Ci sta di perdere una partita, soprattutto dopo essere andati oltre i propri limiti e dopo aver tirato la carretta come ha fatto il Verona in questi primi mesi di campionato. La gara con la Samp è stata un evidente incidente di percorso che ha ribadito, se mai ce ne fosse bisogno, che Juric ha straragione quando invoca un Verona che vada sempre al massimo dei giri, pena il ritorno alla normalità, se non peggio. E così ribadiamo ancora una volta il concetto se non fosse chiaro a tutti: è grazie allo straordinario lavoro di questo allenatore che ci siamo scordati della pena vissuta prima ed è sempre grazie a lui che la società, prima francamente allo sbando, ha preso una strada nuovamente logica e razionale.
Va detto e ricordato anche che Juric non è arrivato a Verona per caso. Lo ha voluto Setti, imponendolo alla piazza che invocava a gran voce la permanenza di Aglietti che aveva compiuto il miracolo di riportare il Verona in serie A, dopo la disgraziata gestione di Fabio Grosso. Il coraggio del presidente in quel momento va riconosciuto anche da chi non ha mai lesinato critiche come il sottoscritto. E non solo: Setti ha anche evitato di perdere Juric, facendogli un ricco contratto triennale e assecondandolo in molte richieste organizzative, dallo staff allo scouting. Oggi la società è più forte, più organizzata ed è lontana anni luce da quella senza capo nè coda che fino a qualche anno fa faceva ridere i polli parlando di media event e di internazionalizzazione del brand.
Ed allora perché le dichiarazioni di Juric appaiono come continue bordate che alterano l’equilibrio della società e perché l’allenatore ribadisce ad ogni occasione di non essere d’accordo con l’operato del presidente? Lascerei da parte complottismi e dietrologie. Juric non mi pare il tipo da farne. Per esser chiari: non credo che Juric stia coscientemente minando il rapporto con Setti per liberarsi dal suo contratto, o per cercare di rompere in caso, molto probabile, in cui ricevesse offerte da qualche grande squadra. Credo piuttosto che Juric sia risentito perchè Setti non ha mantenuto i patti nel momento in cui ha prolungato il contratto. Juric, a quel tempo, ribadiva un concetto: sull’offerta economica, diceva, c’è l’accordo, ma sul resto, sulla gestione e sul mercato, l’accordo ancora ancora non c’è. Poi arrivò la firma e di conseguenza logica, tutti noi abbiamo pensato che i due si fossero chiariti e che Setti avesse garantito a Juric un impegno cospicuo sul mercato. Che non c’è stato. O meglio: non è stato secondo quanto Juric si aspettava. A questo si aggiunga l’irrefrenabile voglia di fare lo sborone che ogni tanto Setti manifesta. E in quel contesto vanno ascritte le dichiarazioni di fine mercato sulle follie, sui milioni spesi, eccetera eccetera, che devono aver fatto girare le balle non poco al tecnico croato che da lì in poi non ne ha perdonata più una al presidente. Il quale, cosa mai successa, ha persino chiesto scusa successivamente al suo allenatore, ammettendo che avrebbe dovuto investire di più, ma spiegando anche che il momento imponeva una prudenza gestionale.
Le ultime parole di Juric sono state molto forti. Parlando delle future plusvalenze e forse anche con l’intenzione di tenere basso il profilo dei suoi giovani ragazzi, il tecnico ha detto che per quanto lo riguarda non ci saranno altre plusvalenze, altrimenti lui lascerà il Verona. Durissimo. Un avviso chiaro a Setti, soprattutto in vista di gennaio con il timore che qualcuno dei pezzi pregiati possa partire ora o a giugno. Credo che stavolta Juric abbia sbagliato però l’obiettivo, spingendosi in un campo non suo. Francamente non è ipotizzabile in nessuna società che l’allenatore impedisca di fare plusvalenze al suo presidente. Semplicemente non è di sua competenza, non è il suo ambito. La giusta rivendicazione, invece è un’altra: si fanno le plusvalenze ma con equilibrio non smembrando ogni anno la squadra e soprattutto reinvestendo una buona parte di quei soldi. Quello è il discorso giusto da fare ed è quello che Setti, per ora, non ha ancora fatto completamente, tradendo le aspettative di Juric. Ed è questo l’equilibrio che manca all’Hellas. Trovarlo è il compito di Setti, ma anche di Juric. Sempre ricordando che il Verona non è loro ma della gente che ci mette fede e passione.