UNA “STRANA” CONTRADDIZIONE

Durante le conversazioni con coloro che si sono gentilmente prestati a farsi rompere le scatole da me, per alcuni ero un perfetto sconosciouto “accreditato” da amici comuni, mi è capitato di porre questa domanda:

“Quali gruppi/complessi/band ti piacevano negli anni sessanta?”.

E subito dopo questa:

” Quali ti capita o ti è capitato di riascoltarli con piacere in questi ultimi anni?”.

Ebbene, in alcuni casi, anche “eclatanti”, non vi era corrispondenza e io ne ho solo preso atto.

Comicerò da questi (in un paio di puntate).

THE ROLLING STONES: ULTIMO CAPITOLO (del decennio…)

Ho ricevuto alcune amabili osservazioni critiche sul fatto di aver “cristallizzato” i Rolling in un solo decennio, ma occorreva un “metodo” e se della musica dei ’60 si doveva scrivere, beh di quella ho scritto con tutti gli errori e le omissioni del caso.

Le evidenzi liberamente chi vuole, ricordando che non sono state delle mie scelte ma di valutazioni degli intervistati.

E veniamo all’album che chiude il decennio degli Stones.

THE ROLLING STONES

Sì la loro vena-VEIN (musicale) si è indurita da tempo, e così probabilmente anche le loro vene-VEINS  – honi soit qui mal y pense! – ma sono i Rolling e con loro bisogna fare i conti in modo assoluto.

Nella musica, perchè l’aspetto sociologico in questo Topic non est disputandum.

Che Mick Jagger a quasi ottant’anni saltelli ancora sul palcoscenico, con mosse e mossettine, sono affari suoi, e che alle sue spalle ci siano i volti “mascheroni” di Wood e Richards pure.

Quello del bravissimo e composto Watts, ahimè, non più.

Credo tuttavia che si divertano ancora, di soldi non ne hanno certo necessità, forse temono la “sindrome del pensionato” (… e DOPO cosa faccio…).

“Brutti, Sporchi e Cattivi?”:

Brutti? Beh adesso sono inguardabili, ma ai loro primi concerti nei ’60 erano in GIACCA e CRAVATTA, tutti, e il loro “background” sociale era da “middle class” britannica; Ma gli eccessi pesano, come ben sapeva la Contessa Gamiani (cerca su internet).

Sporchi? Qualcuno li annusava forse?

Cattivi? Forse in occasione della depressione di Brian Jones, il FONDATORE, “magico” strumentista, probabile “formatore musicale” di Richards, potevano fare qualcosa di più; Non me lo detto il “cuggino della parrucchiera”, sono le parole – in verità più esplicite e crude – di Bill Wyman durante una conversazione privata con un mio attendibilissimo e serio amico con cui instaurarono una cordiale amicizia.

Comunque si tratta di fanfaluche create e alimentate da Oldham, il loro primo manager.

Ma è la Musica il tema, quella che hanno suonato e composto nei ’60 e quella di cui mi hanno parlato gli intervistati.

Allora avanti.

 

But are they still ROLLING?! Did they convert their “vein / veins” into STONES?

Non si tratta d’un “joke”, è un innocente “calembour” facilmente traducibile (sono un totale autodidatta!).

E’ la sintesi di ciò che penso di loro OGGI e sulla loro straordinaria carriera – LIVE! – almeno fino ad un certo punto.

– Quale punto!?

– Diciamo 10/15 anni fa come “showmen” e a parte qualche “Anthology” pescando pezzi uno da questo album, un altro da quello, rigorosamente da studio e dopo il 1972…

– Scusa Gazza, ma ti riferisci alla loro età?

– No, sì, beh, insomma…

– Gazza, scusa  eh, ma Murolo ha fatto il suo ultimo concerto a 87 anni!

– Roberto Murolo!? Senti giovane, lassa perdar, non mescoliamo sacro e profano, su dai…

– Insomma Gazza, per te i Rolling sono…

– Alt, fermo, il tema, il Topic verte sui Rolling e la loro produzione degli ANNI SESSANTA che io ho prolungato al ’72 per includere “Sticky Fingers” e l’impagabile “Exile on Main Street (o St)”…

– Mah…

– No fermo, tu immagina che un gocciolone gigante d’ambra li abbia “cristallizzati” tra il 1964 e il 1969, analizziamo la loro produzione, discutiamone col massimo possibile di onestà, cercando di non far pesare con enfasi i loro concerti dopo quel periodo; Fidati che materiale per una sana discussione c’è tutto.

Ma domani.

 

TOMORROW NEVER… COMES

Disse Ringo Starr.

Ma era un Beatles.

Gli Stones invece arriveranno.

After tomorrow.

Perchè ho un gran casino di appunti contradditori su di loro e dire qualche – inevitabile – “bullshit”  è come avere “una scimmia sulla spalla”.

COMPLICATO…

… Per me e non ne percepisco bene il motivo.

Di che cosa?

Scrivere il Topic sugli Stones.

Ovviamente lo farò.

Devo mettere ordine in tutto il materiale che ho raccolto, ascoltato, visto, e semplificarlo.

I termini “ordine e semplificazione” in riferimento agli Stones sono molto di più di un ossimoro, è un’impresa per un NON professionista as i am.

Poi esiste un’altra difficoltà, ma no dai, vai come viene.

Infine sono (quasi, ma quasi eh!) solo canzonette…

Sono molti i LED luminosi nella Musica degli ZEPPELIN

PREMESSE

1) Sia il precedente Topic – e quelli che seguiranno – sono SENZA PRETESE musicali filologiche, lo scrivente, che sono io, non ne ha le competenze necessarie. Chiamatelo un “divertissement” sulla musica degli anni sessanta;

2) Con gli ZEPPELIN sono anche in difficoltà perche solo da circa 10/20 anni ho IMPARATO ad apprezzarli come strameritano.

“Ai tempi” ero sotto l’effetto ipnotico della musica dei Beatles e le sonorità “diverse” mi sembravano usurpatrici.

Farà sicuramente sorridere che oggi io li definisca veramente dei GRANDI… Ma che bravo che sei Gazza e da buon ultimo chè non è mai troppo tardi (lo diceva anche il grande Maestro Alberto Manzi).

Sarò in qualche modo facilitato nello scriverne perchè mi dovrò occupare solo del primo e secondo album, gli unici editati negli anni sessanta.

Introibo: LE 3 B DELLA STORIA DELLA MUSICA

PRIMA PUNTATA

Entriamo quindi nel lungo discorso.

“Si parva licet componere magnis” le tre B sono:

BACH

BEETHOVEN

BEATLES

Questa è stata la sintesi – senza dover spiegare la “sensata” ironia – della mia ultima intervista ad un noto giornalista di Verona durante un’ottima cena in un’Osteria sotto le arcate di Via Sottoriva.

E’ un amico dall’età di sedici anni, chitarra solista in un primo tempo nei Falling Drops e poi nei Sex Machine del compianto Gianpaolo “Papo” Pavan,  a mio parere, non credo solitario, una delle tre migliori voci del beat-rock veronese dei ’60, le altre sono il già citato Carlo “Charlie” Degani dei Condors e Mario “Mantoan” Poletti dei Tornados.

Il metodo che ho usato in ognuna delle sedici interviste è stata, in extrema sintesi, una doppia domanda che non poteva essere “CHI ti piaceva dei gruppi degli anni sessanta?”, ma queste:

1) Hai avuto VOGLIA negli ultimi anni di ascoltare più volte i gruppi dei ’60?

Nel caso di risposta affermativa

2) Quali con maggior piacere e frequenza?

Per questo PRIMO Topic le risposte sono state al contempo facili e difficili da sviluppare.

Perchè?

Perchè, prima di fare l’elenco dei vari gruppi, di cui nei prossimi Topic citerò solo chi ha ottenuto almeno 2 opzioni, ci sono tre gruppi che sono “implacabilmente” emersi su tutti:

1) BEATLES 16 su 16

2) LED ZEPPELIN 14 su 16

3) ROLLING STONES 12 su 16

A questo punto non potevo semplicemente “prenderne atto” numericamente e, solo in questo caso, ho chiesto quali fossero gli LP o i CD “preferiti” e maggiormente ascoltati

Nel post che seguirà il testo del Topic proverò a mettere ordine in tutto questo casino di appunti che svolazzano di qua e di là (ho il ventilatore al massimo casso!).