LE PORTE SI APRONO E SI CHIUDONO

Scrivere, o meglio PROVARE a scrivere, dei The Doors è la cosa più difficile che mi sia capitata in questa escursione sulla musica dei ’60.

Durante la settimana ho riascoltato più volte i loro quattro albums del decennio e, e, lo dico?, sì lo dico: mi sono annoiato un bel tot.

Andando a rileggere buona parte dei testi delle loro canzoni la cosa è si è pure amplificata.

Non sono riuscito a comprendere chi e perchè possa essere stato affascinato “ai tempi” dalla lugubre poetica del “Re Lucertola” (Jim Morrison), credo che buona parte della loro fama nei paesi non anglosassoni sia legata ANCHE al fatto che quasi nessuno conosceva la lingua inglese, vorrei aggiungere che anche la parte musicale, con almeno due ottimi musicisti – Krieger e Manzarek – è stata un conforto appena sufficiente.

Mi rendo conto che scrivere così di un mito dalla voce stonata, sì stonata, ma adeguata al “dark project” morrisoniano, possa apparire blasfemo per qualcuno o per molti, ma tant’è.

Attendo, con onesta curiosità, qualcuno che rovesci questa mia “sensazione”.

Se si escludono 5/6 pezzi di gran vaglia, il resto mi è sembrato, sembrato… mah non lo so descrivere.

Con il primo post che proverò a buttar giù – sul testo del Topic non è possibile fare dei link, per l’ennesimo bug del sistema –  cercherò di esprimere qualche opinione “ragionevole” su alcuni dei loro brani.

Buona fortuna Gazza!

P.s.

Sui 16 intervistati, 15 hanno i Doors dentro le loro personali compilation del decennio – io pure – e solo uno ha dichiarato di riascoltarli, talora…

P.p.s.s.

Chi volesse cominciare a lanciare anatemi contro quello che ho già scritto può serenamente farlo.

IL FASCINO DEL VELLUTO, PRODOTTO DEL “LUXURY” CHE NON VUOL DIRE LUSSURIA…

Italia, anni 1967 e 1968, piena epoca beat, rock e blues-rock, chi ha il coraggio di affermare che tra i19 e 22 anni comprò e apprezzò(!) i primi due albums dei “The Velvet Underground”, meriterebbe di essere obbligato a guardare, senza soluzione di continuità, “La Corazzata Potemkin, Metropolis e Das Cabinet  der Doctor Caligari”, inginocchiato su un tappeto di ceci, come un novello Fantozzi.

Cercherò, preferirei che fosse un “cercheremo”, di capire perchè quei due albums diventarono, devo ammettere a pieno titolo, due pilastri del rinnovamento musicale e grandi seminatori di molta parte della musica a venire.

Faccio incidentalmente notare che in quegli anni parte della mia vita si svolgeva in una università “rivoluzionaria” (…) e proprio lì, durante una sera “fumosa” me li fecero ascoltare, specie “White Light & White Heat”.

Al mio onesto e spontaneo giudizio – sempre in clima “fumoso” – “…a me pare una cagheta…”, fui bollato col peggior epiteto in uso a quei tempi “rivoluzionari”: sei il solito RIFORMISTA!

Sic erat.

P.s.

Il resto nel prossimo post, dopo la colazione e qualche riflessione.

P.p.s.s.

  • – “Scusa Gazza, ma cosa c’entra il titolo del Topic?”
  • – “C’entra c’entra…”

 

E la CREMA degli chefs entrò dalle PORTE con le migliori migliori VELLUTATE mai assagiate

LA CREMA

Era difficile inserirsi su una scena musicale dove i Beatles, i Rolling, e qualche notevole singer avevano già prodotto dei capolavori o almeno ottimi albums.

Questo primo vero “Power-Trio” ci riuscì, anche perchè era composto da autentici “padroni” dei rispettivi strumenti.

Ocorre tuttavia una premessa fondamentale che – purtroppo – non ho fatto prima.

Eh sì, perchè un conto è riascoltarli oggi con tutto lo spessore – medio o alto – che si è acquisito nel corso dei decenni, un altro è l’averli ascoltati ALLORA tra un’età compresa tra i 19 anni (il mio caso) o più.

Io lavoravo già e i soldini li avevo, ma comprato il loro primo album ritenni di aver buttato i soldi.

“Non male” mi dissi, all’ascolto del primo pezzo (N.S.U.) ma niente di più. Sapevo riconoscere il valore di un chitarrista, lo ero anch’io, e di un batterista, quasi nulla di un basso.

Il resto dell’album mi lasciò indifferente, allora, e onestamente anche ora che so capire l’incongruenza testuale tra l’acronimo N.S.U. (malattia venerea) e il testo stesso.

Poi… beh andiamo ad ASCOLTARE.

 

SONO RIMASTI IN TRE…

La ricerca di chi possano essere, ora, alle cinque di mattina e che io ne scriva a quest’orario, mi pare un po’troppo ed anzi nessuno di voi me lo chiede.

Sono tre gruppi che concludono un decennio, quello degli anni sessanta, dove TUTTO fu seminato, da quelli che sono stati citati nelle varie puntate e da altri che lo avrebbero meritato..

I tre gruppi erano composti globalmente da 12/13 musicsti di talento, alcuni di grande talento.

E come nel film “Highlander” ne è rimasto UNO solo ancora sulle scene e in sala di registrazione.

Forse perchè credette a quella scritta su un muro di Londra di essere una divinità, anzi LA divinità.

Nel pomeriggio, tra oggi e domani, i doverosi omaggi che meritano.

Buona giornata a voi e Morfeo, figlio di Ipnos e Nix, a me.

 

TWANG, WHA WHA, SDENG, NO, IL DLIN DLIN PROPRIO NO…

Dopo aver ascoltato e riascoltato per intero e per un paio di volte i suoi 3 (4…) albums, vado a vedere le opinioni del mondo musicale: Le riviste specializzate e il mondo della critica professionista.

Risultato: E’ il più “grande” di sempre.

L’attriburo “grande” è piuttosto complesso – richiede parecchi parametri valutativi – ma da qualsiasi parte io vada a digitare quello è il termine.

Per completezza, doverosa, vado a vedere 3/4 forum-blog sull’argomento e siamo al “delirio” di negatività: Non sa fare la “pentatonica minore” (?), non sa fare le “quinte” (?), non sa fare il “tapping” (?) e, per comcludere in bellezza (?)… NON SA ACCORDARE LO STRUMENTO (!!).

Mbah, andiamo a scoprirlo, si fa per dire.

 

CRONACA DI UN PROBLEMA ANNUNCIATO (continua 4…)

Il titolo del Topic imita quello di un film – modesto – di Francesco Rosi, un grande regista e “Citizen”?

E allora?

Ieri mi ero svegliato presto – a mezzogiorno – in rapporto a ben più cattive consuetudini obbligate.

Umore discreto, allora vai con Ben Webster, colazione secondo i suggerimenti del compianto Prof.Umberto Veronesi, che commise un solo grave errore che non evidenzierò perchè vige ancora il silenzio elettorale.

Bicchierone d’acqua tiepida, caffè, tazzone d’orzo, quattro mandorle, tre noci e due biscotti alle nocciole.

E Ben Webster soffia da par suo anche se non è Lester (intendiamoci, di jazzisti ne conosco e ascolto una dozzina, poi notte fonda).

Occhiata al Corriere, una a Repubblica e una al Foglio del sabato.

Nel frattempo guardo di sghembo la tastiera del computer perchè SO che devo (dovrei) scrivere il pezzo, quello più difficile.

Perchè difficile?

Perchè devo scrivere di un grande gruppo che non ho mai “voluto” ascoltare, di un altro che hmm insomma e di un terzo – notevole – di cui ho pochi appunti.

Verso le 14 sono alla tastiera, cuffie per l’ennesimo ascolto degli albums dei gruppi di cui sopra.

Nel frattempo cerco dei forum/blog di musica per leggere se vi sono commenti difformi da quelli che ho in testa io.

E sì che ce ne sono, qualcuno con commenti da fucilazione alla schiena senza diritto all’ultima sigaretta!

Del tipo di quell’UNICO critico musicale al mondo che ha sparato ad alzo zero su tutta l’opera dei Beatles… perchè faficofareilcontrascosìmisinotadipiù.

‘Azzo che bel sole che c’è, quasi quasi faccio una bella camminata in centro e vado al cinema a vedere “La Scuola Cattolica” che ha creato un sacco di dotte polemiche, quindi è da vedere.

Hostjia non lo danno più.

Mesto ritorno alla tastiera e vai col terzo – notevole – album di uno dei gruppi di cui parlerò.

E sul lato D riascolto, quinta sesta volta, una cover del “menestrello” trasformata in un capolavoro assoluto, anche se il testo mi rimane ancora incomprensibile nonostante – credo – di avere una capacità di “lettura” di molto superiore a trent’anni fa.

E poi la fatal trappola: mi viene la pessima idea di guardare come sono classificati i vari strumentisti e cantanti dei gruppi sulla rivista musicale “Rolling Stone” e su altre riviste o forum musicali.

Poi vi sono pure le classifiche dei migliori 500 albums della storia (dal 1950 al 2003) nell’ultimo (?) aggiornamento.

E’ stata la fine – del tempo – e anche un certo giramento di cowlions perchè  non riuscivo a trovare uno dei miei album “totem”: REMAIN IN LIGHT dei Talking Heads.

Poi l’ho scoperto al 193° posto…

E poi nessuna menzione per l’Eno-Byrne “My Life in the Bush of Ghosts”. Vergogna.

Chissà cosa pensava Zappa di questo album.

  • – Come dici? Sono albums del 1980…
  • – Calma, oggi torno ai ’60…
  • Buonanotte.

 

Scusate, ENNESIMA PROVA, voi lasciate perdere…

Dopo questa PROVA per verificare se sia possibile postare dei “link” anche nel testo del Topic, tra oggi e domani uscirà la penultima (…) puntata di immersione nei SEI gruppi degli anni sessanta non ancora trattati.

Il tutto ha origine da una telefonata di un intervistato che mi ha rimproverato di non aver citato un gruppo da lui (solo) segnalatomi, “maestri” nelle armonie vocali in verità, che sono questi:

> https://www.youtube.com/watch?v=nN8KraEvsnc

> https://www.youtube.com/watch?v=It75wQ0JypA

> https://www.youtube.com/watch?v=It75wQ0JypA  … intrecci vocali ad alta complessità…

>> https://www.youtube.com/watch?v=to2cze58R5E   “ai tempi” fu una grande “hit”

“Merseybeat” o beat puro ma oggi non mi verrebbe voglia di riascoltarli.

UNO di loro se ne andrà negli U.S.A. partecipando ad un trio/quartetto che in quanto ad incroci vocali… te li raccomando.

Adesso vediamo cosa ne è venuto fuori.

Pazientate please.

IO CI PROVO CON ‘STO NUOVO SISTEMA…

… risultati non garantiti.

Riassumendo: al “completamento” – ovviamente impossibile – del decennio che stiamo trattando, mancano SEI gruppi e UN GENIO.

Ma quel GENIO, riconosciuto da tutta la critica musicale e da ammiratori devotissimi, è stato citato come riascolto solo da due intervistati, e io ho provato più volte ad ascoltarlo ma ho constatato che non mi “entra” proprio, per miei accertati ed evidentissimi limiti.

Il GENIO risponde al nome di FRANK ZAPPA & Mothers of Invention.

Conoscevo solo uno che avrebbe potuto scriverne con ampia competenza, ma non gioca più e se n’è ito.

P.s

 

UNA (quasi) GROSSA SORPRESA, UNA (mia) IGNORANZA GRAVE & ALTRO (#continua 3…)

Perchè continuo con la proposta dei gruppi musicali degli anni sessanta?

1) Troppe volte ho cominciato un lavoro di “ricerca” e non l’ho portato a termine, questa volta non succederà;

2) Non sono alla ricerca numerica di “click” di gradimento, ammesso che ve ne siano;

3) MI SONO RESO CONTO CHE LA MUSICA DEGLI ANNI ’60 (e ’70), e senza alcuna nostalgia!, E’ STATA UN “BRODO DI COLTURA (con la O) NON PRIMORDIALE” PER QUASI TUTTA LA MUSICA CHE NE E’ SEGUITA.

Significato del titolo del presente Topic:

a) La (quasi) grossa sorpresa riguarda un “gruppo”, in realtà un SOLISTA,  non citato come gradimento di riascolto;

b) Su un altro importante gruppo del decennio NON HO ADEGUATA COMPETENZA, e spero che “l’Amigo” mi aiuti.

Intanto, ma cominciandolo adesso mi occorre tempo, preparerò 1/2 post su alcuni gruppi citati da singoli intervistati in modo “random” (casualmente o all’interno di “compilation” miste).

NOTA

I punti a) e b) verranno trattati in un Topic successivo.

FORGOTTEN?! NO KIDDING PLEASE… (continua 3)

Questa escursione nei gruppi/complessi/band non citati come RIASCOLTO dagli intervistati, è tutta e solo una mia responsabilità, sia nelle inclusioni sia nelle – inevitabili – “esclusioni”.

Ciò avverrà con dei post in successione distanziata in alcuni giorni, ma saranno TUTTI in questo penultimo Topic.

L’avvertenza è per coloro che si sentono interessati all’ascolto.

 

NOTA

Le citazioni saranno tutte in forma “random” perchè il sistema informatico del Blog non mi consente di fare un Topic completo e incollarlo con un’unica edizione.