Visto com’era semplice? Metti Tameze a centrocampo, inserisci Barak sulla trequarti, usi Kalinic per il finale e… voilà il gioco è fatto. No, in realtà non è stata così semplice, è stata una vittoria soffertissima e meritatissima che sana in un colpo di spugna la ferita aperta dalla sconfitta con la Salernitana in casa e proietta il Verona verso la salvezza.
Ecco, in tanti, compreso il mio amico Francesco Barana, si chiedono cosa ne sarà del Verona conquistata la salvezza. Saremo costretti ad assistere a noiosi finali di stagione che mal si adattano allo spirito perennemente sulle montagne russe del tifoso del Verona?
Argomento che mi appassiona fino ad un certo punto e che proietterò in là nel tempo, il giorno dopo in cui il Verona conquisterà la possibilità di giocare il suo quarto anno in serie A.
Ora mi pare troppo importante questo consolidamento di una società che non ha trovato pace per trent’anni ed infatti è più di trent’anni che non disputa quattro stagioni consecutive nella massima serie.
Ci sarà pure un perché a questo dato e sicuramente ci fa capire come la storia del Verona dopo gli anni ’80 favolosi è stata costellata di delusioni più che di gioie. L’ultima volta che abbiamo giocato in Europa fu a Brema e i ragazzi si ricordano la trasferta di Busto Arsizio più che la mitologica transumanza verso Belgrado.
Ora come ora questo è il massimo che possiamo chiedere a Setti, sperando che le tre reti di oggi possano far lievitare ancora la quotazione di Barak così da dare al Verona ancora la possibilità di investire e crescere. Sarà dal prossimo anno che vedremo veramente la voglia di Setti di migliorare il Verona. Oggi il presidente ha giocato la sua 250° gara in serie A, evento prontamente rilanciato dai social del club ed è giusto così. Domani però si potrà alzare l’asticella e chiedere anche di raggiungere obiettivi che non siano solo la salvezza. Tempo al tempo. Oggi intanto scrosciano solo applausi. Anche per mister Tudor, tornato nei suoi panni consueti. In fondo era così facile…