…alimentare/E LE ME TARE…?
Ci sta, ci sta…quasi elemeNtare Watson…
PREMESSA:
Ritenendo di essere stato premiato dalla Vita oltre i miei meriti,
almeno fino ad ora, ho da tempo maturato una sorta di "vocazione
espiativa" che in qualche modo mi dia un po’ di pace e sollievo
spirituale.
La sensazione inoltre di aver anche "peccato" a (quasi) 360° (unica
eccezione del 5° e 10° Comandamento…), ha reso più profonda tale
vocazione, frutto di un imprinting (non ben coltivato in seguito) col
Christianesimo e la sua "letteratura" prima e dopo il Christ.
La prima fase espiativa è consistita nel frequentare "certa
marmaglia" (che scrive o legge anche questa lavagnetta), ma questa è
tutta un’altra storia…
Alcune mie "debolezze" sono state anche il portato di quello che
Freud indicava come "rapporto col padre e la madre".
Ho avuto un’educazione piuttosto "LASCA" (non severissima).
Mio padre e mia madre non avevano potuto legere i testi del padre del
Permissivismo (nefasto alquanto), Benjamin Spock, perchè costui…non
li aveva ancora scritti.
La situazione era a quei tempi contraddittoria: all’età di 7 anni fui
tenuto DUE ORE davanti ad una porzione di "testina con la pearà".
Al mio ostinato rifiuto (condito da qualche pappina nel copìn da
parte di mia madre), la "pietanza" mi venne ri-presentata la sera. Ma
gli effetti non cambiarono e "QUEL "blocco" su QUELLA pietanza mi
rimase fino al post-naja.
Poi fu "el Deguello" (chi non sa cos’è si informi).
A titolo informativo il contro-blocco fu la tenerezza della mia
(contradditoria) madre che mi preparò la sera stessa gli amati
"gratìni in brodo" (versione meno "sofisticata" delle marmorette
della Milla).
FATTI:
Girando un po’ il mondo con una visione "aperta", ho fatto mio il
principio Alfieriano del "volli, sempre volli, fortissimamente
volli",…MANGIARE ogni CIBO che mi venisse proposto.
Così ho fatto, arricchendo le capacità di mangiare "senza gli occhi",
utile ma deviante strumento psicologico, specialmente per i cibi.
Quindi?
Quindi IO MANGIO di TUTTO…nonostante il già citato esofago di
"cristallo Zwarovsky", TRANNE..:
– il PANERONE, un formaggio che col metodo Alfieri avrò provato
almeno 6/7 volte con lo stesso risultato: mi fa un po’ "caghare"
(tanto per dirla alla Albanese).
Ed io amo TUTTI i formaggi del mondo nonostante una conclamata (test
clinici) INTOLLERANZA al lattosio.
– le OSTRICHE…, ho provato tutte quelle (migliori) della costa
Atlatica Francese (Bretagna,Normandia), con limone o senza, gratinate
e non e l’effetto è sempre stato quello tratto dal titolo del primo
film del Roman Polansky: REPULSIONE!
Con riflesso Pavloviano, ogni volta che sono con un commensale che le
ordina per se stesso, con la pupilla dilatata ed estatica come
fosse il quinto pastorello di Fatima, le ordino anch’io.
Risultato: lui mangia le sue sei e le mie cinque restanti (assai tentato dalla mia
prima, quella masticata e "sputata" a bordo piatto) ed
io…"cameriere per cortesia mi porta una sogliola ai ferri, grazie".
Eppure vado matto per altri "tessuti connettivi": le trippe in OGNI
maniera ed i bogoni (idem).
Tò…anche "la cervella" non è un piatto che chiedo, ma se ci sono le
"animelle pannate sottili"…non disdegno.
Il punto è questo: non mi darò pace finchè anche il panerone e le
ostriche saranno adeguatamente apprezzate dalle mie supreme papille
gustative ( e dalla mia "vasta" mente era…).
Solo s-fighe mie?
Voi niente?
E se le avete, quali?…e qual’è l’eventuale motivazione "del
profondo?".
Io sulla mia "intolleranza" alle DUE pietanze sopradescritte una
spiegazione Freudiana ce l’ho, ma (per ora almeno) me la tengo per
me.
Spiritual Guidance: http://www.youtube.com/watch?v=G4GT-SGPiHo