VISTO O RIVISTO – ASCOLTATO O RIASCOLTATO (rubrica saltuaria di cinema e talora di musica)

CINEMA

  • – Ho visto “Don’t Look UP”, un film di cui si discute molto e non capisco perchè.
  • >>> https://www.youtube.com/watch?v=DhYXSqz8H-o
  • Credo voglia dire “Non Guardate Su”
  • La mia opinione si ferma a metà:
  • “Non Guardate-LO”
  • – Ho rivisto “Casablanca”, un film considerato “di culto”.
  • >>> https://www.youtube.com/watch?v=TFwXj6uXFls&t=50s
  • Per me è un film sopravvalutato, l’ho visto solo sei volte ed ho comprato anche il “trench” di Bogart visibile nella scena finale.

MUSICA

  • – Questa settimana ho riascoltato i tre albums di un gruppo che piace molto a me e a Carlo Verdone, che inserì un paio di loro brani nel suo film “Viaggi di Nozze”
  • >> https://www.youtube.com/watch?v=8mh0obOyXik
  • Quattro anni dopo il film, era il 1999, Mark Sandman cantante dei Morphine stava tenendo un concerto dalle parti di Roma…
  • “Grazie Palestrina. E’ una serata bellissima, è bello stare qui e voglio dedicarvi una canzone super-sexy!”. Sono le sue ultime parole. Dopo averle pronunciate, Sandman si accascia a terra, stroncato da un infarto. Aveva 46 anni.

 

 

 

SWEET IRONY

Il Capo (paròn) di Telenuovo mi vuole bene, lo so.

Non solo per l’antica amicizia.

Sabato mi chiama al telefono per farmi gli auguri di Buone Feste – Natività compresa – ed aggiunge:

“Mi piace come scrivi, mi è sempre piaciuto…”.

Me lo ha ripetuto spesso in tutti questi anni, ma sono quindici giorni che non scrivo una riga!

E’ il suo stile, amabile e “feroce”.

 

Prendo tempo…

… e sono andato avanti col Topic precedente con un mio nuovo Post.

Possibili interessati: gli amanti del Cinema comunque Cinema, in particolare quelli che hanno il Wester nel “soul” o chi è semplicemente curioso per le mie discutibili elucubrazioni…

Pazientate, vi ringrazio.

GRAZIE A CARTESIO STO SUPPONENDO DI PENSARE, O ALMENO CREDO…

Sto rigirando da una sttimana gli appunti per un nuovo Topic che tuttavia mi pare complicato, ma vedremo.

Nel frattempo mi son sorbito un PACCO che evitavo da decenni.

Si tratta del film “Il Bounty” (1884), un cast di attori destinato a diventare “stellare”, così usano scrivere i critici.

Anthony Hopkins che non richiede commenti, un quasi esordiente Daniel Day Lewis, un gigante della recitazione e ammirevole nella vita privata pure, un esordiente Liam Neeson che diventerà una “star” e Mel Gibson, non molto apprezzato dallo scrivente, con vita privata (privata? una star?) piuttosto discutibile.

Insomma centoventiseiminuti di… nulla.

Ma lì la colpa è della sceneggiatura e della regia scarse.

Unica novità interessante rispetto ai film precedenti, tutti visti, mi è parsa quella che la cattiveria del comandante del Bounty, William Bligh-Hopkins, non sia tanto l’estremizzazione “sadica” della disciplina marinara, quanto una sua forte repressione sessuale che entra in conflitto con l’aperta libertà di costumi dei tahitiani, così come almeno vengono rappresentati nel film e alla fine del ‘700.

Ah il sesso, il sesso, quante cose fa fare il sesso…

Per la verità la grande Ornella Vanoni cantava “… ah l’amore, l’amore, quante cose fa fare l’amore…”.

Questione di punti di vista.

Per rimettere a posto le cellule neuronali del gusto cinematografico ho subito “banchettato” con l’ennesima rivisitazione di due grandissimi film: “Philadelphia”(1993), attualissimo per la tematica sulla “diversità”, là l’AIDS, oggi le “libertà nella scelta di genere e di partners di vita”, e “Un Dollaro d’Onore”(1959), capolavoro western di non facilissima “lettura” al di là dell’apparente semplicità con cui si svolge il film.

Perchè tutta questa pippa introduttiva?

Aspettate il mio primo e prossimo post.

SE SONO PSICHEDELICO? MA VA LA’!

Tra ieri e oggi mi sono rigustato “The Piper at Gates of Down”  (e dintorni), considerata una “summa” della psichedelia “brit”, schizzata dalle meningi anarchiche di Syd Barrett, eppure ho fumato solo un paio di sigarette (non condite!) e bevuto una tazzona di caffè.

Non essendo quindi in una condizione psichedelica ciò non doveva accadere.

Perchè invece è accaduta e accade?

Risposta semplice o giù di lì: perchè i Pink Floyd erano già bravini, ricercatori di nuove sonorità e testi, tendenti a diventare molto bravi .

Molti di noi, il sottoscritto compreso, non capimmo subito, ma dopo “ATOM HEART MOTHER” (1970) fummo folgorati, si usa dire così, e andando a ritroso scoprimmo altre gemme che avevano scritto e musicato.

Questa fu la loro prima strofa degli anni ’60:

“Verde limone e verde limpido, una seconda scena
Una battaglia tra il blu che una volta conoscevi
Navigando via, il suono risuona
Attorno alle acque ghiacciate sotto terra
Giove e Saturno, Oberon, Miranda
E Titania, Nettuno, Titano
Le stelle possono far paura…”

E questa fu l’ultima:

“intraducibile in Italiano con un  minimo di senso compiuto… sorry”

E poi?

Poi incontrammo “tanta roba” negli anni settanta, contestata dai fans “duri e puri” degli esordi della band.

 

 

NE RESTA UNO SOLO…

Per “completare” il decennio 1960/69 mi è rimasto da trattare l’ultimo gruppo.

Mi ripeto, l’ultimo di quelli segnalati nelle 16 interviste/colloqui.

Ovviamente mancano altri gruppi che avrebbero meritato almeno una segnalazione come ad esempio: Yardbirds, Them, Canned Heat, Manfred Mann, Lovin’ Spoonful, Small Faces.

In attesa di poter svolgere nei prossimi giorni il mio ultimo compito in classe, con un SEI di autostima, e che qualcuno cerchi d’indovinare quale sarà l’ultimo gruppo che verrà trattato (bene? male?), proporrò un brano di ciascuno dei gruppi sopra elencati.

LE PORTE SI APRONO E SI CHIUDONO

Scrivere, o meglio PROVARE a scrivere, dei The Doors è la cosa più difficile che mi sia capitata in questa escursione sulla musica dei ’60.

Durante la settimana ho riascoltato più volte i loro quattro albums del decennio e, e, lo dico?, sì lo dico: mi sono annoiato un bel tot.

Andando a rileggere buona parte dei testi delle loro canzoni la cosa è si è pure amplificata.

Non sono riuscito a comprendere chi e perchè possa essere stato affascinato “ai tempi” dalla lugubre poetica del “Re Lucertola” (Jim Morrison), credo che buona parte della loro fama nei paesi non anglosassoni sia legata ANCHE al fatto che quasi nessuno conosceva la lingua inglese, vorrei aggiungere che anche la parte musicale, con almeno due ottimi musicisti – Krieger e Manzarek – è stata un conforto appena sufficiente.

Mi rendo conto che scrivere così di un mito dalla voce stonata, sì stonata, ma adeguata al “dark project” morrisoniano, possa apparire blasfemo per qualcuno o per molti, ma tant’è.

Attendo, con onesta curiosità, qualcuno che rovesci questa mia “sensazione”.

Se si escludono 5/6 pezzi di gran vaglia, il resto mi è sembrato, sembrato… mah non lo so descrivere.

Con il primo post che proverò a buttar giù – sul testo del Topic non è possibile fare dei link, per l’ennesimo bug del sistema –  cercherò di esprimere qualche opinione “ragionevole” su alcuni dei loro brani.

Buona fortuna Gazza!

P.s.

Sui 16 intervistati, 15 hanno i Doors dentro le loro personali compilation del decennio – io pure – e solo uno ha dichiarato di riascoltarli, talora…

P.p.s.s.

Chi volesse cominciare a lanciare anatemi contro quello che ho già scritto può serenamente farlo.

IL FASCINO DEL VELLUTO, PRODOTTO DEL “LUXURY” CHE NON VUOL DIRE LUSSURIA…

Italia, anni 1967 e 1968, piena epoca beat, rock e blues-rock, chi ha il coraggio di affermare che tra i19 e 22 anni comprò e apprezzò(!) i primi due albums dei “The Velvet Underground”, meriterebbe di essere obbligato a guardare, senza soluzione di continuità, “La Corazzata Potemkin, Metropolis e Das Cabinet  der Doctor Caligari”, inginocchiato su un tappeto di ceci, come un novello Fantozzi.

Cercherò, preferirei che fosse un “cercheremo”, di capire perchè quei due albums diventarono, devo ammettere a pieno titolo, due pilastri del rinnovamento musicale e grandi seminatori di molta parte della musica a venire.

Faccio incidentalmente notare che in quegli anni parte della mia vita si svolgeva in una università “rivoluzionaria” (…) e proprio lì, durante una sera “fumosa” me li fecero ascoltare, specie “White Light & White Heat”.

Al mio onesto e spontaneo giudizio – sempre in clima “fumoso” – “…a me pare una cagheta…”, fui bollato col peggior epiteto in uso a quei tempi “rivoluzionari”: sei il solito RIFORMISTA!

Sic erat.

P.s.

Il resto nel prossimo post, dopo la colazione e qualche riflessione.

P.p.s.s.

  • – “Scusa Gazza, ma cosa c’entra il titolo del Topic?”
  • – “C’entra c’entra…”