La prima cosa che voglio dire è che considero Cioffi il minore responsabile di questa situazione. Le attenuanti nei suoi confronti sono talmente tante e pesanti che non si può tirargli ora la croce addosso.
Gabriele è un ragazzo d’oro e un bravo tecnico che sta affrontando una specie di scalata dell’Everest senza ossigeno. Ha dovuto affrontare troppi ostacoli fino ad oggi per poter essere giudicato senza condizionamenti.
Non si concede un attacco da 40 gol e svariati assist in maniera indolore. Ma ancora di più: la squadra è stata costruita tardi, senza un chiaro progetto, prima per il 3-4-2-1, poi per il 3-5-2, infine di nuovo per il 3-4-2-1, in una girandola di operazioni che ci hanno fatto venire il mal di testa per tutta l’estate.
Cioffi ha cercato con pazienza la via migliore, cercando nei giovani nuove energie ma al contempo cercando di non perdere per strada gli uomini che hanno fatto le fortune del Verona negli ultimi tre anni. E così Lazovic, Günter, Tameze solo per fare tre nomi che hanno rischiato di non giocare per il Verona il primo settembre, devono essere recuperati alla causa, lavorando sulla testa ancora prima che sulle gambe. Ma parallelamente bisogna fare punti (obiettivo primario) migliorando il gioco, mettendo tutti nelle condizioni di poterlo fare. Non è facile con giocatori che hanno saltato la preparazione e non hanno partecipato al pre-campionato. Verdi e Hrustic, gli ultimi arrivato sono l’emblema di un Verona che è stato un cantiere fino a questa domenica. La sconfitta di Firenze è un passo indietro evidente.
Il Verona ha deluso proprio quando ci si aspettava un nuovo salto di qualità. Lo ha fatto sia dal punto di vista della proposta di gioco, sia a livello morale dove la squadra appare smarrita in certi frangenti come se rigettasse il lavoro settimanale o peggio ancora non fosse convinta. Ora però le attenuanti stanno per finire. Davanti ci sono 15 giorni di lavoro, l’occasione di recuperare giocatori importanti e in cui Cioffi deve trovare a tutti i costi un’identità tattica a questa squadra.
Non si scherza più insomma. Anche perchè guardando alla classifica non c’è più tempo per scherzare. L’allegra inconscienza del “tanto tre peggio di noi le troviamo” che alberga anche in società, purtroppo, sbatte contro la realtà del campionato.
Il Verona dovrà sudare, soffrire e lottare come mai ha fatto negli ultimi tre anni per riuscire a salvarsi anche in questo campionato. Ci sono avversari più attrezzati (Monza) e altri che lottano col coltello (Cremonese, Lecce) e perdere altri punti significherebbe arrivare in quella partita che “valgono doppio” con l’acqua alla gola e un solo risultato possibile. La possibile condizione per ogni squadra, un terno al lotto da cui può uscire qualsiasi scenario. Anche il peggiore. Meglio continuare a ricordarlo a chi crede che sia solo una fastidiosa formalità da espletare.

