Beppe Grillo ha trovato il suo alter ego: Sigfrido Ranucci di Report. Lui Grillo convinto di poter giudicare e assolvere il figlio al posto del tribunale, lui Ranucci convinto di poter accusare e condannare Flor e la sanità veneta sostituendosi ai giudici.
Per carità, Ranucci è solo l’ultimo epigono di una serie sconfinata di casi in cui, da tangentopoli in poi, le accuse sono state presentate come condanne; in sfregio alla presunzione d’innocenza fino al terzo grado di giudizio sancita solennemente dalla nostra Costituzione.
Senza distinzione di colore politico. I quotidiani di sinistra massacravano Berlusconi, oggi uno di destra come la Verità massacra Renzi e i suoi genitori…
Ma con lui, Ranucci, siamo in Rai nella televisione di stato. Capisco – non giustifico sia chiaro – le reti private che cercano in tutti i modi il cosiddetto “scoop” per fare ascolti e incassare introiti pubblicitari. La Rai non ne ha bisogno perché è foraggiata dal canone che tutti noi dobbiamo pagare (l’unica seria lotta all’evasione fiscale in Italia è avvenuta abbinando il canone Rai alla bolletta della luce…).
Report, il tribunale del popolo su Rai 3, è inaccettabile.
In un Paese serio Ranucci verrebbe mandato a dirigere il traffico. In un Paese serio che non è il nostro. Dunque nessun dubbio che resti a Report in attesa di diventare direttore di Rai 3.