre giovanili, senior massimo in C2) occorrono due anni e costa circa 700 euro (“quando allena poi li prende in due mesi”, mi hanno risposto…). Poi bisogna acquisire 12 crediti in due anni partecipando a clinic (spesso a pagamento), altrimenti la tessera non vale più. E’ come se l’Ordine dei Giornalisti (o dei Medici, degli Avvocati) obbligasse gli iscritti a seguire dei corsi di aggiornamento per continuare a lavorare… Pensate le pernacchie, quelle che si merita questa Federazione sempre più distante dalle società, grandi e soprattutto piccole.

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