Ha il calcio nel sangue, Frello Filho Jorge. Qualcuno l’ha definito il “piccolo Falcao”, a me ricorda più Dunga, ma per tutti al momento è solo Jorginho. “Lui vede il calcio in anticipo, sa già cosa fare prima di ricevere palla” diceva del brasiliano, in tempi non sospetti (un anno fa, prima che si rivelasse), Mauro Gibellini. E Andrea Mandorlini, in quello stesso periodo, ebbe la geniale intuizione di schierarlo da “finto” trequartista, in realtà regista avanzato nel 4-3-1-2 che, la scorsa stagione, è stato lo schema di gioco del Verona migliore (quello delle otto vittorie consecutive). Un ruolo che adesso non gli si adatterebbe avendo alle sue spalle non più l’amico Tachtsidis, dalle caratteristiche complementari, ma il (per ora) compassato Bacinovic. Eppoi Jorginho, già nella seconda parte della scorsa stagione, quando Mandorlini ritornò al 4-3-3, si è rivelato abile anche da mezz’ala destra, ruolo che ricopre tutt’ora.
Eppure l’impressione è che lì da interno Jorginho sia… “sprecato”. Il suo talento, la sua intraprendenza, la sua velocità di esecuzione forse meriterebbero di essere messi alla prova nel cuore della manovra: in regia davanti alla difesa, ruolo d’origine del centrocampista di Imbituba. E in effetti il mister ci ha pensato e ci pensa, tuttavia ci sono degli equilibri, non solo tecnici, che lo frenano.
Chi al momento ricopre quel ruolo, Bacinovic, seppur in prestito, è un po’ il fiore all’occhiello del mercato dell’Hellas. E’ il giocatore più pagato (sebbene l’ingaggio sia coperto anche dal Palermo, titolare del cartellino), voluto a tutti i costi da Sogliano. Non si può mettere in panchina con leggerezza, significherebbe smentire la società. Preferibile, quindi, e anche comprensibile, lavorarci un po’ sullo sloveno secondo il principio (condivisibile) che chi ha qualità va aspettato. L’errore, tuttavia, sarebbe attendere troppo. Resta poi un dato di fatto: finora con Jorginho in regia e il mediano Laner (riserva di lusso) al suo fianco si è visto un Verona più equilibrato, penso al secondo tempo col Palermo e l’ultimo spezzone di gara a Modena.
Premesso che i moduli nel calcio non sono il Vangelo, ma solo uno strumento per mettere i giocatori nelle migliori condizioni di esprimersi, lo stesso modulo (nel caso del Verona il 4-3-3) può avere una sostanza diversa a seconda degli interpreti. Jorginho l’hanno scorso non era ritenuto pronto a giocare davanti alla difesa in serie B. Troppo leggerino, si diceva, e poi c’era Tachtsidis. Oggi Jorginho è leggerino solo nella corporatura, ma non lo è assolutamente nel modo di giocare, per questo piace da matti a Mandorlini. Ha gamba, contrasto e sa farsi rispettare contro chiunque. Ed è capace di far girare la squadra come pochi. Proprio sicuri che, Bacinovic o meno, il sostituto di Tachtsidis non ce l’avessimo già?