MONTIPO’ 6.5 Era difficile ripetere la stagione strepitosa vissuta lo scorso campionato. Ma, probabilmente, c’è anche da dire che nel 22/23 gli arrivavano molti più tiri dai quali difendersi. Quest’anno le cose sono andate decisamente in altra maniera, visto che ha chiuso con ben 8 “clean sheets”, ossia partite senza subire gol. Non sono mancate alcune incertezze, ma mai così clamorose da comprometterne, in ogni caso, una buona stagione. Forse la sua ultima con l’Hellas
PERILLI 7 Una sola presenza, contro l’Inter campione d’Italia. Al netto della poca reattività sul primo gol di Arnautovic, ha parato bene e in un paio di occasioni si è decisamente superato. Come Montipò sembra essere a suo agio soprattutto tra i pali, un pochino meno nelle uscite. Ma ha dimostrato di essere un’ottima alternativa.
CENTONZE 6 Dieci presenze per il difensore francese arrivato durante la sessione invernale del calcio mercato. Ci ha impiegato un po’ a capire il calcio italiano e le idee di Baroni. Giocatore di palleggio, dotato di buon piede, più che di buona corsa, è stato utile quando il Verona doveva costruire gioco. Un po’ meno quando la partita richiedeva il coltello tra i denti. Qualche gol preso ce l’ha sulla coscienza, ma credo che lavorandoci potrebbe avere buoni margini di miglioramento.
VINAGRE 5.5 C’era grande attesa sul portoghese, non fosse altro per il suo curriculum che faceva presagire ottime cose. E invece Baroni gli ha sempre preferito Cabal, facendo storcere il naso a più di un tifoso. Probabilmente lui stesso si aspettava di giocare di più, ma non è mai riuscito a trovare continuità. E se giochi una partita ogni cinque, per giunta solo pochi minuti, anche il più grande dei fenomeni faticherebbe a mettersi in mostra. Più offensivo che altro, dietro ha inciso pochino.
MAGNANI 7.5 Che stagione per Jack! Indubbiamente la migliore da quando veste la maglia del Verona. Ha raggiunto la maturazione da un punto di vista tecnico ma anche fisico. Trentatré, infatti, le presenze, a riprova del fatto che i muscoli non lo hanno mai tradito. E nemmeno la testa. Ha trovato la giusta motivazione e, soprattutto, ha capito di essere fondamentale per la squadra. Un leader che non è appariscente, ma senza il quale i meccanismo la dietro vanno un po’ a farsi benedire. Ha tenuto spesso e volentieri testa agli attaccanti avversari. Si è preso tutto ciò che gli spettava, con grande determinazione.
DAWIDOWICZ 6.5 Mi viene sempre difficile dare contro a Pawel, perché ogni squadra dovrebbe avere un giocatore come lui. Per dedizione, passione e attaccamento alla maglia, occorrerebbe fargli una statua. Dà sempre tutto quello che ha in corpo. Vero, a volte non basta per evitargli scivoloni, ma gli si perdona qualche svarione. A gennaio, durante lo smantellamento (migliorativo) anche lui sembrava essere in partenza. Forse pensava di poter andar a lottare per qualcosa in più. Ma una volta chiusi i discorsi, ha resettato tutto ed è tornato a essere il solito combattente. Con qualche macchia, per carità. Ma non riesco a fargliene tutta sta gran colpa.
CABAL 6 Potessi dargli un soprannome sarebbe “Ottovolante”. Una stagione di alti e bassi per il difensore colombiano, che se nelle movenze ricorda Fabio Grosso, nella resa sul campo, dice qualche maligno, rimanda un po’ di più a Souprayen, uno dei più grossi flop gialloblù. Paragone troppo ingeneroso, mi sento di dire io. La forza fisica e la corsa di certo non gli mancano. Meglio deve fare e può fare a livello tattico. Ma è anche giusto dire che ha giocato sempre da adattato, ossia da terzino sinistro, lui che è un centrale puro. Magari non piace tantissimo, però io ci vedo ancora la possibilità di lavorarci su.
TCHATCHOUA 6.5 Arrivato imbullonato, letteralmente, viste le viti al collo per un brutto incidente, nel corso del campionato si è sciolto alla grande. E’ un’intuizione di Baroni che decide, soprattutto per esigenze, di abbassarlo a fare il terzino destro, ruolo a lui fino a quest’anno sconosciuto. Ebbene, magari ci ha messo un attimino ad adeguarsi, ma alla fine ne è venuto fuori bene. Anche lui come Cabal ha grande forza fisica e capacità di corsa. Quella fascia l’ha bruciata. Anche i piedi si sono fatti via via più educati. La società ha deciso di premiarlo, riscattandolo dal Charleroi.
COPPOLA 7.5 Magari per qualcuno il voto è fin troppo alto, ma ci arrivo. E’ uno di quei giocatori che mi ha dato più di tutti la sensazione di grande crescita. Parola che dai tempi di Pecchia se ti permetti di pronunciare rischi di passare per eretico. Non è stato un inizio facile, anche perché ha faticato a guadagnarsi una maglia. Ma quando ha trovato continuità è diventato un punto fermo. Ha pure segnato due gol e qui si spiega il mezzo voto in più. Perché se quello contro il Napoli è stato inutile, la capocciata contro l’Udinese, all’ultimo secondo dell’ultimo minuto di recupero, è valso mezza salvezza dell’Hellas. E provate a dire di no.
BELAHYANE 6 Sufficienza di incoraggiamento per il giovanissimo francese che si è messo in mostra soprattutto nella partita finale al Bentegodi contro l’Inter. Ha quell’ignoranza calcistica che non guasta mai. Probabilmente pesa 50 chili vestito, ma di paura non mi pare che ne abbia.
LAZOVIC 7 Io a Lazovic non rinuncerei mai, nemmeno quando dico che ci rinuncerei, nemmeno quando mi incazzo con lui. Perché se per lunghi tratti ci interroghiamo sulla fine che abbia fatto, lontano parente di quel fenomeno che per anni ha fatto ammattire gli avversari, è quando le cose si fanno serie che lui c’è. Nel momento più caldo della stagione, il serbo non si è tirato indietro, tutt’altro. Si è preso i compagni sulle spalle, magari non squisitamente da un punto di vista tecnico, ma sicuramente nello spogliatoio. Le ultime partite della stagione sono state un crescendo. Ecco perché sono contento se rinnova. Ecco perché io a Lazovic non rinuncerei mai, nemmeno quando dico che ci rinuncerei.
DANI SILVA 6 Di quelli arrivati a gennaio, uno dei più pronti per essere gettato nella mischia. È entrato sin da subito nelle rotazioni di Baroni, a buon titolo, tutto sommato. Non certo un giocatore appariscente, ma sempre nel vivo del gioco. Magari non ha toccato picchi indimenticabili, ma nemmeno sprofondi preoccupanti. Il suo lo ha fatto per questa squadra.
SERDAR 8 Fino a gennaio sembrava la peggior scommessa di Sean Sogliano. Completamente fuori dal progetto, sempre spaesato quando messo in campo, Suat aveva le valige in mano, pronto a cambiare aria. Poi qualcosa è cambiato. Nella sua testa, soprattutto. E quando ha capito che il mister e la società credevano in lui, si è sbloccato. Regalando al Verona un giocatore spaziale, che ha reso omaggio a una carriera, fin qui, di livello europeo. Per certi versi, per chilometri macinati e per costante presenza in ogni centimetro quadrato del campo mi ha ricordato Amrabat. Ma per qualità non ci sono invece paragoni. Setti ha deciso di riscattarlo. Per lui contratto fino al 2028. Difficilmente con la maglia del Verona, però. Anche se spero di sbagliare.
SUSLOV 7.5 Ahhh, come gioca Tommasino. Un altro che si sarebbe gettato nel fuoco pur di arrivare alla salvezza. 174 centimetri di dinamite, un coraggio non comune e quella voglia di arrivare sul pallone sempre prima degli altri. Rompe la maledizione dei calci di rigore, mettendoci lui le palle. Quando torna dalla nazionale con la caviglia malconcia tutti noi pensiamo che la strada per la salvezza sarà un Everest. Ma poi, ci sorprende, torna in campo e pur soffrendo rimette le cose a posto. Fare a meno di lui, non si può, è vietato per legge. Conclude con tre gol, uno su tutti quello che spiana la strada nella trasfera di Salerno.
DUDA 7 Altra intuizione di Sogliano (ma ditemi quale non lo sia stato tra i giocatori presi) che già lo scorso anno si è rivelato fondamentale per la salvezza. Quando è in giornata, cosa che succede con discreta continuità, è bello da vedere. Mai lezioso, ma eccellente nel gioco a uno, massimo due tocchi. Ha visione e temperamento. Ecco, a volte anche un po’ troppo. Si becca troppi cartellini e spesso inguaia la squadra. Però dobbiamo metterci d’accordo, perché spesso cerchiamo giocatori con le palle e poi quando li abbiamo, non accettiamo qualche effetto collaterale. Anche lui torna malconcio da una delle spedizioni con la nazionale. Ci impiega un po’ a riprendersi. Lo fa quando serve.
FOLORUNSHO 6.5 Prima parte di stagione davvero notevole, poi un calo durato un po’ troppo, a parer mio. Su una cosa penso che molti di voi saranno d’accordo, pur giocando non sempre come all’inizio, non ha mai smesso di crederci e di lottare per l’obiettivo. Se in più aggiungiamo il fatto che ha segnato cinque gol, di cui uno stupendo all’Olimpico contro la Roma e un altro, di ben altro peso specifico in trasferta a Lecce. E’ stato comunque un anno positivo a Verona, da prestito secco. Talmente positivo che Spalletti lo ha pre convocato per gli Europei.
HENRY 5 Con tutte le attenuanti del caso, visto che rientrava da un brutto infortunio al ginocchio, il francese ha fatto tanta fatica, troppa fatica. Un’unica vera grande gioia, il gol all’ultimo secondo a Udine, per il più funambolico dei 3-3. Ma sempre ben oltre il 90° c’è stata anche la più grande delusione, quel rigore sbagliato a Milano contro l’Inter, che, forse, avrebbe evitato qualche sofferenza in più al Verona. Poi anche qualche rosso di troppo, inevitabile conseguenza di una stagione ben sotto le sue aspettative. E anche le nostre.
MITROVIC 6 Non so, per me è forte. Ma non è riuscito a farlo vedere completamente. E può essere un vantaggio pensando alla prossima stagione. Dieci presenze nelle quali comunque si è visto che ha delle qualità interessanti. Anche per lui un incoraggiamento come per Belahyane.
SWIDERSKI 6.5 L’unica vera prima punta di ruolo, una volta andato via Djuric. Riferimento là davanti, si è sacrificato con grande dedizione. Ha segnato due gol. Direi che quello contro il Sassuolo, al Bentegodi, in una partita orrenda, ce lo ricorderemo a lungo. Non bellissimo da vedere quando gioca, ma ho visto pochi giocatori come lui, quest’anno, mettere a rischio le proprie caviglie per il Verona. Quante botte che ha preso…
NOSLIN 8.5 Mamma mia che forte sto ragazzo. Che una volta faceva il rider e consegnava le pizze in Olanda e ora se lo contenderanno le grandi a suon di milioni. Falso 9, punta esterna, rifinitore, sta bene dappertutto. Sempre dentro al gioco, sembra a fare sportellate, nonostante non sia di certo un colosso. Ha tempismo in tutto quello che fa, anche di testa. Fateci caso, ma le spizzate sono quasi sempre tutte sue. Diciassette presenze, cinque gol. Tanta ma tanta roba. Sogliano ha trovato un altro fenomeno, che rischia di fruttare un’altra bella plusvalenza. Anche se sarebbe tanto bello avercelo per un altro anno.
BONAZZOLI 6 E’ un’incompiuta. Perché ha doti e qualità per stare in una squadra come il Verona, ma la testa non sempre lo ha aiutato. Forse il suo peggior nemico è proprio lui e se non sente la fiducia totale di mister e società si perde. Ha trovato poca continuità. Quando ci è riuscito ha trovato anche modo di sbloccarsi. Ha chiuso la stagione con 24 presenze e 3 gol. Uno determinante la prima di campionato nella vittoria di Empoli.
BARONI 9 Ha inseguito forse per troppo tempo il calcio di Juric. Ma poi, con lo smantellamento di gennaio ha capito che non ci avrebbe guadagnato nulla. E’ tornato alla sua amata difesa a quattro e ha sistemato le cose. Onestamente il Verona non è mai stato in balia del campionato, né ha rimediato figuracce clamorose. Al netto di qualche decisione discutibile e della gestione non eccellente di alcune partite, mister Baroni ha fatto un miracolo. Perché nella tempesta ha tappato tutti i buchi della sua piccola barchetta, conducendola in un porto calmo e baciato dal sole. Ha compattato un gruppo in maniera esemplare e tutti lo hanno seguito senza batter ciglio. Ha scelto di andarsene, una volta raggiunta la salvezza. Per onestà intellettuale dovrebbe dire se lo ha fatto perché non ha ricevuto adeguate rassicurazioni tecniche, o perché lusingato da contratti più ricchi, cosa peraltro legittima. Ma lasciare il dubbio non è cosa carina. Detto questo, sempre grati Mister.
VENDUTI A GENNAIO:
HIEN 4 Venderlo è stata la cosa migliore che potesse fare Setti, perché onestamente quello visto a Verona, sino a gennaio, è stato francamente imbarazzante. Svogliato, impacciato, ne ha fatta una più di Bertoldo. Cambiare aria è servito a lui e anche all’Hellas.
TERRACCIANO 6.5 Finché è rimasto ha fatto vedere tanto. E mi è dispiaciuta anche la sua cessione, perché forse si poteva fare uno sforzo e tenerlo sino alla fine. Per me ha grandi qualità e le potenzialità per fare una buona carriera. Mi domando se il Milan sia stata la scelta giusta. Economicamente di sicuro.
FARAONI 5.5 Anche per lui era giusta cambiare aria. Dopo l’infortunio della scorsa stagione ha fatto una gran fatica a tornare ai suoi livelli. E lui per prima sa di non esserci più tornato. Ma l’amore per il Verona non è una cosa che si discute, mai. Dopo l’esperienza con la Fiorentina, tornerà a casa, probabilmente non per restare.
HONGLA 5 Lo abbiamo aspettato lo scorso campionato. Lo abbiamo aspettato quest’anno. Stiamo ancora aspettando. Ma ormai per niente.
NGONGE 9 Che dolore vederlo andare via. Anche perché lui a Verona sarebbe rimasto fino alla fine. Un piccolo fenomeno, ciondolante, a volte indolente, ma capace di infiammare la più noiosa delle partite, con un suo colpo da genio. Mai banale, anche nelle difficoltà. Per alcuni tratti sparisce e sa che Baroni fa bene a tenerlo in panca. Perché quando rientra, non fa pentire della scelta. Il gol in rovesciata a Udine è una Gioconda. Grazie di tutto, Cirillo.
DOIG 4 C’è poco da dire. Ha fatto due partite buone con la maglia gialloblù. Il resto solo fuffa. Poi uno che dice che Modena è forse più bella di Verona…
SAPONARA 5 Acquisto sbagliato, giocatore alla fine di una discreta carriera. Non credo verrà ricordato.
MBOULA 5 Poche occasioni per farsi vedere, ha fatto meglio in pre campionato che in stagione.
AMIONE 5 A Verona gli è andata male, diciamo così. Non era destino, evidentemente.
CRUZ, TAVSAN, JOSELITO, CHARLYS, KALLON: s.v.