Chissà se quel pallore aveva una causa anemica oppure era una scelta di classe.
Sì, l’abbronzatura a quei tempi, e soprattutto prima, era una “prerogativa” delle classi popolari, poi gli usi e i costumi cambiano, si direbbe evolvono, ma sul piano strettamente estetico avrei le mie perplessità.
Chissà, forse anche nel “ventennio” la fettina (di ciccia) era una cosa rara e poi il pallore aveva un’aurea di sensualità nettamente superiore, almeno fino agli anni ’70.
Spiegarne l’oscuro motivo, non così oscuro per me, potrebbe far storcere il naso a qualche lettore quindi, quindi mi astengo dal farlo.
Il fatto è che il M° Francesco Guccini, in una recente intervista, ha dichiarato che le canzoni italiane “d’oggi” (da intendersi in un tempo più traslato) “non dicono più nulla… e c’è più senso nel testo di Signorinella …”, una canzone del 1931.
Debbo dire che non ho molti argomenti a confutazione, non tanto perchè il giudizio prorompe da cotanto personaggio, ma perchè per me per CANZONE ITALIANA non può che intendersi quella che fino al 2007 si udiva al Festivalbar e che oggi ha la sua culla gestatoria nel Festival di Sanremo, due eventi che mi sono praticamente sconosciuti musicalmente e che ho seguito con mezo orecchio per un vecchio vezzo di studio dei fenomeni sociali.
Aaaahh, ‘sto Gazza sociologico chepppalle!
Mi spiego, cerco di farlo, dopo la lettura di articoli entusiasti per i Maneskin, li ascolto e mi dico: “beh hanno metabolizzato decentemente Iggy Pop…”. Punto.
Lo snobismo non c’entra una pippa.
Avrete capito, più o meno, su cosa ruoterà la seconda parte del Topic?
Sto analizzando – ascoltando – circa trecento pezzi internazionali degli anni ’60 (sono passati giusto sessantanni!), laboriosamente raccolti in mesi di ricerca una ventina d’anni orsono, e oltre duecento pezzi italiani dal 1960/70 al 2010 circa.
Quale sarà il “taglio” valutativo/conversativo?
Credo sarà una sorpresa.
O meglio, per me lo è stata di sicuro.
P.S.
Riconfermo di non conoscere l’età media dei lettori, pertanto per qualcuno ciò che scriverò e farò ascoltare sarà peggio di un ideogramma cinese.
Me ne scuso anticipatamente.