L’EUROPA CHE NON C’E’

Matteo Salvini è stato categorico: “L’Europa va cambiata”. Non ha detto di uscirne ma di modificare radicalmente la Ue.

C’entra poco l’appartenenza politica. Difficile trovarne uno di cittadino che sia entusiasta di questa Ue. Cominciando dall’indimenticabile, disastroso, passaggio dalla lira all’euro.

Salvini è poco autorevole? Autorevolissimo invece, a giudizio comune, Mario Draghi che ha espresso pure lui critiche dure all’Europa: manca un esercito comune, una visione economica, un pari regime fiscale nei vari Paesi.

Tant’è che gli editori di Repubbica e La Stampa, la famiglia Agnelli, da tempo paga le tasse in Olanda. E cosa condannano Repubblica e La Stampa? Ovviamente l’evasione fiscale dell’idraulico…

Cambiare l’Europa non è scontato. A Giugno servirebbe un voto che garantisse a maggioranza a popolari e liberali, escludendo i socialdemocratici.

Tutt’altro che scontato. C’è chi aspetta e spera.

GIORGIA E IL MURETTO DI BERLINO

Come sappiamo ai tempi delle guerra fredda a Berlino c’era il muro tra Occidente e Unione sovietica.

E’ continuato anche dopo, nel senso che la Germania, Paese chiave della Ue, era critica contro l’Italia.

Giorgia Meloni è riuscita a trasformare il muro in un muretto, nel senso che ha trovato un accordo di vari temi – dai migranti alla ricerca, con il leader tedesco.

Olaf Scholz è un socialdemocratico. Così come è socialista il leader albanese.

Quindi non sta in piedi l’accusa alla Meloni di essere una sovranista, una di destra che fa accordi solo con quelli di Visegrad. Li fa con chi conviene al nostro Paese.

E ottiene ottimi risultati come con i nuovi 20 miliardi del Pnnr.

Piaccia o no abbiamo in premier molto efficiente. Che che ne dicano le opposizioni.

ARDUO FERMARE I FEMMINICIDI

Il crudele, il feroce assassinio di Giulia porta ad una domanda che tutti non possono non porsi: come fermare i femminicidi.

Posta la domanda trovare la soluzione è purtroppo arduo: Lo stesso ministro Nordio ha dichiarato che le nuove leggi servono, doverose, ma non sono decisive.

Vi pare che questi giovani impazziti per la separazione, pronti ad uccidere e anche a suicidarsi, si fanno intimorire da un aumento delle pene previste?

Resta il tema cruciale dell’educazione. Psicoterapia di massa? E quando comincia questa educazione, nelle scuole? No: appena nati quando, prima ancora di parlare, osservano il comportamento dei loro genitori. Che sbagliano o non capiscono l’esempio che danno.

Il padre di Filippo Turetta ha dichiarato che suo figlio “era un bravo ragazzo”. Purtroppo “bravo” anzitutto ad uccidere l’ex fidanzata.

La sorella di Giulia ha dichiarato che restiamo una società patriarcale. E’ un fatto che da sempre la dona è sottomessa all’uomo, deve obbedire ai suoi desideri, guai se osa ribellarsi.

Invertire questa cultura, arrivare alla piena parità e al rispetto della donna, è tutt’altro che semplice. Per dire in politica Meloni e Elly sono l’eccezione…

Purtroppo ho un timore: che scatti l’effetto emulazione, che altri giovani via di testa siano portati a fare ciò che ha fatto Turetta.

Spero di sbagliarmi, ma arrivare a fermare i femminicidi resta molto, molto arduo.

CHIESE PIENE, UNA VOLTA…

Spesso quando viaggio non guido io la macchina, e così mi diletto a guardare il paesaggio.

Non c’è comunello o persino borgo – in Trentino, in Veneto o in Lombardia – dove non svetti un campanile con tanto di orologio e campane. Chiese dovunque.

Chiese che, un tempo, erano sempre strapiene; non solo la domenica. Non c’era abitante che non andasse in chiesa. Era ritenuto essenziale, per confessare i peccati e così assicurarsi un futuro, se non all’inferno, quantomeno in purgatorio.

Un popolo di credenti, che oggi si è dileguato. Chi ci va in chiesa? Chi si preoccupa dell’aldilà? Tutti concentrati sull’aldiquà. Tutti impegnati a godersi la vita, il presente, a risolvere i problemi quotidiani che ci preoccupano.

Fedeli in chiesa? Diciamo che puoi contarli sulle dita di un mano.

Diciamo che è un cambiamento “culturale” totale; a dir poco…

LA COLPA DI ESSERE RICCHI

Federico Rampini nel suo fondo sul Corriere, come sempre molto interessante, spiega che la colpa di noi occidentali è di essere (mediamente) ricchi. E questo spiegherebbe tra l’altro il fatto che i giovani, e non solo loro, stanno shierandosi con i palestinesi e contro israele perché loro, i palestinesi, hanno il merito di essere poveri, mentre gli israeliani la colpa di essere diventati ricchi, in particolare dopo gli anni ’80.

Rampini sottolinea che anche la metà e più del mondo, cioè Cina e India, sono impegnati a migliorare le condizioni economiche dei loro cittadini. Senza farsi pippe sulla difesa dell’ambiante.

Trascrivo in lungo passaggio del fondo di Rampini. “La ricchezza dell’Occidente, o quella di Israele, è diventata la prova schiacciante di una colpa: si accompagna alla certezza che questo benessere è il frutto di crimini contro l’umanità. Applicando questo dogma a tutto l’Occidente, la storia degli ultimi secoli dalla rivoluzione industriale in poi è un vasto romanzo criminale degno di Emile Zola: un paesaggio infernale di sfruttamento abietto, sofferenze, guerre coloniali, saccheggio delle risorse naturali. Nulla di buono ha fatto l’Occidente visto che la sua opulenza è legata alla miseria degli altri e al riscaldamento climatico. Tra le conseguenze di questa narrazione abbia l’illegittima etica delle frontiere nazionali (come possiamo negare l’ingresso ai poveri della terra, se la loro sofferenza l’abbiamo creata noi?) e l’urgenza di bloccare lo sviluppo economico foriero di un’Apocalisse ambientale: Queste convinzioni animano tanti giovani”.

Mi auguro non animino anche i frequentatori di questo blog…

 

PREMIERATO Sì, AUTONOMIA NI…

Giorgia Meloni è decisa an andare avanti col premierato, con l’elezione diretta del capo del governo. Il che implica dare più potere all’eletto dai cittadini e invece toglierne all’eletto dai parlamentari, cioè al presidente della Repubblica.

Che lui, il presidente della Repubblica, non scelto dagli elettori, abbia troppi poteri mi pare evidente. Sceglie il premier, avvalla la scelta dei ministri, qualunque provvedimento del governo, compresa ora la manovra, prima di andare al voto delle camere ha bisogno del suo benestare.

Cambierebbe molto con l’elezione diretta del premier: un governo con più poteri reali.

Se il premierato sembra procedere nella volontà di Meloni di andare a quella che lei chiama la “Terza Repubblica”, l’autonomia invece sembra in stallo, quasi non se ne parla più.

C’è l’ostilità di tutte le regioni del sud. Che mi pare comprensibile: già il nostro Paese è radicalmente diviso tra Nord e Sud, con l’autonomia si accentuerebbe ulteriormente la divisione…

Alla fine la soluzione all’italiana c’è: alla Lega daranno un autonomicchia…

POLITICA E VITA PRIVATA

La vita privata, i rapporti amorosi, continuano a fare irruzione nella politica. Come se un qualsiasi politico andasse giudicato non per la sua attività, ma per le relazioni affettive.

L’ultima puntata di Report ha accusato Berlusconi di essere condizionato dalla Fascina, dalla sua ultima donna. Nemmeno da morto la smettono di giudicarlo per questo.

Anche la sua seconda moglie, Veronica Lario, dopo la separazione fu utilizzata per criticarlo. Nel mirino l’attività di governo di Berlusconi? Si parlò molto più delle “cene eleganti si Arcore”…

Adesso con Giorgia Meloni. Il suo operato da prima donna premier? La guerra che dilaga? Scherziamo si è parlato e discusso anzitutto del suo rapporto con Giambruno, della rottura definitiva. Molti affermano che Giorgia ne è uscita bene, con dignità, ma che senso hanno le discussioni a raffica?

C’è un precedente storico da non dimenticare. Quando eravamo per la famiglia tradizionale. Non esisteva il divorzio. Anche il Pci allora era contrario ad introdurre il divorzio. Ebbene: Palmiro Togliatti aveva come amante Nilde Iotti.

Ma nessuno si sognò di scandalizzarsi e criticarlo per la sa scelta di vita privata. Togliatti venne apprezzato o criticato per il suo rapporto con l’Unione Sovietica, per la sua visione del comunismo. Non c’è il ricordo di interventi, di ampi spazi mediatici dedicati alla sua relazione con Nilde Iotti.

C’era un approccio serio alla politica. Oggi invece la vita privata diventa il primo strumento per giudicare l’attività di ogni politico; donna o uomo che sia.

 

HAMAS, I NUOVI NAZISTI

Con questa guerra tra i terroristi di Hamas e Israele che dilaga, che esclude tregue e paci imminenti, che anzi prospetta l’autentica tragedia di una guerra globale, è inevitabile che tutti si schierino: chi con i palestinesi e chi con gli ebrei.

Presupposto storico. Dopo l’Olocausto, i 6 milioni di ebrei massacrati dai nazisti. Non solo: dopo secoli di persecuzione e discriminazione nei loro confronti, costretti a vivere nei ghetti delle nostre città, l’Occidente decise che avevano diritto ad una patria dove vivere liberi e sicuri. La Palestina era una colonia inglese e la Gran Bretagna, assieme agli altri Paesi occidentali, decise di destinarne una parte a loro: nacque lo stato di Israele.

Ma i palestinesi ritennero di essere nuovamente colonizzati, di non avere l’autogoverno; da qui gli attacchi, le guerre, gli attentati continui contro Israele.

Da che parte stare? Personalmente fossi un palestinese vorrei stare in Israele, l’unico stato democratico dell’intero Medioriente, che rispetta diritti e libertà, piuttosto che essere in balia dei terroristi che controllano gli altri territori.

Non sono certo l’unico a pensare che Hamas sia il nuovo nazismo, che ammazza i civile ebrei, che va a sequestrarli: bambini, donne, anziani.

Sarà perché non sono studente di un liceo milanese ma trovo vergognoso inneggiare ai terroristi, gioire perchè Tel Aviv brucia…

Dopo che, purtroppo, schierarsi non basta. Non risolve. Resta il terrore di una guerra globale che avrebbe effetti devastanti per l’Occidente, Italia compresa, con valanghe di morti, crollo dell’economia, una migrazione del tutto fuori controllo.

 

 

GLI INCHINI A NAPOLITANO

Alla morte di Giorgio Napolitano non sono mancati gli inchini alla memoria del Presidente emerito della Repubblica. Tanti, compreso il Papa, gli hanno riconosciuto il ruolo importante svolto al servizio del nostro paese.

Fondamentale l’intervento nel 2011 quando diede l’incarico a Monti di formare il nuovo governo. Chi sostiene che così salvo il paese da una incombente crisi economica. Chi invece parla di un piccolo golpe ai danni di Berlusconi…

Comunque sia non si può dimenticare che, prima di essere al servizio del nostro paese, Napolitano fu per anni al servizio dell’Unione sovietica: silenzio sui crimini di Stalin, sui carri armati in Ungheria, sull’intervento alla primavera di Praga.

Se non conta il passato ma solo il presente, il dopo, questo deve valere per tutti: che uno sia stato fascista, comunista o nazista, va giudicato per quanto ha fatto successivamente. Quindi inutile evocare il passato fascista o neofascista degli attuali governanti: giudichiamoli per ciò che stanno facendo ora.

Poi Napolitano fu il primo comunista ad essere accolto negli Stati Uniti. E qui arriva l’altra grossa questione: puoi essere stato fascista, comunista o democristiano, l’importante è non sottrarsi all’obbligo di diventare atlantista, cioè servitor cortese degli Stati Uniti. Ubbidendo, tanto per dire l’ultima, a fornire armi e soldi all’Ucraina.

Altrimenti fai la fine di Bettino Craxi dopo Sigonella: esiliato e lasciato morire senza nemmeno le cure sanitarie in patria. Cure, tanto per concludere, che sono state garantire anche e perfino a Mattia Messina Denaro…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’EUROPA CHE NON C’E’

Non è certo una buona notizia, anzi è una tragedia nella tragedia questa Unione europea che ha confermato di non esserci, di non riuscire ad intervenire sulle questioni cruciali come il tetto al prezzo dell’energia.

Mai come adesso avremmo bisogno di un Europa forte e unita che sappia farsi valere tra i due colossi asiatico e americano. Ma le fondamenta sono mancate fin dall’inizio partendo dall’unione economica e non dall’unione politica che avrebbe garantito un governo europeo in grado di decidere e non ostaggio, come avviene, del veto di uno qualunque dei 27 Paesi membri.

Nemmeno sul tetto ai consumi riesce ad imporre una decisione comune, ma solo una vaga raccomandazione sapendo che poi ogni Paese farà ciò che vuole sulla riduzione energetica. Che poi è una follia: come dire che, se mancano i prodotti alimentari, devi metterti a dieta e cercare di non morire di fame…

I sogni non vanno scambiati con la realtà. Purtroppo l’Unione europea oggi è il nulla. Senza aggiungere che non esiste nemmeno l’unità d’Italia che porrebbe fine alle vergognose differenza sociali tra chi lavora e chi può permettersi di vivere con il reddito di cittadinanza…

Chi si definisce europeista convinto e crede in questa Unione inesistente, dovrebbe aggiungere di essere anche un sostenitore convinto dell’evasione fiscale: con il paradiso del Lussemburgo, con l’Olanda dove la Fiat  – dopo decenni di elargizioni di denaro pubblico italiano – ha pensato bene di trasferire la propria sede per non pagare più nemmeno le tasse nel nostro Paese.

Nella tragedia mi permetto di concludere con una battuta. Che i successori di Gianni Agnelli trasferiscano ad Amsterdam anche la Juventus, che magari il Var in Olanda funziona meglio…