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UNITI SI VINCE

Non esisterebbero i bar sport e probabilmente le trasmissioni televisive che ne ricalcano lo spirito se il calcio non fosse materia opinabile e su cui si può discutere. Alla fine, tanto, è il risultato che fa la differenza, sommo giudice, comunque si sia giocata la partita, a mettere fine ad ogni discussione. Così, se contro il Vicenza il Verona aveva giocato una buona gara e perso, oggi con il Varese era indispensabile vincere per mantenere le distanze dalla quarta e non perdere terreno dalle prime, a prescindere dalla qualità del gioco espresso.

A me il Verona è piaciuto molto nel primo tempo, meno nella ripresa, ma credo anche che spesso ci dimentichiamo nella nostra analisi dell’avversario che abbiamo davanti. Il Varese è una buona squadra che rende sempre difficoltose le partite e il fatto che il Verona abbia vinto 2-0 è sintomo di una forza superiore, anche nel gioco, perchè no.

Mi auguro, ma credo invano, che questo successo sia il momento in cui tifosi, società, squadra e tecnico si siano ritrovati e compattati. Quando a Verona siamo riusciti a creare questo clima, molto di rado in verità, siamo riusciti a ottenere dei successi importanti. A Verona però ci sono sempre delle componenti che mancano affinchè l’ambiente sia sempre unito e compatto. A volte manca la società, a volte la squadra, a volte il tecnico, a volte sono i tifosi che si dividono, chi schierandosi con la squadra, chi con la società, chi con il tecnico e chi con la squadra. E’ un errore madornale: non fa bene al Verona, non fa bene a noi che a volte assomigliamo più a Tafazzi che non a una vera tifoseria. Ci martelliamo da soli gli zebedei, ricavando in cambio un perverso e sottile godimento, come quelli che amano farsi legare e imbavagliare nella loro intimità, magari mentre si fanno pure frustare dai loro partner.

A me francamente ha pure stufato la discussione su Mandorlini. Mi pare che sia diventata una fissazione che sconfina piú nello psichiatrico di qualcuno che non un vero problema. Vi dirò: non sempre condivido quello che fa Mandorlini, ad esempio la formazione del primo tempo a Novara, ma vorrei che la discussione vertesse leggera su temi tattici e tecnici e non mettesse a soqquadro l’intero progetto ogni volta. Mi dà un fastidio tremendo, poi, chi nella critica, fa di ogni erba un fascio e parlando del nostro tecnico gli imputa il coro contro la Salernitana e mille altre nefandezze.

Si può star qui a discutere mille anni su quel coro, ma la verità è semplice: senza le dichiarazioni di Mandorlini alla vigilia della gara con la Salernitana il Verona non avrebbe trovato lo slancio per andare in serie B. E la canzone degli Skiantos, era innocua, strumentalmente usata da un giornale politico che nel filmato riconobbe il sindaco di Verona Tosi. Mandorlini e il “ti amo terrone” venne usato strumentalmente per attaccare Verona, Tosi, e quindi la squadra che rappresenta la città e i veronesi. Quel giornale era ancora in debito di scuse con Verona dopo l’incredibile vicenda di Marsiglia, scuse che si arrivarono, ma a fatica e comunque piccate.

A questo si aggiungono altri giornalisti che tifano per squadre del Sud e che se la sono legata al dito dopo che la Salernitana è fallita pronti ogni volta a mettere in subbuglio Verona, Mandorlini, e l’Hellas. Il problema è che ogni volta abbocchiamo come polli a questo giochetto, rilanciando notizie che non hanno mai trovato conferma e ampliando i problemi. Mentre loro omettono circostanze inquietanti nei loro reportage a distanza sul Verona: tipo che a Mandorlini fu spedita alla vigilia della gara con la Salernitana una busta con un proiettile. Insomma facciamo il loro gioco.

Girassimo la testa verso il nostro passato e guardassimo indietro alla nostra storia, ci accorgeremo che proprio dal passato arriva la lezione migliore. O forse non fu un capolavoro quel volantino “Soli contro tutti” che unì la tifoseria dell’Hellas alla squadra e a Bagnoli nell’anno dello scudetto quando il Palazzo si accorse (in ritardo) che il Verona non era un bluff, cominciando a seminare zizzania e dubbi sulla reale consistenza della squadra del Magnifico Osvaldo? Se ci ripensate un attimo, quello è davvero il senso che dobbiamo dare al nostro essere tifosi e non lasciarci andare a critiche fuori ruolo che minano la sicurezza di tutto l’ambiente, anche del mister, che è umano come tutti noi e quindi soggetto a pressioni e anche a errori. Se dopo Varese stiamo uniti attorno a Mandorlini, Sogliano, Setti, la squadra, per me non ci ferma nessuno.

 

 

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