Detto che: 1) la salvezza è ormai sicura. 2) Questa squadra è la più forte mai costruita da Setti. 3) Giocare per il quarto anno consecutivo in serie A è una tappa storica… Detto tutto questo il campionato del Verona rischia di diventare una grande fiera delle occasioni sprecate.
Troppi punti buttati al vento, troppe rimonte subite, troppi gol fotocopia, troppi errori dalla panchina. Roma non è stata l’unica gara finita con un giramento di palle (eoliche), pareggio giunto dopo dominio incontrastato dei gialloblù. Ora ovviamente se guardiamo al bicchiere mezzo pieno, c’è da mettere una firma per un punto all’Olimpico contro la Roma. Ma non dopo una partita così, non dopo una prestazione del genere, non dopo essere andati in vantaggio per 2-0. Così fa male e fa ancora più male pensare ai punti buttati al vento da questa squadra. Vogliamo fare due conti della serva? Lasciamo stare le tre giornate iniziali, in cui comunque qualcosa si è lasciato per strada. Pensiamo ai punti buttati con la Salernitana, al pareggio col Genoa, alla sconfitta con il Milan, a quella con l’Atalanta. Mettete all’attuale classifica 7/8 punti in più e guardate cosa salterebbe fuori.
Certi treni, certi campionati, certi spogliatoi non sono così semplici da creare, non ripassano due volte. Lo dica Tudor al fratello Igor, quello che fa i cambi a metà gara sconvolgendo inutilmente un equilibrio perfetto. Tudor è quello bravissimo che prepara da dio le partite, che non sbaglia una mossa, che ha disegnato un attacco stellare, che tiene in mano lo spogliatoio e il gruppo e che ha addirittura migliorato il lavoro di Juric. Igor è quello che scombina tutto e che si diverte a farci incazzare. Peccato che ogni tanto il primo resta nello spogliatoio e arriva l’altro a rovinare i nostri sogni.