Il girone di andata conferma una tendenza in atto da due anni e mezzo: il Verona è ormai stabile realtà da media classifica in serie A. Un obiettivo che sembrava lontanissimo soltanto poche stagioni fa, contrassegnate dall’altalena tra A e B. Grosso merito, come riconosciuto con grande onestà intellettuale dal presidente Setti, va attribuito a Juric, che per il Verona non è stato solo un allenatore, ma l’uomo che ha dato l’indirizzo tecnico per stabilizzare finalmente la società (a proposito, nelle sue parole dei giorni scorsi non ci vedo pentimento, ma la coerenza di chi sa che è stata una scelta sofferta e tormentata: il suo addio, a torto o a ragione, infatti non è imputabile a motivi umani, sentimentali o ambientali, anzi, ma professionali e razionali, semplicemente lui a Verona e al Verona per una serie di ragioni sentiva di non poter dare di più). Parallelamente da un anno e mezzo sono aumentati gli investimenti del club e quindi l’entità degli ingaggi dei giocatori: solo qualche anno fa i Simeone, Kalinic, Lasagna, Barak non sarebbero arrivati; o i Lazovic e Faraoni non sarebbero stati trattenuti.
Setti, dopo nove anni e mezzo di presidenza, certamente in ritardo rispetto alla sua stessa tabella di marcia, ha trovato la strada per mantenere la promessa iniziale riassunta in una parola: consolidamento. Ora, è difficile capire se negli anni a venire ci sarà la possibilità di un ulteriore step, per certi versi è complicato anche solo prevedere se Setti – che ci ha abituato ai chiari di luna – ha la struttura e i fondi per mantenere l’attuale equilibrio. Il calcio (se fai calcio e non altro…) dà infinite possibilità al riguardo: come già detto in precedenti articoli, la crescita passa anche dalla prossima sessione di mercato estiva, quando il club avrà pedine pesantissime da muovere, da Barak e Simeone. Quelli possono essere i cavalli di Troia (sia se ceduti che confermati) per rafforzare il club, gli investimenti e il parco giocatori. Ieri sera, seppur guardando nel breve di gennaio, lo ha detto pure Tudor, che (giustamente ed educatamente) ha chiesto rinforzi: se non migliori rischi di peggiorare perché crescono gli altri. A proposito dell’allenatore croato: ha risollevato un Verona triste con Di Francesco, 24 punti in 16 partite sono un bottino ragguardevole, tanto di cappello. Con lui il Verona si è espresso per ciò che vale, tuttavia nelle ultime partite qualche scelta tecnica non ha convinto. La società farà le sue valutazioni sull’allenatore a marzo. Mi sembra una deadline giusta.
Intanto godiamoci il Verona di oggi, realtà rispettabile e rispettata della serie A (le parole di Italiano ieri, di Juric e Gasperini precedentemente non erano affatto di circostanza). Buon Natale a voi tutti!