SULLE ORME DI VERONA E VENEZIA: VIA ROSSI, SQUADRA A SABATINI

 

Via Ezio Rossi. Ed è il sesto in sei anni (dopo Frosio, Glerean, Ulivieri, Pellegrino, Mandorlini) che viene all’ombra del Santo per lasciare il segno e non ci riesce. Il Padova stavolta, prima di prendere un’altra decisione affrettata, ha deciso di guardare in casa propria e di chiamare in prima squadra Carlo Sabatini, tecnico che con la Berretti sta facendo molto bene. Sarà lui, che ha fatto da secondo a Serse Cosmi a Udine, a tentare di portare ai playoff il Padova in queste ultime sette giornate. Dovrà essere lui a restituire alla squadra fiducia in sè stessa e all’ambiente un pizzico di ottimismo, così come è stato a Verona per Pellegrini e a Venezia per Serena, con buoni risultati.

E’ la scelta giusta? A voi la parola!  

SETTE GIORNATE AL TERMINE: PRENDERE O LASCIARE

 

La delusione è tantissima. Di più. Aver visto oggi il Padova perdere per l’ennesima volta facendosi rimontare ha fatto male a me e ai cinquecento tifosi che hanno deciso di dare fiducia alla squadra seguendola nella trasferta in laguna.

Però non riesco a togliermi dalla testa le parole di Paolo Cotroneo a fine partita: "Io la vedo da dentro, dallo spogliatoio, vi assicuro non siamo morti – continuava a ripetere – Dateci fiducia fino alla fine, poi tirerete le somme". E’ sempre stata molta la mia stima nei suoi confronti perchè l’ho sempre ritenuto un’ottima persona oltre che un buon giocatore: è per quello che voglio mettere a cuccia tutto il pessimismo che ho dentro, provare per una volta ad andare controcorrente, credergli sulla parola e pronunciare quindi il veltroniano "Yes, we can".

Sto sognando ad occhi aperti oppure davvero ancora si può fare? 

LE PAGELLE BIANCOSCUDATE

 

Ha ragione Mauro Meluso: mancano ancora otto giornate e il dovere è quello di crederci fino alla fine, seppur con tutti i dubbi e le perplessità di questo mondo. Ma si può iniziare a dare le pagelle a questa squadra per quello che ha mostrato in (ormai) tre quarti di stagione. Chi, secondo voi, merita il voto più basso di questo Padova fin qui deludente? Chi il voto più alto? Chi poteva fare di più e chi ha reso secondo le aspettative o anche meglio? Chi è promosso e chi invece finisce dietro la lavagna con un bel cappellino da asino sulla testa?

A voi l’ardua sentenza: ovviamente ricomprendendo anche l’allenatore Ezio Rossi, colui che in queste ultime ore più degli altri è finito sul banco degli imputati per i cambi sciagurati nel secondo tempo con la Ternana.

 

 

DELUSIONE SUGLI SPALTI… E NON SOLO

 

 

Mi era venuto il dubbio già all’indomani della partita pareggiata in casa 2-2 contro il Foligno. Dubbio che si è fatto molto più forte dopo il pari di Lecco, in cui la squadra si era messa a giocare solo dopo aver beccato l’1-0.

Oggi il dubbio è quasi certezza: Ezio Rossi è, se non l’unico, tra i principali artefici della debacle biancoscudata. I cambi di ieri contro la Ternana non li ha capiti nessuno, forse neanche il suo vice Filippo Masolini che in una fotografia pubblicata dal "Mattino di Padova" lo guarda con gli occhi strabuzzati. Chissà…

Varricchio era in giornata strepitosa: perchè lasciarlo solo lì davanti? Ok, Nello Russo stava male e aveva chiesto il cambio, ma perchè optare per l’inserimento di Mazzocco anzichè buttare dentro Di Nardo o Rabito? Perchè difendere uno striminzito 1-0 in casa con cinque difensori anzichè puntare sul proprio grande potenziale offensivo? Il Padova deve o non deve puntare al salto di categoria? E allora come ci andiamo in B se abbiamo paura di imporci contro la quintultima in classifica? 

Stavolta non ci sono giustificazioni: è vero, i giocatori, dopo l’1-0, hanno accusato il ritorno della Ternana, ma se invece che complicargli la vita con cambi assurdi Rossi dava loro una mano di sicuro avrebbero potuto arrivare al 2-0 della tranquillità con molta più facilità. Non vorrei dire che è notte fonda, perchè il Verona ha fatto un favore al Padova battendo il Foggia, però occorre una virata in tempi brevi, se no qui naufraghiamo.

 

60 MILIONI DI… ALLENATORI

 

 

In Italia siamo circa 60 milioni di abitanti. Nel gergo calcistico si dice che siamo anche "60 milioni di allenatori" nel senso che ognuno di noi (giornalisti compresi e anzi, a volte con particolare accanimento) è sempre dell’idea che se "fosse in panchina al posto di Tizio metterebbe in campo questa formazione", "che se fosse stato al posto di Caio avrebbe cambiato Sempronio", "che bisogna giocare con una punta, due punte, il tridente" etc etc.

Ora che siamo rientrati in clima pre partita (domenica il campionato riprende e non si fermerà più fino alla fine) vorrei dare la possibilità a ciascuno di voi di indicarmi la formazione del Padova che secondo voi è in grado di rendere al meglio in questa parte finale di campionato per arrivare ai playoff. Con l’indicazione delle motivazioni per cui ad un giocatore ne preferite un altro.

Pronti?

 

UN ABBRACCIO A ZEOLI, SIMBOLO DEL PADOVA CHE VORREMMO

 

Grinta, cuore e attaccamento alla maglia non sono mai venuti meno nelle sue prestazioni. In campo ha sempre dato il centodieci per cento, assumendosi la responsabilità di eventuali errori e contribuendo sempre alla grande ai risultati positivi del Padova. Anche quando l’allenatore gli ha preferito, nella formazione titolare, un compagno di squadra, Michele Zeoli non ha smesso di trasmettere ai compagni tutto l’ardore e la determinazione che ha dentro, saltando in piedi sempre per primo dalla panchina quando c’era da andare a festeggiare un gol appena realizzato. Ci mancherà molto nei prossimi mesi il difensore centrale romano tifoso del "Toro", fermato giovedì in allenamento da una lesione al retinacolo dei peronieri (il tendine che passa dietro il malleolo del piede) che lo costringerà o al gesso o addirittura ad un intervento chirurgico e dunque ad uno stop forzato di almeno 60 giorni. Ci mancherà proprio il suo esempio di giocatore che esce dal campo sempre a testa alta perchè sa di aver dato tutto. Ci mancherà il suo essere simbolo del Padova che vorremmo: una squadra che per l’obiettivo finale non tira mai indietro la gamba, che si sacrifica, che fa delle doti umane l’imprescindibile complemento delle qualità tecniche per il raggiungimento del traguardo che ormai questa piazza sogna da troppo tempo. Un grande in bocca al lupo a Zeoli per la guarigione: la speranza è quella che l’operazione non serva e che fra due mesi Michele sia pronto, insieme agli altri, a dare il suo contributo nelle partite che conteranno veramente, quelle dei playoff. I compagni non potrebbero fargli regalo più bello che centrare un posto tra le prime cinque…    

GALDERISI, CUORE DI PADOVA

Dice che ha lasciato qui una fetta importante del suo cuore. E che solo nei novanta minuti in cui il suo Foggia affronterà i biancoscudati si augurerà che il Padova perda. Si avverte lontano un chilometro che Nanu Galderisi, se potesse, verrebbe qui di corsa per sedersi sulla panchina padovana.

Indipendentemente da come sarà la classifica il 4 maggio (io continuo a sperare che, con il gruppo che abbiamo, un posto ai playoff arrivi e che magari, sai mai, il Padova possa fare come la Triestina di Ezio Rossi qualche anno fa… ), potrebbe per l’anno prossimo rivelarsi la scelta giusta chiamare Nanu Galderisi sulla panchina del Padova? Oppure preferite che torni Andrea Mandorlini e tenti di portare a termine ciò che aveva iniziato nella seconda parte della scorsa stagione?

Lo so, buttate lì ora, queste domande sanno un po’ di fantacalcio, proprio perchè il campionato in corso deve ancora finire e il Padova non è decimo, è quinto, dunque ancora nei playoff. Ma scommetto che molti di voi la domanda su quale sarebbe l’allenatore giusto per questa squadra se la sono già fatta.

Che idea avete? 

 

 

 

ILLUSIONE DISATTESA

Sto forse peggio oggi di quando il Padova perse a Legnano senza capirci un’acca stracca dal primo al novantesimo. Possibile? Sì, perchè quando sei convinto che la squadra abbia capito la lezione e che porterà a casa anche da Lecco una vittoria sonante, ci rimani male a rivedere la faccia della medaglia che speravi fosse stata per sempre cancellata. Anche stavolta purtroppo i biancoscudati hanno sfoderato gli artigli solo dopo essere andati sotto: impossibile continuare ad allargare le braccia e basta, appellandosi alla fatalità o peggio ancora alla sfortuna. Qualche domanda bisogna pur iniziare a porsela se un gruppo come quello a disposizione del Padova invece che essere in vetta è al quinto posto e pure in compagnia di qualcun altro che lo sta pericolosamente insidiando. Io comincio con una provocazione: e se il problema fosse l’allenatore? Già dopo il clamoroso 2-2 in casa col Foligno, proprio in questo blog, parlai di un Ezio Rossi in confusione e in difficoltà nel leggere la partita. A questo punto mi viene il dubbio che, in questo momento, il tecnico non stia gestendo il materiale umano e tecnico a sua disposizione come dovrebbe. Se i giocatori non tirassero mai fuori gli attributi, sarebbero loro il bersaglio principe della mia perplessità: invece il problema è che li sfoderano "random", cioè una volta sì a una no (e quando lo fanno peraltro, lo fanno alla grande, quindi significa che nel loro dna determinazione e grinta ci sono!). Ecco perchè, all’indomani di Lecco – Padova, mi vien da pensare che il problema è forse in chi tiene le redini…

“CIRO GOL” GINESTRA TIFA ANCORA PADOVA

Ciao Ciro, se ti dico Lecco – Padova, cosa ti viene in mente? "Una splendida tripletta che ho fatto proprio su quel campo". Ginestra ha ancora Padova nel cuore. E pure Padova ha ancora nel cuore il suo bomber, 29 gol in biancoscudato tra gennaio del 2002 e giugno del 2003. Ora l’"aeroplanino" è a Gallipoli, ma domani un pezzo del suo cuore sarà al "Rigamonti Ceppi" a tifare i suoi ex compagni. Di più: Ginestra si traveste da profeta e lancia anche la sua previsione: "Domani in terra lombarda ci sarà un’altra tripletta e a segnarla sarà il mio ex compagno del Frosinone, Totò Di Nardo, un grande giocatore. Ci scommetto". Chissà che Ciro abbia ragione anche questa volta.  

CESTARO E’ DEL PADOVA. VICENZA SCIO’!!!

Una bella notizia. Era tra le righe, ma il tifoso biancoscudato l’ha captata. Eccome se l’ha captata. Si tratta dell’ennesima dichiarazione d’amore del presidente Marcello Cestaro verso il suo Padova, manifestata nel gentile rifiuto alla corte dell’azionista di maggioranza del Vicenza calcio, Sergio Cassingena. "Grazie ma io ho cominciato con il Padova e voglio proseguire con il Padova", ha detto il patron a chi lo avrebbe voluto al suo fianco in un’altra società di calcio. Se non è amore questo… Amore che va avanti e anche a gonfie vele, nonostante il presidente qualche tempo fa abbia dato l’impressione di essersi stancato e di voler passare la mano. Chissà che il finale di questa stagione sia talmente ricco di soddisfazioni da intensificare ancora di più questa "corrispondenza d’amorosi sensi". Intanto a Vicenza pensino a farcela con le loro forze va là. Cestaro resta qui. E se il Padova va in B ci resterà anche in futuro.