LE BUONE IDEE CI SONO, CI VOGLIONO TEMPO E PAZIENZA!

Quando l’arbitro ha fischiato la fine di Padova-Lanciano, decretando l’1-1 come risultato finale, mi è subito venuto in mente che anche due anni fa, nel campionato 2010-2011, abbiamo debuttato con una neopromossa (il Novara) segnando per primi (con Succi) e facendoci raggiungere su calcio di rigore di Motta (stavolta invece è stata una punizione a condannarci al pari). Vi ricordate poi com’è finita? Che Padova-Novara è stata la finale playoff per giocarsi la A, ma nessuno, alla prima di campionato, se lo sarebbe mai aspettato un epilogo del genere.

Ora, lungi da me pensare o anche solo sperare che anche alla fine di quest’anno la finale playoff sarà Padova-Lanciano, ci mancherebbe! Di playoff e di serie A non parlo ora e non voglio parlare per tanto, tantissimo, tempo, a meno che questo Padova non ci stupisca davvero con effetti speciali da qui ai prossimi mesi!

L’esempio però, e il ricordo di quella prima di campionato, calzano a pennello per ribadire che, appunto, la partita di stasera è stata solo l’inizio. Che un pareggio non è da buttare via, anzi. Che il Padova ha ampi margini di miglioramento e, nei novanta minuti dell’Euganeo, si sono visti tutti. Spesso i giocatori hanno cercato giocate precise e schemi che solo perché il meccanismo non è ancora oliato al cento per cento non sono riusciti e non sono andati a buon fine.

Insomma le idee ci sono e sono pure buone: basta un po’ di pazienza per far sì che questi ragazzi si conoscano meglio e imparino a metterle in pratica con maggiore efficacia. Ecco probabilmente non vedremo mai un gioco spumeggiante e arrembante, ma lo sapevamo fin dall’inizio che Pea gioca praticamente con 5 difensori e ha come pallino principale l’equilibrio e la compattezza di squadra, non lo spettacolo! Per cui, mettiamocela via, almeno per ora. Poi chissà magari tutto può succedere anche sotto questo aspetto!

 

SCALDIAMO I MOTORI

Dopo l’esperienza a Sky come commentatrice delle partite di calcio femminile dell’Olimpiade e una settimana di ferie, rieccomi qui a parlare del nostro Padova. Un Padova che è partito con qualche acciacco e non brillantissimo nella prima di Coppa Italia contro il Pisa e che si è ritrovato costretto a tornare sul mercato dopo la brutta notizia della non idoneità sportiva del difensore Jonas Portin e della rescissione consensuale di Omar Milanetto. Ma ci si doveva aspettare un inizio un po’ così: la squadra è praticamente tutta nuova, lo staff tecnico anche, e sulle gambe è normale che si sentano ancora pesanti i carichi di lavoro. Non sono queste le partite che contano, non importa se dopo domani sera a Bergamo con l’Atalanta non si farà risultato nella seconda di Tim Cup. Le gare importanti iniziano il 25 agosto. E non è detto che la squadra sia pronta per allora, forse ci vorrà qualche settimana in più. Ma è da allora che bisognerà cercare di farsi trovare pronti, perché i punti diventeranno pesanti. Largo dunque alle ultimissime scelte di mercato e poi… scaldiamo i motori che comincia il campionato!

UN’AVVENTURA INCREDIBILE!

Chiedo scusa se ho un po’ trascurato il blog in questi ultimi giorni. Come molti di voi hanno già visto o saputo, ieri sera ho debuttato su Sky Sport con la telecronaca di Francia-Corea del Nord, gara del primo turno del girone G di calcio femminile.

L’emozione è stata tanta, davvero, soprattutto nei primi minuti, quando le parole “amici sportivi, benvenuti su Sky Sport” non ne volevano proprio sapere di uscire dalla mia bocca! Avere la possibilità di lavorare per la tv che considero la numero uno in assoluto è un’occasione incredibile e ovviamente sto cercando di portarla avanti studiando a fondo le varie formazioni e impegnandomi molto. Sono fortunata: il team di telecroniste donne scelto da Sky per queste olimpiadi è bellissimo, ci si dà tutte una mano tra statistiche, storie e aneddoti che riguardano le varie giocatrici. In particolare, c’è Martina Angelini da Livorno che è una vera e propria enciclopedia vivente sul calcio femminile e inesauribile fonte di notizie per tutte le altre. Grande Marty!

Martedì alle 18.15 mi toccherà Stati Uniti-Corea del Nord. Poi vedremo cosa mi riserverà questa fantastica avventura!

Non preoccupatevi comunque che tornerò, e pure presto, ad occuparmi del Padova su Telenuovo! E qui nel blog potrete continuare a farmi gli appunti di sempre, a dirmi che son troppo buona e troppo passionale, che tratto troppo bene l’allenatore eccetera, eccetera, eccetera! Insomma tornerà presto tutto come ai vecchi tempi!

Battute a parte, grazie a tutti per il sostegno di questi giorni. E un arrivederci a presto qui sul blog e sul Tg Biancoscudato. Per parlare insieme del nostro amatissimo PADOVA!

 

ROSA COMPLETA A META’ LUGLIO, UNA BUONA PARTENZA!

Fabrizio Salvatori è caratterialmente l’esatto opposto di Rino Foschi. Se quest’ultimo è vulcanico e, anche quando ti sta dicendo il più semplice degli aneddoti, riesce a tenerti incollato al racconto fino all’ultima parola dosando ironia e suspence, Salvatori invece parla poco e usa frasi brevi con il tono della voce basso, quasi a non voler disturbare, quasi a voler dire: “Il mio mestiere non è parlare, è fare i fatti”. Ora non fraintendetemi: di fatti ne ha fatti anche Rino Foschi in due anni a Padova, solo che mi colpisce davvero molto il modo di lavorare assolutamente sottotraccia dell’attuale direttore sportivo del Padova. Che, quatto quatto e zitto zitto, ha già assicurato a Pea una rosa completa e siamo solo al 17 di luglio.

Salvatori ha detto che la squadra è a posto e che da qui alla fine il suo lavoro sarà sostanzialmente in uscita, andrà cioè a sfoltire piazzando qua e là qualche giocatore sotto contratto che qui magari troverebbe poco spazio. Però rimarrà anche alla finestra a fiutare l’affare giusto: a domanda precisa, se arriverà una punta d’esperienza in grado di garantire gol in doppia cifra, Salvatori ha risposto che l’attacco è già a posto così com’è e che anzi è pure abbondante. Molto dipenderà quindi dalle cessioni che riuscirà ad operare.

Stiamo alla finestra insieme a lui: da qui al 31 agosto qualcosa potrebbe ancora cambiare. E se la partenza è questa, potrebbe cambiare in meglio!

PEA, CHE GRANDE COMUNICATORE!

Il lavoro sul campo, quello vero, deve ancora cominciare. Eppure è già fortissima la sensazione che Fulvio Pea sia un gran personaggio. Che sa esattamente come prendere in mano i malumori della piazza e trasformarli in un sentimento positivo, di speranza, di entusiasmo, andando a toccare gli argomenti giusti con le parole giuste. Il neo allenatore del Padova si è calato nella realtà padovana alla perfezione, studiandone a fondo la storia e capendo che, ora più che mai, il pubblico ha bisogno di stimoli nuovi per tornare ad innamorarsi della sua squadra del cuore dopo la grande delusione della passata stagione. E allora ecco il primo colpo a sorpresa: “Cercheremo di organizzare alcune amichevoli allo stadio Appiani, lì dove si è svolta la pagina più gloriosa di questa società”. Ma dico io: ci voleva uno da Casalpusterlengo per capire una cosa così semplice eppure così grande? Evidentemente sì. Sono anni che i tifosi chiedono che l’indimenticato e indimenticabile stadio Appiani torni in qualche modo a far parte della vita quotidiana del Padova e dei suoi sostenitori, visto che di sabato pomeriggio ci si deve accontentare del freddo Euganeo. E’ quindi naturale che, dopo l’annuncio dell’allenatore, i tifosi abbiano già messo un bel “mi piace” sulla sua figura, elevando così il suo indice di gradimento. “Partiamo con obiettivi tranquilli, ma con grandi ambizioni. Guai a non avere fame”: ecco l’altra frase che ha conquistato tutti. Pea ha praticamente detto che forse i playoff e la serie A non arriveranno, ma che farà in modo che la prestazione non manchi mai, che al sabato pomeriggio alle 17 o il lunedì sera alle 22.30 la gente torni a casa sempre contenta e orgogliosa del suo Padova, indipendentemente dal risultato che può dipendere da mille altre variabili.

Ultimo, ma non meno importante, aspetto l’ordine seguito nella costruzione della squadra: “Siamo partiti dalla difesa, un reparto in cui ci vogliono molti giocatori d’esperienza”. Musica per le orecchie dei tifosi che da anni invocano bravi attaccanti sì ma soprattutto difensori con personalità e forza, visto che nelle ultime stagioni il tallone d’Achille del Padova è proprio stata la fase difensiva. A guardare bene non sono che pochi concetti molto semplici quelli espressi da Pea, ma chiari, concreti e fondamentali per partire col piede giusto. E se questo è solo l’inizio…

SVOLTA EPOCALE

Il figlio di Marcello Cestaro entra nel calcio Padova. E lo fa assumendo la carica di vicepresidente, ovvero di numero 2 della società. “Lui è uno che coi conti non sgarra, a differenza del sottoscritto che ogni tanto si fa prendere un po’ troppo dall’entusiasmo e magari spende troppo”, ha sorriso Cestaro quando ha annunciato questa vera e propria svolta epocale. Ma ci pensate: la famiglia di Cestaro, da sempre avversa alla sua decisione di entrare prima e di restare poi nel calcio Padova, adesso entra nella stanza dei bottoni.

La sensazione è quella che Lorenzo entri più per controllare che papà la smetta con le spese pazze nel pallone che per autentica e viscerale passione per questo sport. Però io non sottovaluterei il potere trascinante del calcio. Soprattutto a Padova. In fin dei conti anche Cestaro senior entrò a far parte di questa realtà nel 2003 perché gli avevano promesso un centro commerciale vicino allo stadio. Poi non se ne è fatto più niente ma Marcello mica se n’è andato, anzi.

Intanto Lorenzo il piede lo ha messo dentro. Chissà magari poi metterà dentro anche tutto il cuore. E lo vedremo correre per la pista di atletica dello stadio prima della partita a raccogliere applausi a braccia alzate dai tifosi… Sogno o realtà? Tanto per cambiare, io ci credo.

DUBBI LEGITTIMI

Vincenzo Italiano è stato condannato in primo grado a 3 anni di squalifica nell’ambito del calcio scommesse. La Commissione Disciplinare ha ritenuto fondata l’accusa portata avanti dal procuratore federale Stefano Palazzi, secondo il quale Italiano avrebbe tentato di accomodare il risultato finale di Padova-Grosseto del 23 marzo del 2010 telefonando all’ex compagno di squadra Turati. Sicuramente l’avvocato di Vincenzo, Mattia Grassani, presenterà ricorso in appello e dunque non c’è ancora nulla di definitivo.

Permettetemi però di esprimere dubbi più che legittimi su questa decisione. Basata essenzialmente sulla confessione di Carobbio che, onestamente, non mi pare il massimo dell’attendibilità. Andiamo con ordine: Italiano, centrocampista del Padova, telefona a Turati, difensore del Grosseto, la mattina del giorno in cui Padova e Grosseto devono giocare. E’ un martedì. I due giocatori, interrogati separatamente e senza essersi parlati prima, riferiscono la medesima versione dei fatti: ovvero che si sono sentiti come già era successo in altre occasioni perché sono amici fuori dal campo oltre che essere ex compagni di squadra. Turati poi ammette che Italiano ha tentato di sapere qualcosa sul modulo che avrebbe adottato il Grosseto ma senza successo. Nessuno dei due accenna a combine o ad altre cose illecite. A questo punto si inserisce la dichiarazione di Carobbio che afferma di aver assistito alla telefonata, in quanto compagno di squadra di Turati, e di aver chiaramente sentito la tentata combine da parte di Italiano. Il procuratore federale gli crede e lo giudica dunque attendibile perché in altre circostanze Carobbio ha detto la verità e allora di sicuro ha detto la verità anche in questa. E oggi gli ha creduto anche la Commissione Disciplinare.

Sinceramente mi pare davvero poco per condannare una persona ad una macchia del genere e un giocatore alla fine anticipata della propria carriera. Se Vincenzo è davvero colpevole, vorrei che lo fosse per accuse più circostanziate e verificabili.

ECCO PEA: VI GARBA?

Fulvio Pea è il nuovo allenatore del Padova. Di sicuro, per essere bravo, è bravo. A Sassuolo ha fatto un ottimo, anzi di più, un eccellente lavoro. Da Modena, nei giorni scorsi, alcuni colleghi con cui ho parlato per cercare di capire se la pista che portava a lui era effettivamente praticabile (nonostante Pea negasse tutto!) me l’hanno peraltro descritto come un allenatore carismatico e furbescamente bravo nel dialogare coi tifosi, nel farsi voler bene, nel farsi adorare dalla piazza, nel trascinarla. L’unico dubbio che mi resta e che ovviamente potrò fugare solo una volta che lo vedrò all’opera insieme a tutti voi riguarda il suo gioco: il Sassuolo di quest’anno si è dimostrato squadra compatta, solida e cinica, ma di certo lo spettacolo non è mai stato il suo forte. Potrebbe però essere andata così perché lì a Sassuolo Pea aveva a disposizione un certo tipo di giocatori. Magari con certi altri qui a Padova ci sarà anche un gioco entusiasmante. Quel che è bello in questo momento, prima di giudizi assoluti che senz’altro avremo modo di esprimere più avanti, è che il presidente Cestaro, nel dire che, ingaggiando Salvatori e Pea ha fatto la scelta migliore che poteva fare, ha usato l’aggettivo “competitiva” per definire la squadra che andrà ad allestire per la stagione 2012-2013.

Insomma, il presidente è tornato e più voglioso che mai di far felici i tifosi anche il prossimo anno. Musica per le orecchie di tutti!

BARALDI AL COMANDO, ARRIVA SALVATORI

Dopo giorni e giorni di silenzio assoluto da parte del presidente del Padova Marcello Cestaro, incredibile ma vero, sono arrivate due notizie nello stesso giorno. Innanzitutto, a metà pomeriggio, quella della risoluzione consensuale del contratto con Rino Foschi, poi l’annuncio dell’ingaggio del nuovo direttore sportivo, che sarà Fabrizio Salvatori.

In cima a tutto, la notizia che non è ancora stata annunciata ma che è di fatto forse la più importante: ovvero che la gestione della società sarà affidata al manager emiliano Luca Baraldi, sulla base del piano industriale da lui stesso preparato per contenere i costi della società.

Si tratta di cambiamenti importanti che preludono all’ennesima rivoluzione in casa Padova. Si dovrà ripartire da zero anche stavolta. E onestamente non riesco nemmeno a immaginare come andrà a finire. Per ora prendo atto e mi lascio convincere e affascinare dal curriculum del neo direttore sportivo che di campionati ne ha vinti e di cui si parla un gran bene anche dal punto di vista umano.

Un saluto però a Rino Foschi lo voglio tributare: in questi due anni abbiamo vissuto momenti difficili, ma ci siamo anche tanto divertiti con i giocatori che ci ha portato. E pure con Dal Canto, anche se adesso in molti non se lo ricordano più. Giusto ringraziarli.

 

QUALE SARA’ IL FUTURO BIANCOSCUDATO?

Dopo giorni e giorni di silenzio assoluto, il presidente Marcello Cestaro ha parlato ieri sera, al termine dell’assemblea dei soci per l’approvazione del bilancio. Non ha usato giri di parole il presidente. e ha detto esattamente quello che era nell’aria da giorni. Ovvero che taglierà del 50 per cento il budget (che passa dunque dagli 11 milioni spesi quest’anno a 5-6 milioni di euro massimo) e  che affiderà a Luca Baraldi, il suo nuovo braccio destro, la gestione della società. Una gestione che sarà molto più oculata e meno spendacciona di quanto sia stata negli ultimi anni. Inoltre nè Foschi nè Dal Canto faranno più parte del progetto. A guidare la squadra dal punto di vista tecnico saranno altre due persone, scelte anche queste con ogni probabilità dallo stesso Baraldi.

Ho atteso questa mattina prima di scrivere questo post perché volevo vedere la reazione dei tifosi dopo le dichiarazioni di Cestaro, che siamo peraltro riusciti a trasmettere in diretta a “Biancoscudati channel”. Di sicuro si è chiuso un ciclo: non assisteremo più a spese pazze da parte del presidente. E non vedremo più qualche volto che ha caratterizzato la società in questi ultimi anni. Leggo qua e là commenti positivi: finalmente via questo, finalmente via quello, finalmente potremo avere una squadra di giovani che hanno fame e non di vecchi che vengono a svernare e magari ci rovinano tutto con la storia del calcioscommesse. Sono tutti pensieri che condivido. Ma, come giustamente ha sottolineato ieri sera in diretta Leandro Barsotti, sposare la linea giovane significa anche avere più pazienza, non aspettarsi il risultato subito, non fischiare un giovane se sbaglia un passaggio dopo 5 minuti. E mettersi in testa che potremmo pure avere la fortuna di beccare il nuovo Insigne e il nuovo Immobile, ma magari anche la sfortuna di non indovinare l’investimento e ritrovarci per le mani un giovine di poche speranze.

Questo cambiamento della società implica insomma automaticamente un cambiamento anche nell’atteggiamento che si dovrà poi avere nei confronti della squadra. Siamo pronti a questo? Vi giro la domanda. E attendo le vostre risposte.