NON SPARATE SUL PIANISTA

Tutta colpa di Remondina? Può darsi, ma francamente oggi non me la sento di sparare sull’allenatore. Ho appena visto le occasioni sprecate dal Verona e non credo che se Parolo si è mangiato un gol sulla linea di porta sia colpa del mister. E non è colpa sua neanche se Scapini ha cacciato fuori una palla che era solo da appoggiare in porta, se Garzon ha mandato alto un tiro a due passi.

Il Verona, certo, non esprime un grande gioco. Ma questa è una tendenza di tutto il calcio italiano. Ci sono gare di serie B che inducono al taglio delle vene dei polsi e anche in serie A non è che ci sia ‘sto grande spettacolo. Figurarsi in Lega Pro…

Ho guardato un paio di posticipi di Prima divisione e per dirvela tutta, nessuna squadra m’è sembrata giocare meglio del Verona. Questa è una categoria che è una brutta bestia: la differenza la fa la concretezza, un golletto e via.

Il problema è che il golletto bisogna segnarlo però. L’Hellas ha realizzato fino ad oggi la miseria di sei gol, il peggior attacco di tutto il girone. E non vince una partita dal 14 settembre (1-0 con la Samb).

Non so cosa stia passando per la testa dei nostri attaccanti. Io non credo che sia sfortuna. Penso piutottosto al nervosismo, alla voglia di spaccare il mondo che a volte ti blocca e ti fa inciampare a due passi dalla porta.

Non credo che questa squadra sia inferiore del Lecco e del Pergocrema. Ma anche non credo sia inferiore al Lumezzane, alla Spal, alla Reggiana. E credo se la possa giocare con Novara e Pro Patria. Sulla carta, solo Padova e Cremonese hanno rose superiori.

Penso che Tiboni, Parolo, Corrent, Garzon, Bellavista, Rafael, Ceccarelli, Sibilano e Mancinelli potrebbero giocare tranquillamente in serie B. Penso che il vero Girardi non si sia ancora visto e che Moracci è destinato a sorprenderci (finalmente ha iniziato a fare qualche incursione…). Certo, tutto si può migliorare. E se penso al secondo tempo di Ravenna o alla gara con la Reggiana mi va ancora il sangue alla testa. Ma stavolta francamente non me la sento di sparare sul pianista…

QUELLI CHE…

 

QUELLI CHE VEDONO TUTTO NERO

Quelli che… l’Hellas è senza società. Quelli che… non pagano gli stipendi. Quelli che… Previdi è una rovina. Quelli che… giocatori senza coglioni. Quelli che… la fusione col Chievo è già fatta. Quelli che… Campedelli disegna le magliette del Verona. Quelli che…è colpa della stampa. Quelli che… abbiamo avuto solo presidenti-delinquenti. Quelli che… è colpa della banca. Quelli che… c’è un disegno per far sparire l’Hellas. Quelli che… perchè tutti i giocatori diventano fenomeni appena vanno via dall’Hellas? Quelli che… il Verona è ormai finito.


QUELLI CHE SONO INGUARIBILI OTTIMISTI

Quelli che…aspettiamo ancora. Quelli che… diamo tempo a questi ragazzi. Quelli che… Arvedi è stato sfortunato. Quelli che… Pastorello è stato un grande presidente. Quelli che…sono giovani e cresceranno. Quelli che… quest’anno gira bene. Quelli che…ottima campagna acquisti. Quelli che…la prossima partita andrà meglio. Quelli che… ottimo punto col Pergocrema. Quelli che…il progetto c’è. Quelli che… non sparate su Remondina. Quelli che…non c’è alternativa ad Arvedi. Quelli che…il conte è l’unico che tira fuori i soldi per l’Hellas. Quelli che… Previdi sa come muoversi nel calcio. Quelli che… Da Silva è un buon giocatore. Quelli che… un giorno torneremo in serie A.


Se anche tu qualche volta hai sentito una di queste frasi, non stai vivendo dentro un reality-show. Sei semplicemente un tifoso dell’Hellas (da qualunque parte stai…)

NE’ CARNE NE’ PESCE

Qualcosa di più adesso sappiamo sul Verona. Sappiamo ad esempio che
non è una squadra da quartieri alti. Sappiamo che siamo alle prese con
una formazione appena discreta, che segna poco e prende qualche gol di
troppo. Sappiamo che è una squadra che ha cambiato tanto e che
l’alchimia di creare subito un miracolo (tipo Pro Patria) non è
riuscita.
Sono passate otto gare e tra due partite anche Nardino Previdi ci dirà
la sua opinione. Intanto il pareggio di Reggio Emilia aiuta a capire.
Sarà durissima poter pensare di agganciare i play-off. Se non
approfitti di una gara così vuol dire che al massimo puoi aspirare ad
un tranquillo campionato di mezza classifica.
La Reggiana in dieci era la classica squadra alla corda. E il Verona
non ha saputo piazzare il colpo del knock-out.
La squadra di Remondina ha raccolto due punti in cinque gare. Ha
fallito la prova con le grandi (Padova, Cremonese e Ravenna)  tanto
che il suo allenatore ha dovuto ammettere "Non siamo ancora pronti per
affrontare queste squadre".
Ha pareggiato con Pergocrema e Reggiana, due formazioni appena
discrete, due squadre che possiamo definire di "categoria" e non certo
due "corazzate".
Insomma "mediocrità" è l’aggettivo più in voga al momento in casa scaligera.
Esattamente quello che nessuno a Verona è disposto ad accettare. Non
puoi pensare ad un Verona "mediocre" in serie C. Non puoi accettare di
affrontare un campionato a mezza classifica. Francamente non si
capisce nemmeno che cosa serva alla società. Se l’obiettivo è di
spendere due milioni e mezzo a stagione per una squadra così anche
l’obiettivo finanziario è un fallimento. Perchè il prossimo anno ne
serviranno minimo altrettanti e via così all’infinito e solo per
partecipare ad un campionato che è un’idrovora mangiasoldi senza che
ci sia il minimo aiuto finanziario. Insomma, volete dirci una volta
per tutte obiettivi, programmi, tempi di realizzazione e progetti di
questa società? Si sale o non si sale? Oppure siamo condannati per
sempre a questa mediocrità? E’ bene chiarirci subito anche per non
continuare con imbarazzanti giudizi nei confronti di Remondina e di
questa squadra. Perchè se l’obiettivo è arrivare ai play-off e andare
in serie B, allora anche Remondina deve spiegarci perchè ha fatto
giocare un Anaclerio fuori forma, un Garzon al rientro dopo un
infortunio, un Parolo fuori posizione, un Campisi senza arte nè parte.
Se invece ci dobbiamo accontentare allora va tutto bene. Anche uno
striminzito pareggio a Reggio Emilia..

REMONDINA AD UN BIVIO

Non è lo sport che preferisco quello di mettere pressione ad un allenatore. Sono convinto che il calcio  sia una scienza inesatta solo per chi lo fa diventare difficile. Penso che un tecnico abbia bisogno di tempo per creare una squadra. Anni di frequentazioni con i migliori tecnici italiani che sono passati al Bentegodi mi hanno fatto anche capire che però la crescita di una squadra si vede eccome. Prandelli aveva finito il rodaggio del suo primo Verona dopo una terribile scoppola interna con la Reggiana. Malesani partì subito benissimo con il pareggio con la Roma, Ficcadenti dopo tre gare così così, iniziò la sua scalata in casa contro l’Arezzo. Anche il Bagnoli della serie B fece vedere costanti progressi.
Remondina e il suo Verona sfugge per ora a questo andamento.
Up and down, su e giù, buone partite alternate ad altre disastrose, errori che parevano archiviati che improvvisamente rispuntano fuori, certezze acquisite che diventano improvvise debacle.
Ecco, non si vede ancora nel lavoro di Remondina quella crescita che pure il tempo a sua disposizione avrebbe dovuto portare.
Ora, dunque, il tempo massimo sta per scadere. C’è una partita alle porte che dovrà dire di che pasta è fatto il Verona. Poi credo che anche Previdi dovrà tirare le somme sul lavoro del tecnico da lui scelto. Remondina insomma è arrivato ad un bivio.

PRIMO TEMPO: TUTTI FUORI. SECONDO TEMPO: TUTTI DENTRO

La prossima gara in casa del Verona sarà con il Lecco.
Vorrei umilmente fare una proposta ai tifosi del Verona, per superare ogni divisione, per essere di nuovo uniti, per il bene dell’Hellas.
La proposta è semplice.

Primo tempo: tutti fuori. Tutti fuori perché?
1) Perché Arvedi e Previdi devono capire che ai programmi a parole vanno seguiti i fatti.
2) Perché il vuoto dello stadio deve far capire che senza tifosi non c’è Hellas Verona.
3) Perché nessuno può impunemente giocare con il nome del Verona. Nessuno può strumentalmente mettere in giro notizie false per arrivare ad obiettivi mai dichiarati.
4) Perché l’Hellas Verona non è mutuabile con nessuna altra squadra.
5) Perché l’Hellas Verona non deve essere un trampolino politico.
6) Perché è necessario che la città si confronti finalmente con questa realtà pensando ad un serio rilancio, senza attuare contorte soluzioni che mai potranno essere accettate.
7) Perché il Verona non è business.
8) Perché ormai solo con fatti concreti, con acquisti ambiziosi, con una squadra all’altezza, si può ancora credere in un progetto.
9) Perché  non possiamo essere ostaggio di nessuno.
10) Perché l’Hellas siamo anche e soprattutto noi.

Poi, nel secondo tempo tutti dentro. Tutti dentro perché?
1) Perché la squadra ha bisogno di noi e del nostro sostegno.
2) Perché solo facendo capire il nostro amore possiamo essere una barriera ad ogni "gioco sporco".
3) Perché abbiamo bisogno di punti in classifica e il baby Verona deve essere aiutato.
4) Perché "Noi saremo sempre qua…"
5) Perché "Passeranno i giocatori, il presidente e l’allenator…"
6) Perché "In Italia Hellas, in Europa Hellas e a Busto Hellas"
7) Perché il calcio non è una play-station che si fa senza i tifosi
8) Perché il Verona non è di Arvedi e Previdi. Ma di tutta la città.
9) Perché vogliamo sentire Tosi dire che la "fusione non ci sarà mai".
10) Perché l’Hellas siamo anche e soprattutto noi.

BASTA PRESE IN GIRO

Sarò durissimo. Perchè si può tollerare tutto ma non il secondo tempo di oggi con il Ravenna. Si può tollerare la pochezza tecnica, si può tollerare l’errore di inesperienza, si possono tollerare gli errori del mister ma non si può tollerare l’assoluta assenza di personalità, l’incapacità di lottare, il vuoto alla voce "furore agonistico".

"Non mancherà mai l’impegno" aveva detto Previdi in sede di presentazione. Si veda (ri-veda) le immagini del secondo tempo il vecchio dirigente e tragga le sue conclusioni.

Se questo è il Verona che dopo quattro mesi gioca in Lega Pro Prima Divisione siamo messi male. C’è un deficit di personalità preoccupante, nessuna idea tattica, incapacità di superare le difficoltà. Un punto in quattro gare è andamento da retrocessione ma in quel senso abbiamo già dato, per carità. Per fortuna le due vittorie e un campionato di basso livello ci permettono di stazionare ancora lì a meta classifica ma non può bastare.

Un serio discorso va fatto per Girardi. Oggi come oggi assomiglia più a Morante che ad un attaccante decisivo, ormai anche per lui gli alibi sono finiti. E’ arrivato il momento caro mister di far giocare quelli che se la sentono, quelli con le palle sotto. Nomi? Tiboni, Scapini, proviamo anche Loseto là dietro perchè ormai Moracci sembra un timido balbuziente.

I vecchi del gruppo si facciano sentire (e non solo nelle interviste…). Corrent, Garzon, Bellavista: adesso tocca anche a loro. Perchè, veramente, di prese in giro qui dalle parti del Bentegodi non ne possiamo più.

Infine Remondina: il mister sa che questa di Verona è una panchina importante e che possiamo dargli tutto (amore, passione, entusiasmo) ma non possiamo avere pazienza. Nel nostro dizionario la parola ci è stata rubata da almeno tre o quattro personaggi che sono stati alla guida dell’Hellas in questi anni.

Faccia vedere anche lui di essere un condottiero con gli attributi. E non si faccia mettere i piedi in testa da nessuno, nemmeno dalla società nelle sue scelte. E’ il momento di reagire, vediamo chi ce la fa.

LA CRISI FINANZIARIA PUO’ ABBATTERSI ANCHE SUL VERONA

 Mi chiedevo ieri se la crisi finanziaria che sta investendo i mercati mondiali potesse in qualche modo toccare le società calcistiche. Poi mi sono imbattuto in una notizia di Repubblica che era una prima risposta alle mie curiosità.

Secondo Repubblica, infatti la Roma, controllata dai Sensi ed espostissima nei confronti di Unicredit (365 milioni la cifra imponente) non avrebbe più avuto nessuna dilazione nel piano di rientro previsto dalla banca. Italpetroli che è la controllante della Roma, società del gruppo Sensi, secondo Repubblica dovrà pagare la prima tranche del rientro entro il 31 dicembre di quest’anno. Inderogabilmente. Un alto funzionario di Unicredit avrebbe spiegato ai Sensi che non si poteva più pensare di spostare in avanti questa scadenza. E ciò proprio per la situazione in cui Unicredit versa in questi giorni.

Questo innesca una situazione di estrema difficoltà nei Sensi. Per avere liquidità immediata, infatti, la famiglia romana dovrà cedere un terreno del valore di 100 milioni di euro. Valore di mercato, che non significa necessariamente avere denaro contante in mano. Infatti ora pare che i Sensi abbiano notevoli difficoltà a cedere il bene anche perchè chi lo voleva, sapendo dell’ultimatum di Unicredit, sta prendendo tempo con l’intenzione evidente di far calare il prezzo.

 

Mi sono dilungato nella spiegazione di questa situazione anche perchè mi pare che si possa fare un parallelo molto simile (a parte le cifre che sono in proporzione) con l’Hellas Verona.

 

Anche a Verona esiste una società controllante (l’Arilicense srl) che come l’ItalPetroli potrebbe essere chiamata ad un immediato rientro. Anche per il Verona Unicredit, oggi scossa sui mercati finanziari, potrebbe decidere che non è più possibile una perenne esposizione bancaria a fronte di garanzie immobiliari.

E dunque mi chiedo: cosa succederà in quel momento? Arvedi avrà la forza di cedere i suoi beni per pagare il debito bancario? E troverà il conte gente disposta a pagargli i terreni con soldi in contanti sapendo il suo stato di bisogno? Può darsi che Unicredit ritenga di lasciare la situazione com’è in questo momento, ma difficilmente ad Arvedi verranno elargiti ulteriori finanziamenti per potenziare la squadra.