Caro Ivan, oggi, dopo questa nuova straordinaria impresa, vorrei scriverti direttamente. La prima cosa che voglio fare è ringraziarti. Lo faccio soprattutto come tifoso del Verona, la squadra per cui faccio il tifo fin da bambino. Ti ringrazio perché tu sei riuscito a rifarmi sentire orgoglioso di tifare per questi colori. Orgoglio che mi era stato spazzato via in questi anni in cui sentivo calpestato il nostro sentimento e in cui mi sentivo preso in giro. Tu Ivan hai ricostruito l’Hellas e hai dato linfa ai colori gialloblù nel momento in cui tutto pareva finito.
Attraverso il tuo lavoro la società ha davanti a sé la straordinaria occasione di crescere, di migliorare, di alzare il livello. Credo vada anche riconosciuto che è stata questa società a sceglierti e a portarti qui e così come non abbiamo lesinato critiche al perdurare di Pecchia e alla infausta scelta di Grosso, così ora dobbiamo dare merito a chi ha puntato su di te. Certo, Ivan, so benissimo che manderesti Setti a quel paese ancora più spesso di quanto lo fai. Non ci sta simpatico nemmeno a noi quando pensa di arrivare da New York trattando i veronesi come provinciali. E non ci è mai piaciuto quando ha scelto i peggiori della compagnia, facendosi abbindolare da personaggiucoli da quattro soldi che al massimo possono bazzicare nei bar di paese e non fare i dirigenti del glorioso Hellas Verona. Quel Setti lì è finito nella polvere e tu Ivan gli hai ripulito i vestiti e dato una nuova vita a Verona dove la piazza lo chiamava Buffone. Però ti dico e credimi per favore, che Setti non è nemmeno il peggiore della compagnia.
Anzi: per essere chiari c’è tanto tanto di peggio. Tu stesso arrivi da una piazza gloriosa come Genova e sai benissimo di cosa parlo. Ci sono presidenti impiccioni, che mettono bocca sul mercato, che amano fare e disfare, che vogliono stare al centro della scena, che si impicciano di cose tattiche, che un giorno ti dicono che sei il migliore del mondo e il giorno dopo ti esonerano, che giocano con i tuoi sentimenti e con la tua passione, che hanno spie negli spogliatoi, che hanno figli impiccioni. Ecco: Setti ti farà trovare sempre il frigo vuoto e ti lascia pochi ingredienti per cucinare le tue meravigliose pietanze, però è anche vero che ti ha reso padrone assoluto della gestione sportiva, lasciandoti autonomia e una straordinaria capacità di incidere. Bella forza, mi dirai, sono uno che gli permette di pagarsi oltre tre milioni di stipendio all’anno, vuoi che non mi lasci questa autonomia? Non darlo per scontato.
Non so se il Verona di Setti è l’eden. Ma io credo anche questa piazza sia il migliore dei mondi possibili per Ivan Juric. Tu qui lavori in una città in cui hai creato un legame fortissimo, che ti adora, in cui esiste un feeling profondo e un ambiente ideale, che non credo sia facile da ricreare. Siamo matti, siamo la città delle imprese impossibili, abbiamo vinto uno scudetto e fatto perdere scudetti alle grandi.
Qui lavori in tandem con un ds che ha avuto l’umiltà e l’intelligenza di mettersi al tuo servizio, in cui puoi scegliere persino la cravatta da abbinare alla divisa, con uno staff di persone che Setti ha messo interamente al tuo servizio. Sono uno per tutti e tutti per Ivan e quindi per il Verona.
Ivan, lo so che da stasera ci saranno sirene di mercato, telefonate, ti cercherà il Torino, la Fiorentina, la Roma e forse anche il Napoli di Giuntoli e De Laurentiis rimasti colpiti dal tuo capolavoro. Però Ivan pensaci bene prima di lasciare questo piccolo paradiso che ti hanno lasciato costruire e che tu hai meravigliosamente edificato. Come dicevano ad un altro condottiero prima di te: resta con noi, Ivan Juric. Non te ne pentirai.