Dapprima fu il Verona di Eusebio Di Francesco che in molti davano per sicura retrocesso. Poi venne Tudor e rimise in piedi la baracca. Quel Verona raggiunse la salvezza giocando memorabili partite, mettendo in vetrina il trio meraviglia, tre formidabili attaccanti e una dedizione encomiabile. Sempre sul pezzo, si direbbe oggi in una story su un social.
Infine arrivò l’ultimo Verona quello che maggiormente ci gratifica e che ci sta regalando un sacco di soddisfazioni. Una squadra che continua a onorare il campionato con professionalità e con straordinario impegno. Lasciando perdere la parentesi di Milano, il Verona numero tre ha fatto una partita bellissima con il Genoa e ha compiuto un meraviglioso capolavoro contro l’Atalanta.
E’ davvero un enorme orgoglio vedere che questa squadra non ha mollato gli ormeggi e non è andata in vacanza. Credo che il segreto sia all’interno di uno spogliatoio che poggia su basi sanissime e solidissime dove Tony D’Amico è il direttore d’orchestra e Tudor il primo violino. Dove i ragazzi si divertono a suonare melodie entusiasmanti e dove regna la felicità.
Poi ovviamente, calcisticamente parlando, il Verona ha tantissima qualità. Barak, Caprari, Simeone, Tameze, Ilic, ma anche Montipò e Casale, per arrivare a Ceccherini potrebbero stare tutti nell’Atalanta senza sfigurare. Questa, l’abbiamo detto, è la miglior squadra mai costruita da Setti.
Speriamo sia davvero un ciclo e non la fine di un’avventura. Bisogna essere agili e rapidi a togliere nuvoloni e voci controproducenti. Il vantaggio di essere già salvi è il vantaggio di poter già ora pianificare il futuro. Con Setti in plancia di comando a dare la rotta, D’Amico al timone a tenere la barra a dritta, Tudor a comandare la ciurma. E noi ad applaudire tanta bellezza.